Sul "criticare qualcosa": meno male. Il termine "criticare" non deve essere visto in un'accezione negativa. Non lo è quando parliamo di "critici d'arte", "critici cinematografici", "critici culinari"... che non sono "demonizzatori/stroncatori" d'arte, cinematografici o culinari, ma personaggi che esprimono pareri su determinati argomenti. Noi, senza fregiarci degli appellativi altisonanti di cui sopra, facciamo/tentiamo di fare la stessa cosa.
Sulla "polemica"... non credo ci sia bisogno di evocare Polemos (Πόλεμος), nume della guerra (nè tantomeno Eris, dea della discordia)
... non è nostra intenzione intraprendere "guerre", ma solo mettere in campo pareri, che più sono dissimili più stimolano il dibattito (in questo senso la "polemica" - se c'è - andrebbe tradotta in chiave eraclitea: «Polemos è padre di tutte le cose, di tutte re; e gli uni disvela come dèi e gli altri come uomini, gli uni fa schiavi gli altri liberi.» [Eraclito]. Dunque la "dottrina degli opposti", interdipendenti, che disvelano o tentano di disvelare il concetto stesso di
verità).
Sullo "sterile"... mi riallaccio al primo punto (un parere, una "critica", può avere tra i suoi connotati anche la sterilità: non per forza deve essere mirata alla costruzione di un qualcosa).
chi la definisce una polemica sterile è che non vorrebbe contradittorio.