Cravenroad7

Il pianeta dei morti che aveva in mente Bilotta era diverso ma fu bocciato dalla Bonelli. Look di Dylan con barba più futuristico e soprattutto più depresso alcolizzato

Un'altra delle domande fatte in quell'intervista è se fosse al lavoro su altre storie di Dylan sulla regolare. La sua risposta:

"Ho scritto diverse storie per la serie mensile di Dylan Dog, ma, per un motivo o l’altro, nessuna di queste è in programmazione".

Correva l'anno del Signore 2015...

In breve, tanto per riassumere un discorso iniziato in questa sede:

I cambiamenti ci sono stati? Forse.
Questi presunti cambiamenti si riassumono in
1) Carpenter/Rania/Ghost (nuovi comprimari)
2) Spostamento di ruolo di Bloch (riadattamento di vecchi comprimari)
2) Maxi-cicli
3) Reset/Reboot

Dunque:
1) Strutturati in questa maniera non ne avevamo bisogno. Vuoti, fiacchi, bidimensionali. Hanno avuto anni per "modellarli" e il risultato è stato pessimo. Ancora ci troviamo di fronte a figure di cartapesta su cui nessuno ha avuto voglia/modo/capacità di lavorare seriamente. Ridotti a macchiette da piazzare qua e là per far vedere che ci sono anche loro.
2) Ne avevamo bisogno? Insomma, tutto si riduce a un personaggio a cui un certo interlocutore continua a rivolgersi ogni due pagine chiamandolo "papà". Certo poteva aprire nuove strade, spianare nuove vie (forse), ma sino ad ora sembra un riadattamento inutile (è ancora il caso di aspettare? In un anno invece di riciclare vecchie storie avrebbero dovuto lasciar trasparire eventuali potenzialità di questo "cambiamento", invece di continuare a tergiversare. C'era tempo e modo - i prossimi anni - per mettere in campo le vecchie storie stipate in magazzino).
3) Quali? Uno. Quello 666. La meteora non era un ciclo ma una serie di storie quasi slegate a cui hanno aggiunto una meteora qua e la tanto per far vedere che c'era un fil rouge. Preambolo "caos" recchioniano che sembrava presagire chissà cosa, quindi storie senza effettiva continuità (meteora attaccata con lo scotch) e finale orrendo in salsa Marvel (vedasi gli pseudo Nightstalkers). E neanche quello di Mana Cerace era un ciclo (possibilmente era una storia unica sminuzzata in tre parti da destinarsi in altra sede). Se questi sono i "maxi-cicli" prego per un "maxi-assorbente interno".
4) Ce n'era veramente bisogno? Tanto rumore per nulla con il 666, cambiamenti paventati e poi il ritorno ad un semi-status quo (Gnaghi morto, Groucho ancora al suo posto, Dylan "normalizzato" rispetto al mostro di antipatia visto nel ciclo di cui sopra...).

Riguardo al Pianeta dei Morti mi pare che Dear sia stato sufficientemente esaustivo.

copertina molto bella e visto che "il tramonto dei vivi morenti" è l'unica storia della serie che mi manca, penso che lo prenderò

Dear:
E' evidente che il merito della bontà delle storie e dell'intero universo è da dare a Bilotta. Però l'intuizione di farne una serie e non un One Shot (dove con One Shot non intendo necessariamente una sola storia) è di Recchioni. Quel che dici è vero ma qui (https://www.fumettologica.it/2015/09/pi ... a-bilotta/) lascia intendere che dietro alle storie del Color Fest non c'era un vero e proprio obiettivo dietro. Poi se ci fosse già alla data della pubblicazione della terza storia non lo so. Fatto sta che, probabilmente, senza Recchioni non avremmo avuto uno speciale con queste storie. Lo si desume dalle parole di Bilotta.

Nima:

Sui tuoi punti concordo solo sul punto 1 e 2. Anche io mi aspettavo di più dai nuovi personaggi.

Sul punto 3 ribadisco che il ciclo della meteora è comunque un ciclo che non si era mai visto. Qui non si sta dicendo se i cambiamenti sono stati belli o brutti, funzionali o meno ma se ci sono stati. E un ciclo di 12 numeri con un fil rouge non c'è mai stato prima su Dylan Dog.

Sul punto 4 boh ognuno giudica sul suo gusto... io mi aspettavo di più certo però non è che mi aspettassi chissà quale stravolgimento.

Sul pianeta dei Morti mi sembra siate totalmente in torto. Ma se neanche le parole di Bilotta bastano per dare un merito al curatore beh allora.... alzo le mani (simpaticamente parlando)

@Alemans: sull'ultimo punto evito di tornarci (dobbiamo dire grazie a Bilotta? A Recchioni? A Gualdoni? Guarda, per me l'importante è che ora questo ciclo ci sia. Almeno abbiamo un prodotto veramente "dylandoghiano").

