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Forse sarà la penuria di cose decenti sull'inedito, forse sarà la liberazione del "meta-" per virare verso impianti più classici in concretezza... ma sinceramente, preceduto dai vostri commenti,
pensavo in qualcosa di meglio su quest'ultimo CF La cosa migliore - e non mi aspettavo diversamente - è il lato grafico, a partire dalla copertina abbastanza inquietante ed a tema con entrambi le storie, se non ripresa alla lettera internamente (v. vignette p.18.ii e 82.iv).
Peccato per quel rosso sullo sfondo, che come per l'inedito attuale, c'azzecca davvero pochissimo.
A parte il continuum con Lauria ai disegni, curioso come anche queste storie presentino degli elementi (nel pocobene e parecchiomale) in comune con alcuni albi recenti... tipo lo smart-bullismo telefonato della prima con l'ultimo
inedito della Contu, risolto anche qui con un predicozzo rasserenante rivolto da Dylan alla "creatura", come è avvenuto con
quel birbante di Mr Punch o sul Magazine nella
storia più moscia di Cavaletto in oltre un decennio. Mentre nella seconda vediamo un vago parallelo (
Ambrosini-ano) delle responsabilità paterne rispetto a future/passate proli, con qualche spunto vagamente catto-misticheggiante,
come nei recenti Esorcisti di Marzano.
Due storielle senza pretese, che per quanto ben disegnate, non danno alla pubblicazione a mio vedere oltre un
6 e 1/2 come valore complessivo.
Ho preferito nettamente la
Barbato in giallo sul Magazine ed
Enna vintage sull'Old Boy SanValentinesco. Persino
Marzano ha avuto qualcosa in più (e in meglio) da dire nell'ultimo Old Boy che ho linkato sopra.
Di Gregorio lo devo ancora leggere sempre là, ma dubito farà peggio
.
Qualche dettaglio...
Quell'inutile complicazione
Testi 6 - Disegni 9L'unica inutile (nonché finta)complicazione sono i testi a dei disegni così cool, che potevano benissimo starsene senza nuvolette, risultando più esplicativi di un canovaccio ritrito e orbo di punte di nota.
Lauria con la colorazione fa molto meglio che sull'inedito. Pulp e kitsch in modo fumettoso, con cromie al limite del dark-psichedelico. Alcune prospettive ricordano poi i (video)giochi di ruolo per i combattimenti a turno con visione a volo d'uccello (pp. 20.i e 20.i)
.
L'unica cosa che non mi ha convinto sono i soliti tentacoli d'assalto (pp. 23-24, forse perché li ho già visti sull'inedito di questo mese) e le dimensioni del letto di p.5, su cui potrebbe dormirci una squadra di rugby.
Da
Cajelli sinceramente mi aspettavo qualcosa in più che la rivincita del
Goblin bio-droide superpowerizzato con intenzioni fanta-buoniste, tipo lo scimpanzé di
Alfa e Omega. Sarà che l'intro molto minimalista a letto mi aveva spiazzato, ma il ripiego sul bullismo digitale che fa scoccare la vvvviulenza (per empatia) del cucciolo da laboratorio
aka arma di sterminio di massa, non mi ha colpito molto. E l'ultima decina di pagine decisamente action da commando sanno quasi di riempitivo coatto (stile "n
on so dove sboccare, finiamola qui"), togliendo qualsiasi interesse per qualsiasi mancato risvolto
.
La cosa peggiore rimane comunque il titolo, che oltre a suonare malissimo a livello logico - esistono forse complicazioni utili in partenza? -
si auto-contraddice anche nei termini di quel minimo di senso concettuale di cui la storia vorrebbe agghindarsi nell'ultima pagina.
Gli scienziati infatti si lamentano di non esser riusciti a trovare un criterio adatto per "attivare" la superscimmia, quando invece si scopre che la loro bio-arma agisce (a livello di stimoli) solo grazie in base ad un rapporto affettivo col suo possessore. E quindi definiscono questo "(dis)valore" empatico come seccante complicazione da sopprimere, quando in realtà, all'esatto contrario, potrebbero sfruttarlo cinicamente con due coccole e qualche moina simulata come strumento tarocco-sentimentale per tenersi affezionata la creatura e radere al suolo mezzo Regno Unito.
Meraviglie del complicato ed inutile uso della retorica
ad cattsum...
[...]
La fossa degli angeli
Testi 5 Disegni 7Qui da dire c'è ancora meno.
La provincia spenta e polverosa di
Torti mi è piaciuta molto, anche se ricorda più qualche ranch nel Nebraska che la placida campagna dell'Essex. Bene anche le urla e le convulsioni della escort sul letto gravida (pp. 67-70) e con la Trelko seduta su una pozza di sangue in grigiorosso (p. 74, mi è venuto in mente subito
Morgan Lost). Il viso di Dylan è un po' instabile, e le parti sfumate con gli "angeli" in modalità-ammucchiata/sbranamento-fulmineo non mi hanno convinto molto (pp. 79 e 92).
La storia di per sé è abbastanza scontata senza valere molto a conti fatti
.
Ci mette troppe pagine a caratterizzare Abe, che alla fine è l'unico punto d'interesse sia narrativo che drammatico. Per quanto il fanatismo religioso possa giustificare molte menate, il modo in cui sclera a favore di una strage improvvisata, alla faccia di tutte le polizie, stona parecchio, come il motivo per cui Luke spara al cane dopo l'incidente (p.83). Abbastanza idiota il fatto che gli "angeli" nel pozzo muoiano in fretta e furia per indigestione paterno-faga
.
Alla fine non si capisce molto bene di "chi/cosa" sia incinta la escort ancora viva, e perché non si prova qualche controfinalino sospetto sul cane.
Infine un consiglio scolastico per l'autore, a livello di semplici dinamiche di sceneggiatura:
non si può pretendere di imbastire verosimilmente una scenetta come quella di pagina 67, con Dylan che entra nella camera (socchiusa) di una tizia che LUI SA di ESSER GRAVIDA stupendosi aggratise nella seconda vignetta pernonsicapisce cosa (vedasi "
?!" belli che in kolossal-grassetto senza alcun motivo logico), e poi entrare a sbafo senza neanche bussare, facendo pure finta di esser beneducato chiedendo nella quinta vignetta "
non volevamo disturbarla".
Toc toc, ci sei
Sicchio? O mi devo disturbare ad andare oltre