Cravenroad7

Ma di che? Si discute, e personalmente lo faccio volentieri.

Color fest brillante, grazie soprattutto ai disegni, meravigliosi Martinello e Cestaro, più ordinari quelli di Bignamini e Raimondo, comunque bravi anche loro.
Buona anche la colorazione, ricca di sfumature, sicuramente meglio di quella della recente ristampa, ma è chiaro che quelle sono storie nate per essere in bianco e nero, è quello il problema, oltre a una certa fretta, secondo me.

SPOILER

ADDIO, GROUCHO
Nel complesso mi è piaciuta, che ci troviamo in un' altra realtà diversa si capisce dal comportamento di Dylan che uccide a sangue freddo Hicks e poi spara senza guardare sentendo un rumore alle sue spalle, e nel finale invece fa prevalere l’ amicizia per il suo amico e lo lascia libero di diffondere l’ epidemia (in questo può anche corrispondere anche al "nostro" Dylan, passato un anno invece la disillusione è ormai totale).
Non ho capito che aiuto sperava di ricevere dall’ aldilà.
E’ un mondo comunque, quello che emerge dalle parole di Dylan già in partenza degenerato, e in questo processo direi che è stato coinvolto anche il nostro eroe.
Voto 8

LA BANDA MACULATA
La peggiore delle quattro, l’ ho trovata estremamente banale, e non basta il colpo di scena finale a rivalutarla.
Voto 6

I GIORNI OSCURI
La migliore per me, sia per la geniale idea di partenza, che per l’ eccezionale capacità di scrittura della Caccivio, la scelta delle parole, in alcuni punti mi sono emozionato. Il finale sembra aperto ad un possibile seguito, anche per raccontarci come Dylan ha perso l’ occhio.
Voto 9

DOPPIA IDENTITA’
E’ quella che mi ha sorpreso di più, molto particolare e interessante l’ idea dello scambio dei film della vita in punto di morte, un bravo a Gualdoni.
Storia anche piuttosto complessa : non ho capito perché l’ arrivo di Dwight Dog è rappresentato con le sembianze di Dwight Osburne.
Voto 8

In conclusione, un altroquando futuro, uno letterario, uno alternativo e la quarta in realtà non è un vero altroquando, trattandosi solo di una visione, ma c’è già chi ha detto che lo stesso Dylan, in una realtà familiare come quella avrebbe potuto sviluppare una personalità completamente diversa. E’ una riflessione affascinante ed inquietante, perché riguarda ognuno di noi.

FINE SPOILER

Bella anche la copertina di De Cubellis, il cui lavoro ho apprezzato molto su John Doe, qui forse l’ unica cosa che manca è uno sfondo oltre la semplice nebbia, conoscendo le sue capacità poteva fare anche di meglio.
Credo comunque che attrarrà molto anche i lettori occasionali.

(Tutti i voti sono aumentati di uno grazie ai disegni)

Un Color Fest abbastanza noiosetto che m'è scivolato addosso senza lasciare niente. Ma un sei se lo porta a casa anche solo per i disegni, molto belli specialmente per quanto riguarda Martinello e i Cestaro.

Quanto alle storie, Addio Groucho purtroppo non scappa al morbo del prequel, ovvero racconta una storia di cui, stringi stringi, non si sentiva il bisogno. Per raccontare come si arrivi al Pianeta dei morti viene messa troppa carne al fuoco, ho trovato mal gestito l'uso dei tempi, e in generale si sente che sono troppo poche le pagine. Inoltre ho trovato il tutto troppo sopra le righe, quasi un'urgenza a dare un'impronta drammatica alla storia, urgenza di cui non c'era bisogno, la vicenda di per sé (Groucho, migliore amico di Dylan, muore e diventa causa, per colpa di Dylan stesso, della fine del mondo come lo conosciamo) è tragica, anche se trattata in modo minimale e poco emotivo (cosa che avrei gradito di più).
Speriamo che la prossima, che chiuderà la trilogia, essendo sviluppata sulle novanta pagine, possa godere di più respiro e che racconti qualcosa di interessante (ma ci credo poco).

La banda maculata di Serra carina, soprattutto alla luce del finale, ma niente di più. Un simpatico divertissement.

La terza è quella che ho trovato scritta meglio, anche se purtroppo ho una certa allergia al passato di Dylan e a quella puttanata dell'infanzia nel Seicento, il rospo, ecc.. Però superato l'ostacolo iniziale la storia procede bene e ha la fortuna di essere illustrata da quei grandi dei Cestaro. Un piacere per gli occhi.

