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#413 - I padroni del nulla
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 Oggetto del messaggio: Re: #413 - I padroni del nulla
MessaggioInviato: lun feb 01, 2021 12:03 am 
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Sono post di Ambrosini su HP, volevo postare gli screen, ma non so perché non me li carica, appena ci riesco li metto. Non sono risposte a domande in senso stretto ha scritto (finora) questi due post random, sicuramente in indiretta risposta a thtti quelli che hanno apprezzato, dicendo di non aver capito pressoché nulla.

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 Oggetto del messaggio: Re: #413 - I padroni del nulla
MessaggioInviato: lun feb 01, 2021 12:09 am 
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Iscritto il: gio ago 20, 2009 12:26 pm
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Keanu Coen ha scritto:
in in diretta risposta a tutti quelli che hanno apprezzato, dicendo di non aver capito pressoché nulla.


Quindi hanno apprezzato perché non hanno capito?
Come quando al ristorante mangi una cosa buonissima ma te ne freghi di cosa sia o come sia stata preparata... tanto I would not try that at home :P .

Comunque non ho capito chi ha riportato/tirato in ballo il libro di Agamben. Tu? qualcuno che ha letto il forum? Il demonio a losanghe multicolori?

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 Oggetto del messaggio: Re: #413 - I padroni del nulla
MessaggioInviato: lun feb 01, 2021 12:16 am 
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Iscritto il: dom dic 29, 2019 12:06 pm
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Allora, un tizio (all'inizio ho pure pensato fossi tu!) ha scritto che probabilmente Ambrosini aveva preso spunto dal libro in questione, e lui ha risposto col post che ho riportato poco fa, dicendo che non lo conosceva ancora. Come dice il saggio, di più nin zò! Non so se il tizio sia un frequentatore dei nostri lidi, ahimè...

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 Oggetto del messaggio: Re: #413 - I padroni del nulla
MessaggioInviato: lun feb 01, 2021 12:23 am 
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Keanu Coen ha scritto:
Allora, un tizio (all'inizio ho pure pensato fossi tu!) ha scritto che probabilmente Ambrosini aveva preso spunto dal libro in questione



Spoiler!
A dire il vero il tizio non mette "probabilmente" e neanche il condizionale. Sembra molto sicuro di sé, mentre io dicevo che semplicemente il "succo" della storia, a livello di motivi/spunti simbolici ed artistici è in quel libro... anche se Ambrosini non l'avesse letto alla fine. Una comunanza d'intenti implicita nella recherche perduta nel tempo, che poi su Tiepolo & Pulcinella è di lunga data, senza necessariamente convergere verso Agamben come punto d'arrivo.

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Nel frattempo ho visto l'HP, ma io non insegno all' University of Warwick, e con tutto il rispetto, dopo la Brexit difficilmente mi vedranno in cattedra in terra di Albione. Al massimo cambierò il clarinetto in Scozia, se nel frattempo sarà tornata in UE. E mi pare anche che il tizio millanti (implicitamente) di aver letto quel libro, mentre ha lurkato qui sopra e poi nulla più, tranne fare lo shplentito da instant-captcha su FB.

Comunque adesso c'è la Capotondi alla Domenica Sportiva, e lei rimane la mia musa filosofica a vita, non ho tempo per voi altre illusioni.

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 Oggetto del messaggio: Re: #413 - I padroni del nulla
MessaggioInviato: lun feb 01, 2021 2:31 pm 
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Cita:
adesso c'è la Capotondi alla Domenica Sportiva, e lei rimane la mia musa filosofica a vita, non ho tempo per voi altre illusioni.


... purtroppo oggi è Lunedì, e niente Capotondi, manco al Processo di Biscardi :cry:

Comunque se il Conte non disdegna uno dei suoi tipici walzer temporali tangenzialmente paralleli al mondo dell'arte, potrebbe svelarci in una sua prossima storia come mai Botticelli si sia ispirato a lei per la famosa Venere.

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E anche la dame del Pollaiolo c'entrano qualcosa... altro che le uova dello straccione Pulcinella... pollastre di rango :P

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[...]

Passando a cose meno serie, dopo tutto quello che ho scritto nella pagina precedente sono indeciso se scrivere semplicemente un commento sull'albo, o un approfondimento sulla (mia) interpretazione, con una parziale analisi di tutti quei riferimenti cultural che ci ha ficcato Ambrosini. Mhhh...
... nel frattempo vedo che molti hanno scritto che sarebbero tornati ad esprimersi dopo una seconda lettura, ma poi lettera morta a conti fatti. Potere auto-dissuasivo di un albo artificiosamente intricato :?:
Leggendo altrove, sembra che più la gente risulta abbagliata dal "non averci capito nulla" più si sente giustificata a ritenere che questo sia un capolavoro, come se lo sbattere contro i propri limiti legittimi a pensare che siamo davanti ad un must visionario surrealisticamente lynchiano.
Avranno scoperto il nuovo segreto di Pulcinella? :roll:

Nel dubbio bacetti a tutti.
Spoiler!
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 Oggetto del messaggio: Re: #413 - I padroni del nulla
MessaggioInviato: lun feb 01, 2021 4:37 pm 
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Nella fattispecie io ho finito adesso la mia seconda lettura.
Ti dirò che non mi fregio di essere una persona che meno capisce e più è convinta di avere di fronte un capolavoro, ma anzi, meno capisco e più penso di essere idiota io, o disattenta.
Chiaramente è un albo che avrebbe bisogno di una qualche spiegazione in più, per non cadere nel sospetto della supercazzola.

