Ripresami dallo sconcerto, provo a buttare giù qualche considerazione più articolata.
Inizierò dalle cose positive:
La continuity è meno posticcia, i riferimenti sono coerenti, rappresentano un fil rouge che guidano il lettore nel (vecchio) nuovo universo dylaniato.
Il rapporto con Rania è ironico, fatto di frecciatine, sintomo del fatto che la separazione non ha lasciato grossi strascichi ma consapevolezza si, quindi voglia di punzecchiarsi, senza rancore insormontabile. Si intuisce l'incompatibilità, ma non traspare odio. I dialoghi tra loro funzionano quasi sempre.
Un altro aspetto positivo è Groucho. Anche lui si muove, e atteggia, come qualcuno che è appena entrato nella vita del nostro eroe. Non ha il minimo senso a ragionarci sopra, ma con un po' di sforzo si possono gustare esclusivamente le sue battute. Funzionano, quasi tutte.
I disegni sono piuttosto lineari, puliti, un tratto che non inquieta, non emoziona. Rispetto al numero scorso però, i nostri mille e un eroe, registrano almeno dei cambiamenti dei tratti somatici ed espressivi, sono dinamici negli spostamenti. Hanno coerenza nei movimenti.
Non mi dispiacciono, li vedrei meglio su un'altra testata ma, nel complesso, li promuovo.
SPOILERONIIIIIII
Dopo un inizio desolante, che ci immerge nella quotidianità amorosa di Dylan Dog con l'imbecille di turno, segue un inspiegabile delitto, con uno sfondo decisamente inaspettato: un cantiere.
Ma prima di ciò, scopriamo che Berenice se ne è andata per cercare nuovi stimoli. Come darle torto, effettivamente la sua vita, dal punto in cui l'abbiamo lasciata, era fatta di una routine piatta e monotona. Meglio andare a cercare qualcosa che la vivacizzasse un po'.
A morire nel cantiere sopracitato, è un povero anziano che si dedica all'osservazione dei lavori che si svolgono al suo interno.
Sembra l'inizio di uno sketch del trio Solenghi, Lopez, Marchesini.
Carpenter, insolitamente propenso alle buone maniere (mentre Rania si dedica a fare da contraltare, ovvero la stronza completamente ad cazzum) decide di coinvolgere Dylan "perchè sì".
Scemo per scemo, chiamiamone un altro a far numero.
Da qui in poi, i "perchè si", diventano uno stile di vita. Non c'è la minima ragione perchè la storia si dipani e l'indagine proceda. Il quinto senso e mezzo è tirato fuori a vanvera, sul niente, neanche su un sentito dire sospetto, ma solo... perchè si.
Dico solo che l'indagine di Carpenter, sullo scontro fra malavitosi (molto Juliesco) era l'unica ad avere diritto di esistere, mentre la deviazione intrapresa dal nostro senziente, si fonda unicamente sul masso che blocca la strada al soggetto: "e mo'?".... "e mo' tiriamo fuori il jolly, il quinto senso e mezzo, per delle frasi smozzicate, su numeri che Dylan ha captato qua e là e che non hanno il
minimo senso, la
minima utilità investigativa. Tipo: "4 panini integrali, 2 etti di prosciutto crudo, 6 kiwi gialli" omammamia sarà mica una traccia esoterica?????????
A seguire il sempiterno feticcio di Simeoni: gli occhi.
L'anziano che si strappa le palpebre e Dylan se le incolla
per poi scoprire che, se si guarda fissamente e intensamente il tubo della fogna accadono cose inaudite...
Ma qui, davvero si chiudono le palpebre. Pare che, mentre si cerca di non addormentarsi, si sbattano le palpebre 40 volte al minuto
Quando poi si cade nello sconforto una volta sola, ma si riaprono mezz'ora dopo.
E a quel punto si decide di chiudere l'albo, per sempre.