Keanu Coen ha scritto:
Per quanto riguarda Mana che dice alla malata di non uccidere per odio (WTF?!), alla fine letteralmente dice alla tizia "mi hai fatto nascere, e per questo ti odio", e giù una coltellata!
Questa è la misura dell'efficientissima macchina delle addetti alla revisione, che non sa neanche di che stanno parlando a venti pagine di distanza, ma prende molta distanza da qualsiasi logica...
Keanu Coen ha scritto:
In questo albo secondo me non c'è nessuna ruggine, anzi, c'è l'apoteosi del chiaverottismo, con i suoi meccanismi ben oliati da trent'anni di onorato lavoro nel settore, un manierismo che io ovviamente lodo e stimo per il sapiente mestiere, ma che dal punto di vista emotivo è praticamente nullo.
Non direi
Tralasciando l'impatto emotivo, che forse può anche derivare dalla contingenza della delusione, questo Chiaverotti ha risparmiato MOOOOOLTO del suo manierismo, altroché. Più che arrugginito direi incartato: basterebbe leggersi qualcosa come la terza stagione di
Morgan Lost (2019, la migliore per ora) per capire cosa siano i cliché di Claudione a palla in piena libertà, tra trash ed onirismo spinto.
Libertà che qui non mi pare molto messa in atto. E non parlo solo delle manomissioni di Recchioni. Parlo proprio dell'incipit/
smoking gun alla base del progetto "triplice storia di mono-OB".
Ho come l'impressione che il Chiave ci sia stato trascinato per capelli con la solita gragnola di telefonate impellenti per convincerlo a risalire sul carrozzone di DD. Anche solo per una carrambata da Maxi monolitico-monofirma, tale da rimpolpare l'immagine di quella testata. Non diversamente da Sclavi stalkerato per scrivere le sue ultime due storie durante l'epoca del Sommo, nonostante quanto dica quest'ultimo, secondo cui è invece stato proprio Tiziano a chiamare la redazione dicendo di esser smanioso di far pubblicare i suoi ultimi contributi.
Chiaverotti per quanto abile ed arruolabile, non credo abbia ormai molto da dire su DD: per questo io non ho nutrito mai grosse speranze per questo trittico da revival, né mi trovo deluso a conti fatti. Solo nei crossover con Morgan può ritrovarsi a suo agio, ma l'appeal della confezione è dylaniata a meno del 30%, propendendo clamorosamente verso il tatuato insonne, come atmosfera e collocazione editoriale.
Adesso che non è più così impegnato, a differenza dei tempi di Brendon, potrebbe tranquillamente scrivere quei 2/3 albi per Dylan all'anno, ma non credo rientri né nelle sue priorità né nelle sue voluttà. Farebbe meglio del 70% degli autori attuali (SE lasciato LIBERO) per quel poco che ci vuole, ma non credo voglia brillare oltre su DD. Ci ha regalato un altro po' di bujo col ritorno di Mana quasi su commissione, e nonostante non fosse stata una sua iniziativa, hanno avuto pure il coraggio di manometterla durante il work in progress per traghettarlo da una testata all'altra, ri-adattandolo alle menate (a gamba tesa) del nuovo inconcludente multiverso, pagando dazio alle solite fisime del Sommo.
Detto questo, mancano ancora 2/3 della storia per cui magari nei prossimi albi vedremo cose più interessanti. Per ora, ripeto, ad una sufficienza parecchio risicata questo albo ci arriva, e non perché il Chiave viva di rendita o io cercassi senza arrossire l'effetto nostalgia-teen(spirit).
Ma prima di caricare i fucili e portarci gli amici, è divertente perdersi e fingere...