Metto subito SPOILER così scrivo liberamente:

Naturalmente ogni dubbio nasce dalla presenza enigmatica dello "scurnacchiato" e dal "perché" si presenti a reclamare il nuovo nato, rimanendo poi "giocato" nello scambio dei bambini.

Ad essere sincera, se me lo spiegano son contenta, ma se non me lo spiegano sono contenta uguale, perché il significato che do alla storia è puramente emozionale.
La parte coi Pulcinella, mi è piaciuta moltissimo, così come la storia dei Gozzi, di Oliviero, di quell'amore così carnale e drammaticamente infausto.

Come dicevo precedentemente, i disegni sono vergati con sinecura, le fisionomie distorte, sgraziate. Dylan di un' insensibilità al limite (superato) della villania. Che sia solitamente strafottente con Groucho è già insopportabile, ci manca solo che dica "sparisci" al Pulcinella che gli offre l'uovo o che, con il massimo disinteresse, liquidi la storia di Gaetana chiedendo se è "finita", come a porre fine ad un ascolto tedioso.

Sequenza della sparatoria che, dinamicamente, ha qualche imperfezione, laddove Rania non si capisce bene da che parte della macchina sia, ma almeno, finalmente, fa qualcosa di utile al corpo di polizia.

Detto questo, con i suoi pro e i suoi contro, questa storia ha raggiunto uno scopo, che è stato "emozionarmi".


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 Oggetto del messaggio: Re: #413 - I padroni del nulla
MessaggioInviato: lun feb 01, 2021 4:59 pm 
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Iscritto il: dom apr 23, 2017 5:36 pm
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wolkoff ha scritto:
Passando a cose meno serie, dopo tutto quello che ho scritto nella pagina precedente sono indeciso se scrivere semplicemente un commento sull'albo, o un approfondimento sulla (mia) interpretazione, con una parziale analisi di tutti quei riferimenti cultural che ci ha ficcato Ambrosini. Mhhh...

Vada per l'approfondimento, tanto l'hai detto anche tu che di lunedì non c'è la Capotondi a distrarci :D

Albo comprato ma non ancora letto. Son molto preoccupato (ma allo stesso tempo gasato): dai vostri commenti mi aspetto un Ambrosini particolarmente criptico :o


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 Oggetto del messaggio: Re: #413 - I padroni del nulla
MessaggioInviato: lun feb 01, 2021 8:27 pm 
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wolkoff ha scritto:
@Goblin: così parlai dalla bellavista... del mio divano, 'ncopp o' Vesuvio (kille bbbwono) :D

(comunque è stato citato non a caso, perché a parte la napuletanaggine scaltra & saggia da moderno Pulcinella-filosofo, De Crescenzo condivide aaa passioune ambrosiniana per la discettazione divulgativa nelle sue opere, pellicole comprese. Il tempo galantuommemmerd saprà dirci...)

]


sai mi hai messo in fissa ...
oggi passando per un edicola ho riguardato la copertina ... ed il tizio barbuto in copertina mi ha ricordato De Crescenzo...
anche se fosse un caso però è bello che ci somigli...come caricatura

comunque questa storia mi è piaciuta , ilfatto che mi è rimasta in testa per più di un giorno...


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 Oggetto del messaggio: Re: #413 - I padroni del nulla
MessaggioInviato: mar feb 02, 2021 3:38 pm 
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Mi spiace per Harvey
Spoiler!
donteuorri paisà, per l'interpretazione basterà aspettare nu pochetto ancora :wink:

ma colgo al balzo uno spunto bertuccesco per un giudizio complessivo sull'albo.


_______S
______p
_____O
____I
___L
__E
_R



bertuccia ha scritto:
Detto questo, con i suoi pro e i suoi contro, questa storia ha raggiunto uno scopo, che è stato "emozionarmi".


... che sicuramente è un punto a favore, come esito.
Nel mio caso le cose sono andate un po' diversamente, perché mi è sembrato un Ambrosini più freddo e distaccato del solito (v. carri allegorici anemici in copertina), per quanto il pathos della sconsolata Suor Gaetana sia ben riuscito... e lo stesso non posso dire di Selima pancioneallaria, dove l'intento "emozionante" mi pare abbastanza ricattatorio. D'altronde quando ci sono di mezzo bambini sacrificati la cosa è notoria... :*

... e qui infatti Ambro ritorna sui punti chiave della sua trilogia attorno alla sulfureggiante infanzia partita con Una nuova vita e proseguita su Cronodramma, dove c'è sempre il Maligno ad adombrare la neonata vita di infanti con problematici passati e multiversali incognite per il loro futuro orfanotrofizzato. Anche in Del Tempo e altre illusioni molto ruotava attorno ad un principino che non doveva nascere, ma lì il discorso era più sul mitico-allegorico, e meno collegato a delle vicende drammatizzate dal reale sotto il naso(ne, v. Pulcinella) di tutti.

Sono uno dei pochi che a livello di voti rimane sul medio, quindi un bel 6 manonoltre...
...non perché preferisca strategicamente schierarmi al centro in democristiano vantaggio a seconda di come girerà la bandiera (nel *ulo di Renzi)... ma perché riconosco e apprezzo i punti di forza della scrittura del Conte Carlo, nonostante qui mi sembra arrivato al suo minimo comune denominatore, per quanto indiscutibile come qualità sopra la media :) .

Insomma, oltre che sembrarmi sempre ancorato ai suoi dilemmi (v. questione del tempo plastico e relativo), una certa intercambiabilità non gli giova poi tanto alla fine, perché in questo albo si può tranquillamente rimuovere Dylan mettendoci Dix, Napoleone o un tizio a caso da Le Storie, e non sarebbe cambiata una virgola, mentre secondo me la testata dovrebbe dare un indirizzo all'opera finale, per quanto la firma d'autore sia una cosa condizionante.
Tutto il resto è cornice, capisco... ma senza una parete a cui appoggiarti, fluttui a casaccio e poi la gravità ti riporta a terra per lo schianto. Crack :? .

