Bah, a me questa storia non è piaciuta granché
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Solito Bilotta sgonfio e prevedibile sull'inedito, quando non ha una dimensione alternativa intera in cui giochicchiare all'
auteur a botte di 160pp per quasi un decennio. Una giallonzo "sovrannaturalizzato" sulla scia dell'epoca gualdoniana, niente di più. Mediocre nella sostanza, prevedibile nella sceneggiatura, anonimo nei comprimari, salvato solo dai disegni parecchio sopra la media.
Sullo stesso tema bucolico dei "terreni maledetti" molto meglio robe come
Il druido o
I cerchi nel grano. Qui si prova anche a buttarla sul discorso cinico delle rendite, ma la co$a non $ortisce proficuità.
Votato 6 di manica larga, ma rigirata sopra al gomito, per darsi meglio la zappa sui piedi senza alcool ferire.
Qualche dettaglio:
:::::: SPOILER ::::::::La copertina è buona, ma il colore del logo continua a non convincermi, e
Cavenago ha qualche problema sulle unghie femminili. Per il resto, come già detto, molto bene
Casalanguida, per quanto Rebecca spesso non sembri avere 25 anni e ci siano alcune incongruenze rispetto alla sceneggiatura. Per un albo del genere solo Brindisi avrebbe potuto superarlo. La parte migliore è la visione della strega gattara-mutaforma (pp.60-69); un plauso anche per Eva che si fa trovare direttamente in autoreggenti in camera
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Parto dal presupposto che i sommelier in genere mi stanno sulle palle con quegli snobbosi discorsi tipo-supercazzole sul palato, l'acidità, la consistenza terrigna, i sapori fruttati, gli echi di fiori alpini, etc. Gli romperei volentieri in testa una damigiana di Tavernello per vedere se si riprendono. Quindi almeno in questo Bilotta si è attenuto alla percezione standard, ed i suoi sommelier sono concretamente antipatici e pieni di sé, finché qualcuno non gli rutta in faccia, non prima di una roncolata bella tagliente altezza gargarozzo.
Ma il feeling con la storia per me finisce qui
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Insopportabile
la retorica da schiavo affrancatodi Colin che cerca di discettare sui discorsi di rivalsa sociale od attaccamento alla terra contro gli speculatori di turno. Ancora peggio le sua menate moraleggianti da zietto-custode perché Rebecca (pp.51-54) vuole liberamente darla nottetempo a Dylan.
Pessimi, come prevedibili, gli interventi recchioniani nei siparietti per la serata di degustazione con papi-Sherlock (pp.38-43, qui lo scopriamo anche non privo di amicizie in alta società) o nell'irruzione random del duo più inutile delle storia dylaniata nel finale, di una cafonaggine arruffona come poche, senza contare la solita fanciulla che s'immola contro una lama per tracimare nel drammone
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I delitti non sono nulla di che, e la stupidità di Rebecca che non sospetta i suoi mezzadri contribuisce a togliergli valore - o se per caso è complice, nel farsi maltrattare così. Male, molto maaaaaale, anche la
dinamica del raid tra p.74-77 grazie a cui non si capisce come Dylan riesca a portare la sua pellaccia e quella di Eva salve nella magione, nonostante pallottole incrociate e più sicari pronti ad accopparli... ma qui forse subentra qualche miscomprensione di Casalanguida rispetto a quanto sceneggiato da Bilotta.
Rimanendo in tema, c'è qualcosa che non quadra nelle nudità femminili rapite, con Eva che dopo aver trombato pensa bena di rimettersi un comodo reggiseno e di togliersi le calze, mentre Rebecca subito dopo aver mollato di sasso Dylan (p.85) si fa sequestrare da Colin senza veli: stava facendo la doccia per sbollire prima dell'accoppamento cloroformico? E comunque non depone a favore del Nostro che non sappia distinguere una gnocca nuda dall'altra dopo averne "consumato" l'essenza a letto.
Prosit. Per chiudere un ameno
svarione storico col tizio che minaccia la strega in nome di un coronato scozzese sul trono d'Inghilterra (p.63). L'ultimo sovrano di Scozia a divenire Re d'Inghilterra fu Giacomo VI Stuart (
James I a Londra, nel 1603)... mentre qui la storia della maledizione prende largo post-1666, e gli abiti del tizio parlano di un'epoca ben successiva... quando ormai regnavano gli Hannover da tempo, che non perseguitavano né puritani né presbiteriani, a differenza degli esuli Stuart restaurati per un ventennio fino al 1688.
Se questo è il miglior flute che offre l'annata...mi sembra un brodino annacquato che sa di tappo, e al contrario di quanto dice un saggio stornello, non me le senterei di dire "
ma checcefrega, ma che c'emporta" visto che l'edicolante a differenza dell'oste l'ho già pagato