[SPOILER]
Il numero del mese purtroppo è un oggetto decisamente difettoso.
Lo spunto di partenza (Dylan va a caccia di Mana Cerace) poteva essere ottimo per imbastire una storia tutto sommato classica. Che era quello che molti "gatekeepers" (
) si aspettavano. Me compreso, essendo parte della categoria.
Così purtroppo non è stato. E il fatto che questa storia non si rifaccia al "classico", il fatto che non cerchi di rispolverare/scimmiottare vecchie atmosfere, non implica che matematicamente ci sia un piglio più "moderno" o modernista. Nulla di tutto questo. Solo una storia scritta male (nonostante lo spunto di cui sopra, che non per forza doveva prestare il fianco ad una banalizzazione: Morandi ha dipinto per tutta la vita bottiglie e non le ha banalizzate. Quindi un tema classico o in cui vi è il sentore del deja vu non per forza deve scivolare nel banale) che pecca largamente in dialoghi sciatti, battute sciatte, scenette... come sopra.
Un esempio: il giornalista all'inizio. Da notare il suo servizio: sembrerebbe un servizio giornalistico tutto sommato serio. Peccato che dalla seconda vignetta di pagina 8 i toni del servizio assumano connotati assurdi, che manco Studio Aperto... Ma dico io, in un telegiornale ha senso parlare di "
fantasma oscuro dalla voce gracchiante"? con contorno di "
...e qualcuno ha iniziato a sussurrare il nomignolo di quel mostro che le mamme usano per spaventare i bambini, Mana Cerace"? Non credo. Ci fosse qualcosa che puzza di sovrannaturale si parlerebbe magari di "presenza inspiegabile", "qualcosa o qualcuno di non meglio identificato"... non si farebbe certo terrorismo mediatico - non in questo modo - usando passaggi così plateali. Poi può essere che mi sbaglio, ma a prescindere da tutto il passaggio iniziale mi sembra farlocco, terribilmente legnoso. Ma forse è un inviato di Barbara D'Urso.
Ancora: tutta la storia dei fantasmi (Kelly, la Merril) è abbastanza stupida.
E tra l'altro uno dei fantasmi, quello della Merril, provoca nel nostro caro Cerace scatti d'ira compulsivi.
Chi lamentava una eccessiva "umanizzazione" di Cerace nel 68 è meglio che si tenga alla larga da questo numero. Qui abbiamo un MC che pare tutto tranne una specie di personificazione di qualcosa di "infero", "oscuro", banalizzato in una sorta di maniaco da quattro soldi. Con il potere di apparire e scomparire, certo. Praticamente la versione brutta e cattiva di David Copperfield.
Persino Willy il giardiniere su "Incubo a Evergreen Terrace" dei Simpson (La paura fa novanta VI) era più credibile. Immensamente più credibile.
Cosa divertente: abbiamo uno spettro che perseguita un altro spettro... che intanto risveglia una tizia morta da tempo (la Walsh) per portare avanti un flirt estemporaneo (una cosa tipicamente da spettro, non c'è che dire)... un pasticcio.
Tra l'altro devo ancora capacitarmi del perché la Walsh fosse ancora integra (potere di Cerace? Qualche oscura stregoneria? Vabbè, rimaniamo nel dubbio).
Tremendo il fatto di ritrovare ancora tra le bolas Ghost. E tra l'altro in un ruolo che dovrebbe appartenere a Wells.
Come già detto altrove il personaggio di JG è inutile. Nella sua lunga permanenza all'interno della testata non è servito a niente.
L'apoteosi della sua inutilità è riscontrabile nel famigerato 399, un numero falso come una moneta da quattro euro, nel quale si fa promotore della "fisica fantastica"... AKA tutto quello che leggiamo nella serie è solo un fumetto (nooo... davvero????
).
Ah: ma come fa Dylan a distinguere la Merril da Elisabeth? Salvo un paio di insignificanti dettagli sono identiche.(pagina 34, pagina 36: quasi due cloni)
Ma credo che la colpa sia di Cattani, il vero disegnatore della trilogia (immagino, e non credo di sbagliare, che Dall'Agnol gli abbia passato tavole estremamente abbozzate - poche linee per vignetta, pochi segni - e da quelle Cattani ci abbia ricavato il resto). Magari il nostro Francesco poteva sforzarsi di più per caratterizzare graficamente meglio i due personaggi.
Copertina meh. Da parte di Cavenago si è visto di meglio.
E il mio non è un commento condizionato dall'abitudine: è vero, Cavenago porta avanti un discorso coloristico. Alcuni dicono macchie, io dico "campiture". Ma certe volte, sarà per la distribuzione dei pesi, delle cromie, un uso più sapiente dei soggetti o altro... funzionano di più. Come nella copertina de "Il Bianco e Il Nero". Quella mi piace assai. Sarà per quei rossi, o per quei mostri che fanno capolino nella massa informe (c'è qualcosa di Mignola, che adoro), per quelle braccia, gli occhi... per me quella funziona. Questa meno. Qua abbiamo un Dylan che cade e un Mana Cerace che in realtà è Hamlin. Interessante, ma incapace di colpire.
Per il momento penso basti. Ma è probabile che ritornerò sull'argomento con le idee ancora più chiare.
Nel mentre lascio trasparire una netta insufficienza.
[FINE SPOILER]