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#406 - L'ultima risata
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 Oggetto del messaggio: Re: #406 - L'ultima risata
MessaggioInviato: ven lug 10, 2020 2:16 am 
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massi lasciamolo lavorare , in fondo è uno che si è formato nel mondo del fumetto, non vorremmo mica uno che magari era responsabile di un negozio , o uno della new economy faccia il supervisore della testata.


Ultima modifica di Goblin il ven lug 10, 2020 1:42 pm, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: #406 - L'ultima risata
MessaggioInviato: ven lug 10, 2020 12:21 pm 
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Fermo restando che per me esaminare ogni singola nuvoletta e vignetta sembra abbastanza inutile (quale albo sopravviverebbe a un vaglio critico come questo? Come se in Sclavi non ci fossero momenti morti o stupidi...), al di là della storia - in sé modesta - il punto fondamentale è che cosa speravano di ottenere con questa miniserie.

Tempo fa ho scritto proprio qui che la sensazione che avevo, fortissima, era di un lavoro fatto apposta perché fornisse la base per un film o una serie tv. All'epoca pensavo che alla base di tutto ci fosse la questione dei diritti su Groucho, mentre ora vedo che il baffone è tornato, quindi almeno questa parte me la devo rimangiare. Però continuo a pensare - e mi pare sia abbastanza chiaro a tutti - che questa mini resta un riferimento abbastanza forte per una trasposizione. Di solito è proprio così che funziona, almeno negli Stati Uniti. Le fonti per gli sceneggiatori non sono quasi mai i singoli episodi (penso alle migliaia di storielline di Superman pubblicate nell'arco di 80 anni su Action Comics), ma le storie lunghe/miniserie autonome. E' tra le ragioni degli eterni rilanci post-eventoni tipo Crisis o Flashpoint, che di fatto ricapitolano i tasselli fondamentali della storia del personaggio in un'unica avventura riassuntiva. Comunque, se lo scopo era questo - e ovviamente Recchioni si è ispirato ai numerosissimi precedenti, specialmente in casa DC -, l'operazione è riuscita. Hanno un'origine che integra tutti gli elementi fondamentali del personaggio con novità di recente introduzione (Carpenter, Rania), e in cui fra l'altro sono state corrette alcune mosse evidentemente giudicate dei passi falsi, come il pensionamento di Bloch. Questa è una mini tranquillamente vendibile in libreria in mille formati, ristampabile milioni di volte e che si può passare nelle mani di uno sceneggiatore dicendogli: ecco, becca e facci uno script. La Bonelli è dichiaratamente intenzionata a creare un universo filmico - e per carità, auguro loro ogni bene ma non è la direzione che personalmente auspicherei, e fuor di metafora il film di Dampyr mi puzza di sòla -, quindi non ci dovrebbe sorprendere troppo.

Quello che personalmente trovo il punto più debole di tutto il lavoro è la totale dipendenza dalla precedente saga della meteora. Recchioni ha giocato con le aspettative dei lettori - chiaramente ansiosi di conoscere le "regole" del nuovo Dylan, che almeno inizialmente pareva fare tabula rasa del passato - e ha lasciato intendere fino a un certo punto che Groucho nella nuova continuity era un serial killer. Alla fine tutto è tornato su binari più familiari. Mi domando però quanto peserà nel tempo questo stratagemma del finto Groucho. Tra 4-5 anni, quando la meteora sarà - credo - un lontano ricordo, un lettore occasionale che comprerà in libreria il cartonato di Dylan 666 non si ritroverà un po' smarrito a leggere una storia in cui si suggerisce così fortemente - e apparentemente senza motivo - la natura malvagia di Groucho, quando in realtà tutti, anche chi non legge Dylan, sanno che i due sono amici per la pelle? Senza l'elemento sorpresa, che ovviamente dipende dalla consapevolezza che questa storia si svolge in un "nuovo" universo, lo snodo del finto Groucho non funziona. Forse sarebbe stato più interessante andare fino in fondo, mantenere Gnaghi, la barba e l'alcoolismo e utilizzare questo Dyd 666 come un personaggio di un mondo alternativo tipo Pianeta dei Morti. Magari con toni più hardboiled, che mi sembrano nelle corde di Recchioni. E poi farlo interagire con il Dylan "regolare".

C'è poi un altro elemento su cui ho dei dubbi. Gli eterni rilanci della DC (Superman ha avuto qualcosa come 5-6 reboot in una quindicina d'anni, ogni volta con un'origine diversa) sono misure temporanee e servono più che altro a tenere in vita un mercato sostanzialmente morituro. Sono paragonabili alla scossa di un defibrillatore, insomma. In termini di continuity non c'è rilancio DC che non porti disastri e al momento è assolutamente incomprensibile cercare di capire quale passato fittizio abbiano certi eroi. Ora questo problema si sta verificando anche con Dyd. In pratica abbiamo un'origine diversa che però porta al medesimo status quo che conosciamo da anni (con qualche cambiamento, certo). Non mi è chiaro se Dylan 407 si svolga qualche anno dopo gli eventi di Dylan 406 oppure se prosegua la medesima storia raccontata nell'"anno uno" dylaniato. Se la seconda ipotesi è quella corretta, vuol dire che Recchioni sta realizzando una sorta di Ultimate Dylan Dog (come l'Ultimate Spider-man di Bendis). Quindi prima o poi ci sarà, immagino, il remake delle storie di Mana Cerace, della Zona del Crepuscolo eccetera. Paradossalmente sarebbe la soluzione più lineare. Di fatto sarebbe un Dylan totalmente recchioniano che fa piazza pulita dell'eredità di Sclavi.

Se però a essere giusta è l'ipotesi 1, quello che Recchioni sta facendo è in tutto e per tutto analogo ai vari rilanci DC. In pratica utilizzerebbe gli anni "vuoti" di Dylan (ovvero quelli trascorsi tra il finale del 406 e il nuovo 407) come una sorta di archivio in cui inserire le varie avventure storiche. Quindi, se Mana Cerace comparirà nel numero 420 non sarà presentato come una new entry, ma come un nemico con cui Dylan ha già avuto a che fare in passato. Quando sono avvenuti gli incontri precedenti? Da qualche parte tra il numero 406 e il 407. La ritengo una soluzione probabile (magari già si sa qualcosa che ignoro sul 407 e verrò smentito), perché, remake o meno, non si può cancellare la memoria dei lettori di vecchia data. Mana Cerace per loro rimarrà sempre quello de Il buio di Chiaverotti.

Qui c'è un problema, però. Il 406 restituisce lo status quo familiare, è vero... Ma non del tutto. Ci sono Dylan, Groucho, la barba non c'è. Però ci sono anche Rania e Carpenter e alcuni personaggi, come Welles, nel rilancio sono caratterizzati in modo diverso. Per cui l'unica strada che può prendere Recchioni è quella di dichiarare tutte le storie tra il n. 1 e il n. 406 avvenute, ma in modo diverso rispetto a quello che ci è stato raccontato negli albi storici (e un assaggio si è già avuto nei richiami a Jack lo Squartatore, per esempio). Tutte le avventure in cui il ruolo di Bloch come ispettore risultava fondamentale ora sono cambiate, e le azioni di Bloch sono state, immagino, svolte da Carpenter. Ma sappiamo che Carpenter e Bloch sono due personaggi diversi, con diverse caratterizzazioni... Quindi in realtà si sta forzando i personaggi in ruoli che non gli competono. Quindi sono state svolte da Bloch? Ma Bloch ora è sovrintendente, ed è chiaro che che i suoi margini di manovra sono molto diversi da quelli di un semplice ispettore, e lo sarebbero stati anche nelle avventure storiche (in quante storie Bloch deve aiutare Dylan quasi di nascosto perché teme le ire del sovrintendente?). In pratica, non si sa quanto delle storie sia ancora in continuity e quanto no.

Odio con tutto il cuore questa soluzione, che per inciso è quella abitualmente adottata in casa DC, sempre con enorme frustrazione da parte dei lettori. Crea moltissimi problemi e obbliga a indossare una specie di filtro mentale ogni volta si sceglie di rileggere le avventure classiche. Capisco che comunque si tratta di una difficoltà totalmente nerdistica e qui Recchioni può giocare agilmente sul fatto che la continuity di Dylan aveva poco senso anche prima - anzi, è stato proprio quando hanno cercato di darle forma e coerenza che sono i cominciati i guai, fin dal famigerato numero 100 -, quindi di fatto basta tirare fuori qualche pappardella sui mondi alternativi per dare una parvenza di giustificazione. Nulla mi toglierà dalla testa, comunque, che solo per il fatto di aver toccato l'argomento Recchioni abbia in pratica svegliato il can che dorme, creando una difficoltà che prima non esisteva, quando Dyd era una serie in cui contavano i singoli episodi (nonostante i goffi tentativi di Sclavi, Barbato e Ruju di tessere una continuity più ampia e complessa).


