Cravenroad7

Il mio dubbio era proprio quello. Su dylan che ascolta fear of the dark sono sicuro. In effetti non è mai stato un grande appassionato di metallo almeno nei primi numeri.

Nei primi albi, Dylan ascoltava spesso Paul Williams, Billie Holiday e Sting. Da suonatore di clarinetto ho spesso pensato che gradisse il jazz e avendo tentato egli stesso di scrivere canzoni, penso che amasse il cantautorale, tipo il quasi omonimo Bob Dylan, Jackson Browne, Donovan, Lou Reed, Patti Smith. In "Ho ucciso Jack lo squartatore", si vede chiaramente un poster dei Beatles di lui da bambino nello sua stanza, perciò deduco sia un fan anche dei vecchi gruppi, sicuramente i Pink Floyd e i Led Zeppelin... in "Zed" ascolta "Civil War" dei Guns n' Roses... detto ciò, ripeto che gli Iron Maiden al sottoscritto non dispiacciano affatto, ma sapere così, di punto in bianco, dopo 34 anni, che Dylan li adora mi lascia molto perplesso... è vero che stiamo discutendo di aria fritta, sarebbe molto più gave se sapessi che mangia carne (non per motivi ideologici, ma per motivi di coerenza).

...e ridendo e scherzando, non ho ancora letto l'albo...

Ragazzi, non so se era già stato detto, ma Chiaverotti ha dichiarato ufficialmente che il riadattemento del ciclo di Mana Cerace è opera esclusiva di Roberto Recchioni.

Qui l'intervista:

https://www.youtube.com/watch?v=rHHJWdFCFi0

praticamente Chiaverotti ha letteralmente consegnato la sceneggiatura originale nelle mani di Oni2, poi ci ha pensato El Curador ad apportare tutte le modifiche per la translatio ad novum universum.


p.s. Confermata l'ipotesi Ghost/Wells

tanto vi dovevo, un saluto!

Ho ascoltato anche io l'intervista (e ci dovrebbe essere ancora una seconda parte), all'inizio ho letteralmente gioito per queste due cose che ha detto Claudio. È stato molto bravo l'intervistatore a fargli queste due domande mantenendo dei toni civilissimi, e complimenti a Claudio stavolta per aver risposto in modo molto onesto (anche se rimanendo molto diplomatico al riguardo, com'è ovvio). A questo punto la domanda d'obbligo è: perché Recchioni non figura tra i crediti? Sarebbe stato molto più onesto scrivere "storia di Chiaverotti e Recchioni".

forse perchè Chiava Rotti e Ricchioni suona un pò ambiguo

Ti ringrazio perché mi hai tolto un peso dal cuore, avevo paura che Chiaverotti fosse ormai andato.

Hai sintetizzato l'intervista in modo fuorviante.
Nell'intervista, Chiaverotti, dopo aver ammesso il riadattamento di Recchioni, aggiunge:
"...poi, ovviamente, la trama rimane quella" (minuto 8:23);
e "...ovviamente, la storia poi è quella... la storia rimane sempre la mia" (minuto 9:00).
Da quel che mi sembra, Recchioni si è limitato a sostituire Wells con Ghost, a cambiare qualche dialogo fra Dylan e Bloch, a inserire due pagine con Carpenter e qualche retcon col Dylan-poliziotto al posto del Dylan originario. E ad aggiungere una dozzina di infelici battute smargiasse (es. "Sono in missione per conto dell'incubo") o metafumettistiche (es. il Dylan barcollante che fa: "Ho avuto decenni migliori").
Insomma, poca roba.
Il primo responsabile di questo inutile e puerile pastrocchio su commissione è pur sempre il commissionario (Chiaverotti).
Del resto, la mano di Chiaverotti si vede fin troppo. E' la stessa dei tempi d'oro, solo che con gli anni il manierismo, la stanchezza e l'autocitazione hanno preso il posto del divertimento, della spontaneità e dell'urgenza narrativa (e poi non c'è più Sclavi a riscrivere i dialoghi ).

Non mi pare ci sia niente di fuorviante nelle parole di Lost. Ha scritto molto chiaramente che il solo Recchioni si è occupato dell'aggiornamento al nuovo corso, e ha specificato due volte che l'apporto di Recchioni è stato quello, l'adattamento al nuovo universo. Se qualcuno leggendo il post avesse pensato a uno stravolgimento anche della trama da parte del curatore, vorrebbe dire che ha letto il post di Lost distrattamente.
Fuorviante casomai è dire che Lost ha "sintetizzato" l'intervista, dato che ne ha solo riportato una dichiarazione su un argomento specifico.

