Cravenroad7

Letto solamente oggi, molto belle entrambe le storie, la prima prettamente horror un po' splatter la seconda più riflessiva e spiazzante che è un po' questo il senso di Dylan Dog, il motivo per cui è nato, non solo banale horror, perché Dylan è molto di più. Sono contento per questo albo.

Letto "in spiaggia"
Piacevole sorpresa

Letto e mi associo ai giudizi. Due buone storie. Interessanti, ben scritte e disegnate. A quanto pare é possibile farne anche senza tirar fuori metafumetto, reboots e continuity serrata.

OT Scusate l'intrusione Off Topic, ma a proposito di copertine di Cavenago, c'è qui il sondaggio sui suoi primi 4 anni di Cover per dyd:
viewtopic.php?f=23&t=9958 (primi due anni)
viewtopic.php?f=23&t=9959 (ultimi due anni)

Porretto e Merricone difficilmente deludono.Votato buono,anche solo per la loro storia.Secchi mi è piaciuto un pochino meno:testi un pò arrugginiti e svolgimento così così,ma finale che riscatta un pò.

E siamo 4-0.
OB Vs SR si chiude con un poker a favore dei primi. Per il primo set a zero aspetto Novembre.

Come dissi tempo fa, visto che nel nuovo formato Old Boy ci sono due storie ed è bimestrale (in pratica 12 all'anno), ogni mese ne leggo una, come alternativa in parallelo all'inedito.
A Settembre con Green World ho chiuso il quarto mese col bilancio provvisorio di sopra. Senza fare nulla di che, Secchi ha battuto comodamente il Sime sull'inedito (#408), che si conferma la peggiore testata in edicola a (s)favore del Nostro, 4 volte di fila sotto rispetto all'OB, che non è che abbia sfornato questi capolavori... va detto. Ma si presenta sempre meglio di volta in volta, a livello di qualità da me percepita.

Il migliore dei mondi possibili b. L'uccisore (senza troppa fatica, ma la Contu è tre volte più ispirata rispetto alle solite manfrine del Sommo)
La solitudine del serpente b. L'ultima risata (il mutapelle baraldesco sibila sopra il mungipalle recchioniano, anche qui senza fare faville, ma almeno si mantiene nella decenza)
Cuore cattivo b. L'entità (qui va dato il ko tecnico, sembra un altro sport)
Green World b. Scrutando l'abisso (la verdura di Secchi fa rinsecchire i vecchiardi del Sime col suo solito grigiore dylaniato).

Passo alla storia.



Comincio dai disegni: Bacilieri mi piace molto, anche se qui poteva far di meglio.
Non scompone più di tanto la gabbia bonelliana, e quando lo fa il risultato non è all'altezza delle sue capacità (v. aborti sotto salamoja in splash-maze p.172-73. Al mio avatar avranno ricordato questi). Anche le ultime pagine sono tirate un po' via.
Per il resto comunque è un bel vedere... e sul lato vegetale il suo tratto fiorisce che è una bellezza. E Phoebe mi è dieci volte più simpatica della sua Allegra su Napoleone.

Per quanto riguarda Secchi questa finora mi sembra la sua storia migliore. Ha diversi difetti ma alla fine è stata un'oretta piacevole, meno nojosa del barbosissimo Giorno della Famiglia sull'inedito. Fa fatica a carburare ed è divisa in due tronconi troppo netti (prima/dopo l'incidente d'auto), ma ha un suo senso narrativo e i dialoghi non stonano più di tanto .
Gli incubi vegetali mi hanno sempre attratto, anche se qui si vira su altro alla fine.


La prima parte sembra più una commediola romantica post-adolescenziale - e infatti Phoebe si rivelerà assai immatura, in quanto frutto di pianta acerba - ma come intrattenimento regge bene a livello di battibecchi e vita di ogni giorno tra i due nnamurati: abbastanza caruccio e disinvolto, acqua e sapone millennial. Non è semplice creare una dylangirl del mese non insignificante, anche se qui la storia dipendeva da lei. Quando è scattato il discorso della convivenza temevo il peggio, ma ce la siamo cavata con una sfuriata molto azzeccata di Dylan sull'instabilità umorale di lei (p. 136-35) .
Il ritmo è appesantito dalla presenza ingombrante (in tutti i sensi) della madre con la sua serra filosofica a suon di Joy Division. Per farsi fighi potevano chiamare anche il deodorante dello spot 'Teen Spirit', visto che sarebbe stata una citazione nirvanescente.
In compenso ci sono troppe citazioni (anche esplicite) del mood di Finché morte non ci separi, che culminano con l'annellino patatoso, qui riciclato da una lattina. E parlando di (allarmi) terroristi, la gag dei due vecchietti la fa abbastanza fuori dal vaso .

Nella seconda parte i nodi vengono alla radice, un po' mangrovigliata.
Il ritmo cambia improvvisamente ma poi si perde tra spiegoni bonsai e riflessioni per rendere più pathos nelle scene-madre. La matrona pollice verde vorrebbe vedere un anulare dorato per Phoebe, ma in modo piuttosto schizoide arriva alle cesoje corte con quel germoglio mal-cresciuto (di clone) di figlia... e poi il fuoco purifica tutto, sterpaglie comprese. Un po' troppi motivi sparsi, tra cui quello del genitore assente, la mitomania anti-sociale, le meraviglie millenarie del regno botanico, la colpevolezza bioetica del Frankenstein ribelle rispetto al mad doctor, etc.

