Iscritto il: gio nov 05, 2015 5:07 pm Messaggi: 2921
Keanu Coen ha scritto:
Imperdibile pezzo di giornalismo, con il nome della protagonista dell'albo scritto sbagliato! Ovviamente la Baraldi ringrazia l'autore dell'articolo per la bella chiacchierata. Anche la citazione della "regina delle tenebre" è impropria, visto che Recchioni l'ha definita giustamente "UNA delle nostre regine delle tenebre", così da metterla alla pari con le altre sceneggiatrice di Dylan.
Iscritto il: ven nov 30, 2012 9:57 pm Messaggi: 223
Premettendo sempre che la mia opinione non vuole in alcun modo giudicare Baraldi, che è una scrittrice di talento, mi sento di dire che per me l'albo è promosso. Promosso con una sufficienza o poco più, però è promosso. Non ho avuto modo di leggere tutti i vostri commenti, quindi mi perdonerete se ripeto qualcosa detta già. Per me la storia è migliore delle porche... ehm, di quelle scritte nel ciclo 666 (di cui salvo solo Anna per Sempre e condanno assolutamente i primi due numeri - inutilmente copiati da Sclavi in ogni loro componente) e l'ultimo sul quale nemmeno mi esprimo). C'è anche da dire che ormai Dylan va avanti da oltre 400 numeri escludendo speciali e storie fuori serie. Per questo credo sia difficile scrivere una storia originale. Unica pecca nera: i dialoghi forzati per inserire questo numero nella "nuova", si fa per dire, continuity copiata oltraggiosamente da ogni idea di Sclavi, trasformando quello che Sclavi ha fatto di buono in un prodotto pessimo.
Iscritto il: dom ago 24, 2008 9:27 pm Messaggi: 767
Zak ha scritto:
Beh, dopotutto Massimo Marino ha sempre fatto interviste culturali e professionali... che volete di più?!?
Il compianto Massimo Marino sulle pagine di questo Forum ci mancava!
Discorso "L'Entità": titolo alla Recchioni, storia godibile (lo scrive uno che sulla Baraldi spesso ha avuto riserve) e un Corrado Roi che sembra tornato quello degli anni '80, ai tempi de "Il Fantasma di Anna Never" o "Ti ho visto morire" (anche se l'errore di pag 43 cala parecchio il giudizio). La copertina mi è piaciuta.
Un po' arzigogolato tutto il discorso della tribù dell'Amazzonia, ma c'è un fatto positivo: Dylan Dog è tornato a essere il NOSTRO Dylan Dog, quindi la parentesi recchioniana, con il SUO Dylan Dog, potrebbe essere finita. Buoni i dialoghi, Groucho inizia il rodaggio da assistente e la classica storia dylandoghiana con finale aperto mi rende quantomeno contento di poter aspettare un mese per leggerne una nuova.
PS La scena con l'alieno e la dottoressa e i due automobilisti che cambiano atteggiamento che razza di intermezzi sono??? Anche Groucho che appare all'improvviso o il barbone col cane che dà indicazioni a Dylan. Forse c'è lo zampino di Recchioni. E il primo gemello muore con un semplice colpo di scopa sul naso? Che siano pillole per far confondere lettori e forumisti. Mistero.
Iscritto il: sab lug 04, 2020 11:15 am Messaggi: 120
Premesso che è la prima "recensione" di un albo che scrivo qui sul forum mi sono promesso di essere continente con le espressioni che userò anche se albi di questo tenore ti cacciano fuori il peggio come si dice..
