Non voglio tornare sul discorso "perché comprate/perché commentate", a cui si può tranquillamente ribattere "perché venire ogni mese a ripetere questo mantra retorico se non è di gradimento il trend del forum"???
Dico solo...
Gordon Pym ha scritto:
Non torno sul discorso REcchioni... Tutto sommato secondo me ha solo la colpa di non essere riuscito nell'intento di riportare il personaggio ai vecchi fasti, motivo per il quale era stato assunto,
Se dovessi compilare una lista stile filippica di quello che ha combinato da buon nerd fan-fictionaro l'inconcludente imbonitore megalomane Mr Mumps a questa (meta?)testata, non basterebbero 12 metri di post.
E comunque sono cose che ripetiamo da mesi, con l'aggravante che più passa il tempo più vengono dimostrate le sensazioni/tesi iniziali (v. allergia del personaggio alla narrazione per continuity; cattiva scelta dei gregari, Baraldi e Simeoni in primis
) e più fermenta la delusione dopo il rincaro della paccottiglia necessaria per tappezzare di trovate cccccenialmente penose la propria inettitudine (v. reboot, remake, retcon, etc).
[...]
Ma torniamo un attimo all'autore del mese, il
Maestro con gli Occhiali da Sole Non mi sembra tanto sensato pensare che dovesse riformare "il suo genio creativo" appositamente per questa occasione (a maggior ragione perché si tratta di un'operazione amarcord voluta da indovinachi): alla fine il suo stile è sempre quello, da oltre trent'anni, con molte variazioni sul tema, ma riconoscibile ad eoni di distanza. Su
ML dove viene lasciato libero, qualcosa colpisce ancora con successo in quella cifra tipica, e credo possano dirlo anche altri forumisti che seguono quella testata.
Su questo #409 perde parecchi colpi, con poca ispirazione da polveri bagnaticce, anche perché non credo ci tenesse tanto, e sembra incartato a priori. Se quindi Claudio, abbastanza avulso dal contesto editoriale di DD, già di suo partiva bello fiacco e claudicante, un certo R.R. ha contribuito a spezzargli le gambe definitivamente entrando a martello (oltre che sulle nostre palle) anche sul costrutto originario del Chiave, con manomissioni evidenti nella struttura e nei dialoghi di questo primo episodio del trittico, invece di renderlo più performante con una revisione ad hoc (Tiziano docet).
Rimanendo sul Claudione nazionale:
Cita:
Forse questo albo potrebbe far cambiare idea a chi vedeva nel Chiave il curatore ideale di questa testata [...] ora come ora, l'unica alternativa post Recchioni alla chiusura della testata che riesco ad immaginare vedrebbe una gestione Ambrosini - Bilotta,
E secondo voi da questo albo si dovrebbero desumere le capacità gestionali del Chiave, dopo che è stato soffocato (v. sopra) proprio dalla sua non-alternativa R.R.?
Io non propendo tanto per Claudione a dirigere in futuro chiave-in-mano DD, perché (come
Bilotta) è un po' troppo individualista ed abituato a dirigere testi & supervisione esclusivamente sotto un'unica firma, la sua (se non sbaglio nessuno lo ha mai affiancato su
Brendon, Morgan, come nessuno ha alternato Bilotta per
Mercurio).
Però c'è da dire che erano personaggi di loro invenzione quindi il mono-possesso esclusivo, quasi materno, in un certo senso ricadeva nel fisiologico. Diverso è il discorso su Dylan, dove entrambi per (chi più, chi meno) anni, si è dimostrato NON SOLO profondo conoscitore dell'universo dylaniato (come il nerd clonatore
Gualdoni) ma anche in sintonia con l' "halo" sclaviano nell'adattarsi dinamicamente a quell'approccio, e profondere contribuiti professionalmente validi del VERO Dylan per quanto spostato su canoni personalissimi o addirittura dimensioni parallele (v. Pianeta dei Morti)
Tornando al discorso dell'individualismo gestionale, d'istinto trovo più adatti/collaudati a questa sfera tra i grandi conoscitori (e creatori) intimi di Dylan
Ambrosini e
Medda al vertice dell'organigramma dylaniato, in grado di coordinare oltre 20 uscite all'anno ed una trentina di teste con diplomazia, magari affiancati nella direzione artistica proprio da uno tra il Chiave, Bilotta o la Barbato, che non pare molto propensa ad accollarsi grosse responsabilità aziendali.