Finalmente il topic si smuove con qualche altra esegesi dell'albo...
alemans123 ha scritto:
Invece wolk, un dubbio. Perché dici che l entità che si accompagna a Nina è l arlecchino? Non è lo stesso che sta fuori dalla stanza di Gaetana mentre partorisce e che viebe presentato come lo scornacchiato? Mi sono perso qualcosa io?
Credo di non aver capito la domanda, perché mi suona strana.
Ad ogni modo, l'entità vestita da Arlecchino che scorta Nina Simone chi dovrebbe essere se non lo stesso Scurnacchiato che aveva assistito alle torture di Oliviero, e al parto di Gaetana nel convento? Non mi sembra ci siano alternative, e anche Nina ricorda a Dylan che sta aspettando lì col demone-Harlequin che nasca il bambino prima di andarsene (p.66).
[...]
Comunque ci sono un pajo di cosette da aggiungere/rivedere sulla tua interpretazione:
alemans123 ha scritto:
Gozzi ... ha contratto un patto con lo scurnacchiato/diavolo (Lo scornacchiato è il cornuto che oltre a esserlo è pure consapevole di esserlo e qui non capisco come mai il diavolo venga chiamato così),
Chi lo chiama "scurnacchiato"? Pulcinella, che è colui che lo beffa alla fine: per cui diavolo-Harlequin cornuto di natura e di fatto (mazziato), tradito e spuntato nelle sue sicurezze, da un raggiro molto napulitaneggiante da parte del caporione delle canaglie dell'arte di sopravvivere.
alemans123 ha scritto:
Praticamente Gaetana viene costretta a farsi suora dal padre per poter passare l’eredità al “primogenito”.
In realtà Scipione Gozzi dispone tutto perché l'erede sia il secondogenito maschio, Simone, ed i suoi ipotetici discendenti. Ma la maledizione della primogenita/Gaetana viene proprio a ribaltare questa aspettativa (v. parallelo con Selima, pure lei primogenita che perderà il fratello minore).
alemans123 ha scritto:
Nell'ultima parte immaginaria sembra quasi che i due anziani (Gozzi e il padre di Emma) siano morti. E' probabile che siano la stessa persona? No non credo. Però penso che siano discendenti. Il padre di Emma potrebbe essere un figlio della figlia di Suor Immacolata
Stavolta stai sdoppiando le cose, con qualche effetto strabico.
Non ci sono due anziani in affanno: muore solo Gennarino Gozzi alla fine. Il Granduca Scipione è morto (per un osso di pollo) da più di due secoli e non compare da p. 41 in poi. E poi se aveva soltanto due figli (Gaetana e Simone, avvelenato dalla madre) è logico che la discendenza fino a Gennarino ed Emma derivi da Suor Gaetana (Immacolata di nome-ma-non-di-fatto
)
alemans123 ha scritto:
Questo potrebbe quindi rafforzare il tema della illogicità del venire alla luce o del morire in dipendenza proprio delle azioni dei parenti.
Questo l'ho detto anche io a più riprese sull'importanza che nell'albo riveste il concetto di responsabilità del "genitore-padrone" e del mondo a cui si offrono i nascituri... a maggior ragione collegato alla figura di Pulcinella che non ha padri/madri e si auto-rigenera da sé da un uovo che lui stesso defeca. E tutto ciò ci porta all'ultimo punto:
alemans123 ha scritto:
[pp. 86-87]Si vede la culla e dentro c’è un bambino dalle fattezze di Pulcinella. Ora chi è questo bambino. Questo è il grande mistero..
In realtà ci sarebbe anche un'altra chiave di lettura... Rania ha ucciso non solo Selima ma anche la sua bambina. E Dylan si chiede se non sia giusto chiedere ai bambini se vogliono venire al mondo, soprattutto in questo mondo. Quindi perchè non pensare che quel bambino nato [nella culla] non sia altri che il bambino morto nel grembo di Selima?
Appunto, secondo me è il bambino/a che ha perso Selima essendo stata freddata da Rania
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Un pargolo
che non può più venire alla luce in questo "nostro" mondo, ma in un altro bizzarramente visionario ed ipercosmico dove sguazzano Pulcinella&co sì (v.
Nuovo Mondo, il quadro di
GD Tiepolo in coda)... dove l'infante funge anche strumentalmente da trucchetto improvvisato per fregare lo Scurnacchiato, con una specie di scambio concettuale nella culla con l'atteso bimbo di Emma (non ancora nato, mancherebbero due mesi)
Non dimentichiamoci che Pulcinella è al di là del bene e del male, perché funge da nume tutelare dei poveracci che vivono di espedienti per sopravvivere, puro istinto di strada per tirare a campà, per arrangiarsi contro la fame o le influenze oscure, tra soprusi ed entità maligne. Non ha un'etica idealistica o religiosa (
VS. Selima o i bigotti che condannarono Suor Immacolata ed il suo amante), ma si diverte a fare i dispetti al Diavolo perché gli stasopocazz, soprattutto quando si tratta di tenerlo lontano dai Gozzi. Per questo, nella confusione generale (p.92), fa credere ad Arlecchino che sia quello il bimbo che gli spetta, e lo Scurnacchiato è costretto a battere deluso in ritirata.
Per il resto non sono molto d'accordo con quanto detto su Nina Simone
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Ambrosini la tira in ballo perché dice di aver dentro di sé sia "l'inferno che il paradiso", sia le buone intenzioni cosparse dall'umanità amorevole, che quelle più diaboliche ricolme di odio (nella fattispecie contro gli schiavisti d'America, e razzisti successivi)
Il problema è che proprio "inferno" e "paradiso" sono due concetti artefatti prodotti dall'uomo, che
Pulcinella travalica con scioltezza in questa storia, dimostrando che credere in qualsiasi radicalismo/fondamentalismo manicheo non porta a padroneggiare nulla, se non a pregiudicare la sorte dei propri figli: meglio spernacchiare in modo critico-dissacrante chi crede di detenere la verità, e vivere alla giornata, anche di stenti ed espedienti, ma con sguardo irriverente di dignità beffarda.
L'Arte della Commedia appunto
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