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 Oggetto del messaggio: Re: #406 - L'ultima risata
MessaggioInviato: ven lug 10, 2020 2:10 pm 
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Grazie per la lunga disamina, molto interessante e focalizzata... 8-)
...anche se non sono d'accordo su alcuni punti.

Pensare che la SBE debba diventare l'equivalente della DC/Marvel come modo di operare i formati cartacei (e le eventuali produzioni video) è la radice di molti mali che attanagliano la casa editrice oggidì.
In primis perché Lord Airold ( :evil:) si è auto-convinto, imponendosi agli autori, se non ricattandoli (v. Morgan Lost), che questo sia il sacro trend da perseguire per "modernizzare" (?!) i personaggi storici, lanciando retcon, reboot, miniserie, saghe, sottilette spillate, continuity random, e altre menate tipiche mmmeriganeggianti che non appartengono fisiologicamente al Bonelli-verse, e SOPRATTUTTO non sono idonee al modus scribendi degli autori base per quel formato (immagino già le grasse risate di Ambrosini a riguardo :lol: )

Il vero nerd è lui e chi gli va dietro dando corda in queste suggestioni (in primis il gran compare R.R.), non certo il lettore che vorrebbe semplicemente leggere buone storie e se ne frega del satellitare GPS para-cosmico che gli indichi in quale meta-universo parallelo si dimeni adesso Dylan rispetto ad al suo (abbozzato) passato o futuro (in cantiere).

Il bello di Dylan è che non aveva (quasi) regole; impostarle per una retro-pensiero posticcio e confuso non ajuta molto, specialmente perché non è una testata monoautoriale e si divincola su più uscite che creano ancora più confusione nella mente del lettore, interessata, ripeto, PERLOPIU' ALLA STORIA IN SE', e non all'HI-STORIA cronotopica del protagonista... che invece è il chiodo fisso su cui rifrulla ossessivamente l'immaginario strumentale di R.R. e delle spirito airoldesco.

Per ora mi fermo qui, tranne che su un dettaglio:
Cita:
Questa è una mini tranquillamente vendibile in libreria in mille formati, ristampabile milioni di volte e che si può passare nelle mani di uno sceneggiatore dicendogli: ecco, becca e facci uno script.


Assolutamente no :| .
Queste è una mini ad immagine e somiglianza di R.R. Agli altri autori non interessa affatto il baillame di risulta. E infatti ripartiranno con le loro storia (quasi) come se non fosse successo nulla: non è di certo una bozza da cui proseguire un'ulteriore saga o su cui i futuri albi si debbano basare. Rimettendo Groucho e Bloch in sella, tranne qualche piccolo dettaglio, si ri-conferisce agli altri autori - perché DD non è patrimonio del solo R.R. - la libertà di tornare nei soliti ranghi sorvolando su questo divertissement autoreferenziale.

E visto che è stato citato Chiaverotti, stai sicuro che Claudione non è affatto interessato a ripensare il Mana Cerace del #34 come apocrifo soltanto perché adesso Dylan è divorziato, né scrivere remake del bujo per farlo (meta)incastrare nella teoria spaziatamente profonda dei multi-Dylan paralleli recchioniana, anche perché ne ha già scritto il remake (MA) con ambientazione New Heliopolis proprio un annetto fa.

Inoltre, per quanto riguarda il volumone unico da libreria, con tutte queste ammiccate al vecchio lettore e le vecchie storie in pseudo-remake, è tutto fuorché accessibile al lettore occasionale (o fantomaticamente novello :o ) che non sa di cosa si sta meta-discutendo.

_________________
Io no capito, io no capito

(anta baka?! [...] kimochi warui)


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 Oggetto del messaggio: Re: #406 - L'ultima risata
MessaggioInviato: ven lug 10, 2020 3:40 pm 
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wolkoff ha scritto:
Pensare che la SBE debba diventare l'equivalente della DC/Marvel come modo di operare i formati cartacei (e le eventuali produzioni video) è la radice di molti mali che attanagliano la casa editrice oggidì.

Mica ho detto che sia necessariamente un bene. O un male, per quello.
Ho solo scritto che Recchioni segue alcuni modelli già sperimentati, soprattutto nei comics americani e che la Bonelli ha un certo tipo di piani in mente. Quale sia il modello ideale o il più adatto non lo sa nessuno, nemmeno Marvel e DC. Specialmente la seconda, che da un lato tiene a stento in vita gli albetti a colpi di eventoni fiacchi e dall'altro si sta orientando sempre più sul mercato delle librerie, con miniserie e volumi autoconclusivi.

wolkoff ha scritto:
Assolutamente no :| .

Ma figurati se non ne faranno almeno un volumone hardcover per le librerie (probabilmente almeno due, vista la lunghezza)!
Tutte le miniserie autocontenute si prestano a essere ristampate, esportate e - se la casa editrice ha qualche interesse in questo senso - trasformate in materiale a cui attingere per sceneggiature. Anzi, spesso è proprio lo scopo principale per cui sono realizzate.

wolkoff ha scritto:
E visto che è stato citato Chiaverotti, stai sicuro che Claudione non è affatto interessato a ripensare il Mana Cerace del #34 come apocrifo soltanto perché adesso Dylan è divorziato, né scrivere remake del bujo per farlo (meta)incastrare nella teoria spaziatamente profonda dei multi-Dylan paralleli recchioniana, anche perché ne ha già scritto il remake (MA) con ambientazione New Heliopolis proprio un annetto fa.

Non ho idea di come funzioni la Bonelli in termini di diritti relativi ai personaggi minori come Mana Cerace. Ma credo che se vogliono fare un remake de Il buio in salsa 666 proprio non abbiano bisogno del benestare di Chiaverotti. La può scrivere tranquillamente un altro scrittore.
Sempre che un simile remake sia in programma e Chiaverotti non sia disposto a scriverlo (perché non dovrebbe?), l'unica ragione per cui potrebbero interpellarlo sarebbe per una forma di cortesia nei suoi confronti.
Se poi un remake lo faranno davvero, mica è detto che la Bonelli ci perda. Ce li vedo tranquillamente a fare una collana da libreria Dyd - Old and New Boy con la storia classica E il remake.


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 Oggetto del messaggio: Re: #406 - L'ultima risata
MessaggioInviato: ven lug 10, 2020 6:30 pm 
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Iscritto il: mer apr 24, 2019 7:13 pm
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Beh stavolta l'albo mi è piaciucchiato...la storia è piacevolmente orchestrata, si avverte finalmente una discreta ispirazione in sede di sceneggiatura. Anche i dialoghi sono meno sciatti e citazionistici del solito. Piccola riflessione: prendo ogni mese ben cinque testate bonelli, ed è evidente ke anche su altri lidi non brilla proprio nessuno. Per dirne una ho mollato la lettura dell'ultimo nathan never a pag. 67, sfinito da una storiella noiosissima con un protagonista sempre più algido e freddo...


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 Oggetto del messaggio: Re: #406 - L'ultima risata
MessaggioInviato: ven lug 10, 2020 6:38 pm 
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Ogni volta che leggo "citazionismo" mi sento come un pascià, perchè io non ne colgo nemmeno una :*
Forse mi accorgerei di "No, io sono tuo padre", le altre le leggo esattamente come se non fossero mai state pronunciate prima.


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 Oggetto del messaggio: Re: #406 - L'ultima risata
MessaggioInviato: ven lug 10, 2020 7:57 pm 
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Iscritto il: mer mag 13, 2020 12:29 pm
Messaggi: 126
Myskin ha scritto:
Fermo restando che per me esaminare ogni singola nuvoletta e vignetta sembra abbastanza inutile (quale albo sopravviverebbe a un vaglio critico come questo? Come se in Sclavi non ci fossero momenti morti o stupidi...), al di là della storia - in sé modesta - il punto fondamentale è che cosa speravano di ottenere con questa miniserie.

Tempo fa ho scritto proprio qui che la sensazione che avevo, fortissima, era di un lavoro fatto apposta perché fornisse la base per un film o una serie tv. All'epoca pensavo che alla base di tutto ci fosse la questione dei diritti su Groucho, mentre ora vedo che il baffone è tornato, quindi almeno questa parte me la devo rimangiare. Però continuo a pensare - e mi pare sia abbastanza chiaro a tutti - che questa mini resta un riferimento abbastanza forte per una trasposizione. Di solito è proprio così che funziona, almeno negli Stati Uniti. Le fonti per gli sceneggiatori non sono quasi mai i singoli episodi (penso alle migliaia di storielline di Superman pubblicate nell'arco di 80 anni su Action Comics), ma le storie lunghe/miniserie autonome. E' tra le ragioni degli eterni rilanci post-eventoni tipo Crisis o Flashpoint, che di fatto ricapitolano i tasselli fondamentali della storia del personaggio in un'unica avventura riassuntiva. Comunque, se lo scopo era questo - e ovviamente Recchioni si è ispirato ai numerosissimi precedenti, specialmente in casa DC -, l'operazione è riuscita. Hanno un'origine che integra tutti gli elementi fondamentali del personaggio con novità di recente introduzione (Carpenter, Rania), e in cui fra l'altro sono state corrette alcune mosse evidentemente giudicate dei passi falsi, come il pensionamento di Bloch. Questa è una mini tranquillamente vendibile in libreria in mille formati, ristampabile milioni di volte e che si può passare nelle mani di uno sceneggiatore dicendogli: ecco, becca e facci uno script. La Bonelli è dichiaratamente intenzionata a creare un universo filmico - e per carità, auguro loro ogni bene ma non è la direzione che personalmente auspicherei, e fuor di metafora il film di Dampyr mi puzza di sòla -, quindi non ci dovrebbe sorprendere troppo.

