Dopo avere letto l’intero ciclo e i vostri commenti e dopo avere metabolizzato un po' la delusione di questo ultimo numero mi sento di dare un giudizio ultimo sugli ultimi 6 albi mettendo in fila quali sono gli elementi per me buoni e quelli meno buoni di questo ciclo 666. Non so sia corretto farlo qui o se sia meglio farlo su un argomento a parte. Per ora lo metto qua. Se si volesse fare un topic a parte potrò sempre spostarlo.
Prima di tutto una veloce carrellata di ogni albo con le mie sensazioni.
SPOILER VARI VARISSIMI VARERRIMI SU TUTTO IL CICLO 666
401-402: L’ennesimo remake dell’alba dei morti viventi in due albi. In generale non mi erano dispiaciuti per ritmo e qualità visive ma erano fin troppo lunghi rispetto agli eventi raccontati. In generale avevo dato un 7, mediando i due albi, avendo apprezzato comunque i nuovi personaggi inseriti e i loro nuovi ruoli.
403: Il più debole dei 6 in quanto accade molto poco e l’unico evento che si rivelerà essere importante è quello dell’orco. Per il resto un albo che si poteva riassumere in meno pagine e dove, avendo letto l’intero ciclo, avrei dato maggiore importanza alla parte dell’Orco, dato che poi va a essere la spinta di Dylan per il mestiere che andrà a fare. Avevo votato 4
404: Sicuramente il migliore del lotto. Con la scena muta di Anna Never e Dylan che da sola vale tutto l’albo e in generale una buona azione e una lettura che scivola via bene. Avevo dato 8.
405: Il primo albo più simile ai canonici albi di Dylan. Dopo l’esperienza del numero 4 si vede che Dylan sta mutando e sta diventando più simile al Dylan che conosciamo. Avevo dato un 6 per via di alcune scene che avevo trovato forzate.
406: Una leggera rivalutazione dopo la spiegazione di Valla e la parte finale che riletta in realtà non mi dispiace. Per quanto riguarda i vari incontri nel manicomio credo che Valla abbia ragione e in effetti mi sento un po' stolto a non averlo pensato prima. In questo modo riacquistano un senso anche se noto due cose: In generale non è Dylan che non uccide ma gli viene negata la possibilità varie volte da Gnaghi che si sostituisce a lui. Forse è fatto apposta per far vedere come ogni uomo per combattere i propri incubi ha necessità di avere amici, di persone che lo salvino. D’altra parte però è una situazione “comoda” perché ti permette abbastanza facilmente di far uscire Dylan dal pericolo senza che lui faccia nulla.
La parte finale da pag 90 in poi invece l’ho riletta stamattina e la trovo molto ben costruita. C’è l’addio definitivo a Gnaghi (diversamente da voi trovo che la morte di Gnaghi abbia avuto il giusto peso – con una dedica dell’intera pagina 78) che è molto carino nell’ultimo GNA di Gnaghi, c’è la storia della missione di Dylan Dog e c’è la motivazione della poetica sclavia del “I mostri siamo noi”. C’è lo spogliarsi di alcune cose e il mantenimento di altre che è in fondo ciò che caratterizza il cambiamento delle persone, e cìè un ritorno emozionante al classico stile di Dylan Dog Campanello-Groucho-Cliente figa del mese-Caso che ora ha una ragion d’essere per via di questi albi. A questo albo ho dato in prima istanza 5. In realtà l’ho rivalutato e sono arrivato a dargli 6. Se dovessi mediare con i disegni dovrei dare ben più di 6 però voglio dare maggior peso alla storia.
Mediando i voti dovrei avere 6,33333333333333333…..
Ora faccio qualche ragionamento perché gioco forza i voti erano stati dati ai singoli albi senza sapere cosa sarebbe successo dopo. Alla fine di tutto darà il mio voto finale a questo ciclo.
Comincio con quelli che sono i punti a favore di questo ciclo:
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Parte grafica: Che ve lo dico a fare???? E’ sicuramente la parte migliore di Dylan. Non so se sia merito di Recchioni perché in generale i disegnatori son sempre gli stessi, tranne qualche nuova entrata ma noto un maggiore impegno o comunque un risultato migliore da parte dei disegnatori direi in tutta la gestione Recchioni con punte ottime dalla meteora inclusa in poi. Un prezzo così popolare e dei disegni così belle ed eterogenei sono una ricchezza della Bonelli cui difficilmente si possa ambire ad arrivare in Italia sicuramente e mi sa anche nel mondo dove la qualità sarà anche superiore ma i prezzi son decisamente più alti.
