Ma Bloch da quando ha i riccioli al vento e il riporto?
Stile grafico accennato, nervoso e per certi versi tirato via, ma nel complesso non mi dispiace.
Mi piacciono i disegnatori accurati e particolareggiati di solito, ma questi pochi segni essenziali sono abbastanza espressivi, per cui me li faccio bastare.
Quello che esprime una certa pochezza è la storia, che funzionerebbe se non si cercasse a forza di giustificare cose, in funzione della sua prosecuzione
SPOILER
Il tipo che fugge di fronte ad un ragazzino alto un metro, con una maschera di corteccia e corre per millemila metri urlando come un pazzo, è totalmente assurdo, ed è per me l'errore più funesto, tradisce un patto col lettore: io ti scrivo cose che hanno un senso e tu leggi contento.
Se poi non ci fosse questo continuo rimando ai nomi, questo palleggiarsi di Sam, Burt, Jason, Janet, Sam, Burt, Jason, Janet, Sam, Burt, Jason, Janet che, alla 400esima volta, abbiamo capito chi sono, ci discosteremmo finalmente dai filmetti di serie B, in cui l'utente medio cerebroleso, ha una continua necessità di ricordarsi chi è chi e chi faccia cosa.
L' intreccio di base c'è, ma è un accrocchio di sovrastrutture piuttosto instabili.
Quanto è grande questo parco? È un parco dove fanno atletica, o è una foresta dove stai in tenda, col fuoco acceso di notte e nessuno ti vede, compresa Scotland Yard che cerca degli assassini?
Dylan è il solito mite pastore di anime, che ipnotizza prima Sam che gli consegna docile il cellulare e poi la Revenge killer, con un timido sguardo, ma ha come sempre una doppia morale, perché puoi depredare i frequentatori del parco se sei un abbandonato dalla società brutta e cattiva?
Troppi cliché, ai quali naturalmente non può mancare il trionfo della denunZia sociale: la pistolettata al ragazzino, da parte della polizia sempre carente e sempre di cieca bestialità.