...

C'è poi un altro elemento su cui ho dei dubbi. Gli eterni rilanci della DC (Superman ha avuto qualcosa come 5-6 reboot in una quindicina d'anni, ogni volta con un'origine diversa) sono misure temporanee e servono più che altro a tenere in vita un mercato sostanzialmente morituro. Sono paragonabili alla scossa di un defibrillatore, insomma. In termini di continuity non c'è rilancio DC che non porti disastri e al momento è assolutamente incomprensibile cercare di capire quale passato fittizio abbiano certi eroi. Ora questo problema si sta verificando anche con Dyd. In pratica abbiamo un'origine diversa che però porta al medesimo status quo che conosciamo da anni (con qualche cambiamento, certo). Non mi è chiaro se Dylan 407 si svolga qualche anno dopo gli eventi di Dylan 406 oppure se prosegua la medesima storia raccontata nell'"anno uno" dylaniato. Se la seconda ipotesi è quella corretta, vuol dire che Recchioni sta realizzando una sorta di Ultimate Dylan Dog (come l'Ultimate Spider-man di Bendis). Quindi prima o poi ci sarà, immagino, il remake delle storie di Mana Cerace, della Zona del Crepuscolo eccetera. Paradossalmente sarebbe la soluzione più lineare. Di fatto sarebbe un Dylan totalmente recchioniano che fa piazza pulita dell'eredità di Sclavi.

Se però a essere giusta è l'ipotesi 1, quello che Recchioni sta facendo è in tutto e per tutto analogo ai vari rilanci DC. In pratica utilizzerebbe gli anni "vuoti" di Dylan (ovvero quelli trascorsi tra il finale del 406 e il nuovo 407) come una sorta di archivio in cui inserire le varie avventure storiche. Quindi, se Mana Cerace comparirà nel numero 420 non sarà presentato come una new entry, ma come un nemico con cui Dylan ha già avuto a che fare in passato. Quando sono avvenuti gli incontri precedenti? Da qualche parte tra il numero 406 e il 407. La ritengo una soluzione probabile (magari già si sa qualcosa che ignoro sul 407 e verrò smentito), perché, remake o meno, non si può cancellare la memoria dei lettori di vecchia data. Mana Cerace per loro rimarrà sempre quello de Il buio di Chiaverotti.

Qui c'è un problema, però. Il 406 restituisce lo status quo familiare, è vero... Ma non del tutto. Ci sono Dylan, Groucho, la barba non c'è. Però ci sono anche Rania e Carpenter e alcuni personaggi, come Welles, nel rilancio sono caratterizzati in modo diverso. Per cui l'unica strada che può prendere Recchioni è quella di dichiarare tutte le storie tra il n. 1 e il n. 406 avvenute, ma in modo diverso rispetto a quello che ci è stato raccontato negli albi storici (e un assaggio si è già avuto nei richiami a Jack lo Squartatore, per esempio). Tutte le avventure in cui il ruolo di Bloch come ispettore risultava fondamentale ora sono cambiate, e le azioni di Bloch sono state, immagino, svolte da Carpenter. Ma sappiamo che Carpenter e Bloch sono due personaggi diversi, con diverse caratterizzazioni... Quindi in realtà si sta forzando i personaggi in ruoli che non gli competono. Quindi sono state svolte da Bloch? Ma Bloch ora è sovrintendente, ed è chiaro che che i suoi margini di manovra sono molto diversi da quelli di un semplice ispettore, e lo sarebbero stati anche nelle avventure storiche (in quante storie Bloch deve aiutare Dylan quasi di nascosto perché teme le ire del sovrintendente?). In pratica, non si sa quanto delle storie sia ancora in continuity e quanto no.

Odio con tutto il cuore questa soluzione, che per inciso è quella abitualmente adottata in casa DC, sempre con enorme frustrazione da parte dei lettori. Crea moltissimi problemi e obbliga a indossare una specie di filtro mentale ogni volta si sceglie di rileggere le avventure classiche. Capisco che comunque si tratta di una difficoltà totalmente nerdistica e qui Recchioni può giocare agilmente sul fatto che la continuity di Dylan aveva poco senso anche prima - anzi, è stato proprio quando hanno cercato di darle forma e coerenza che sono i cominciati i guai, fin dal famigerato numero 100 -, quindi di fatto basta tirare fuori qualche pappardella sui mondi alternativi per dare una parvenza di giustificazione. Nulla mi toglierà dalla testa, comunque, che solo per il fatto di aver toccato l'argomento Recchioni abbia in pratica svegliato il can che dorme, creando una difficoltà che prima non esisteva, quando Dyd era una serie in cui contavano i singoli episodi (nonostante i goffi tentativi di Sclavi, Barbato e Ruju di tessere una continuity più ampia e complessa).


Ti ringrazio anch'io per il tuo intervento, molto interessante, preciso e (per quanto mi riguarda) quasi interamente condivisibile. Io di fumetti americani non so nulla, quindi per me il tuo excursus storico/editoriale è stato utilissimo, ma la conclusione a cui sono giunto è pressappoco la tua: tutto questo parlare di canoni e di continuity mi sembra frutto di un'ossessione molto contemporanea, non solo di Recchioni ma di una certa tipologia di lettori di fumetti... e, come ogni ossessione, se non la condividi finisce per sembrarti come minimo insensata, o fastidiosa. Io, ad esempio, non credo di essermi mai fatto problemi di questo tipo: a parte i casi eclatanti come "Storia di Nessuno" o "L'ultimo uomo sulla Terra", ci sono state diverse storie il cui finale era abbastanza aperto o sospeso (penso a "Caccia alle streghe", ma anche a un albo sicuramente meno epocale come "Il persecutore", che ho riletto di recente, e che si conclude con Dylan che ha ancora la casa deserta e che non ha ancora ritrovato la famigerata ricevuta delle tasse del 1996 -e che non ritroverà, viene lasciato intendere), ma che poi non hanno avuto alcuna influenza su quanto è stato scritto/letto dopo (detto altrimenti: quelle sospensioni/anomalie non sono mai state esplicitamente risolte, lo status quo è tornato a farla da padrone). Le pappardelle sui mondi alternativi le aveva già cucinate splendidamente Sclavi ai tempi di "Storia di Nessuno", e non credo fosse necessario ritornare ulteriormente sull'argomento... :)

Un'unica obiezione:

Myskin ha scritto:
Quello che personalmente trovo il punto più debole di tutto il lavoro è la totale dipendenza dalla precedente saga della meteora. Recchioni ha giocato con le aspettative dei lettori - chiaramente ansiosi di conoscere le "regole" del nuovo Dylan, che almeno inizialmente pareva fare tabula rasa del passato - e ha lasciato intendere fino a un certo punto che Groucho nella nuova continuity era un serial killer. Alla fine tutto è tornato su binari più familiari. Mi domando però quanto peserà nel tempo questo stratagemma del finto Groucho. Tra 4-5 anni, quando la meteora sarà - credo - un lontano ricordo, un lettore occasionale che comprerà in libreria il cartonato di Dylan 666 non si ritroverà un po' smarrito a leggere una storia in cui si suggerisce così fortemente - e apparentemente senza motivo - la natura malvagia di Groucho, quando in realtà tutti, anche chi non legge Dylan, sanno che i due sono amici per la pelle? Senza l'elemento sorpresa, che ovviamente dipende dalla consapevolezza che questa storia si svolge in un "nuovo" universo, lo snodo del finto Groucho non funziona.


Nell'ottica di una futura pubblicazione in formato deluxe, da libreria/fumetteria, a me sembra che questo mini-ciclo 666 abbia problemi anche più profondi rispetto alla questione Groucho. Non ho più i primi albi, quindi mi tocca andare a memoria, ma di sicuro non ho mai avuto l'impressione che fosse stata progettata come un'unica storia divisa in sei albi (e, per quello che può valere, non ricordo neanche che sia mai stata presentata in questi termini).
Secondo me, il lettore occasionale fra quattro-cinque anni avrà molti altri motivi per sentirsi smarrito: ad esempio, potrebbe chiedersi perché il serial killer e Anna Never vengano introdotti così tardi, visto il loro peso narrativo; viceversa, molte parti (quella dedicata a Jack lo Squartatore, la parentesi onirica che citava "Le notti della luna piena", la ventina/trentina di pagine dedicate alla questione degli Uccisori e di Lord Wells) gli risulteranno incomprensibili o trattate in maniera del tutto insoddisfacente (e questo perché, infatti, non erano rivolte a lui/lei, bensì al lettore storico).