Fuorviante è anche (come ha cercato di fare il buon Claudio!) dire "ci abbiamo lavorato insieme" (e così si era espresso anche in un'altra intervista), come se avessero aggiustato il tutto a quattro mani, quando poi, su insistenza dell'intervistatore, ha specificato che lui ha solo consegnato la sceneggiatura nelle mani del curatore, che poi ha fatto tutto da solo.

Tra l'altro, che la storia (fallimentare) di base fosse stata sempre e solo responsabilità del solo Chiaverotti, non mi pare fosse stato mai messo in dubbio, o negato.

E' vero che la storia in se non brilla particolarmente, anzi. A rileggere i vecchi DYD di Chiaverotti e il recente Morgan Lost questa sembra scritta da un suo mediocre imitatore, per quanto l'idea di base che si è sviluppata soprattutto in questo terzo volume non sia poi così malvagia. Ma se alla storia già sofferente di suo aggiungi tutta quella roba made in Recchioni mal digerita da molti (Rania, Carpenter, Ghost, recchionate e incongruenze varie) e dei disegni oggettivamente inadatti di certo il risultato non fa che peggiorare.
Ripeto che un giorno mi piacerebbe leggere la director's cut di Chiaverotti disegnata da qualcun altro. Forse non cambierebbe nulla, o forse sì. Chissà...

Brutta storia, brutta trilogia, brutta annata, brutte prospettive.

Voto albo: 4,5
Voto trilogia: 4,0
Voto disegni: 4,0

Mi è tornato in mente, leggendo questo nuovo numero, un episodio legato a 31 anni e mezzo fa...
...31 anni e mezzo... era il giugno dell'89 quando uscì "Il buio", che comprai e lessi nel cortile di una parrocchia, finché una mancato ufficiale della Gestapo che nato troppo tardi per partecipare al sogno della sua vita (arruolarsi appunto nella Geheime StaatsPolizei) si era fatto prete salesiano... e mi vomitò addosso la sua frustrazione di "non trombante" vedendomi leggere un fumetto dell'orrore con la stessa supponenza che tre anni dopo avrei visto in alcuni personaggi di "Caccia alle streghe"... solo che quello era un fumetto, il prete, la cui madre andrebbe trattata con rispetto, perché essere "figli di..." può capitare ma quando mammina si impegna tanto... beh, certi richiami alla snaturata maternità e alla sua libera professione, nascono per forza. "Certi giornaletti diseducativi non voleva più vederli in un ambiente parrocchiale" ...Adolph Hitler era vivo e vegeto, e lo avevo di fronte a me...
Mi è tornato in mente quello spregevole individuo, vedendo una scena, che all'epoca mi avrebbe fatto letteralmente defecare nelle mutande per la paura: Mana Cerace con sei zampe! Ho pensato a come potrebbe farmi lo stesso effetto se ben resa in un opera cine-televisiva... ho ricordato che dopo aver letto "Il buio", pur non spaventandomi facilmente, la sera, preferivo tenere la finestra un po' aperta per orientarmi con le luci dei lampioni di fuori... questo "Il terzo giorno", sul quale, visto il primo della trilogia avevo molte speranze, ma visto il secondo, ne avevo molte meno, alla fine mi ha soddisfatto. Buona la collaborazione tra Recchioni e Chiaverotti... resto poco convinto del tratto che Dall'Agnol ha preso negli ultimi 24 anni (dai tempi de "Il confine"), ma è ovvio che saprà lui quel che fa. Graditissimo l'omaggio a Suspiria a metà albo e alla trilogia argentiana sui libri maledetti e le Tre Madri. Interessante il rapporto che si è visto tra John Ghost e Dylan... facile che grazie al reboot emergano sottotrame impossibili da realizzare con il vecchio corso... inoltre, Ghost mi ha ricordato, in questa storia più che mai, l'antipatico Larry che appare ne "Il signore del silenzio".
Chissà...
...il naziprete non lo vedo da 27 anni, e meno male! Non so che fine abbia fatto e se ha cambiato opinione su Dyd... io sono orgoglioso di essere ancora qui, suo lettore, dopo 33 anni giusti (dai tempi di "Diabolo il grande) e di amare ancora Dylan, quasi come una moglie... a volte, si sa, il rapporto ha momenti di fiacchezza, ma sempre un matrimonio rimane.

