alemans123 ha scritto:
O bene!! Si comincia con il confronto
Per Keanu: Secondo me le differenza tra me e te (come direbbe Tiziano Ferro) è proprio il peso che si dà ai dettagli. Per intenderci prendo il tuo ultimo post. Il fatto del tu e del lei che citi a pagina 9 e 34 (che è sicuramente un errore e non una genialata) io non l'ho neanche notato, Come non ho neanche notato la non somiglianza delle "due" mamme di Ilary (anche se una spiegazione razionale la trovo - Nel processo è raffigurata come è "oggi" e con oggi intendo come è quando Ilary è grande mentre nel flashback come era quando era giovane o quando ha tentato il suicidio). Anche qui io sinceramente non mi sento di far pesare molto questo particolare. Nel senso che probabilmente sarebbe stato meglio fosse usata sempre la stessa pettinatura però ecco non mi disturba molto... Però anche qui entriamo nel tema del soggettivo. Io cerco, e magari non sempre ci riesco, di non passare agli eccessi. Quindi di non farmi andare bene tutto ma neanche andare a spulciare troppo il capello.
La mamma si vede anche alla fine, quando Ilary torna a casa, quindi la "mamma" che si vede al processo è a tutti gli effetti un unicum (è anche l'unica volta che si vede con la fede al dito, by the way!).
Vedi, Alemans, io sono d'accordo con te al mille per mille. Il fatto gli è che non sono io, e non sei tu, a scrivere "la Baraldi e Stano hanno il compito di districare il loro indistricabile ordito, riuscendo a confezionare una storia pienamente autonoma, e che trova, nella giustapposizione con quella che l'ha preceduta, pieno significato. Due episodi che sono due facce antitetiche della stessa medaglia".
Queste tre affermazioni sono, a mio parere, palesemente false, e una prova è che, come ricorda giustamente Valla, il concetto di "testimone" diventa completamente un'altra cosa.
Quello che io dico è che proprio la solidità della storia di Uzzeo e della Baraldi sono il motivo per cui questa operazione NON si poteva fare. La storia di Uzzeo che è legatissimo al tema (e al mondo) carcerario, scrive da par suo una storia come il 416 che è frutto di un lavoro personale e sentitissimo (racconta di come si sia commosso da solo nello scrivere ad esempio l'episodio del ragazzino condannato a morte), la Baraldi scrive un'altra storia altrettanto sentita e altrettanto personale, in linea perfetta con le sue tematiche preferite, ma completamente diversa da quella di Uzzeo. Uzzeo ha dichiarato che la sua storia tutto sommato è rimasta inalterata, perché essendo il suo l'inizio del dittico è toccato più alla Baraldi di modificare la sua storia, rovinandola inesorabilmente.
Se fosse toccato a Uzzeo modificare la sua, sarebbe stata rovinata ugualmente! Invece così la storia di Uzzeo, letta da sola, rimane valida, mentre alla luce del 417 diventa letteralmente INUTILE.
L'operazione di per sè è interessante, ma l'esito non è nè brutto, nè bello: è fallimentare. Che ci riprovino, magari stavolta organizzandolo ab origine, e non a giochi quasi fatti.
E ripeto, il discorso fatto sui testi della Baraldi vale per i disegni di Stano, tanto meravigliosi in alcuni punti, tanto dozzinali in altri, specie quando eccede in riempitivi digitali, che palesemente non sa padroneggiare.
P.S. speravo che cogliessi la mia citazione bergonzoniana degli occhi sbulbati e spalpebrati, una delle mie preferite del maestro!