Anche qui, credo che Recchioni (e chiunque altro si trovi nella stanza dei bottoni) si sia creato da solo il problema: non poteva/voleva rivolgersi esclusivamente ai fedelissimi, ma non poteva neppure ignorarli del tutto, e quello che ne è uscito è un compromesso che (forse inevitabilmente) rischia di scontentare tutti, in modi e per ragioni differenti.

_________________
Non giudicare gli uomini sulla base delle loro opinioni, ma da ciò che le opinioni possono fare di loro. (Georg Christoph Lichtenberg)


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 Oggetto del messaggio: Re: #406 - L'ultima risata
MessaggioInviato: ven lug 10, 2020 10:21 pm 
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@Myskin
...penso che non hai propriamente compreso quello che volevo dire...

Myskin ha scritto:
wolkoff ha scritto:
Pensare che la SBE debba diventare l'equivalente della DC/Marvel come modo di operare i formati cartacei (e le eventuali produzioni video) è la radice di molti mali che attanagliano la casa editrice oggidì.

Mica ho detto che sia necessariamente un bene. O un male, per quello.
Ho solo scritto che Recchioni segue alcuni modelli già sperimentati, soprattutto nei comics americani e che la Bonelli ha un certo tipo di piani in mente. Quale sia il modello ideale o il più adatto non lo sa nessuno, nemmeno Marvel e DC. Specialmente la seconda, che da un lato tiene a stento in vita gli albetti a colpi di eventoni fiacchi e dall'altro si sta orientando sempre più sul mercato delle librerie, con miniserie e volumi autoconclusivi.


Ed io non ho mica detto che hai perorato la causa. Ho solo spiegato il (presunto) fenomeno dal mio punto di vista.

E poi quali librerie, quelle italiane?
E mi pare pure logico, visto che in madrepatria i comics si vendono solo nei negozietti per nerd sfigati (tipo il Comic Book Guy* dei Simpson) con tirature da far sbellicare dalla risa la SBE, calcolando come USA+Canada vantano 6 volte la popolazione italiana :lol: .
La SBE si è ingenuamente infatuata dell'idea che le megaproduzioni kolossal video dei super-eroi stellestrisce si possano scimmiottare qui da noi con risultati simili, senza valutare che il cartaceo non vende (proporzionalmente) una mazza oltreoceano, mentre da noi sarà ancora per parecchio la base di tutto, e che molti personaggi/autori non sono compatibili con certe modalità di scrittura da Bonelli-verso, versioni ultimate, miniserie, stagioni e altre amenità tipiche per personaggi impigiamati che risorgono editorialmente una tantum nel corso degli anni, sotto qualche grossa firma, ed hanno bisogno di esser ri-concepiti con una nuovo canone di continuity per non contraddirsi con le precedenti saghe.

Senza contare tutti gli $kei che ci vogliono per intavolare una pellicola (o una serie tv) sulla decenza, con tempi di produzione biblici, protratti ben oltre qualsiasi fisima da saga 666 e sua presunta auge.
Ma finché il paninaro Airoldi ( :? :? :? ) non verrà defenestrato dal povero Davide B. succube di gatti & volpi varie, la vedo dura invertire questa tendenza fuorviante se non deleteria.


Cita:
Ma figurati se non ne faranno almeno un volumone hardcover per le librerie (probabilmente almeno due, vista la lunghezza)!


E chi ha mai detto che non verranno ristampate? Se non sbaglio esiste già il #401+#402 in volume unico da libreria per spillare soldi ai soliti noti, a livello di collezionismo compulsivo e completismo ansiopatico. Di certo è un prodotto, visti i contenuti, piuttosto refrattario al pubblico occasionale o per le fantomatiche nuove leve, che non comprenderanno nulla di tutto il meta-discorso intavolato, scie di meteore comprese.


Dicevo semplicemente che questa miniserie 666 è stato solo un giocattolino/sfizio imbastito nel diorama personalissimo di un certo R.R, e non costituirà mai la base per fornire il canovaccio/starting point di base per altri sviluppi da parte di altri autori. Figurarsi se può costituire una forma di "canone" qualsivoglia o se uno sceneggiatore tv la prenderebbe a fondamento per intavolare una trasposizione di Dylan Dog... quando di fatto non esiste una trama, a parte i soliti meta-pipponi per metter in discussione il protagonista, trovare degli alibi patetici al presunto reset della meteora, e poi riportare tutto come prima con un colpo di spugnetta... non prima di cloache di citazioni a gogo.
Neanche su Rai Burp ( :P nel senso di rutto) passerebbero roba simile.

Più che altro potrebbe servire se qualche sceneggiatore tv volesse inventarsi una serie psico-autobiografica sulle frustrazioni narrative di un certo R.R...


Myskin ha scritto:
wolkoff ha scritto:

E visto che è stato citato Chiaverotti, stai sicuro che Claudione non è affatto interessato a ripensare il Mana Cerace del #34 come apocrifo soltanto perché adesso Dylan è divorziato, né scrivere remake del bujo per farlo (meta)incastrare nella teoria spaziatamente profonda dei multi-Dylan paralleli recchioniana, anche perché ne ha già scritto il remake (MA) con ambientazione New Heliopolis proprio un annetto fa.

Non ho idea di come funzioni la Bonelli in termini di diritti relativi ai personaggi minori come Mana Cerace. Ma credo che se vogliono fare un remake de Il buio in salsa 666 proprio non abbiano bisogno del benestare di Chiaverotti.


8-) Ma a Chiaverotti non gliene sbatte un'allegra mazza delle fisime recchioniane stile 666, multiversi gattopardeschi, ex-mogli, padri non più padri, etc. Lui va per conto suo. Tant'è vero che la nuova storia su Mana Cerace (che NON E' UN REMAKE) è nata originariamente per l'Old Boy, e solo in un secondissimo momento è stata dirottata in modo coatto sulla regolare per darle lustro, cambiando qualche baloon o vignetta, coi riferimenti a Bloch, Rania, etc.

Non si tratta di possedere i diritti di Mana Cerace. Si tratta che i remake stile 666 sono e saranno materia limitata all'immaginario di R.R. Un immaginario molto flebile, visto che neanche a lui interessava il vero remake in sé (a parte L'alba dei Morti Viventi, che avrà riscritto per la 4a volta :( ), ma soltanto lanciare i soliti meta-strilloni, far sfilare in passerella Mater Morbi, e poi ficcarci un pajo di tavole delle streghe dalla Foresta Nera, un quarto di epidemia di Uccisori, due sorsate di Jack the Ripper al museo, e uno spicchio di Anna Never arrapata.
Un cocktail con molta meno sostanza del ghiaccio in cui non andrà conservato, sciogliendosi prontamente alla memoria dei successivi autori per i prossimi albi, come un battito d'ali di farfalla inchiodata al muro.


--------------------
*E lui cosa ne pensa della fine di (quel) mondo meteoristica?

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MessaggioInviato: sab lug 11, 2020 12:21 am 
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Stavros ha scritto:
Ti ringrazio anch'io per il tuo intervento, molto interessante, preciso e (per quanto mi riguarda) quasi interamente condivisibile. Io di fumetti americani non so nulla, quindi per me il tuo excursus storico/editoriale è stato utilissimo, ma la conclusione a cui sono giunto è pressappoco la tua: tutto questo parlare di canoni e di continuity mi sembra frutto di un'ossessione molto contemporanea, non solo di Recchioni ma di una certa tipologia di lettori di fumetti... e, come ogni ossessione, se non la condividi finisce per sembrarti come minimo insensata, o fastidiosa.
...
Secondo me, il lettore occasionale fra quattro-cinque anni avrà molti altri motivi per sentirsi smarrito: ad esempio, potrebbe chiedersi perché il serial killer e Anna Never vengano introdotti così tardi, visto il loro peso narrativo; viceversa, molte parti (quella dedicata a Jack lo Squartatore, la parentesi onirica che citava "Le notti della luna piena", la ventina/trentina di pagine dedicate alla questione degli Uccisori e di Lord Wells) gli risulteranno incomprensibili o trattate in maniera del tutto insoddisfacente (e questo perché, infatti, non erano rivolte a lui/lei, bensì al lettore storico).

