La copertina di Prenzy èsenza infamia e senza lode, ma questo Color Fest è da salvare (finalmente).
"I figli del Voodoo" ha un titolo che c'entra poco con la storia. Un soggetto banale, una sceneggiatura standard (di tale Marco Rizzo che non penso sia il politico comunista) e disegni discreti di Lelio Bonaccorso. Lo sfruttamento della prostituzione è un tema non inedito per Dylan. Ottimo Groucho, evidentemente a suo agio tre "mignotte". C'è Boko Haram e la mafia nigeriana, ma non basta un po' di attualità a far emozionare il lettore.
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"Non c'era una volta un'isola" se non è un capolavoro, poco ci manca.
Storia che strizza l'occhio forse troppo a Peter Pan (Wendy!) con una protagonista coinvolgente e credibile a cui Emiliano Tanzillo dà qualcosa di Kate Winslet, attrice spesso utilizzata per ruoli da donna delusa dalla propria condizione.
Per chi è innamorato di Dylan Dog.
"Rossoazzurro" mi deve essere spiegata. Stefano Simeone gioca con i colori, rosso e blu, con i nomi assurdi dei protagonisti, con i titoli ancora più ridicoli dei libri di Mark, ma alla fine ci domandiamo: ma che cazzo abbiamo letto?
Mark un po' nerd fuori età, un po' incel (sarebbe uno dei primi nel mondo di Dylan Dog, Groucho escluso). Da rileggere per trovare nuove soluzioni, come Inland Empire di Lynch.
In fin dei conti uno dei migliori Color Fest degli ultimi anni. Più per demeriti altrui forse.