C'è un po' di roba...
Myskin ha scritto:
wolkoff ha scritto:
E mi pare pure logico, visto che in madrepatria i comics si vendono solo nei negozietti per nerd sfigati (tipo il Comic Book Guy
* dei Simpson) con tirature da far sbellicare dalla risa la SBE, calcolando come USA+Canada vantano 6 volte la popolazione italiana
.
In realtà una delle ragioni per cui i retailer stanno morendo è anche che DC e Marvel si stanno orientando sempre più verso alcuni prodotti da libreria di varia (o da Amazon). Esistono alcune collane create apposta a questo scopo e probabilmente tra qualche anno saranno la norma, mentre a essere abbandonati saranno i floppies, cioè gli albetti.
Appunto. In America stanno mollando il cartaceo da vendita retailer perché vendono spiccioli.
Quello di saghe, miniserie, reboot, etc... non è un modello ancora esportabile presso la SBE, e soprattutto non lo è per il
modus scribendi dei personaggi e degli autori che lavorano per lei. E per fortuna direi, visto che abbiamo anche una concezione diversa di "libreria", mentre loro l'edicola non sanno neanche cosa sia.
Il giorno in cui il mercato della SBE verrà fagocitato da leviathani come Amazon, spero di esser già partito già per Tersicore (in senso Neveriano).
Cita:
Non ho una grande opinione del film di Dampyr (almeno... Da quel che s'è visto finora) e, come ho scritto, non è la direzione che personalmente auspicherei. Vederci un flop annunciato però mi sembra solo una gufata
Io non ho parlato affatto del film di
Dampyr, ma tu che lo citi non mi sembri tanto persuaso né entusiasta dalla sua fattura. Questo per dire che buttarsi nel mondo del grandeschermo (o delle serie tv) non è una cosa semplice o da pivelli, e basta poco per far figure di palta come per l'orrido Dylan Movie di qualche anno fa, spendendo non pochi soldini.
Non sono pessimista in generale, quindi ben vengano films, cartoni, etc... ma il gioco
NON VALE IN ANTICIPO LA CANDELA, se per adattarsi a questi formati mmeriganeggianti da Netflix&co devono deturpare, anni prima dell'uscita su schermo, tutte le serie cartacee in quella prospettiva di scrittura
.
Myskin ha scritto:
wolkoff ha scritto:
Dicevo semplicemente che questa miniserie 666 è stato solo un giocattolino/sfizio imbastito nel diorama personalissimo di un certo R.R, e non costituirà mai la base per fornire il canovaccio/starting point di base per altri sviluppi da parte di altri autori.
Mi sembra che invece lo stiano facendo già adesso. Usarla come base per una nuova continuity, intendo
Non proprio. Le prossime due storie sono state concepite in una dimensione a parte rispetto alle (pseudo)novità del ciclo 666, quasi antecedente. Basti vedere i disegni retrò di Roi per il #407 in edicola tra una ventina di giorni. E lo stesso dicasi per i 3 albi successivi di Chiaverotti su Mana Cerace nati per l'Old Boy in origine. L'unica cosa che dovranno far presente gli autori è qualche battutina bonus su Rania ex-moglie e poi possono pure spacciare (ritoccandola) qualche storia del Maxi su questi lidi post-666.
Non è una miniserie che fa
storia, perché non ha una storia in sé. Semplice. E' solo un meta-raccontarsi addosso del perché Dylan dovrebbe esser così e non cosà, e alla fine si torna a ciooosò
.
Myskin ha scritto:
In Dyd una continuity serrata è impossibile, perché il personaggio vive di singoli episodi senza sottotrame importanti che li congiungano... Si è quindi sempre trattato di una continuity molto lieve.
C'è da dire però che secondo me una certa esigenza di continuity/sviluppo ha cominciato a sentirsi negli ultimi anni, soprattutto per la specifica natura di Dylan Dog: alcuni elementi erano ormai insostenibili, come il rifiuto del cellulare, ma soprattutto è difficile pretendere che Dylan abbia verso i mostri lo stesso atteggiamento disincantato o addirittura scettico che aveva nei primi 50 albi, quando ancora poteva fingere che le sue avventure fossero di incubi/allucinazioni. Recchioni ha provato a metterci una pezza
Con cui si sta ancora fustigando, tipo asciugamano bagnato da tortura...