Sui disegni non mi pronuncio più di tanto, perché vedo sono montate molte polemiche in giro: dico solo che in generale non mi pajono peggio del solito, e che uno stile ruvido come questo mi sta oltremodo bene. Peccato che Dylan certe volte sembri Solfrizzi con un allargamento mandibolare e nasale preoccupante, come Emma cambi aspetto nel giro di mezza vignetta. Male, molto male Rania, ma mi sembra un giusto castigo. Belle le scene ed i costumi d'epoca, scadente la confusione della battaglia a suon di pescinfaccia e vermicelli, come anche quella in corso di sparatorie.

A conti fatti è molto meno complicata di quello che sembra (e delle precedenti della trilogia), una volta ghermite le chiavi di lettura. Il problema è che quelle chiavi sono custodite nelle dozzine di referenti accumulati bulimicamente da Ambrosini tra un leziosismo culturale e l'altro - ne abbiamo parlato in abbondanza a p.3 di questo topic.
Questo non giova all'intento pseudo-divulgativo/finto-criptico di questi riferimenti di cui si compiace il Conte, che tra l'altro cozzano spesso tra loro nel superfluo out of place , un continuo farsi regalini a margine, ammucchiando significante su significante, per riquadretti, per poi quagliare dall'uovo di Pasqua uno filosolfeggio già identificabile in partenza. Tutto a scapito del surrealismo tra l'altro. Comunque sulla mia personale interpretazione tornerò in un secondo momento, per quanto non sia padrone di nulla, per cui potrete alterarla anche prima che la posti :D .

Passando a qualche dettaglio di sceneggiatura, il viaggio pre-cognitivo della coscienza (di Dylan, p.46) nella dimensione sfasata dei Pulcinella-via-Tiepolo è senza dubbio la cosa migliore del lotto, per quanto il Nostro faccia più da ascoltatore passivo. Ma quello che racconta la maschera del Golfo è molto interessante, a partire dalle drammatiche vicende d'epoca dei Gozzi, come il modo schietto e sornione con cui vengono esposte. Caliendo e Scintillione avrebbero disturbato, Lucrezia avrebbe abbozzato durante certi a-parte. Ma se il suo ruolo lo fa la Capotondi in una fanta-edizione-illusoria-homevideo per me può fare tutte le domande che vuole :P .

La faccenda del ricambio di clarinetto mi sembra tirata per i capelli di un pelato, ed anche un po' eccessiva è la velocita con cui Emma straparla degli straccattsi suoi a Dylan mentre si è appena intrufolato in casa sua per esser rimorchiato, via Maggiolone.
Mi è piaciuto anche l'autogrill stile Vulcano Buono di Nola con i cuochi in maschera e le mega-uova a forma di Pulcinella deformed (p.18), mentre non ho gradito l'impatto della cesura a metà albo (p.49-53) della scontro pantagruelico a polpi in faccia, che mi sembra un vorrei-ma-non-oso a livello di carica grottesca/carnevalesca, che alla fine manca molto all'albo come ho già avuto modo di dire diffusamente una pagina di topic fa.

Tra l'altro Ambrosini dice espressamente (tramite Pulcinella, p.64) che non andrà a pararsi nel mood tragico, mentre alla fine la lezioncina dell'albo non ha quasi nulla di congenito alla Commedia dell'Arte - a parte il raggiro alla napulità sullo scambio dei pargoli + qualche archetipo standard - e pur non disponendo di un paradiso od inferno di riferimento, approda alla commedia tragica in conclusione, che non è la stessa cosa di una tragicommedia, come si vorrebbe far credere :| .

Comincio a non apprezzare più di tanto il mutismo ostinato dell'Arlecchino: va bene il mistero, ma almeno dire (tramite altri?) a cosa serve e cosa vuole non sarebbe male. E sinceramente, tornando ai "regali leziosi" di sopra, l'innesto della figura capricciosamente simbolica di Nina Simone mi sembra forzoso quanto arbitrario, soprattutto se poi deve improvvisare qualcosa al piano sui versi di Quasimodo, quando esistono dozzine di sue canzoni adattabili alla bisogna (p.68). Il disorganico "impegnato" non mi è mai piaciuto; preferisco il nonsense provocatorio di Sclavi... e anche su questo ho scritto una paginetta fa :dito: .

La virata brusca e noireggiante verso la faccenda di cronaca dei terroristi non è male, per quanto abbia la sensazione che potesse esser concentrata in meno pagine, senza tracimare nel poliziottesco spinto. E poi l'alternanza con la bolla dimensionale dei Pulcinella non funziona molto in questa seconda parte dell'albo. Abbastanza insulso anche l'uso dell'infermiera che impiega non so quante vignette per fare avanti&indietro, attivando l'idiozia di Carpenter (p.74), che pensa bene di far agitare i terroristi con megafonate da tipico sbirro di telefilm di 4a fascia :x: .

La maggior parte dei cadaveri dovrebbe averli sulla coscienza lui per la sua inettitudine, non tanto Rania che ha bisogno giustamente di versare lacrime deontologicamente naturali.
Molto innaturale invece che accetti tranquillamente una gita premioconsolatorio a Venezia col suo ex-marito, mentre è già impegnata in un'altra relazione, e nonostante i tempi di coppie aperte, visto il modo in cui il Conte dispiega le curve del tempo... poteva inventarsi qualcos'altro per farli finire a Ca' Rezzonico in mostra. È vero che ormai non siamo più padroni di granché a causa della pandemia, ma senza scatenare pandemoni sentimentali, esistono pure le mostre online da quando sono chiusi i musei 8-) .