Sui primi due punti: meno male, almeno c'è sintonia
Sul terzo punto: si, è una questione di "funzionalità" più che di bellezza. Vero è che "sembra un ciclo", ma a questo punto farne uno "serio" che inizia da A e finisce a Z con una vera continuità in mezzo non sarebbe costato loro poi molto. Concordo sul fatto che è stato un esperimento nuovo.
Sul quarto punto... eh si, alla fine degustibus Certo che se si vuole stravolgere si stravolge per bene (e lo dice uno attaccato al vecchio). Poi avrebbero avuto tutto il tempo per eventuali dietro-front, ma dal momento che si tira fuori un cambiamento (fosse anche solo per venti/trenta numeri) è bene farlo nella maniera giusta

Ciao Alemans

Ma veramente si difendono le intenzioni o gli stravolgimenti?
Esempio storico: Lima diceva che Palermo è bella ma deve diventare ancor più bella e moderna, [intenzione] ma per fare ciò bisogna sacrificare alcuni caratteri che la contraddistinguevano - come ad esempio le ville Liberty - per renderla una città contemporanea [stravolgimenti]. Risultato?
La più grande merdata della storia urbanistica e criminale nota ai più come "Sacco di Palermo".
Non si premiano mai le intenzioni o gli stravolgimenti in quanto tali ma solo i risultati finali.
E i risultati finali - guardando la media dei voti e il costante disenteresse dei lettori verso la testata - si può riassumere con la semplice parola "schifo". Poi si può discutere quanto volete sulla soggettività, la contestualizzazione, il periodo storico, la ripetitività, etc... etc... ma considerando che nel mondo - e in Bonelli - di storie belle ne escono ancora a iosa, la parola "schifo" si sposa perfettamente con l'attuale periodo di Dylan Dog.
Dopo 7 (SETTE) anni di gestione Recchioni, prossimi all'otto, credo che ormai è tutto ingiustificabile. E onestamente, parlando a titolo personale, qualsivoglia anticipazione dei prossimi numeri non mi tocca più di tanto perché già so che sarà un nuovo pseudo-cambiamento e/o un'imbarazzante gestione delle sceneggiature e/o ridicole storie avulse dallo spirito dylaniano e/o uso dei personaggi a "cazzo di cane" (qui parafrasando il buon René Ferretti e considerando la produzione attuale di Dylan, la citazione non è casuale dato che non siamo poi così lontani dalle professionalità del set de "Gli occhi del cuore").

Mi sono alzato in piedi due volte, una da palermitano, e una da dylaniano. Grande Lord.

mi sembra un discorso un po troppo superficiale, "schifo" significa che in mezzo non si è salvato niente, cosa non vera...

Smorzo un po' i toni della discussione: solo io ci vedo qui scritto GHOSTH? E WERE WOLF?



Sul sito della Gazzetta c'è questa foto, sul sito Bonelli c'è la foto con le scritte corrette. Mistero!

Beh... escludendo i disegni (oltretutto non sempre), dimmi cosa si è salvato. Fammi capire un po', di questo periodo, qual è la storia che rimarrà nella Storia ? Certo, ci ricorderemo tutti di ciò che è accaduto ma sono sicuro che sarà più per l'artificiosità e l'inutilità delle scelte narrative intraprese dal curatore, piuttosto che della narrazione in sè. Ricordo che anni fa feci un post perentorio sulla morte della testata. Un post che nel suo piccolo venne pure piuttosto apprezzato. Oggi sono pentito di quel post perché pensavo - onestamente - che le cose non potevano peggiorare. E sono decisamente peggiorate. Non solo si è continuato nella mediocrità assoluta delle storie e dei dialoghi (seppur in modalità differente del periodo gualdoniano) ma si è deciso pure di virare nello snaturare in toto la serie. E questo è un dato oggettivo. Credo che questo non può piacere alla maggior parte dei lettori dylaniani e se non fosse così, se ci fossero forti riprese di vendita, stai pur certo che la cosa sarebbe sbandierata ai 4 venti da chi sappiamo noi a ogni piè sospinto.
Secondo una definizione abbastanza comune, per "schifo" si intende "Senso di repulsione e disgusto fisico o morale || fare s., detto con valore iperb. di cibo disgustoso o di persona sporca, di opera o di attività mal realizzata: un film che fa s. | avere a s. qlco. o qlcu., nel l. lett., disdegnare, disprezzare" (Sabatini Coletti). Qua non si parla di "non si è salvato niente" e ancora più specificatamnete io non ho scritto "fa totalmente e completamente schifo". Il margine di qualcosa di buono rimane sempre, ma caro mio, io devo tirare fuori - dopo più di 7 anni - un bilancio definitivo. Sette anni non sono sette mesi. Sette anni corrispondono a qualcosa come più di 100 storie! E io dovrei salvare questa gestione per 9/10 buone (delle quali metà ereditate dalla gestione Gualdoni)? Mi sembra un filino esagerato. Soprattutto se poi si prendono in considerazione gli ultimi 4 anni circa. Pertanto, tornando alla definizione, posso considerare il linguaggio letterario (disdegnare, disprezzare) e allora si: provo schifo per quanto ho visto in Dylan Dog. Posso pure considerare la parte in cui per "schifo" la definizione considera "opera o attività mal realizzata": vogliamo elencare le fregnacce messe insieme nei vari albi? L'approssimazione nei lettering? I disegni mal revisionati? Le incogruenze da una vignetta all'altra? Personaggi comprimari privi di un minimo di spessore? Queste ti sembrano opere ben realizzate? Secondo me, decisamente no.