Grazie.
Aggiungo un paio di dettagli:

1- La continuity - se per continuity si intende serialità, con uno sviluppo della storia più o meno complesso o plausibile - non è necessariamente un fattore negativo. Gran parte dell'intrattenimento moderno si basa proprio sulla serialità e sulla continuity, basti pensare al ciclo cinematografico degli Avengers, a Netflix o a certi eccellenti fumetti Image o manga. La differenza fondamentale rispetto alla maggior parte dei personaggi Bonelli è che in tutti casi che ho citato c'è un finale verso cui la storia tende, quindi un climax, o si ha l'impressione che ci sia. I fumetti di supereroi DC e Marvel, che generalmente non si muovono in direzione di una fine definitiva, in realtà si pongono in una situazione leggermente diversa rispetto ai comics Image, perché a scandire la vita fittizia del personaggio concorrono sia i singoli episodi delle specifiche saghe (il ciclo di Batman No man's Land per dare l'idea, è durato un anno ed era composto da episodi settimanali) così come una serie di "pietre miliari" (sempre in ambito batmaniano, per esempio, c'è la morte del secondo Robin). Di conseguenza, nei comics supereroistici si sopperisce all'assenza di un finale con alcuni elementi fissi e riconoscibili del passato del personaggio (per quante volte decidano di rilanciare la continuity di Batman ci sarà sempre un primo incontro tra lui e il Joker), ovvero con delle microsaghe a volte anche molto incalzanti, ma autocontenute e facili da "rimuovere" o dimenticare. Qui però il discorso si farebbe troppo lungo e complicato e non voglio allontanarmi eccessivamente dal caso Bonelli.

In Dyd una continuity serrata è impossibile, perché il personaggio vive di singoli episodi senza sottotrame importanti che li congiungano (c'è stata la meteora, sì, ma era proprio l'unica eccezione). Questa è stata la norma finora. Per Dylan Dog, quindi, microsaghe vere e proprie non esistono: ci sono casi rarissimi di nemici ricorrenti (Nora Cuthbert, Hicks, Xabaras), ma in generale si è scomodata la continuity solo in riferimento al passato. Questo fattore è stato declinato in vari modi: nel caso più indolore, Dylan può semplicemente ricordarsi di aver incontrato un certo nemico in un vecchio albo, oppure - la circostanza peggiore, di solito quella che viene rispolverata negli albi celebrativi - può cercare di venire a capo della confusissima vicenda del padre, con Xabaras e il galeone.

Si è quindi sempre trattato di una continuity molto lieve. C'è da dire però che secondo me una certa esigenza di continuity/sviluppo ha cominciato a sentirsi negli ultimi anni, soprattutto per la specifica natura di Dylan Dog: alcuni elementi erano ormai insostenibili, come il rifiuto del cellulare, ma soprattutto è difficile pretendere che Dylan abbia verso i mostri lo stesso atteggiamento disincantato o addirittura scettico che aveva nei primi 50 albi, quando ancora poteva fingere che le sue avventure fossero di incubi/allucinazioni. Recchioni ha provato a metterci una pezza, che poi ci sia riuscito è un altro paio di maniche.

E c'è un altro dettaglio importante, ovvero il cosiddetto time scaling. Ci sono dei casi in cui la continuity DEVE per forza essere modificata, perché alcuni episodi fondamentali contengono dei riferimenti temporali ormai troppo datati e riconoscibili. Iron man, per esempio, realizzava originariamente la sua armatura in seguito a un episodio avvenuto in piena Guerra del Vietnam. Se questo dettaglio fosse stato mantenuto, nelle storie ambientate nel presente il personaggio dovrebbe essere almeno ottantenne. Di conseguenza, nel corso degli anni si sono rinarrate le origini a più riprese, ogni volta eliminando i riferimenti non più attuali e sostituendoli con altri maggiormente recenti. Nell'ultima versione, per esempio, il conflitto è quello afghano, non vietnamita.

Ora, benché Sclavi abbia talvolta anche usato degli anacronismi spudorati (l'impiccagione in Memorie dall'invisibile), ci sono dei casi - rari e circostanziati, ma ci sono - in cui la storia deve per forza essere "rimossa" perché invecchierebbe troppo il personaggio. Penso a I killer venuti dal buio o Il ritorno di Killex, in cui la trama verte in parte su date ben precise, oppure - il caso più clamoroso - tutti i riferimenti al conflitto nordirlandese in Finché morte non ci separi. Se Dylan avesse davvero vissuto nel periodo più buio dei Troubles, nelle storie contemporanee dovrebbe essere come minimo un cinquantenne...

C'è da dire che, pur con tutte queste difficoltà, Dyd è in una situazione relativamente privilegiata perché i testi storici sono ancora leggibili, almeno per la maggior parte. Martin Mystère - intendo quello storico - mi sembra preso molto peggio. Certe storie a sfondo tecnologico sono sorpassatissime, e anche i dialoghi dei personaggi sembrano insopportabilmente lunghi e didattici. Direi che la mini a colori con cui hanno semi-rilanciato Martin (in pratica la stessa operazione che hanno tentato con Dylan e probabilmente con le medesime finalità, solo che in quel caso era dichiaratamente una continuity separata) costituiva una necessità assai più forte per il BVZM che per l'Indagatore dell'incubo...

2- In risposta alla tua osservazione sulla fruibilità di Dyd 666 tra qualche tempo: faccio un po' fatica a mettermi nei panni di un ipotetico lettore occasionale del futuro, anche perché credo che la Bonelli potrebbe essere molto diversa tra 4-5 anni. L'unica cosa che mi viene da pensare è che ci sarà una differenza fondamentale tra lui e un lettore del 1986: il secondo non aveva idea di chi fosse Dyd, mentre il primo probabilmente saprà almeno che è una specie di acchiappafantasmi. Credo che quei riferimenti a Jack lo Squartatore verranno visti semplicemente come squarci di avventure "tipiche" del personaggio. Un po' come quando nelle storie di Superman lo si vede in una breve vignetta menarsi con un robot gigante, anche se poi di quell'avventura non sappiamo mai nulla. Credo che la parte su Groucho e sui mondi alternativi sia molto più pesante e di difficile comprensibilità.

Attenzione però, perché credo che ci siano altri dettagli il cui peso è stato un po' sottovalutato dai lettori di vecchia data. Ci si è concentrati tantissimo su Gnaghi e la barba, ma - se Dyd 666 rimarrà l'origine "ufficiale" - altri elementi potrebbero incidere assai più fortemente in futuro. Per esempio l'attuale status di Rania.

Devo riconoscere che Recchioni è stato piuttosto astuto per quanto concerne questo specifico elemento. Gli autori hanno tentato per anni di proporre Rania come possibile oggetto di attenzioni sentimentali da parte di Dylan. Hanno sempre fallito, sia perché il personaggio è piuttosto insulso, sia perché era difficile credere che Dyd fosse interessato a una sola donna vista la sfilza di modelle che gli si presenta alla porta a ogni numero. Cosa combina Recchioni, allora? Rilancia Dylan Dog e impone di default Rania come interesse romantico (non mi vengono modi migliori per tradurre love interest...). Che siano stati sposati e che esista ancora una tensione tra i due adesso è proprio uno degli elementi fondanti di Dylan. E' nel suo passato ufficiale. Non abbiamo mai visto la loro storia d'amore (magari un giorno faranno delle Untold Stories del nuovo Dylan), siamo "obbligati" ad accettare la situazione. Si tratta di un atto di slealtà da parte di Recchioni? Un po' sì, ma secondo me non più di Sclavi che si inventa Lillie - mai vista né calata fino a quel momento - come potenziale amore della vita di Dylan e addirittura sposa, per un solo albo celebrativo...


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 Oggetto del messaggio: Re: #406 - L'ultima risata
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wolkoff ha scritto:
E mi pare pure logico, visto che in madrepatria i comics si vendono solo nei negozietti per nerd sfigati (tipo il Comic Book Guy* dei Simpson) con tirature da far sbellicare dalla risa la SBE, calcolando come USA+Canada vantano 6 volte la popolazione italiana :lol: .

In realtà una delle ragioni per cui i retailer stanno morendo è anche che DC e Marvel si stanno orientando sempre più verso alcuni prodotti da libreria di varia (o da Amazon). Esistono alcune collane create apposta a questo scopo e probabilmente tra qualche anno saranno la norma, mentre a essere abbandonati saranno i floppies, cioè gli albetti.

wolkoff ha scritto:
La SBE si è ingenuamente infatuata dell'idea che le megaproduzioni kolossal video dei super-eroi stellestrisce si possano scimmiottare qui da noi con risultati simili, senza valutare che il cartaceo non vende (proporzionalmente) una mazza oltreoceano, mentre da noi sarà ancora per parecchio la base di tutto, e che molti personaggi/autori non sono compatibili con certe modalità di scrittura da Bonelli-verso, versioni ultimate, miniserie, stagioni e altre amenità tipiche per personaggi impigiamati che risorgono editorialmente una tantum nel corso degli anni, sotto qualche grossa firma, ed hanno bisogno di esser ri-concepiti con una nuovo canone di continuity per non contraddirsi con le precedenti saghe.