Adesso - che vuol dire in qualche altro spaziotempo - visto che siamo a Carnevale andrò in giro da travestito da Arlecchino (mia maschera preferita, stavolta doppia, perché una la devo tenere pure altezza bocca) a predicare l'interpretazione della storia in zona magenta/viola, aspettando che arrivi Pulcinella-Ambrosini a randellarmi o il Sommo Brighellone ad istruirmi sull'importanza del "meta-" nelle citazioni della cucina bergamasca.



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 Oggetto del messaggio: Re: #413 - I padroni del nulla
MessaggioInviato: mar feb 02, 2021 8:46 pm 
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Allora, io sgombro il campo da qualsiasi equivoco, e voto immediatamente 10, con l'orgoglio di chi negli ultimi due anni ha comprato solo tre albi: Del tempo e di altre illusioni, La grande consolazione, e I padroni del nulla. Carlo Ambrosini, è vero, da qualche tempo è sempre uguale a se stesso, ma si è ampiamente guadagnato questo privilegio.

Ma andiamo con ordine:

Copertina totalmente fuorviante di Gigi Cavenago.

Edittoriale di Roberto Recchioni che non finisce mai di stupirmi. Torna magicamente lo "spettro" sumero. Per la comodità di chi legge, alla fine un rapido resoconto della questione*.
Gigantesca supercazzola su chi sia Ambrosini e su quali dovrebbero essere i suoi temi più importanti. Quando scrive che Ambrosini è "forse la voce più autoriale di Dylan Dog" mi verrebbe da aggiungere "ed ecco perché ho infilato il suo albo all'improvviso senza dire niente, dopo aver già pompato i soliti autori Barbato, Simeoni, Baraldi". Qui aggiungo un "vergognatevi", per aver trattato un albo di Ambrosini come un filler qualsiasi. Anzi, peggio che un filler! Un uso strumentale di questo albo per fomentare l'uscita di Mister Punch! Non ci credo che la frase di pagina 23 ("la versione italiana di Mister Punch") l'abbia scritta Ambrosini, non ci credo. Anche perché è vero che Dylan è scemo, ma andare a spiegare chi sia Pulcinella a una che HA IN CASA UN PORTAFOTOGRAFIE CON PULCINELLA e che ABITA DAVANTI A UN RISTORANTE CHE SI CHIAMA PULCINELLA mi sembra troppo persino per lui. Prova ne è che Emma risponde "mio padre non è certo un pulcinella", dimostrando di sapere chi sia. Questa è una cosa pessima che, ci scommetto, non è farina del sacco di Ambrosini.

Sul fatto che solo tre righe dell'edittoriale se le ruba il titolo di Vivaldi nemmeno c'è bisogno di aggiungere qualcosa.

Già che ci sono, che so già che poi il discorso diventa troppo serio, registriamo che ci sono ben DUE refusi: uno a pagina 27 "Me e vado", e uno a pagina 20, in cui Rania diventa quasi Cattivik: "Ho bisogn di piangere". Avevo appena scritto che ero contento che finalmente era da un po' che non si vedevano refusi su Dylan. Pazienza. Edit: ho appena visto nell'edittoriale "sarete un pò confusi". O tempora, o mores... L'importante però è consigliare l'allegro non molto dell'opera busillis numero ventordici dell'adagio di Albinoni!

Passando alle cose serie: trovo che quest'albo sia scritto in modo molto intelligente. C'è materiale per almeno otto albi, e se all'inizio può sembrare solo un affastellamento di spunti, secondo me ha una coerenza interna molto interessante, a partire proprio dall'inizio. La scelta di iniziare l'albo con la ricerca del clarinetto ovviamente inserisce subito la tematica della musica, presente poi nell'albo nella figura di Nina Simone. E dico subito che, almeno per me, la scena della poesia di Quasimodo sta proprio al top delle scene più emozionanti di Dylan. L'idea della musica fonte di gioia e di dolore è di una verità sovrumana e da sola vale un applauso.
Tra l'altro ho avuto anche modo di conoscere un po' meglio la figura di Nina Simone, e ignorantissimo non conoscevo assolutamente il suo lato impegnato. Shame on me!.
Inutile dire che questo albo mi ha messo di fronte a vari aspetti della mia ignoranza, e mai come in questi ultimi due giorni sono stato messo di fronte alla consapevolezza di sapere di non sapere, leggendo un fumetto!

Dopo quasi un anno di maltrattamenti, ho avuto anche il piacere di vedere un Groucho in splendida forma, divertente, attivo, addirittura incurante del pericolo, surreale e pure mezzo blasfemo, ed era veramente l'ora. Per quanto riguarda il rapporto tra Dylan e Groucho, è vero che Dylan con lui è scorbutico, ma comunque anche questa è sempre stata una cifra stilistica di Ambrosini, un certo livello di antipatia, che poi è il motivo per cui i suoi personaggi funzionano: Napoleone e Jan Dix sono personaggi a volte perfino fastidiosi in certe loro uscite.

Altro parallelismo interessante, quello fra Rania e Selima (la religione), così come quello tra Rania e Suor Immacolata (il velo), e tra Selima ed Emma (la gravidanza)... C'è una trama (nel senso di fili, non nel senso di plot) di intrecci che mi sento di poter definire coerente e anche molto interessante, non mi sembra roba gettata alla rinfusa, insomma. Tantissima carne al fuoco, ma molto controllata, secondo me. Non puoi scrivere albi deliranti per trent'anni senza imparare a gestire il magma di idee che ti vengono in mente.