Chiaverotti ha sceneggiato, Recchioni ha riadattato per il nuovo corso. Non capisco dove possano sembrare fuorvianti le parole di Lost.

Più che altro si chiarisce una volta per tutte che la storia era stata pensata e scritta dall'autore per il vecchio Dylan Dog (vedasi flame su comicus). Non che avessi dubbi.



Sono d'accordo.
Raramente ho visto qualcosa di così raffazzonato pubblicato dalla Bonelli.

Forse non è chiaro che il "peccato originale", da mandare giù per il pomo adamitico... è proprio aver commissionato questa roba. Quindi senza il committente non si sarebbe visto cotale scempio. Senza contare che poi codesto committente ha riplasmato tutto a sua immagine/utilità inframmezzando travasi inter-testata, manomissioni di comodo, raptus da fisime citazioniste, etc.

Al Chiave non poteva fregargliene di meno di Mana e di un seguito da appioppare su richiesta... manco fossero tre pizze ordinate da Just Eat. Ci sarà un motivo se non scrive più DD e lo trascura ben volentieri.
Invece il Geggggno è andato a mettere la cicca nel suo citofono torinese, forte delle pressioni aziendaliste onde creare hype, per scassare le palle insistentemente finché Claudio non ha dovuto accettare il tutto e proporre coattamente qualcosa per cui non era ispirato né covava intenzioni latenti a livello creativo.

Quindi, come detto altrove, per la malriuscita complessiva del triplo pacco, per me le responsabilità del Chiave sono sempre attorno al 30%, se vogliamo metterle numericamente. Il pesce puzza dalla testa, specie se quella testa ha anche il potere di cestinare certe cose e invece preferisce tuffarsi nel w.c. per ingorgarcelo di roba simile .

Sia chiaro, per me gli "adattamenti" di questo albo sono qualcosa di balordo, con l'aggravante dell'inutilità.
Più a monte, il fatto stesso che una storia pre-reboot possa essere riadattata al post-reboot cambiando solo due o tre vignette dimostra chiaramente quanto senso (nessuno) avesse il reboot.
Per lo stesso motivo, però, questo trittico non avrebbe guadagnato neanche mezzo voto se al posto di Ghost ci fosse stato Wells e al posto del Dylan-poliziotto il Dylan classico. Ciò che non funziona è proprio l'impianto della storia, che "è quella" e "rimane pur sempre" (cit.) di Chiaverotti.

Finito di leggere poco fa. Direi che siamo sullo stesso livello dei primi due, quindi basso.
Non mi va di spendere molte parole per questo albo, quindi dono della sintesi tra 3,2,1, via.
SPOILER
SPOILER
SPOILER


Copertina come già visto nelle anticipazioni ben fatta ma non eccelsa, con un richiamo a quella più minimalista del #68. Voto 6,5
Trama che si impegna a fondo per sciogliere tutti i nodi (e ne dimentica un paio mi sembra) con un ritmo strano, come se tentasse di essere forsennato ma fallisse in alcuni momenti vuoti. L'insistenza nel ritornare più volte negli stessi luoghi, Dylan che ha bisogno di dormire, Carpenter e Bloch a dare buoni consigli, non ne ho capito il senso. Stavolta il triplo finale è di una noia mortale. Le battuttine anni 80 non funzionano più. Voto 5-.
Per i disegni non trovo veramente parole, forse la cosa peggiore del lotto. Voto 4,5.

Discorso a parte merita il ciclo/saga o quel che è, nella sua totalità: mediocre la riproposizione di un personaggio storico in una veste che calza malissimo. Molto male lo spacciare un banale albo triplo per una saga. Malissimo il lato grafico. Se l'intento era quello di creare un prodotto sopraffino, da poter successivamente commercializzare sotto forma di librone cartonato da libreria di lusso, direi che siamo nel paese degli unicorni. La trama scricchiola, il ritmo è oscillante, i disegni oggettivamente (ed a essere buoni) poco piacevoli. Meno male che è finita. Voto generale: 4,5.

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