Senza contare tutti gli $kei che ci vogliono per intavolare una pellicola (o una serie tv) sulla decenza, con tempi di produzione biblici, protratti ben oltre qualsiasi fisima da saga 666 e sua presunta auge.
Ma finché il paninaro Airoldi ( :? :? :? ) non verrà defenestrato dal povero Davide B. succube di gatti & volpi varie, la vedo dura invertire questa tendenza fuorviante se non deleteria.

Bah, mi sembra poco sensato liquidare tutta l'operazione come un'azione da sprovveduti considerato che A- Non sappiamo nulla dei retroscena e B- Non è ancora iniziata.
Non ho una grande opinione del film di Dampyr (almeno... Da quel che s'è visto finora) e, come ho scritto, non è la direzione che personalmente auspicherei. Vederci un flop annunciato però mi sembra solo una gufata. Potrebbe essere un disastro, ma chi non tenta ha già perso. Vista l'aria che tira era evidente che prima o poi avrebbero tentato anche questa strada: il momento è buono come qualsiasi altro.


wolkoff ha scritto:
Dicevo semplicemente che questa miniserie 666 è stato solo un giocattolino/sfizio imbastito nel diorama personalissimo di un certo R.R, e non costituirà mai la base per fornire il canovaccio/starting point di base per altri sviluppi da parte di altri autori. Figurarsi se può costituire una forma di "canone" qualsivoglia o se uno sceneggiatore tv la prenderebbe a fondamento per intavolare una trasposizione di Dylan Dog... quando di fatto non esiste una trama,

Mi sembra che invece lo stiano facendo già adesso. Usarla come base per una nuova continuity, intendo.
Che poi la usino anche come base per un film o una serie TV, beh, questo si vedrà. Di solito, come ho scritto, questo è proprio lo scopo a monte di certe rinarrazioni autoconclusive delle origini. Ma anche se lo facessero, di sicuro non sarebbe una trasposizione fedele. Non funziona mai così.
L'uomo d'acciaio di Zack Snyder, che riprende le origini di Superman, è platealmente ispirato a una GN di JM Straczynski (orrenda peraltro, molto peggio di Dyd 666). Non c'è lo stesso cattivo, la trama è completamente diversa in certi punti, ma la storia è quella. In un'ipotetica origine filmica di Dyd ispirata a Dyd 666 probabilmente ometterebbero tutta la pappardella sui mondi alternativi, ma conserverebbero gli snodi fondamentali della miniserie.


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 Oggetto del messaggio: Re: #406 - L'ultima risata
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C'è un po' di roba... :3


Myskin ha scritto:
wolkoff ha scritto:
E mi pare pure logico, visto che in madrepatria i comics si vendono solo nei negozietti per nerd sfigati (tipo il Comic Book Guy* dei Simpson) con tirature da far sbellicare dalla risa la SBE, calcolando come USA+Canada vantano 6 volte la popolazione italiana :lol: .

In realtà una delle ragioni per cui i retailer stanno morendo è anche che DC e Marvel si stanno orientando sempre più verso alcuni prodotti da libreria di varia (o da Amazon). Esistono alcune collane create apposta a questo scopo e probabilmente tra qualche anno saranno la norma, mentre a essere abbandonati saranno i floppies, cioè gli albetti.


Appunto. In America stanno mollando il cartaceo da vendita retailer perché vendono spiccioli.
Quello di saghe, miniserie, reboot, etc... non è un modello ancora esportabile presso la SBE, e soprattutto non lo è per il modus scribendi dei personaggi e degli autori che lavorano per lei. E per fortuna direi, visto che abbiamo anche una concezione diversa di "libreria", mentre loro l'edicola non sanno neanche cosa sia.
Il giorno in cui il mercato della SBE verrà fagocitato da leviathani come Amazon, spero di esser già partito già per Tersicore (in senso Neveriano). :D

Cita:
Non ho una grande opinione del film di Dampyr (almeno... Da quel che s'è visto finora) e, come ho scritto, non è la direzione che personalmente auspicherei. Vederci un flop annunciato però mi sembra solo una gufata


Io non ho parlato affatto del film di Dampyr, ma tu che lo citi non mi sembri tanto persuaso né entusiasta dalla sua fattura. Questo per dire che buttarsi nel mondo del grandeschermo (o delle serie tv) non è una cosa semplice o da pivelli, e basta poco per far figure di palta come per l'orrido Dylan Movie di qualche anno fa, spendendo non pochi soldini. Non sono pessimista in generale, quindi ben vengano films, cartoni, etc... ma il gioco NON VALE IN ANTICIPO LA CANDELA, se per adattarsi a questi formati mmeriganeggianti da Netflix&co devono deturpare, anni prima dell'uscita su schermo, tutte le serie cartacee in quella prospettiva di scrittura :x: :x: :x: .

Myskin ha scritto:
wolkoff ha scritto:
Dicevo semplicemente che questa miniserie 666 è stato solo un giocattolino/sfizio imbastito nel diorama personalissimo di un certo R.R, e non costituirà mai la base per fornire il canovaccio/starting point di base per altri sviluppi da parte di altri autori.

Mi sembra che invece lo stiano facendo già adesso. Usarla come base per una nuova continuity, intendo


Non proprio. Le prossime due storie sono state concepite in una dimensione a parte rispetto alle (pseudo)novità del ciclo 666, quasi antecedente. Basti vedere i disegni retrò di Roi per il #407 in edicola tra una ventina di giorni. E lo stesso dicasi per i 3 albi successivi di Chiaverotti su Mana Cerace nati per l'Old Boy in origine. L'unica cosa che dovranno far presente gli autori è qualche battutina bonus su Rania ex-moglie e poi possono pure spacciare (ritoccandola) qualche storia del Maxi su questi lidi post-666.
Non è una miniserie che fa storia, perché non ha una storia in sé. Semplice. E' solo un meta-raccontarsi addosso del perché Dylan dovrebbe esser così e non cosà, e alla fine si torna a ciooosò :cry: .

Myskin ha scritto:
In Dyd una continuity serrata è impossibile, perché il personaggio vive di singoli episodi senza sottotrame importanti che li congiungano... Si è quindi sempre trattato di una continuity molto lieve.

C'è da dire però che secondo me una certa esigenza di continuity/sviluppo ha cominciato a sentirsi negli ultimi anni, soprattutto per la specifica natura di Dylan Dog: alcuni elementi erano ormai insostenibili, come il rifiuto del cellulare, ma soprattutto è difficile pretendere che Dylan abbia verso i mostri lo stesso atteggiamento disincantato o addirittura scettico che aveva nei primi 50 albi, quando ancora poteva fingere che le sue avventure fossero di incubi/allucinazioni. Recchioni ha provato a metterci una pezza


Con cui si sta ancora fustigando, tipo asciugamano bagnato da tortura... :tc:

Attualizzare mettendo qualche smartphone, un riferimento alla socialità web, o alla Brexit non riguarda la continuity inter-narrativa in sé, ma serve soltanto a svecchiare il setting del personaggio per non farlo sembrare avulso dai tempi che corrono in pista, o eternamente cristallizzato nei primi anni '90s (salvo diversamente indicato). Dylan appartiene sempre al tempo in cui viene scritto, di volta in volta, essendo molto più dinamico/plastico di quello che pensate: se Lillie adombra il periodo dell'IRA, non vedo per quale motivo disconoscerla adesso soltanto perché lo scenario irlandese è cambiato.

E in aggiunta questo fatto dello scetticismo è stata un'altra pochade auto-contraddittoria ad effetto boomerang, perché finché gli conveniva (e parlo di poco fa) lo stesso R.R. è venuto qui sopra a sbandierare che Dylan rinasce scettico dopo ogni episodio, complice la linea di Sclavi in Nel Mistero e Dopo un Lungo Silenzio (usati stile vessillo ermeneutico all'occhiello edipico) salvo poi rimangiarsi tutti e presentarci un Dylan barbuto 666 appassionato cacciatore di mostri.

Anche per evitare queste defaillances logiche, in linea di massima Dylan Dog come personaggio multi-autoriale è fisiologicamente refrattario alla continuity, perché ci vorrebbe uno sforzo immane a coordinare i vari autori annualmente (in anticipo) sull'inedito. La saga della meteora è una dimostrazione sotto gli occhi di tutti. Si può imbastire in teoria sulle collane esterne, come sta provando a fare Bilotta sullo Speciale, se non fosse per il suo deliquio digressionista in cui si sta perdendo pure lui...come macrotrama senza avanzamenti negli ultimi 3 anni.