La parte poliziesca, come sempre in Dylan, è quasi risibile, ma se serve per servire su un piatto d'argento la morte del bambino (mi sono commosso? Mi sono commosso) la devo accettare per forza. Così come al personaggio di Selima, che non fa altro che perpetrare l'errore dei propri genitori, dopo alcune pagine di scene un po' banali, viene assegnata una chiusura perfettamente tragica. Insomma, gli snodi meno riusciti di questo albo mi sembrano propedeutici ad un trattamento molto meno banale quando si vanno a stringere le fila del discorso.

D'altra parte, anche in Napoleone, o Dix, il lato noir era sempre una mezza scusa per poter affrontare tutt'altri temi più corposi. Diciamo che qui la sparatoria serve come il proverbiale miele per indorare una medicina amara. Va da sè che Carpenter è il solito muflone, mentre almeno Rania viene mostrata con un po' più di spessore. Questo nulla toglie al fatto che la parentesi romantica a Venezia è totalmente surreale, e non nel senso buono. Dal nulla, due settimane a Venezia, detto da uno che, letteralmente, ha la credenza vuota!

Ovviamente di questo albo si potrebbe parlare in eterno, ma io come si sarà capito, non ho i mezzi necessari per approfondirlo. D'altro canto, non devo per forza essere un genio per capire che Mulholland drive è un capolavoro immenso. Non bisogna vergognarsi di intuire che qualcosa è un capolavoro, senza avere i mezzi per comprenderlo. E infatti di Mulholland drive non ci ho capito niente! Ma se mi viene una pelle d'oca alta mezzo metro ogni volta che sento Llorando, capisco che ho davanti a me qualcosa di irripetibile. Questo albo è qualcosa di irripetibile, nella serie di Dylan Dog, nel panorama fumettistico seriale italiano, e nella mia libreria di casa. Da due giorni non faccio altro che fare ricerche online, spinto dagli stimoli che mi sono arrivati da questo albo, cosa che di sicuro non mi è capitata col cavolo di leasing vitalizio di Bilotta, o con Mana Cerace che taglia quattro fili elettrici, o con la Baraldi che farfuglia di vergini e connessioni con demoni.

Dal punto di vista dei disegni, vanno dette alcune cose importanti:
-non è detto che siccome Ambrosini ha deciso di diventare sempre più espressionista, debba significare per forza che il suo nuovo tratto mi debba piacere;
-non è detto che se Ambrosini ha deciso di diventare ancora più espressionista vuol dire che ci stia RIUSCENDO, che è l'ipotesi che ho deciso di sposare. Non sempre la ricerca di sintesi nel tratto di un autore si risolve in una soluzione felice. Ambrosini sta asciugando e sporcando il suo tratto, e secondo me non è ancora in grado di farlo. Ci sono delle vignette in cui questa sua intenzione traspare senza ombra di dubbio (vedi certe espressioni caricate di Groucho), e ci sono vignette, impossibile negarlo, dove ha toppato alla grande, vedi la quarta vignetta di pagina 12, dove Dylan è palesemente strabico con un effetto non espressionistico, ma semplicemente involontariamente comico. Vignette come queste sono la prova che Ambrosini sta cercando di andare da qualche parte, e ancora non ci è arrivato.
Solo che Ambrosini non è più un ragazzino, è da trent'anni che ricerca l'astrazione e la sublimazione delle sue storie e dei suoi disegni, e non sarò certo io a dirgli di tornare a studiare anatomia. Per cui glielo dico chiaro e tondo, che non mi piace come sta evolvendo, e che alcuni suoi disegni sono veramente brutti, ma d'altro canto gli dico di continuare per la sua strada, e di astrarsi fin dove vuole, a costo di rendere le sue tavole ancora più sgraziate e faticose a guardarle.

In estrema sintesi: impossibile, per me, non trovare quest'albo rinfrancante, emozionate, adatto a me, e in grado di comunicare con quelle che sono le mie esigenze. Io veramente di più non posso chiedere ad un albo. Se dicessi che si poteva fare un pizzico meglio, veramente mi sentirei un verme. Recchioni nei suoi albi ci mette lo stilista Ford, i soliti Kant e e Quant, il colmo per Martufello... Ambrosini mi cita Quasimodo, e la biografia di Tiepolo, e chissà cos'altro... Devo solo ringraziarlo.




*Allora:
-dal 403 al 407 Recchioni usa l'espressione "spirito sumero", nonostante in Dylan si sia sempre detto "spettro sumero".
-nel 408 e 409 si cambia, e si usa "spettro". Saluto con grande gioia la lieta novella. Ma è solo un'illusione, come il tempo...
-Nel 410, 411 e 412 si torna al caro, vecchio "spirito"
-nel 413 si ritorna a "spettro". Vedremo cosa ci riserverà il futuro.

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Ultima modifica di Keanu Coen il mer feb 03, 2021 1:35 pm, modificato 2 volte in totale.

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Complimenti a wolkoff e Keanu per le vostre sempre ottime recensioni. :!:


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Mi accodo ai complimenti.


Per quanto riguarda lo spirito/spettro sumero, detesto questa citazione gettata a caso ogni 3x2, utilizzata per finta piaggeria, per strizzare l'occhio al lettore, per comunicare sempre e comunque che lui ha l'universo dylaniano in pugno.
Odio lo spettrospirito a prescindere e non mi fa nemmeno ridere, peraltro.


