Cravenroad7

Faccio una considerazione a margine che magari riguarda anche questo, da me non letto, Ritorno al buio - più passano gli anni e più è difficile non rendersi conto di quanto Dylan sia un fumetto, per me almeno, irreparabilmente datato. Non è nemmeno colpa di Recchioni. é proprio l'impianto delle storie, con l'investigatore che accetta un caso che finisce inevitabilmente per sfociare nel soprannaturale, l'assistente comico, il tipo di minacce e omicidi e persino il ritmo degli omicidi stessi, le considerazioni filosofiche un tanto al chilo ecc. Magari è anche inevitabile, considerato il conservatorismo del lettore medio bonelliano (copertine come quelle di Zagor e Tex, con una grafica uguale a quella degli anni '50-'60, altrove sarebbero considerate un omaggio nostalgico; qui sono la norma). Per Tex mantenersi sostanzialmente uguale a se stesso funziona, magari perché il pubblico di Tex è attempato pure lui, o forse perché il western è un genere relativamente poco frequentato nel fumetto contemporaneo e non ci sono veri e propri termini di paragone. Dylan, se penso a certi albi statunitensi (Image e non solo) con una visione più matura, sofisticata, o anche solo interessante dell'horror (a tutti livelli, spesso anche grafico) o anche certi film moderni, sprizza anni '80 da tutte le pagine. Si potrebbe dire che dall'86 a oggi si sono scritte due tipi di storie di Dylan: i gialli all'italiana, tipo Argento nella prima metà della sua carriera, quindi grandi lavori inestricabilmente legati a un preciso contesto storico e geografico, e gli omaggi ai gialli all'italiana (tipo Occhi di cristallo di Puglielli), praticamente tutti brutti - vuoi perché cercano di rifare qualcosa di irripetibile, vuoi perché gli autori sono gli stessi, storici, invecchiati male (diciamocelo: Chiaverotti non ha bisogno di Recchioni per rovinare una storia).
Certo, c'è anche Bilotta, ma Bilotta è probabilmente tra i 2 o 3 migliori sceneggiatori italiani, praticamente tutto quello che scrive è bello/originale e comunque nel Pianeta dei Morti ha dovuto creare una specifica ambientazione allucinata per portare avanti la sua storia. Tutti gli altri, con qualche rarissima eccezione, sembrano vivere in una bolla, pare che per vent'anni si siano nutriti esclusivamente di thriller un po' nazionalpopolari tipo Faletti, omaggiacci agli horror italiani vagamente trash tipo i film di Andreas Schnaas o Eli Roth, e ignorino praticamente tutte le declinazioni più interessanti e perturbanti dell'horror moderno (e per certi versi anche storico se si pensa alla letteratura, ora che ci penso ci sono autori importanti come MR James o Jean Ray che non sembrano aver avuto tutta questa influenza su Dylan neppure ai tempi di Sclavi, il quale preferiva riprendere film, fumetti anni '50 o l'onnipresente Stephen King...)

è difficile non rendersi conto di quanto Dylan sia un fumetto, per me almeno, irreparabilmente datato... é proprio l'impianto delle storie, con l'investigatore che accetta un caso che finisce inevitabilmente per sfociare nel soprannaturale, l'assistente comico, il tipo di minacce e omicidi e persino il ritmo degli omicidi stessi, le considerazioni filosofiche un tanto al chilo ecc...

Con qualche eccezione (Storia di nessuno ecc) faccio fatica a non vedere il 99% degli albi di Sclavi come qualcosa di inestricabilmente legato agli anni '80.