Cita:
L'unica cosa che mi viene da pensare è che ci sarà una differenza fondamentale tra [un nuovo lettore] e un lettore del 1986: il secondo non aveva idea di chi fosse Dyd, mentre il primo probabilmente saprà almeno che è una specie di acchiappafantasmi. Credo che quei riferimenti a Jack lo Squartatore verranno visti semplicemente come squarci di avventure "tipiche" del personaggio


Di tipico, in senso di classico, in quel frammento del #403 non c'è propriamente nulla.
Si vede nella scena del museo delle cere soltanto (una sconosciuta) Jane, non presentata nel #402, di punto in bianco intenta a brandire un bisturi e non si capisce una peppa dei retroscena. Solo chi ha letto il #2 può capirlo. Chi apre candidamente una storia ex-novo e si trova una cosa del genere penserà di esser stato trollato o di di non averci afferrato alcun nesso per colpa non sua.
Meraviglie dei meta-discorsi in frammenti di remake... :o

Cita:
Devo riconoscere che Recchioni è stato piuttosto astuto per quanto concerne questo specifico elemento. Gli autori hanno tentato per anni di proporre Rania come possibile oggetto di attenzioni sentimentali da parte di Dylan. Hanno sempre fallito, sia perché il personaggio è piuttosto insulso, sia perché era difficile credere che Dyd fosse interessato a una sola donna


Ma quale scaltrezza, by Jove :roll: .
Non hanno fallito gli altri autori: è il suo concept nativo di character e le sue indicazioni che erano fallate in origine... come ha dovuto verificare di persona. O forse credi che tutti quei siparietti con Rania e Carpenter siano farina del sacco della Barbato, Eccher, Marzano, Simeoni etc? Il direttore d'orchestra che ha spinto per quelle sezioni dal #338 in poi è stato proprio R.R. ed è lui a prendersene le responsabilità, non certo i poveri autori che hanno dovuto ficcare di straforo i cameo dei due cartonati per imposizione autopromozianale dall'altr(r)o del loro creatore.

Adesso, pur di non riconoscere di aver toppato alla grande, prova a rilanciare la posta cambiando un po' di carte (tarocche) in tavola nei parametri relazionali facendo di Rania una ex-moglie, giusto per aumentare il tasso da telenovelas ed i bisticci da slapstick comedy nei siparietti.
E comunque non era difficile pensare (anche prima) che Dylan fosse interessato ad una che non gliela dava ma gli ronzava sempre attorno, nonostante la svampita Dylangirl del mese già pronta sotto le lenzuola :*

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Goblin ha scritto:
massi lasciamolo lavorare , in fondo è uno che si è formato nel mondo del fumetto, non vorremmo mica uno che magari era responsabile di un negozio , o uno della new economy faccia il supervisore della testata.


Cavaletto uno di noi! Massì! Direttamente dal diciottesimo Maxi.

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wolkoff ha scritto:
Quello di saghe, miniserie, reboot, etc... non è un modello ancora esportabile presso la SBE, e soprattutto non lo è per il modus scribendi dei personaggi e degli autori che lavorano per lei.
...
ma il gioco NON VALE IN ANTICIPO LA CANDELA, se per adattarsi a questi formati mmeriganeggianti da Netflix&co devono deturpare, anni prima dell'uscita su schermo, tutte le serie cartacee in quella prospettiva di scrittura

Bah, che valga o no la candela in realtà non lo sai.
Queste mi sembrano semplicemente ipotesi che auspichi personalmente - e in parte condivido, perché non sono interessato a un universo cinematografico Bonelli. Ma quello che interessa a un singolo lettore ha poco a che vedere con quello che la Bonelli ritiene - e magari effettivamente è - il suo investimento migliore. Ritengo, e onestamente mi pare un'ovvietà, che il modello Bonelli attuale non potrà resistere ancora per molti anni, quindi mi sembra inevitabile che comincino ad orientarsi in direzioni diverse. E queste scelte porteranno inevitabilmente anche a un cambiamento nello stile di scrittura, nei formati, eccetera. Non è detto che sia un male e qualcosa si sta già vedendo. Funzionerà? Non lo sa nessuno, ma ribadisco quanto detto prima: se non si tenta nulla, non si riesce.

wolkoff ha scritto:
Non proprio. Le prossime due storie sono state concepite in una dimensione a parte rispetto alle (pseudo)novità del ciclo 666, quasi antecedente. Basti vedere i disegni retrò di Roi per il #407 in edicola tra una ventina di giorni. E lo stesso dicasi per i 3 albi successivi di Chiaverotti su Mana Cerace nati per l'Old Boy in origine. L'unica cosa che dovranno far presente gli autori è qualche battutina bonus su Rania ex-moglie e poi possono pure spacciare (ritoccandola) qualche storia del Maxi su questi lidi post-666.

Quindi delle storie concepite per la vecchia continuity si adatteranno - con qualche ritocco - anche alla nuova continuity introdotta in Dyd 666?
Occhio che in realtà questo potrebbe essere un punto a favore di Recchioni. Come ho accennato in un post precedente, uno dei problemi principali delle operazioni di retcon è proprio la dissonanza tra le storie che si svolgono nel presente e quelle che si svolgono nel passato.
Anni fa la DC tentò un'operazione molto rischiosa. Senza operare alcun cambiamento nelle storie di Superman che si svolgevano nel presente riscrisse le sue origini con una maxiserie ad hoc, di qualità fra l'altro discreta. Il tentativo venne rifiutato dai fan perché c'erano troppe contraddizioni tra la nuova origine, che era stata in pratica imposta ai lettori, e le storie del presente, che si svolgevano chiaramente nella continuity "vecchia". Non sto parlando di contraddizioni lievi, dettagli di dialoghi o simili, ma importanti pezzi del passato dei personaggi che semplicemente non potevano esistere nelle storie delle testate regolari. E' però opinione abbastanza comune che se la maxiserie si fosse inserita in maniera più indolore nel - diciamo così - canone supermaniano, smussando il più possibile le contraddizioni, in realtà sarebbe stata accolta con più favore.
Le operazioni di retcon come quella di Recchioni, quindi, vanno valutate anche da quanti problemi creano con la continuity delle storie che si svolgono cronologicamente dopo quella specifica avventura iniziale. Se i problemi sono minimi e accomodabili con lievi modifiche di dialogo, in realtà l'operazione è riuscita.

Myskin ha scritto:
se Lillie adombra il periodo dell'IRA, non vedo per quale motivo disconoscerla adesso soltanto perché lo scenario irlandese è cambiato.

Beh, perché - come ho scritto - se Dylan avesse vissuto il periodo dei troubles nelle storie contemporanee dovrebbe essere cinquantenne. Una rapida ricerca su wikipedia mi dice che l'ultimo attentato davvero importante del periodo dei troubles è avvenuto nel 1998 (ci sono stati alcuni rari episodi isolati successivamente, ma non paragonabili a una vera e propria guerriglia armata). Supponendo che Dylan avesse 23 anni nel 1998, nelle storie attuali dovrebbe averne almeno 45. E' il problema di tutte le storie a fumetti che si svolgono con riferimento a episodi storici ben precisi e riconoscibili.
C'è da dire che è un problema relativo, perché in realtà Lillie secondo me non ha quasi mai avuto peso nelle storie dylaniate del "presente". E' stata, diciamo così, inserita a forza nella continuity di Dylan. Questo ha finora permesso a quella specifica storia di esistere in una sorta di "bolla", un po' come è avvenuto con alcuni episodi dei Simpson ambientati negli anni '70 (Homer che incontra Marge per la prima volta, ecc) e che sarebbe molto difficile recuperare coerentemente con gli episodi dei Simpson ambientati nel presente, in cui Homer è e rimarrà sempre un 38enne. I problemi veri con Finché morte non ci separi emergerebbero se un giorno decidessero di dare un seguito a quella specifica avventura o riprenderla in una storia che si svolge nel presente. Sarebbe indispensabile eliminare il riferimento ai troubles, che invece sono il fulcro di tutta la vicenda.

Aggiungo una cosa... Secondo me ci sono degli elementi datati su cui i lettori, anche quelli più giovani, sono disposti a chiudere un occhio più che su altri. Se un lettore di vent'anni leggesse gli albi storici di Dylan Dog oggi (naturalmente sarebbe una mosca rara, probabilmente nessun giovane legge più Dyd dagli anni '90...) non credo protesterebbe davvero perché in Jack lo Squartatore i cellulari sono assenti. Lo vedrebbe, credo, come un semplice riflesso dell'epoca in cui la storia è stata scritta. Però ho la sensazione che sarebbe più infastidito dalle storie successive, in cui i cellulari ci sono ma Dylan si rifiuta in tutti i modi di usarli. Insomma, credo che l'atteggiamento di Dylan nei confronti dei cellulari sia invecchiato molto, molto peggio delle inevitabili assenze di apparecchi che semplicemente non erano stati ancora inventati.

In realtà credo che questo dei cellulari non sarebbe neanche l'unico dettaglio distintivo di Dyd su cui un lettore con una sensibilità moderna avrebbe da ridire, ci sono tantissime cose che oggi risultano fortemente datate, ma non voglio cominciare un nuovo papiro.


Myskin ha scritto:
Chi apre candidamente una storia ex-novo e si trova una cosa del genere penserà di esser stato trollato o di di non averci afferrato alcun nesso per colpa non sua.