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Ma infatti la questione spettro/spirito ha ramificazioni di problemi molteplici. La prima volta che l'ho citata qui avevo proprio scritto, tipo, "sempre originale e sempre esilarante", proprio a sottolineare che non se ne può più! Che poi l'alternanza delirante spettro/spirito sia anche, in trasparenza, microsintomo di una incapacità organizzativa è a questo punto innegabile.

Grazie tantissime per i complimenti, Jones e Bertuccia, mi fate arrossire come un novello Berenice!

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 Oggetto del messaggio: Re: #413 - I padroni del nulla
MessaggioInviato: mer feb 03, 2021 2:38 pm 
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Jones ha scritto:
Complimenti a wolkoff e Keanu per le vostre sempre ottime recensioni. :!:



:wink: ... ti ringrazio, ma stavolta sembra che io e Keanu abbiamo pareri divergenti.
Buono per il pluralismo, ma tu da che parte stai? Se vuoi farti un terzo partito di maggioranza mi sa che devi rivolgerti a Mario Draghi da oggi. Don Mattarello si sarà dato una regolata intanto...

Poi è molto probabile che ti pentirai di questo complimento, visto la mattanza di roba che sto per rifilarvi... :mrgreen:


[...]

Allora, visto che ci siamo, con tutte le riserve possibili (in panchina: capito Conte? Mettilo prima Eriksen in campo, mona!) abbozzo una sottospecie di personalerrima interpretazione dell'albo, se qualcuno avrà la snervante pazienza di leggerla senza devolvere al nulla troppo tempo prezioso, che tanto... come insegna il Conte (quello fumettista), si può sempre recuperare padroneggiandolo in qualche piaga nascosta dei multiversi quantistici… anche se i gol in trasferta valgono doppio :cry: .

Di spunti aperti a molteplici letture ce ne sono - Ambro è una stimolante garanzia in questi termini - ma in realtà - se questa esiste - non è una storia così complessa/intricata come vorrebbe sembrare, o come lo erano i primi due episodi della trilogia sull'Arlecchino diavoleggiante (Cronodramma ed Una nuova vita) o persino il non ispiratissimo apologo allegorico Del tempo e altre illusioni.
Si tratta più di un accumulo di significanti ripreso da varie contaminazioni e substrati culturali. Piuttosto disorganici come summa finale, anche se la traccia comune che li collega è abbastanza evidente e ricorrente, pur senza quagliare molto a livello narrativo... che non siano riquadretti a sé da incastrare.

Mentre parte la musichetta di Quark e io mi travesto da Giacobbo ingobbito dal peso della cultura, non credo ci sia bisogno di ricordare che trattasi di


MEGALO-SPOILER


Donq, l'asse di tutto si snoda tra Napoli e Venezia, con Dylan in giro per l'Inghilterra donde incontrar in terra di Albione una tosa mesa venesian (per parte di padre) e miezz' napulità (per parte di madre) come Emma. Da Napoli proviene idealmente Pulcinella, da Venezia proviene di fatto Giandomenico Tiepolo (figlio di Giambattista). Tutto il resto del mondo è teatro, ma questo la sapeva pure Shakespeare, vero Rrobbè? Mr Punch non c'entra una mazza a parte la marchetta per il prossimo CF (p.23).

    A mio vedere il tema portante è quello della nuova vita (v. titolo albo #325), anche se qui ci si rivolge più al senso della procreazione, la responsabilità in quanto genitori, ed il mondo/destino che si offre ai nascituri nella tragicommedia giornaliera teatrata dall'esistenza stessa... di cui Nessuno è poi così padrone alla fine.

Pulcinella tanto per cominciare ha un ciclo vitale particolare, nato dal nulla, in quanto schiuma sociale.
Se per caso siete affetti dalla sacra scioperataggine incuriosita e volete approfondire, ci sono questi due link sulla sua figura, per un riassuntino cultural:

link1
link2

Diciamo in sintesi ( :oops: ) che è quasi un ermafrodito affetto da partenogenesi, come la sua gobba/panza più che il lavoro duro o la sazietà, indica un ventre incinta (di sé). Per questo alla fine del festoso Carnevale, quando Pulcinella "muore" ritualmente, subito dopo rinasce da un uovo che lui stesso ha defecato o sgravato dalla gobba. E così il suo ciclo riparte, come i personaggi/archetipi standard senza tempo delle maschere carnevalesche, tradotte nella Commedia dell'Arte... di (soprav)vivere. E questo Ambrosini ce lo fa presente in diverse occasioni, non solo simboliche, ma anche attraverso certe opere di GD.Tiepolo infestate da Pulcinella in ogni salsa, che erano diventati quasi una sua ossessione.

Ma è nato prima l'uovo o la gallina senza pulcinelli :?: Ed il gallo era castrato in tutto questo :?:
Nun ze sa, nel dubbio il Pulcinella dell'albo (come quelli più o meno ufficiali) dice di essere un'idea di tipo involucro/contenitore tipicamente umana (p.42). Un "vuoto" che viene riempito per rappresentare quel sarcasmo critico da buonvecchiodiavolo che nasce nei bassifondi dei miserabili contro il mondo dei soprusi, dei governanti, degli altolocati, dei riccastri, dei pre-potentati, etc. Non si fa propriamente giustizia da sé perché non ha un'etica vera e propria, o perché va oltre la morale comune: la sua unica ragione esistenziale è quella di sopravvivere alla fame, anche con espedienti beffardi ed arguti, nella triste commedia del quotidiano, sempre pronto a dileggiare chi si prende troppo sul serio nel darsi ragione a suon di sopraffazioni.
Per questo il suo "regno" è quello dello spernacchio, e non si fa troppi scrupoli a non distinguere tra buone o cattive azioni - basta che suscitino curiosità ed azione, scenica (p.40) - o a sostenere che angeli e demoni siano solo un'invenzione delle (arroganti) debolezze umane.