La quarta non mi ha detto nulla, una storiella che non saprei neanche come commentare, e non perché scritta male, ma perché non mi ha coinvolto nemmeno in mezza vignetta.

ho votato ottimo.
l'ho comprato con qualche riserva poi sono rimasta abbagliata dai colori e dai disegni superbi.
splendidamente ironica la prima storia, dove assieme ai colori brilla acume e l'intelligenza di chi scrive e disegna.
la seconda storia è più telefonata, semplice, ingenuotta, anche se spiazza per benino nel finale, diciamo con maestria.
terza storia magnifica, dolce e terribile al contempo, come direbbe Crozza "Vibraaaante"

quarta storia non ancora letta

Sarei curiosissimo di leggere qualche storia di lunghezza standard di Chiara Caccivio, a mio parere (anche se abbiamo solo due brevi per farci un' idea) la più promettente fra gli autori emergenti sulle pagine di DD.

OT

Ho visto ora di essere stato premiato per il "post del mese di Aprile" proprio con la mia pseudo-recensione su questo albo! (si si, sono proprio sveglio... )
Beh, ringrazio la "giuria dei boss"!

FINE OT

Citando (ma solo per metà) il titolo di uno degli albi più belli, misteriosi e surreali dell’intera vita editoriale di DD, con questo decimo colorfest si entra in quattro universi molto differenti fra loro, ma che hanno in comune, oltre il nostro Dylan Dog, l’obiettivo di focalizzare il personaggio, cercando di conoscerlo meglio approfondendolo in maniera più intima possibile, osservandolo da angolazioni diverse.
Attraverso “visuali alternative” (diversi contesti, diverse tipologie di ego) quindi si è cercato di mettere a fuoco alcuni aspetti fondamentali della sua caratterizzazione:
l’amicizia fraterna;
l'aspetto investigativo;
le radici familiari;
l'influenza che ha sul “mondo”.

La lente caleidoscopica che ci hanno messo a servizio gli autori quindi ci ha fatto vedere un Dylan decontestualizzato, torturato attraverso la privazione delle poche cose sicure sulle quali può fare affidamento, usato solo come uno “strumento”, disperso in universi che avrebbero potuto essere.

Tra scelte azzardate, what if impegnativi (quelli che prendono in analisi la sua vita, il suo passato), situazioni al limite e disegni completamente adatti alle rispettive storie, la lettura di questo decimo numero di una delle uscite più interessanti e piene di potenziale, si è rivelata ottima nella sua totalità e tra le migliori fino ad ora, sopratutto perché rispecchia e coglie in tutto e per tutto l'anima di questa pubblicazione, e cioé la sperimentazione!

Ho notato solo ora (!!) che l'ultima storia ha l'apertura con un disegno di Amy Winehouse !!

La bella copertina di Davide de Cubellis ricorda un po' il Dylan di "Margherite" del secondo Gigante.

"Addio, Groucho" è un discreto prequel. Sinceramente mi era piaciuta un po' di più la precedente con il Paziente Zero già in azione. Rivedere il dottor Hicks (quello dell'ospedale), la Morte precaria e Groucho contagiato mi ha entusiasmato. Però sembra che Bilotta abbia più giocato alle citazioni che non a gestire nelle poche pagine il soggetto.
Ottima prova di Paolo Martinello, specie nella colorazione (chissà come sarà in bianco e nero). Due quesiti al disegnatore: come mai la cravatta a Dylan e che fine hanno fatto Glenda e Dora, le storiche assistenti della Trelkovski. Finale che cita "Finché Morte non vi separi" (Dylan sbronzo al pub) e "Morgana" ma che forse colpisce al cuore meno di quanto dovrebbe.

Torna Antonio Serra con "La Banda Maculata", omaggio alla letteratura d'avventura a cavallo tra XIX e XX secolo e a uno dei suoi maggiori interpreti mondiali. Bello il Dylan ottocentesco, anche nella parlata. Discreto il Groucho con battute che non sempre sanno di quell'epoca.
Alessandro Bignamini è perfetto nella ricostruzione storica e nei dettagli, anche se a pag. 37 smarrisce il clarinetto di Dylan. Però nel volto dei protagonisti, specie i nostri due eroi, non convince del tutto. Comunque una storia davvero graziosa e doverosa.

Chiara Caccivio torna al seicento e al Dylan figlio di Xabaras. La storia è davvero interessante, riprendendo il discorso padre figlio per come lo aveva lasciato Sclavi con il numero 100, tralasciando quanto aggiunse la Barbato con la storia doppia 241-242. Buoni i diesegni e le colorazioni di Gianluca e Raul Cestaro. Zombi, Undead, tutto perfetto. Solo Xabaras non convince: a seconda della tavola tende più a quello del numero 1 o al padre di Dylan visto nel numero 100. A pagina 86 è più Dylan padre, a pag 91 è Xabaras. Ma forse è una scelta voluta che non ho afferrato. "I giorni oscuri" merita comunque.

