Myskin ha scritto:
Dear Boy ha scritto:
Myskin ha scritto:
è difficile non rendersi conto di quanto Dylan sia un fumetto, per me almeno, irreparabilmente datato... é proprio l'impianto delle storie, con l'investigatore che accetta un caso che finisce inevitabilmente per sfociare nel soprannaturale, l'assistente comico...
No.
Tu confondi il pretesto (è pur sempre un seriale con protagonista un detective privato) con il contenuto.
I classici di Sclavi sono tutt'ora modernissimi.
Non sono d'accordo. Con qualche eccezione (Storia di nessuno ecc) faccio fatica a non vedere il 99% degli albi di Sclavi come qualcosa di inestricabilmente legato agli anni '80. In tutto: influenza da film dell'epoca, dettagli che sono l'evoluzione più o meno consapevole dei neri italiani ecc.
La scusa per gli inetti
.
Quelli senza risorse d'inventiva, ed afflitti dai loro palesissimi limiti nerdosi che dipendono in modo patologico ed autoreferenziale dalla "cornice" (o l'impianto/formula vincente) E NON dal contenuto, nello stile in cui questo contenuto articola la narrazione. Non c'è bisogno che aggiunga molto su quanto sia d'accordo con
Dear (e più sotto
Rimatt ) sull'argomento.
Le migliori storie di Dylan
sono (ancora)
senza tempo: non dipendono da un meccanismo deterministico tipo causa-effetto che le confini entro un'epoca come fonte o possibilità di suggestionare il lettore, avvincerlo, ed infondere atmosfera (non necessariamente horror, ma legato al setting che Sclavi ha creato attorno al personaggio), avvalorata da una qualità di massima nella firma dell'autore che si è confrontato di volta in volta con Dylan, lungo oltre 30 anni, da un punto di vista ANCHE personale (v. Barbato, Bilotta, Medda, Ambrosini, per citare le teste di serie, fiammanti). Mentre altri mediocri (Gualdoni, Marzano, Di Gregorio, Eccher, Baraldi,etc) sono succubi integralisti di quella formula/cornice, e pensano che basti calcarla pedissequamente per riprodurre un fumetto DD in serie, non avendo altro da dire, oltre a mancare di qualità/capacità.
Non negherò che Sclavi fosse influenzato dalla sua personale (sotto)cultura fatta di film, fumetti, Urania, etc. Ma questo non vuol dire che NUOVI autori non possano essere contaminati/ispirati da prodotti culturali CONTEMPORANEI per tradurli in chiave dylaniata. Altro che cristallizzarsi
L'incubo, la paura, il disturbante, e l'inquietudine sono cose senza tempo dopo tutto.
Invece di perdere tempo dietro questi inetti (o le vaccate del Grande Capo Nerd, che meta-ricicla per carenza d'idee e senso d'inferiorità narcisistico/finto-rivoluzionario), basterebbe scoprire nuovi autori all'altezza, da talent scout coi controkattsi, e lasciare quelli esperti già validi nella possibilità di lavorare secondo la loro conclamata verve dylaniata