Quando Dylan entra in contatto con la taverna-teatrino comicheggiante di Pulcinella è perché la sua coscienza ipersensibile (alle Idee) lo precede rispetto allo scandire del tempo ordinario...e dei fatti/azioni. Per questo incontra il vecchio Gozzi agonizzante "prima" di arrivare alla stazione di servizio.
E cosa ci riserva questo Pulcinella, guagliò? Una storia di padri e figli, lui che è padre/madre/prole di se stesso...

Per quanto non mi siano molto chiari i termini della maledizione/debito che i primogeniti dei Gozzi contraggono col Maligno poco loquace a losanghe variopinte - l'omertoso Ambro colpisce ancora :x: - la parabola di questa famiglia veneziana s'intreccia bene con i motivi collegati alla "creazione/concepimento" di Pulcinella ed alcuni indirizzi di Tiepolo nelle sue opere, anche perché Villa Vanigo (p.36) è chiaramente una poco criptica parodia di quella reale di Zaniego dove Tiepolo concepì un'intera sala di affreschi dedicata al nasuto in maschera, ora in mostra a Ca’ Rezzonico.

Anche qui, se volete approfondire, c'è parecchio materiale fino a sommergersi sotto la Marianne, a partire da questa infarinatura per friggerci un paio di cuoppi:
link3
link4

In pratica il nocciolo tragico è il padre soverchiatore-padrone (Scipione Gozzi) che decide per gli altri, contro ogni sentimento genuino. Che si ostina a privilegiare la discendenza maschile a scapito di quella naturale-femminile, mentre sarà proprio Suor Gaetana, la primogenita, a dargli un'erede (pure lei femmina :!: ) frutto dell'amore proibito per un miserabile pezzente. Alla fine resterà con le pive in saccoccia, perché nonostante le sue manovre, l'urgenza di vita della sua nipotina prevarrà (protetta dal nume tutelare/ diavoletto custode degli ultimi e dell'arte di arrangiarsi, alias Pulcinella - p.42), e sua moglie provvederà con un omicidio-suicidio a cancellare quella famiglia che lui non merita più, anche come eventuali posteri legittimi.
Tra l’altro il cognome Gozzi è facilmente riconducibile ad un certo Carlo Gozzi, maestro veneziano della Commedia dell’Arte, e rivale polemizzante di Goldoni nella seconda metà del Settecento.

Ma un osso di pollo di traverso non basta a cancellare catarticamente le scorie delle proprie malefatte.
Secondo me è probabile che il patto con lo Scurnacchiato sia qualcosa collegato ad una sorta di “maledizione” che Scipione lancia contro i discendenti primogeniti della sua famiglia in generale, perché alla fine non si fidò delle monache e del fatto che accoppassero veramente con le sue minacce/influenze la pargola bastarda nata in convento.
Non credo che si fosse rinsavito in punto di morte, giocandosi il tutto per tutto last-minute e promettendo l'anima al Diavolo (e quindi a catena quella dei futuri tris-nipoti) pur di far sopravvivere la sua stirpe anche in forme di lignaggio spurie, a partire dall'unica nipote, la figlia della sua primogenita Suor Gaetana. Come sia e sia, il Maligno si era già interessato a questo losco tizio (e la sua cricca di intrallazzi di alto rango) durante le torture di Oliviero, e tanto basti :roll: .

Forse c'è a margine un anacronismo storico in tutto questo, di sicuro più veniale dei sovrani scozzesi d'Inghilterra nell'albo precedente o dei fichi d'India in epoca pre-romana nella Sicilia Del tempo ed altre illusioni.
A p.24 Pulcinella dice che questo debito col Demonio è stato contratto dai Gozzi all'inizio Ottocento. Gli abiti dei personaggi coinvolti nei disegni di Ambrosini non fanno pensare a quell'epoca; risalgono almeno al secolo precedente, come la faccende di Tiepolo padre e figlio. Senza contare che ai primi dell'Ottocento Venezia era occupata dal governo Napoleonico, dove ormai i prelati non contavano più nulla. Ovviamente tutte queste riserve non avrebbero valore se il patto fosse stato fatto da qualcuno successivo a Scipione Gozzi, come discendenza, ma ciò toglierebbe nesso ed appeal alla sua parabola tragica qui raccontata.

Alla fine vuoi o non vuoi, tutte le pizze sono caa pummarola 'n copp, per cui per uscire da questo pasticcio generazionale occorre versare ancora un po' di salsa, all'emoglobina. Gli ultimi figuranti di questo teatro ciclico in ordine di "tempo" sono padre Gozzi pizzajolo e figlia Emma carrozziera, anche loro riconciliati dopo un'iniziale divisione (come la madre) e adesso più congiunti in punto di morte, del primo, mentre la seconda sta per dare alla luce altra vita, di paternità sorvolabile :* .

Non mi va di concentrarmi più di tanto sul fatto che soltanto Dylan e Groucho (creature al di sopra della sensibilità comune, e forse occulte) notino Nina Simone ed Arlecchino sul taxi... anche perché la presenza della cantante per me è abbastanza sconclusionata nel suo presenzialismo omaggistico ipergratuito, senza contare che al posto dei versi imbucati di Quasimodo poteva musicare qualcosa dal balletto cantato Pulcinelle di Stravinskij & Pergolesi.

