Di "spassoso" come dice l'editoriale non ci ho trovato quasi nulla, a parte qualche parentesi nella seconda storia. Di "risate" ancora meno. Ringrazio il mio buon senso taccagno per non aver acquistato simili semi-inutilità alla modica cifra di nonricordoquantisacchi quando uscirono in blocco nel
Grouchomicon .
Voto una
sufficienza (molto)
stentata, soltanto perché andrebbe preso alla leggera (cosa che invece non fa la prima storia, attaccandosi alle palle come una remora sottosale) ed i disegni sono di buona fattura. Rincione e Bevilaqua posso anche accettarli per i testi, Enoch così sparafessate da Loney Toones sanguinolenti no
.
Qualche dettaglio:
La fine di un giorno qualunque
Per quanto siano belli ed evocativi i disegni, rappresenta una storia abbastanza odiosa.
Testi da 4Ennesimo piagnisteo meta-esistenzialista di natura goffamente pseudo-impegnata, a due voci stavolta! Con Groucho che si lamenta di Dylan e viceversa, salvo poi scoprirsi "nnamurati" a vicenda e tornar coppia di fatto per il bene delle ca$$e SBE. Detta così sembra un'appendice promozionale alla vaccate del #399.
Un mix di grevi rimuginaggini e frasi da Baci Perugina per aspiranti cuori aforistici.
E poi in questa lagna qua (cit) il "sorriso viene tolto" a prescindere... altro che dare la colpa all'Old Boy! Salvabile solo l'accoppamento al volo (di pistola) del teschio tentacolato sul finale, per quanto sia un mostrazzo buttato lì senza senso, e a questo punto mi aspettavo più una creatura "metaforica" od onirica, visto anche il tono del resto della storia.
Non ho capito come ricrescano all'improvviso i baffoni a Groucho tra pagina 33 e 34
Qui andiamo molto meglio: complimenti a Bevilacqua su tutta la linea, e le linee.. tratteggiate.
7 e 1/2 come voto complessivo
Groucho davvero in palla ed arguto con leggerezza. Siamo tra Bansky e T.Burton a livello di suggestioni. La battaglia dei/sui graffiti mi è piaciuta parecchio, sembra quasi animarsi da sé attraverso i suoi figuranti... per non parlare dell'equivalente muto di "Giuda Ballerino" a p.55.
Una morale alla fine non c'è, ma su tutta la storia scorre in sottofondo il motivo dell'arte (e della bellezza) in senso lato che si difende da sé, che stupisce (v. sindrome di Stendhal) e si dimostra combattiva, oltre a provocare facili "esaurimenti estetici" alla faccia del pubblico decoro (p.38).
Groucho oltre lo specchio
Se Enoch voleva farsi passare per divertente umorista qui non c'è riuscito, e tra l'altro sembra avercela in modo abbastanza pedante con hipster, tatuati, bikers, metallari, narcos, et similia identificati come "gli strampalati" del sistema da irridere nella bagarre di massima.
Non oltre il
5 - nel complesso. Un Groucho "scorretto" alla prese con trip di Zigulì, motorazzi e vomitate, dovrebbe esser sulle righe ed avvincere, invece non vedevo l'ora che finisse la storia tra gli sbadigli. Zuffe e tarantinate varie da pataccamento cartoonistico non rendono degno di nota il resto. Non ho capito le palme e i balconi mediterranei in piena "ipotetica" Londra, anche se nella stessa p.77 gli sbirri guidano a sinistra
.
Recchioni se la spassa con Scarlett Johansson... per la nostra "Envy" (v. nome del locale a p.93) mentre Groucho se la spassa con le Winx. Passabile la battuta scorretta sul sigaro in bocca e lo scambio col gorilla in vasca.