"Doppia identità" poteva essere, per quanto terminata con un finale già visto, una buona storia. Luca Raimondo ricorda molto Brindisi (e pure il primo Siniscalchi). Quello che mi ha mandato in bestia è la morale finale di Gualdoni. Io che l'ho quasi sempre difeso da chi lo attaccava sul forum e ho amato molte sue storie qui devo criticarlo pesantemente. Come si permette il Dylan di pag 128 a parlare di squallida esistenza di un trentatreenne che vive con i genitori e ha passioni da nerd??? A meno che non sia un'autocritica dell'autore (ma lo dubito) il finale è di un offensivo e cattivo gusto che mi lascia basito. Stravolge il personaggio Dylan più di quanto abbia fatto la Barbato in tutte le sue storie. Gualdoni me lo ha fatto odiare con quelle tavole. Per Gualdoni gli sfigati assassini vivono in famiglia, hanno i poster di Amy Winehouse, Halloween e Lady Gaga e passano il tempo su internet. Dovrebbe guardarsi allo specchio...
Con questa storia la figura dello sfigato l'ha fatta il superbo Gualdoni.
PS Che casi ha risolto Dwight Dog se l'assassino è a piede libero??????? Boh

Un super ColorFest! Per me il prequel "Addio Groucho" ci sta tutto: è vero che nel prequel manca l'effetto sorpresa, si sa già dove si va a parare, ma qui il Pianeta dei morti entra nel vivo, sviluppando alcuni punti che nella prima storia (originariamente concepita come unica) erano introdotti ma rimasti lì. Insomma secondo me la saga decolla proprio qui. Molto belle anche "La banda maculata" (più per le tavole che per la storia) e "I giorni oscuri" (bellissima, sarebbe bello vedere un seguito anche di questo Dylan Dark). Trascurabile l'ultima storia "Doppia identità".

addio, groucho
mi è piaciuto molto questo color altroquando, più che buono, esperimento da replicare, bella la copertina di de cubellis, punte di eccellenza nel comparto disegni
come nel caso di MARTINELLO, un top player, alcuni dei migliori disegni e colori che ho visto su questa collana e non solo, la prima tavola è un capolavoro, come tutto il resto
anche gli interni di craven road o dello studio del dottor hicks, oppure l'impressionante "zoommata" sul volto maciullato dell'ex mengele dylaniano
mi è piaciuta anche la storia, bilotta continua a terremotare dylan dog, riesce a shockare e quello deve principalmente fare: i personaggi agonizzanti, la mattanza finale
messo fuori gioco groucho, il ruolo di macchietta spetta alla morte, ma è una cosa che già aveva fatto di gregorio prendendosi pure qualche elogio...

voto 8+

la banda maculata
la storia di serra mi è piaciuta, ho trovato molto simpatica questa versione ibrida di dylan/sherlock, mi piacerebbe leggere altre storie con questa ambientazione
mi ha ricordato il poe zagoriano (maxi n°35) a cui sono state messe in bocca cose che il vero poe non avrebbe mai detto, ma è uno scherzo, una fantasia, quindi vabè
i naga sono protagonisti di una delle migliori storie recenti di zagor, ovvero "il tempio delle mille morti" numeri 638, 639, 640
più che buoni i disegni di bignamini soprattutto nella ricostruzione degli interni

voto 7

i giorni oscuri
paragonerei questa storia a mater dolorosa, non solo per l'argomento passato, oppure ad ascensore per l'inferno... alla fine, considerata anche la sede, conta solo l'aspetto grafico...
e su quello c'è poco da discutere, i cestaro bros sono due top players, tra villa e venturi, ma direi più villiani di villa stesso, come carrellata è simile a "l'incubo dell'indagatore"
ho apprezzato anche le tonalità accentuate (il cielo di undead, il rosso della nuova lillie) e le quadruple con tutti quei personaggi che non sono riuscito a riconoscere
dietro la benda, si nasconde un bimbominkia morto di figa, piagnucolante, come direbbero in america uno "snowflake"

voto 7+

doppia identità
io l'ho visto così, attraverso questa figura di nerd "ideale" gualdoni si è preso una simpatica rivincita nei confronti di tutti quei lettori che lo hanno massacrato
la cameretta è il non plus ultra del generalismo, amy winehouse, i dischi di lady gaga, v per vendetta, star wars, e ricordiamo che questo qui dovrebbe avere 33 anni
alla fine, più del dylan sfigato, impressiona il clone di bruno brindisi... però se qualcuno si è risentito, mi sa che oni1 ha fatto centro...

voto 5/6