Lo so, non è un'anteprima, casomai spostatelo dove dovrebbe stare. Post bellissimo di Brindisi sull'albo "Il male", da leggere tenendo l'albo a portata di mano.
"Dov'eravate 30 anni fa? Quelli che erano già nati, intendo. Com'ero allora, come immaginavo che sarei stato? E voi? Non voglio fare un'amarcord, nè un'autocelebrazione, ma trent'anni sono davvero tanti e sono volati via, assieme a tante persone, purtroppo. Mi limiterò a raccontare, a memoria, qualche aneddoto. Questo è il mio esordio su Dylan Dog e in Bonelli, intorno al 26 novembre 1990, non 1991 come dice Wikipedia e nemmeno il 14/12/1990 come dice il sito ufficiale SBE. Me lo ricordo bene, è stata la svolta della mia vita! Avevo 25 anni, ricevetti la sceneggiatura i primi giorni dell'anno, credo una ventina di pagine, Sclavi all'epoca scriveva per dieci e più disegnatori contemporaneamente. Ci misi 9 mesi a finirla, tempo da gravidanza atipico per me, però al di là dell'ovvia cura che ci misi e della paura di non andar bene (ero ancora in rodaggio e non era sicuro che avrei avuto un futuro in Bonelli), lavoravo ancora per la ACME, probabilmente stavo facendo "La signora di Alessandria" con Ferrandino. La storia parte da un filmetto dal titolo "The hidden", citato anche esplicitamente all'interno dell'albo a pag. 43. Il virus, che ha anche l'onore della copertina con aggiunta di tentacoli, è preso da un'illustrazione di Karel Thole che Tiz mi mandò in fotocopia, assieme ad un'altra, sempre di Thole con la donna a cui il marito cava un occhio e se lo pappa a pag. 77. Il coprotagonista è chiaramente ispirato a Cobra di Stallone, ma ha la pistola con puntatore laser di Terminator. Sclavi lo voleva "coatto", un tipo texano, quindi camperos, ray-ban e giacca a frange! A pag.32 la richiesta è una di quelle quasi impossibili da rendere in bianco e nero bitmap: penultima vignetta: pistola in PPP a fuoco, sfondo sfocato; ultima vignetta, sfondo a fuoco, pistola sfocata. Come in una scena di Die Hard, film che viene citato anche poco dopo nella sequenza della caduta alle pagg. 35-38. Avevo pochissima documentazione e non era facile trovarne, la pistola è un'improbabile vecchia Webley dell'esercito, ma del resto i bobbies non erano armati...licenze poetiche. Come la porta che si apre verso l'esterno nel corridoio a pag. 42 soltanto perché deve coprire alla vista Kyle. A pag. 45 ricordo di aver fatto a Dylan dei boxer neri a stelle bianche, prontamente e giustamente eliminate in redazione. A pag. 47 faccio un teppista con un ingenuo look da metallaro, però con una spilletta che lo contraddice...perché? Boh. E a pag. 55 parte una sequenza che fa dire a Decio Canzio "Eh, no, questo è troppo!", costringendo uno Sclavi incazzato a telefonarmi per farmela edulcorare. La donna segata in due potete gustarvela sul bel volume Dylan Dog Diary, io l'ho dovuta reincollare. I macchinari del mattatoio sono tutti inventati. Nell'ultima di pag. 67 la coltellata era alla gola, il braccio è rifatto da Michele Pepe. Perché? Boh. A pag. 75 ci sono io che dò fuoco a Luigi Siniscalchi, che all'epoca ancora non fumava. A pag. 94 oso per la prima volta cambiare la sceneggiatura, ma per sicurezza telefono prima a Tiz: nella prima striscia si doveva vedere un coltello che si avvicina sempre più a Dylan, che intanto si volta, io chiedo se posso fare Dylan che si avvicina sempre più e coltello fisso, Sclavi approva e mi dice che è molto meglio così! Io gongolo, e lo farò per anni, perchè era solo l'inizio di una straordinaria collaborazione piena di soddisfazioni e perché Sclavi non perdeva occasione di telefonare per fare i complimenti, con altri sceneggiatori non è successo tanto spesso. Piccola curiosità: sul numero 51, IL MALE (lo avevo detto?) esordiscono anche i gemelli Cestaro... guardate il disegno a pagina 4 dell'edizione originale.".
_________________ "You should be ashamed of yourself". "I am. 24/7".
|