Questo accumulo crea anche uno scompenso rispetto al nocciolo della vicenda, che alla fine riguarda due fantocci vegetali in amore. Una sorta di I demoni (#103) coi fiori di arancio, e pure le sequenze visionarie nel deserto (per quanto fuori luogo qui) ricordano molto quell'albo del Chiave .
Non sarà probabilmente una meta-sparata, ma quel discorso sui Dylan sostituibili in tempi migliori ("basta attendere") è inquietante, in senso metaforico, quanto i Dylan taroccati multidimensionali che si ostinano da anni a propinarci tra le varie testate .

Io mi accontenterei di capirci qualcosa tra talee, rizomi, espianti... perché ho una clivia che sta tracimando dal vaso, e un ibisco che sta per uscire fuori dalla veranda per quanto cresce. Sul serio.
Posso chiedere un consiglio alla vecchia del terzo piano: se non ricordo male ci sa fare con le piante, ed ha una nipote carina. Vuoi che non abbia un fantoccio con le mie fattezze in camera

votato ottimo per questo OldBoy, cattivo come serve, entrambe le storie scritte e disegnate egregiamente.

Non essendo granché affezionato ai Maxi, ero decisamente indeciso se cominciare o meno questa collana e devo dire che il primo numero -carino, non di più- non mi incitava più di tanto a continuare ma, se la qualità si attesta sulla linea di questo numero 2, continuo convinto.
Incrociamo le dita!

Le incrocio pure io.
Il primo lasciava parecchio a desiderare, questo secondo mi ha sorpreso molto positivamente.
...e devo ripeterlo, forse era sufficiente creare storie di questo livello invece di fare per forza un reboot... e io sono a favore del reboot! Io anzi... vorrei che facessero sull'Almanacco un "What if" in cui Gnaghi non è morto e Dylan ha ancora la barba, questo per dire quanto m'era piaciuto il ciclo 666! ... tuttavia mi rendo conto che questo Oldboy si è rivelato all'altezza del Dylan Dog "storico"...

cuore cattivo
presentando la storia, busatta la definisce più disturbante di "il lago nero", no, penso proprio di no, difficile superare "il lago nero"
un capolavoro, con uno dei finali più agghiaccianti mai visti su carta e non solo, è diventata una delle mie storie preferite di dylan dog...
però il sequel (o che dir si voglia) si mantiene su livelli molto alti, inspiegabilmente relegati a un extra... sulla regolare ce li sogniamo...
la dicitura "old boy" è quanto mai rispettata, c'è la qualità del miglior dylan dog, quello originale, realizzato con le forme "attuali"
un uso massivo di vignette mute (tipico della gestione recchioni), libertà nell'impostazione delle tavole, dylan narratore fuori campo
i contenuti? quasi chiaverottiani, mi ha ricordato un episodio solitamente considerato minore "fantasmi" secondo me non era male
storia non a caso ambientata negli anni ottanta, sarebbe stato meglio che dylan rimanesse confinato in un limbo, come zagor e tex
classica storia oftalmica, brillante l'idea del tombino riflesso nella pupilla (che diventa una scolopendra), anche quella del cucchiaino
contenuti, comunque, non meno attuali, non meno urgenti delle forme, alla luce degli ultimi fatti inquietanti su tik tok

voto 9-

green world
a me è piaciuta almeno quanto la prima storia, a tratti anche di più, ha un crescendo notevolissimo, sclaviano/ambrosiniano
storia sorprendente, perché all'inizio sembra quasi un misto tra baraldi e rossi endrighi, un dylan dog leggerino, per femminucce
con qualche "recchionata", la marijuana, il "figo", il "monologo sul lesbismo nelle comunità inuit nella groenlandia del diciannovesimo secolo"
ma sta già "germogliando" qualcosa, le vignette botaniche, la gradita citazione di "the eternal", la delicatezza del personaggio di phoebe
secchi omaggia "finché morte non ci separi" e più in generale il dylan dog delle origini, scioccante, delirante il giusto, poetico
come detto è un crescendo, l'incubo desertico, dylan tronco umano (come johnny?), la mamma assassina, la pietà per i cloni, la catarsi
mi sono tornate alla mente "i demoni", una delle mie preferite di chiaverotti, le più recenti "il grido muto" e "hyppolita"
a me bacilieri è piaciuto molto, a parte magari qualche volto di dylan, però il suo disegno surreale è perfetto per la storia
nel sondaggio ho votato ottimo, albo che consiglio vivamente, riconcilia con il personaggio, fossero tutti così...
ottima la copertina che più classica non si può

voto 9-

Ho letto l'albo solo un paio di giorni fa, e mi trovo abbastanza in linea con quanto scritto dal vecchio Kramer nei post precedenti: l'ho trovato semplicemente ottimo. Fin qui supera di un paio di spanne tutti gli altri OB che ho letto (me ne mancano un paio, che ho recuperato di recente).

Buona la prima storia: ben scritta e angosciosa, ma anche un pochetto "vuota", nel senso di non sempre e non adeguatamente densa, come se ci fossero una ventina di pagine di troppo. Ma siamo su livelli alti, eccome, anche grazie alla pregevole interpretazione grafica di Piccioni e Di Vincenzo. La seconda mi ha convinto ancor di più: specifico subito che lo stile di Secchi mi piace molto e che considero alcuni dei suoi NN dei veri capolavori, ma qui c'è davvero poco che mi è risultato men che impeccabile. Anche le sequenze iniziali che, a un primo momento, perplimono un po' trovano poi una spiegazione narrativa convincente e coerente. Su Bacilieri poco da dire: qualche primo piano dylaniano non è forse convincente al 100%, ma il suo lavoro è realmente egregio e ricco d'atmosfera.

Mi spingo a dire che quest'OB non avrebbe sfigurato nemmeno nel periodo d'oro dylaniano, tanto ho trovato convincenti le due storie. Ottimo, davvero ottimo.