Credo che sia chiaro nel gioco degli intrecci il parallelo tra Selima la terrorista e Suor Gaetana, entrambe donne di fede, ma la cui fedeltà sentimentale porterà conseguenze letali – a differenza di Emma che si tromba masculi a casaccio, e per cui non conterà Nulla l’imprecisato padre-nonPadrone della creatura che porta in grembo :P .

Anche Selima-non-più-bambolina ad un certo punto si è sottratta all’autorità del padre (“cattivo” per una principessa non comprata dalle bancarelle) e grazie a questo salva la pellaccia rispetto all’attentato kamikaze che la attendeva, dove perderà oltre ai genitori fanatici anche l’innocente fratellino Hammed, in analogia col fratello minore di Suor Gaetana sterminato dalla madre ari-suicida.

Selima e Gaetana ad un certo punto rimangono sole quindi, ma possono portare avanti la vita… di qualcun altro (v. gravidanza), anche se questo comporta altri dolori, per altre responsabilità ed altre probabili separazioni. La differenza è che la terrorista musulmana alla fine darà priorità ad un concetto ideologicamente umano (uno pseudo-radicalismo religioso da martire) e non come Gaetana al ciclo genuino della vita (partorendo la creatura che ha in grembo, nonostante il perbenismo cristiano che vorrebbe le suore sentimentalmente illibate e sterili), per cui mette la non-solo-propria vita a rischio durante un’azione di commando improvvisata, e si fa uccidere da una poliziotta :tc: .

Grazie a questo gesto semi-suicida il suo bimbo può non-nascere alla luce del mondo strettamente umano, ma può venir offerto – al posto del nuovo primogenito Gozzi by Emma - allo Diabolo defraudato già al primo vagito (in maschera, pp. 86-87) con un twist/imbroglio beffardo da Pulcinella & co, maestro dell’arte del paraculismo aumm aumm… tenendo pure conto che spesso gli scambi di infanti nella culla sono un topos-starter per parecchie (tragi)commedie con agnizione finale risolutoria.

È forse giusto tutto questo? Di certo per Pulcinella il bimbo è quello “giusto giusto” (p. 86.v), anche se la sua giustizia non è propriamente riconducibile ai parametri moralizzanti umani, è più un tenersi a galla senza troppe ipocrisie, per quanto nel raggiro – come quando dice allo spirito di Gozzi senior di non aver visto nessuno spilungone inglese sinora, p.93 :g: .
È forse una giustizia in senso comico, da commedia semifarsesca che risolve un nodo tragico non aggravando i fatti, concedendosi la licenza burlona di pensare un mondo alternativo pulcinellesco, un mondo nuovo, di svagate maschere genuine, dove non sempre i dignitosi poveracci ci rimettono le penne (pp. 64-65), dove non esistono verità assolute, fronti manichei e significati stabili.

Peccato che non sia semplice per tutti l’accesso a questo mondo possibile. Come dice Dylan (p.89) nessun nascituro chiede di venir al mondo, né può scegliere in quale mondo venir alla luce a parte “questo”. Difficili esser padroni del proprio (nulla di) destino in certi casi. Per questo credo che il Conte alla fine torni su tale concetto attraverso l’opera di Giandomenico Tiepolo, esposta a Ca’ Rezzonico.

Qualche spunto divulgativo in merito:
link5
link6

Un dipinto molto enigmatico, che s’intitola appunto Il Nuovo Mondo, dove compare una folla di spalle intenta a fissare una meraviglia del “nuovo mondo” – se non sbaglio lo show di una lanterna magica; tra gli astanti sulla sx un Pulcinella, of course :D – sintomo ironico della decadenza di quella Venezia a fine ‘700, che GD Tiepolo deride rispetto alla sicurezze fiabesche e neoclassiche del padre (anche lui pittore, Giambattista), in una città ormai più attenta agli svaghi oziosi delle maschere che al dominio politico/economico sui mari.

Un mondo forse migliore… da cui si fa attrarre magneticamente il solito Dylan ipersensibile, per prendervi incuriosito parte. Sentirà (p.97) come un richiamo a metà tra un tuffo artistico in preda a qualche sindrome di StenD(ix)hal, o ad una scorazzata Napoleonica in qualche multi-dimensione delle Idee che non possiederà mai.

Ma dopotutto meglio esser consapevolmente padrone di nulla alla fine, come lo è Pulcinella, che esser servo di due padroni, come lo fu Arlecchino.

Spoiler!
E visto che sono padrone dei miei sproloqui... e posso mettere un redazionale a fine intervento, per la colonna sonora... girando attorno ai temi della storia, mi è venuto in mente questo pezzo (compreso di videoclip) che parla dell'alternanza vita/morte attorno all'esplosione di forza naturale nella nascita/maternità.

Molti stronzi criticarono la canzone, pensando fosse qualcosa contro l'aborto: in realtà l'autore più volte ha spiegato che si ispirò ad una visita in clinica presso una sua amica che aveva appena partorito, nella consapevolezza che a poche camere di distanza, nello stesso ospedale, qualche giovane donna stava invece per venir meno.

https://www.youtube.com/watch?v=xsJ4O-nSveg

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(anta baka?! [...] kimochi warui)


Ultima modifica di wolkoff il ven feb 05, 2021 2:51 am, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: #413 - I padroni del nulla
MessaggioInviato: mer feb 03, 2021 10:02 pm 
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Iscritto il: dom dic 29, 2019 12:06 pm
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wolkoff ha scritto:
Mr Punch non c'entra una mazza a parte la marchetta per il prossimo CF (p.23).


Particolarmente lieto che la pensi anche tu così. Lo scolapasta in testa è più leggero, se lo si porta in due!
Per il resto, post davvero meritevole, grandissimo.

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