Attualizzare mettendo qualche smartphone, un riferimento alla socialità web, o alla Brexit
non riguarda la continuity inter-narrativa in sé, ma serve soltanto a svecchiare il setting del personaggio per non farlo sembrare avulso dai tempi che corrono in pista, o eternamente cristallizzato nei primi anni '90s (salvo diversamente indicato). Dylan appartiene sempre al tempo in cui viene scritto, di volta in volta, essendo molto più dinamico/plastico di quello che pensate: se Lillie adombra il periodo dell'IRA, non vedo per quale motivo disconoscerla adesso soltanto perché lo scenario irlandese è cambiato.
E in aggiunta questo fatto dello scetticismo è stata un'altra pochade auto-contraddittoria ad effetto boomerang, perché finché gli conveniva (e parlo di poco fa) lo stesso R.R. è venuto qui sopra a sbandierare che Dylan rinasce scettico dopo ogni episodio, complice la linea di Sclavi in
Nel Mistero e
Dopo un Lungo Silenzio (usati stile vessillo ermeneutico all'occhiello edipico) salvo poi rimangiarsi tutti e presentarci un Dylan barbuto 666 appassionato cacciatore di mostri.
Anche per evitare queste defaillances logiche, in linea di massima Dylan Dog come personaggio multi-autoriale è fisiologicamente refrattario alla
continuity, perché ci vorrebbe uno sforzo immane a coordinare i vari autori annualmente (in anticipo) sull'inedito. La saga della meteora è una dimostrazione sotto gli occhi di tutti. Si può imbastire in teoria sulle collane esterne, come sta provando a fare
Bilotta sullo Speciale, se non fosse per il suo deliquio digressionista in cui si sta perdendo pure lui...come macrotrama senza avanzamenti negli ultimi 3 anni.
Cita:
L'unica cosa che mi viene da pensare è che ci sarà una differenza fondamentale tra [un nuovo lettore] e un lettore del 1986: il secondo non aveva idea di chi fosse Dyd, mentre il primo probabilmente saprà almeno che è una specie di acchiappafantasmi. Credo che quei riferimenti a Jack lo Squartatore verranno visti semplicemente come squarci di avventure "tipiche" del personaggio
Di tipico, in senso di classico, in quel frammento del #403 non c'è propriamente nulla.
Si vede nella scena del museo delle cere soltanto (una sconosciuta) Jane, non presentata nel #402, di punto in bianco intenta a brandire un bisturi e non si capisce una peppa dei retroscena. Solo chi ha letto il #2 può capirlo. Chi apre candidamente una storia ex-novo e si trova una cosa del genere penserà di esser stato trollato o di di non averci afferrato alcun nesso per colpa non sua.
Meraviglie dei meta-discorsi in frammenti di remake...
Cita:
Devo riconoscere che Recchioni è stato piuttosto astuto per quanto concerne questo specifico elemento. Gli autori hanno tentato per anni di proporre Rania come possibile oggetto di attenzioni sentimentali da parte di Dylan. Hanno sempre fallito, sia perché il personaggio è piuttosto insulso, sia perché era difficile credere che Dyd fosse interessato a una sola donna
Ma quale scaltrezza, by Jove
.
Non hanno fallito gli altri autori: è il suo concept nativo di
character e le sue indicazioni che erano fallate in origine... come ha dovuto verificare di persona. O forse credi che tutti quei siparietti con Rania e Carpenter siano farina del sacco della Barbato, Eccher, Marzano, Simeoni etc? Il direttore d'orchestra che ha spinto per quelle sezioni dal #338 in poi è stato proprio R.R. ed è lui a prendersene le responsabilità, non certo i poveri autori che hanno dovuto ficcare di straforo i cameo dei due cartonati per imposizione autopromozianale dall'altr(r)o del loro creatore.
Adesso, pur di non riconoscere di aver toppato alla grande, prova a rilanciare la posta cambiando un po' di carte (tarocche) in tavola nei parametri relazionali facendo di Rania una ex-moglie, giusto per aumentare il tasso da telenovelas ed i bisticci da slapstick comedy nei siparietti.
E comunque non era difficile pensare (anche prima) che Dylan fosse interessato ad una che non gliela dava ma gli ronzava sempre attorno, nonostante la svampita Dylangirl del mese già pronta sotto le lenzuola