Lasciando perdere la questione dei disegni dei mocciosi (piuttosto imbarazzante in sé a questi livelli... e poi qualcuno pensa pure di citare "per detrazione" Cossu e Freghieri che almeno i bambini li sanno disegnare, v.
Ombre o
Esercizio numero 6 )
... non è che mi sia piaciuta granché questa storia della Barbato
.
Sweet Little Doll sullo scorso Magazine le dà tranquillamente la polvere col dito medio alzato dal finestrino, parlando di suoi recenti lavori. Se ci limitiamo alle storie di questo 2021 la mia preferita rimane la prima sull'Old Boy (quella di
De Nardo) che è l'unica a superare la sufficienza
Questo rimane un lavoretto appena salvabile -
quindi voto 6 - per certe tavole ad effetto fantasmagore-ico di Martinello (più portato al fantasy paradimensionale su
Dampyr o
Dragonero che alla tensione horror) ed un ritmo scivolante... ma per il resto cosparso di dialoghi eccessivi (
Vs eccesso menefottista di non-spiegazioni nel numero scorso made in Ambro) e con una conclusione puerile per uscire dai guai, già stravista in ogni salsina scipita.
Come detto da altri non è il genere in cui la Barbato si destreggia meglio, e ne paga le conseguenze quando vuole entrare nell'apologo sociale
via demoni vari, senza i suoi guizzi cervellotici o da poliziesco
weird.
Alla fine l'unica fonte di pathos è l'indispensabellissssssssssima Rania, ma quando tutto tracima nelle sue paturnie biografiche (finora ignorate e qui posticciate alla menopeggio) l'effetto melodrammone edulcorato è dietro l'angolo, ancora più goffo per i bambini (pseudo)protagonisti dell'albo che se ne fregano di tutto quanto e starebbero volentieri ancora coi mostri.
Sarà impopolare dirlo, ma a livello di pargoli inquietanti una storia molto criticata qua sopra come
La Ninnananna di Lady
Baraldi al confronto è un capolavoro di child-horror
.
Passiamo a qualche dettaglio:
§§§§ SPOILER §§§§§§Il tema della storia è alquanto interessante, a livello di motivi, ma gestito malaccio sulla sceneggiatura che alla fine vira verso altro (e facili conclusioni, da immaturi).
Il fatto che i demoni (pp.74-76) siano affascinati dalle capacità ludiche dei bambini è uno spunto significativo, anche perché la cosa riguarda pure me di riflesso quando guardo i piccoletti impegnarsi/concentrarsi sul gioco... hanno un che di magico ed arcano, rimango facilmente incantato, come da un rituale lontano da ogni tempo e comprensione, per quanto qualche residuo rimanga nelle memoria ormai adulta
Peccato che oggigiorno invece i più piccoli siano letteralmente ipnotizzati da delle babysitter poco formose/formative a schermo piatto su cui far scorrere le smart-ditine, ma questo è un altro discorso, e non basta l'alibi dei "nativi digitali". Carino anche lo spunto riguardo la felicità di questa bambini che non gli permette di concepire il Male neanche a livello di dubbio
.
Sul
discorso dei famigli tornerò magari in un altro post apposito, però posso dire che anche questa mi sembra un'occasione sprecata o un voler alludere forzoso in vista di chissacosa (come sviluppi o retroscena da pompare in modalità hype ADDD)
Come detto prima, sospetto che questa gita nel passato "sofferto" di Rania non fosse stata pensata in origine per il post#666. In una storia del genere se Bloch fosse davvero sovraintendente almeno in una paginetta zomperebbe di cameo, mentre il silenzio della sua assenza urla sentori di pensionamento.
Inoltre è ampiamente ridicolo pensare che la tua ex-moglie (o la tua famiglia acquisita di consuoceri) ti tenga rigorosamente all'oscuro di cose così gravi come una potenziale cognata rapita da bambina. Va bene tenere per anni gli scheletri più intimi negli armadi, ma certe volte gli ossicini di pollo vanno ripuliti in famiglia, quando si mette un certo anello al dito
.
Altrettanto ridicolo, a livello di polizio-isteria, il modo in cui Rania sclera quando fa irruzione in casa dell'amica (p.17-18), la pistola tenuta con la fondina a sinistra da una mancina - provate a sguainare una spada a cavallo dalla destra se siete destrorsi e un altro cavaliere vi viene incontro, e poi capirete perché gli inglesi guidano sulla sinistra - ... per non parlare della rinfacciata sulle palpate perquisitorie (p.37).
Rimanendo sulle indagini in casa di Allie, suona una mezza fessata il fatto che Rania spacci Dylan per un collega (p.21) quando il padre di Allie
già lo conosceva come acchiappa-mostri (v. videomessaggio iniziale della bimba) mentre in seconda istanza (p.37) lo farà entrare in casa proprio in qualità di indagatore certificato dell'occulto... come è abbastanza inqualificabile il fatto che Rania rimuova bellamente di sua iniziativa dalla "scena del delitto" l'acchiappasogni per riportarselo a casa come un souvenir affettivo qualsiasi (p.22)
.
Sui siparietti Dylan-Rania non entro più di tanto nel merito, perché è già stucchevole ripensarci.
Dico solo che quando ho letto quella sparata "
voglio esser migliore di quello che ero" (
) l'albo ha rischiato severamente di volare fuori dalla finestra per trovare un collocazione migliore di quella di cui godeva in casa mia.
Non ho capito a cosa serva rifornire di palloni l'inferno (p.66) quando gli intrattenimenti di massima sono molto più cruenti di un 5-si-schiaccia, né perché i demoni indichino la via dell'Ippo Campo a Rania (p.59) quando non è un soggetto idoneo all'adozione sulfurea, e tantomeno cosa volesse significare quella specie di strega appesa all'albero (pp.41-42) che come aspetto è molto diversa dai macro-demoni grotteschi ed allegorici ritratti da Martinello a caccia di bimbi giocosi.
Male la soluzione finale di Dylan che invece di usare chissà quale risorsa di psicologia inversa si rende semplicemente odioso ai bambini facendoli infelici: un trucchetto facilone del genere me lo posso aspettare da un Simeoni qualsiasi a corto di risorse inventive; visto dalla Barbato mi fa scendere le braccia sotto i talloni.
Come anche abbastanza stupidotto il fatto che all'improvviso si scatenino le fiamme in ogni dove senza un motivo (p.87) nel peggiore dei cliché action sulla fuga last-minute con tanto di detonazione telefonatissima
Ha un suo senso (p.88) l'aracno-abbraccio pro-ricongiunzione familiare di Inaam - ormai famiglio di qualche demone - con sora Rania, ma sorbirsi un'ottantina di pagine per arrivare a questo climax intimizzante sinceramente fa sì che il gioco, per quanto innocente, non valga mezza candela moscia
.