SPOILER SPOILER SPOILER
iniziamo con i disegni: io amo Corrado Roi, da sempre e per sempre. I disegni del 406 mi hanno letteralmente terrorizzato ed è capitato in gioventù che mi sognassi sue scene da dyd ma, dio mio, in questo albo ha toppato alla grande. Disegni morti, e non nel senso horror del termine, (non di quello che piace a me almeno) ma di inespessività, immobilismo, pressappochismo nelle inquadrature e nelle esecuzioni di spazi, nel dinamismo... voto 4
Ora la storia: che dire... per me si parte bene. La scena iniziale promette orrore con Berenice, la protagonista dell'albo, e il fidanzato in procinto di avere un po' di intimità ma nei cui dialoghi ed espressioni non traspare nessun sentimento amoroso ma solo freddezza e meccanicità nel rituale propedeutico all'amplesso. Dopo la scena dell'ammazzamento (per me buona) ecco che parte la "canonica" storia di DyD che ci era tanto mancata: la cliente di turno nello studio, le battute di Groucho, i siparietti, uno spirito malvagio, lo scetticismo del nostro dylan sbarbato e sbarbatello... tutto sembra normale nell'universo dylaniano, anche troppo forse. Sembra una storia a caso presa tra il 2003 e il 2012... ma vabbè sorvoliamo. Ho trovato i dialoghi da pag. 30 a pag. 33 un po' surreali e ridicoli sinceramente, meccanici... ma sorvoliamo pure su questo, sono impegnato a cercare di capire la trama sperando di non cadere nell'abisso di un b.movie. manco a dirlo a pag. 55 ci pensa la nostra protagonista a fugare il dubbio: trattasi di una trama da bmovie... se non peggio mi lascia perplessa la scena in cui dylan spedisce il telefono insanguinato a bloch per proteggere berenice, potenzialmente accusabile dell'omicidio di uno dei gemelli. vorrei farla breve: la storia si snoda principalmente nel senso di inadeguatezza di Berenice perchè frutto dello stupro della madre ma non per questo odiata da lei anzi amata e coccolata, andando a discostarsi dai clichè narrativi secondo cui si odia il frutto della violenza di solito. Ebbene da questo viene ricamata su una storia sull'amore (sigh..) di una madre nonostante tutto con le solite allegorie horror che, per carità, funzionano con un soggetto solido alle spalle, non in questo albo. Agghiacciante la scena finale, con la frase ad effetto conclusiva, che non lascia nulla di nulla. Un appunto sui disegni delle scene finali: Roi non delude con i mostri e affini, per cui si alza il voto Per concludere è un albo scialbo, già visto, con una trama trita e ritrita ed eseguita pure mediocremente. ho votato insufficiente perchè dopo le grandi sbandierate del curatore ci si aspettava qualcosa di più dopo i 6 albi introduttivi (anche questi nel complesso deludenti) mi aspetto molto dal chiave però, lui non deluderà di certo.
Iscritto il: dom giu 02, 2019 10:39 am Messaggi: 1849 Località: Ἁρμαγεδών
Albo fondamentalmente "innocuo" nonostante qualche richiamo interessante, comunque non sfruttato a dovere (tutto il filone "cannibal", che da Cannibal Ferox/Cannibal Holocaust ci porta verso il più recente - e pessimo - Green Inferno, ad opera di un regista che mal tollero, ossia Eli Roth). Almeno chi ha sceneggiato dimostra di aver visto qualche filmaccio "cult" inerente al genere. Il problema è sempre lo stesso, e per le prossime eventuali ri-disamine, penso metterò la carta copiativa per ripetere un concetto di fondo: le emozioni forti latitano, manca la capacità di trasportare il lettore, manca "il cuore". Un compitino fatto discretamente che esattamente come il suo successore si pone dieci spanne avanti a tutto il ciclo 666, composto principalmente da robaccia, tirata fuori tanto per ottenere dai lettori espressioni simili a quella dell'urlo di Munch. L'idea di fondo, della donna che non può avere rapporti intimi perché perseguitata dall'entità del titolo, è discreta: ma considerando l'incipit poteva essere anche un pizzico più pruriginosa (senza scadere nel volgare, s'intende). A salvare tutto e a regalare quel mezzo punticino in più (anche un punto intero, và) ci pensano le illustrazioni di Roi: magari l'albo, come azzardato da qualcuno, è un "residuato di magazzino", rielaborato e riproposto per l'occasione (i disegni di Roi potrebbero essere "retrò" per questo... o forse la cosa è fatta apposta, non so), ma chissene... Roi è sempre un bel vedere.
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Iscritto il: lun set 12, 2022 12:58 pm Messaggi: 414
Letto oggi. Copertina composta bene ma colorata malino con troppi colori primari, disegni ok da parte di un Corrado Roi che ha fatto decisamente di peggio, soggetto interessante e sceneggiatura discutibile.
Mi è piaciuto invece l'elemento metafumettistico con un Groucho che compare simpaticamente dal nulla per dare la pistola a Dylan (lo faceva spesso con Sclavi) e con Bloch che verso la fine seppellisce la lettera in cui Dylan raccontava la verità di fatto annullandola, rimuovendola dalla storia e trasformando in un certo senso tutto ciò che è stato visto dal lettore in una sorta di b-movie (termine usato dalla stessa Baraldi nell'albo) in una realtà in cui Berenice, appena uscita dal cinema, è stata semplicemente figlia della vittima di uno stupro. O almeno questo è ciò che mi piace pensare per giustificare alcune trashate troppo plateali per non essere volontarie...