Se questo è il massimo che la Barbato può cavare dell'evento...
... figuriamoci nei prossimi due mesi, sotto le unghie della Contu e Baraldi
Votato 6 senza alti né bassi.
Una storia appena passabile perché si lascia leggere senza troppi sforzi, ma insiste sul malinconico quando ha bisogno di riempire tavol&tavole in modo ridondante, e si perde in una serie di goffaggini ellittiche quando vira verso il thriller da inseguimento, con Dylan e la pula a caccia di Sally e Marvin.. o viceversa. Sapendo che Paola scrive (di mestiere?) gialli, quest'ultima parte andava gestito meglio, e invece è quella più sconclusionata del lotto
.
I versi dalla canzone di Vasco sono inseriti un po' forzosamente, di quando in quando, ma alla fine
vogliono trovare un senso a questa storia, per quanto a me la "sua" Sally originaria è sempre sembrata una donna indurita e provata dalle vicissitudini di una vita di disillusioni ed errori (necessari?), trovando alla fine un po' di coraggio per mettersi tutto alle spalle e per non pensare di essersi buttata via.
Non proprio il personaggio eponimo di questo albo quindi, se lo avete letto...
Se invece non lo avete letto non andate oltre, perché si
♫ SPOILERA SOLO CON LO SCORRIMENTO LENTO ♪In pratica la storia gira attorno al ritrovato del
Pentothal per zombi chiacchieroni. O meglio, il siero per
revenant senza emozioni ma di gola profonda - Xabaras, giustamente, non voleva rotture o retroscena: tutti muti a mordicchiare in giro -
... che non si capisce quando finiranno di marcire e che male possano costituir per l'umanità (?) viva o per la fedina penale del non-più-vivo che li ha ammorbati, ovvero il mad-doctor pentito di turno, tale Marvin... stavolta preso anche da fisime da gelosone di cronacaccia rosa-nera, tipo
Amore Criminale aut similia
.
Davvero, una volta svuotato delle emozioni, si fa fatica a capire cosa porti Marvin ad andar in giro come un indemoniato/ossesso (lui dice "razionale" p.61) per rimediare ai propri errori, una volta che dovrebbe impipparsene una beata " ♫
con una mano, una mano, ti sfiori ♪ " (orpo, sto spoilerando il prossimo albo
) di tutti i casini che ha creato in giro per Londra, malavita compresa.
E, a livello psicologico, anche il movente per cui ammazza l'amatissima Sally sulla sfiducia è davvero poca cosa, rincarando la dose dell'idiozia, ben sapendo che una volta foriera di verità post-mortem la sua spasimantessa sarebbe divenuta una specie di pre-cadavere anaffettivo ed indifferente ad ogni pulsione
Meglio le corna immaginate da una squinzia in carn&ossa o la lealtà di una frigida zomba da ossario? Questi sono i grandi quesiti esistenziali che la Paola vorrebbe porci, ma non più di tanto alla fine, perché di fatto proprio il personaggio più complesso -
CHE È MARVIN, per inciso - nelle sue azioni/volizioni, viene trattato in modo confusionario ed approssimativo.
In questo senso non è molto chiaro neanche cosa vorrebbe farsene Dylan di Sally una volta "salvata", sapendo che per lei, oltre a non esserci un futuro/presente... a sé, il richiamo verso i suoi simili è irresistibile e vuole esser implicitamente annullata da Marvin (p.70).
Buona l'apertura per quel senso di smarrimento, la scena dello spillone, e per i dialoghi azzeccati, specialmente da Groucho consulente di (s)coppia
Glen e Charles parlottano un po' troppo per i miei gusti, ma serviva ad introdurre il concetto del siero e dei suoi effetti ad uso di chi ne ha tratto vantaggio. Non ho capito l'ubriacone tentacoluto (p.44), ma forse è uno di
quei "mostrini" che Paola di tanto in tanto concede a Corrado tipo croccantino visionario.
Come detto prima piuttosto maldestra (e talvolta superflua) tutta la faccenda delle telecamere nel ricostruire le tappe della prima notte a zo(mbo)nzo d Sally e della successiva per pedinare/anticipare sia lei che Dylan e/o Marvin. Un mezzo pasticcio meta-telefonico su cui non voglio dilungarmi, perché ci sono sfasature logi(sti)che a volontà, soltanto per il gusto di ficcarci il contributo di Rania&co nell'impicciarsi in ulteriori casini. E anche gi scambi di pallottole sono resi male. Again, dalla Barbato romanziera giallognola queste cose non dovrei aspettarmele, a livello di struttura
Male la sequenza della vasca/cisterna di Hector, ma lì oltre alla Barbato anche Roi avrà le sue colpe... perché il modo in cui sbuca e poi sparisce Rania è quantomeno goffo visualmente, a livello di organizzazione delle vignette.
La vecchia avvelenata dal tè dei nipoti ha un suo valore; lo stesso non posso dire del bambino putrescente e di Masha, la comare del boss.
Trovo piuttosto grave il fatto che Paola non spiccichi verbo sulla ragione della loro mutazione zombesca, col primo di cui non si vede neanche la morte: considerando tutte le pagine sprecate per la ripetizione dei soliti concetti o per le zuffe fini a sé, questi eventi meritavano un tot spazio in più, o perlomeno una menzione tra le righe
.
Piuttosto stravisto il potere "emergente" nei revenant di scorgere in forma simbolica i mostri interiori che popolano le emozioni dei vivi (pp.70-71) quando loro ne sono svuotati... una cosa che inizialmente mi ha fatto girare le scatole, ma poi ha arrestato (parzialmente) il loro moto oscillatorio, lasciandole a penzoloni, quando perlomeno Sally usa questo potere per scagliare il contrappasso ringhiante/lacerante dei rimorsi contro Marvin stesso (pp.96-97).
Pessimo Dylan ipersensibile-maddeché che si fa scrupoli a piantare un proiettile nel cranio di un non-morto che sta per cancellare dalla terra la sua novella non-morta preferita. Sequenza imbarazzante a dir poco
Roi in generale promosso anche se il suo alternare lo stile macchiajolo-pittorico a quello più classico (v. per esempio pp.34-37
Vs 38-40) può risultare di tanto in tanto indigesto, se non giustificato dal contesto. Sembra molto a suo agio quando può tornare al grottesco caleidoscopico à la
UT (pp. 92-93). Poteva degnarsi di disegnare Masha un po' diversa da Sally.
Marvin biondino ricciolino delirante (oltre ad uscire dal Tamigi come il tizio del #49, a p.85) mi ha ricordato un altro celebre fidanzato rojano un po' balordo, tale
Guy Rogers.
Ma (voglio)Anna, Never... è roba più per Lucio Battisti, che non ci spiffererà nulla per le interviste sugli editoriali, sinché non troveranno un siero per far cantare anche i morti da decenni.
Acqua (azzurra) in bocca, e vermi in pancia