S
P
O
I
L
E
ROttimo, senza riserve
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Finalmente Bilotta si schioda dalla necessità manieristica di riscriversi Sclavi e va avanti invece per conto suo... proprio partendo dagli spunti di un capolavoro sclaviano (#10
Attraverso lo Specchio).
Non è all'altezza dei primo due Speciali kolossal, come impatto-densità di motivi-scene ad effetto, ma rimane comunque una lettura di elevata qualità che punta più all'occulto (simbolistico) che agli scenari fanta-apocalittici verso cui l'autore ha evidentemente esaurito la vena da tempo.
Un Bilotta che in pratica più ambrosiniano non si può... e infatti il burocrate bifronte chiude tutto, in linea dall'Inferno; mancava solo l'Arlecchino...
Finalmente si muove in modo coinvolgente la trama - dopo
due albi per me deludenti di pura digressione auto-compiaciuta e quasi stucchevole - si ricollegano alcuni passaggi, e senza sparare troppe supercazzole si capisce che il siero non era l'origine scatenante di tutti i mali, con qualche colpo di sorpresa ben azzeccato. Aspetto con molto più interesse il prossimo numero di quanto potessi dire un pajo d'anni fa ad albo chiuso: questo vuol dire saper narrare.
Mi piacerebbe sapere quanto l'autore abbia rivisto alcuni dialoghi alla luce della pandemia Covid-alizzante. Anche se si cita Pascal non si filosofeggia tantoper in micro-sequenze a sé, ma ci si scontra in senso organico col non-senso della vita e dei suoi transiti, tra uno specchio attraverso l'altro, in piena Wonderland conigliesca. Per questo i dialoghi sono più essenziali di precedenti prove bilottiane, e ricollegati più allo sciogliersi degli eventi illustrato che ad inchiodarti sulla sentenza lapidizzata
.
Non mi è piaciuto soltanto il proseguimento dell'idea di Bloch capobanda fanatico (de che?) che pensa di farsi (una strana forma di) giustizia esistenzialista da sé, ma vedremo nei prossimi numeri... epidemie permettendo, come si scioglie anche questa vicenda.
Di roba in ballo ce n'è parecchia, e non ci si morde la coda pelosa: Dog abbacchiato fa poco ma rimugina il giusto indagando, Osmond sembra più motivato del solito, Waldo il più mysterioso di tutti, il diavoletto-Morte-di terzo grado un bello stronzo, scopriamo che Donaldson era il vero Paziente Zero (o meglio Immorto-immune Zero), mentre Groucho uno 0.1 con a margine qualche strano patto con la Consolatrice dietro le quinte di quella famosa festa in maschera...
Bethany (forse citazione biblica, in quanto città da cui proveniva Lazzaro e dove avvenne l'Ascensione di Cristo) è proprio un gran bel personaggio, col suo interrogarsi sul "destino" scritto da altri, il saggio disinteresse crescente per la vita nel corso dei secoli, mentre cresce in lei la poco saggia attrazione per l'amore. E vorrebbe qualcuno che la porti a ballare -
Totentanz in vista?
Non era semplice inventarsi qualcosa sul concetto della Morte in ferie, cosa per cui la Barbato è arrivata alla nausea in più episodi slegati tra loro.
Ambrosini non proprio al top, ma ci sono abituato ormai. Non ricordo da quanto tempo non disegnava una storia non sua. Gli zombies non sono mai stati il suo forte, e qui per sua fortuna non ce ne sono molti. Male con l'età/aspetto delle sue donne: Beth, prima di esser trombata, improvvisamente sembra già una giovane donna (p.39) e non più una ragazzina, mentre la sorella di Rowena le somiglia troppo e pare esser coetanea.
Mastrazzo male sui colori dello sfondo.
Ci sono delle cose che non ho capito, ma non credo Bilotta ci tornerà sopra, conoscendolo
:
-durante la premiazione dei sosia Waldo invita sul podio anche il 2° ed il 3° classificato, ma se ne presenta solo uno.
-il senso di dar le fiamme allo specchio, a danno ormai già fatto, da parte sempre di Waldo mi sfugge. Vederlo o non vederlo per Dylan cambia poco...tutto quello che doveva succedere è accaduto nell' '87.
Infine se qualcuno può illuminarmi a livello iconografico su cosa sia quel
simbolo che si vede nelle ultime due pagine. Il caduceo non è, ma forse c'entra qualcosa con Hermes psicopompo.