Mi permetto di rispondere io Lord: praticamente nessuna. Non sulla regolare almeno (la testata più importante, quella "trainante").
Eppure sarebbe così semplice... ormai penso si siano capiti i gusti di chi segue DD da una vita.
Per chi ha l'ardire di ribattere che articolare una nuova storia bella, vincente, capace di suscitare emozioni è difficile dato un esaurimento fisiologico di cartucce rispondo: "balle".
Basterebbe andare a ripescare qualcosa sui cari vecchi zombi, lupi mannari, vampiri, demoni... vedere come si giostravano all'epoca le storie, cosa le faceva funzionare così bene.
Cosa rendeva speciale un albo come "Memorie Dall'Invisibile" rispetto ad un "Il Macellaio E La Rosa" (per rimanere in tema "serial killer")?
Magari una trama più credibile, maggiore introspezione in ogni singolo personaggio (e sottolineo data l'importanza: vedasi l'ottimo lavoro fatto con ogni comprimario dell'albo), il gusto per le inquadrature, per i dialoghi, una certa sottile ironia... Albi come quello, da parte di coloro che scrivono (e anche da parte di chi cura), dovrebbero essere imparati a memoria. In ogni singolo passaggio. Certo è chiaro che li abbiano letti, anche diverse volte. Ma a quanto pare non basta. Dovrebbero essere, per chi vuole offrirci un prodotto, quasi la bibbia, da cui attingere in maniera totale.
Poi, una volta che certi albi si conoscono pure "al contrario", possono fare quello che vogliono. Ma le basi sono e rimangono quelle.

E invece si ostinano a presentare prodotti di scarso interesse, che sono si e no l'ombra di ciò che era una volta - e poteva essere ancora - la testata, facendo affidamento su trovate quantomeno bislacche (Bloch paparino, "cicli" di dubbia utilità, bombette termonucleari un tanto al chilo) con le quali pretendono di risollevare una testata che ha bisogno innanzitutto di una cosa fondamentale, ossia le STORIE (quando manca la materia prima tutto il resto non ha un granché senso). Poi logicamente vengono "gli orpelli".
Se non viene compreso questo assunto fondamentale possono rivoluzionare tutto ogni cinque albi promettendo "miracoli". Ma saranno sempre giochi di prestigio per gettare fumo negli occhi dei fruitori data una palese mancanza di estro e idee.

Grazie per i complimenti Keanu.
Perfettamente d'accordo Nima. Del resto basta vedere il paradosso: nel periodo mitico di Dylan c'erano bellissime storie e quasi zero della biografia dylaniana ed anzi Sclavi la odiava. Oggi è l'esatto opposto e anche nella qualità la cosa è evidente: storie completamente imbarazzanti.

Il mio avatar nippo-tradurrebbe con Kimochi Warui (v. firma)
I'm feeling sick ... i.e. Che sensazione disgustosa, ne ho le palle nauseate

Che è la sintesi di sette anni di gestione.
Con l'aggravante che non si vede la luce e si promettono ancora fregnacce, piuttosto che rimboccarsi le maniche e dare fiato a chi SA SCRIVERE Dylan Dog, oltre a reperire nuovi talenti all'altezza.
Tenetevi quel baka di Simeoni e la Baraldi se questo vuol dire riformare una testata, partendo da papi-Bloch e le meta-nerdate.

Applausi ininterrotti per te, Lord! Ormai giustificare l'ingiustificabile inizia a mostrare la corda – sempre più sfilacciata – anche tra le schiere (social, fbook e affini) del "nostro", e che pian piano abbandonano la barca.
Fetida barca DylanDOEniana che, personalmente, ho già abbandonato da un bel po' buttandomi altrove...però, quanta amarezza...