Ma non sai neanche questo in realtà. Può darsi, ma può darsi di no. Ci sono personaggi con una continuity pesantissima, come il Doctor Who, che sono tranquillamente accettati da spettatori giovani nonostante i riferimenti continui alle passate avventure. Neanche i lettori sono tutti uguali, uno può essere irritato da quel riferimento a Jack lo Squartatore e un altro essere invogliato a recuperare il numero 2. Magari qualcuno troverà intrigante anche il Groucho cattivo.

Myskin ha scritto:
Il direttore d'orchestra che ha spinto per quelle sezioni dal #338 in poi è stato proprio R.R. ed è lui a prendersene le responsabilità, non certo i poveri autori che hanno dovuto ficcare di straforo i cameo dei due cartonati per imposizione autopromozianale dall'altr(r)o del loro creatore.

Per curiosità, ma c'è mai stato qualche autore della scuderia attuale che abbia apertamente criticato Recchioni, o abbia lasciato chiaramente intendere di non condividere le sue scelte editoriali?
Perché mi pare che Recchioni in realtà sia piuttosto in armonia con gli altri autori, Barbato, Ambrosini ecc. Mi sembra che la situazione fosse più tesa durante la gestione precedente.


Ultima modifica di Myskin il sab lug 11, 2020 1:08 pm, modificato 4 volte in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: #406 - L'ultima risata
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Molto interessante MySkyn tutta la tua disanima su argomenti che non conoscevo assolutamente. Dopo avere letto butto giù una domanda. DAto che bene o male Recchioni si sta muovendo come ci si è mossi in America, pensi / pensate che questa sia l'unica opportunità per portare avanti il fumetto in edicola o in generale anche in libreria? Perchè a me pare chiaro che in questo momento storico il fumetto viva una crisi indipendente dal marchio o dalla qualità del personaggio e che ci sia bisogno ogni tot di tempo di "cambiare senza cambiare nulla" solo per poter dare maggiore visibilità al fumetto. E' una visione troppo semplicistica o descrive piuttosto bene ciò che sta accadendo?

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alemans123 ha scritto:
Molto interessante MySkyn tutta la tua disanima su argomenti che non conoscevo assolutamente. Dopo avere letto butto giù una domanda. DAto che bene o male Recchioni si sta muovendo come ci si è mossi in America, pensi / pensate che questa sia l'unica opportunità per portare avanti il fumetto in edicola o in generale anche in libreria? Perchè a me pare chiaro che in questo momento storico il fumetto viva una crisi indipendente dal marchio o dalla qualità del personaggio e che ci sia bisogno ogni tot di tempo di "cambiare senza cambiare nulla" solo per poter dare maggiore visibilità al fumetto. E' una visione troppo semplicistica o descrive piuttosto bene ciò che sta accadendo?

Grazie.
Secondo me una risposta univoca a quello che chiedi non si può dare. Ci sono troppi fattori in gioco, non conosciamo precisamente l'obiettivo della Bonelli (possiamo fare solo congetture) e il mercato, anche quello americano, si sviluppa troppo imprevedibilmente. Faccio solo alcune considerazioni.

Innanzitutto c'è da notare che, benché Recchioni stia cercando di emulare dei modelli americani, la situazione di partenza è profondamente diversa. Negli USA il mercato dei floppies è in crisi da anni e corre voce che l'attuale presidente della DC Entertainment, Pam Lifford, voglia eliminarli totalmente per lasciare spazio solo alle OGNs, alle miniserie Deluxe e alle ristampe. Sarebbe la fine di un'era; tuttavia, credo che per la DC, o meglio per la AT&T, che ha acquisito la Warner qualche anno fa e quindi anche la DC, non cambierebbe molto. Quello che preme a queste colossali compagnie non è mantenere in vita il mercato editoriale, ma continuare a poter sfruttare gli IPs (le proprietà intellettuali, ovvero i diritti sui personaggi, da sfruttare in film, serie, videogiochi e gadget). Non sarebbe così improbabile che mantenessero gli IPs e i personaggi scomparissero completamente dalle librerie. La Disney lo ha già fatto: storie nuove made in USA di Mickey e Donald sono praticamente inesistenti (è più facile trovare un TP dell'italianissimo Casty tradotto in inglese!), ma continua a produrre serie TV di successo sui paperi come il remake di DuckTales.

Il mercato editoriale italiano (Disney, Bonelli) è ancora relativamente in vita, ma credo che la crisi prima o poi arriverà anche per loro. Però secondo me succederà per ragioni diverse da quelle del mercato USA. Tra i problemi principali c'è il fatto che il principale ambito di distribuzione dei fumetti Bonelli, cioè le edicole, sta morendo. Quindi hanno la necessità di distribuire i loro fumetti in modo diverso: da cui i Bonelli Shop (o come si chiamano), una presenza in libreria più massiccia e ovviamente i volumi cartonati. Credo che il privilegiatissimo formato Bonelli di cui abbiamo goduto finora (100 pagine mensili, spesso con un livello grafico e di scrittura sopra la media, a un prezzo incredibilmente contenuto) scomparirà. E credo anche che prima o poi cominceranno a produrre OGN esclusivamente per le librerie; anzi, qualche tentativo in questo senso c'è già stato. In questo momento stanno tenendo il piede in due staffe, in pratica continuando con il loro mercato storico, quello delle edicole, e poi rivendendo lo stesso prodotto in libreria con qualche extra. Se però un giorno cominceranno davvero a produrre solo per le librerie, il formato delle storie secondo me cambierà, e quindi anche lo stile di scrittura. E' impossibile sapere in anticipo come si orienteranno: magari si avvicineranno al formato delle BD, e non è detto che vada male. Un albo di Asterix esce ogni due o tre anni, ma è il fumetto più venduto del pianeta, con un livello grafico (e talvolta anche di scrittura) elevato. Per di più gli albi di Asterix storici vengono continuamente ristampati in più formati, forniscono materiale per film live e d'animazione, ecc. è una miniera d'oro, anche se tra i fattori del suo successo c'è il fatto che Asterix è conosciuto al di fuori del suo paese d'origine (e in questo la Bonelli è ancora carente) e la BD gode in Francia di una considerazione paragonabile a quella della letteratura (e qui, anche se stiamo facendo qualche passo, secondo me siamo ancora parecchio indietro).

L'altro problema, più grave, è quello dell'invecchiamento dei lettori (non sto dicendo nulla di nuovo, eh...). Gli adolescenti che leggono fumetti sono pochissimi e in generale non credo che le loro preferenze vadano ai Bonelli. In pratica i lettori di Dyd sono tutti dai 30-35 anni in su. Si tratta di uno zoccolo duro molto fedele (anche chi critica aspramente Recchioni stringi stringi continua a comprare il suo Dylan...), ma ovviamente prima o poi diminuirà e si estinguerà. Non dico che tutti moriranno di vecchiaia; semplicemente mi sembra fisiologico che dopo i 50 anni si perda interesse. Non credo però che miniserie come Dyd 666 vadano in cerca di un ricambio generazionale di lettori. Secondo me non è a questo che puntano (se poi strada facendo qualche giovane sale a bordo, meglio...), ma più che altro a tenere a galla la barca a colpi di eventoni e contemporaneamente cercare di trovare la quadra per una versione del personaggio che sia proficuo sfruttare in altri ambiti, specialmente in tv e al cinema (e non credo proprio che questa versione sarà quella "pura" di Sclavi). I soldi veri arriveranno da lì, e stavolta la Bonelli sarà alla guida dell'operazione invece di subaffittare i personaggi a produttori esteri. Che Monolith (trasposizione della miniserie Bonelli di Recchioni e Uzzeo) sia stato un flop poco importa. Si trattava di un film a basso costo e soprattutto per la Bonelli era importante iniziare da qualche parte. Per Dampyr le ambizioni saranno più alte: un altro film a basso costo, ma stavolta con un personaggio conosciuto come protagonista e, probabilmente, spese più alte per effetti speciali e makeup. Se andrà bene, magari ci sarà un seguito e ritenteranno con altri personaggi.

Si tratta ovviamente di operazioni complicatissime, che impongono interventi di coproduttori esteri, registi, sceneggiatori eccetera. Anche su questo è difficile dare una valutazione: nel migliore dei casi, gli esiti li vedremo tra una decina d'anni. Non credo che però si tratti di una situazione alla "cambiare tutto per non cambiare nulla". E' più che altro un "cambiare tutto per sopravvivere", magari modificando radicalmente gli investimenti e l'ambito di sfruttamento dei personaggi. Potevano fare qualcosa di diverso? Forse sì e forse no, e secondo me non lo sa neppure la Bonelli. Quella che tentano è una scommessa e molti piani saranno senz'altro modificati strada facendo. Dopodiché non c'è da stupirsi se un lettore, pur senza sapere nulla delle dinamiche interne, decide di postare su Facebook una lunghissima disamina su quanto gli investimenti attuali siano sbagliati e quanto starebbe meglio la Bonelli se seguisse i suoi, di piani. Alla fine anche il fantacalcio esiste dagli anni '90...


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