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Spiegazione degli albori di Dylan: Premetto che non sono uno che pensa che un buon personaggio debba avere un passato necessariamente per fare sì che abbia un buon futuro e che gli si possano cucire attorno delle belle storie (i primi 100 numeri di Dylan Dog ne sono un esempio). Quindi per me non c’era una necessità di questo ciclo 666, di questa ridefinizione dei personaggi e del passato di Dylan. Però io sono un lettore o non un autore quindi me la becco e dal punto di vista del COSA direi che è stato fatto un buon lavoro. Dylan è figlio adottivo di Bloch. L’unico tassello mancante sono i suoi veri genitori che non smanio di conoscere in effetti. Ora si spiega meglio il rapporto che Dylan ha con Bloch fin dai primi albi. E inoltre l’averlo reso il figlio di Bloch e quindi fratello di Virgil permette al Magazine di poter esplorare al meglio gli inizi di Dylan in Scotland Yard con un rapporto che può essere moooolto interessante tra Dylan Bloch e Virgil. Dylan ha inoltre Rania e Carpenter con i loro ruoli così meglio definiti e vedremo nei prossimi numeri cosa accadrà e come saranno gestiti. Sicuramente questo permette all’autore di poter creare delle dinamiche diverse tra i tre personaggi (Dylan, Rania e Carpenter). Il COSA quindi lo promuovo. Il COME un po' meno nel senso che secondo me l’unica cosa un po' mal spiegata e il comportamento del nuovo assistente di Dylan che decide di stare con Dylan con motivazioni non conosciute (però anche questo può essere meglio approfondito nei prossimi numeri – creando diverse situazioni con Dylan e Groucho che stavolta non si conoscono da una vita ma si conoscono appena e quindi questo può a rigor di logica dare una linfa in più agli sceneggiatori) ma soprattutto il modo in cui arriva sulla scena e salva Dylan non mi è piaciuto. Mi sembra un Deus ex Machina non tanto diverso dal clarinetto di Sclavi del numero 1.
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Giustificazione dei diversi universi di Dylan: Anche qui premetto che non ho bisogno di alcuna giustificazione per leggere una storia del pianeta dei morti, o dell’oldboy o del Color. Qui non c’è il Dylan canonico ma se ho ben capito ognuno rappresenta un singolo universo in cui Dylan esiste con caratteristiche e comprimari diversi. Va bene ma ammetto che non mi creava problemi anche prima leggere il Dylan del pianeta dei morti. Ora il Robe mi ha dato un sottostrato del motivo dell’esistenza di tutti questi universi ma, per me, non ce ne era bisogno.
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Maggiore definizione dei personaggi e di Dylan: In questo ciclo ho trovati i personaggi meglio caratterizzati e con rapporti tra loro più complessi. Come dicevo prima questo permetterà diverse dinamiche dando quindi maggior sfogo alla fantasia degli sceneggiatori. In particolare devo dire che mi è piaciuta l’evoluzione di Dylan e l’ho proprio vista attraverso il ciclo 666. Da antipatico citazionista è diventato più simpatico e più simile al Dylan che conosciamo con un percorso che ho nel complesso apprezzato. Quindi anche questo è un punto a favore.
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Sequenza di Anna Never: La metto come elemento pro nonostante faccia parte di un solo albo e non sia elemento di tutto il ciclo. A me quella sequenza muta è piaciuta moltissimo e l’ho trovata una delle cose più belle apparse su Dylan negli ultimi 10 20 anni. Emozionate, ben disegnata, forse un po' esagerata, ammetto, ma almeno per me ha colpito nel segno e lo avrete notato dalla recensione molto calorosa data a quella parte
Ed ecco invece i punti a sfavore di questo ciclo:
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Eccessiva lunghezza rispetto al contenuto e rispetto alla storia: Questa critica verte più sul come che non sul cosa e forse dipende dai miei gusti personali e dalle mie esperienze letterarie e fumettistiche. In generale l’impressione è che in alcuni albi si sia voluto allungare il brodo. Molte scene d’azione nel 401 e nel 402 hanno occupato molto spazio. Nel 403 non mi è piaciuto il sogno che citava il numero 3 di Dylan Dog. Quel numero mi aveva fatto arrabbiare a suo tempo e ora ancora di più perché a mio parere poteva essere trattato molto meglio il ruolo dell’Orco nella costruzione della identità di Dylan che invece viene fatta in poche pagine e ripresa solo alla fine del 406. Il 404 sarebbe perfetto se non fosse per Mater Morbi (di cui parlerò nel punto successivo) mentre il 405 e il 406 vanno bene così come tempi e come struttura (non amo la struttura a livelli del 406 però perlomeno ora dopo l’intervento di Valla la capisco e assume un significato che non mi piace ma almeno comprendo nella scelta dell’autore). Diciamo che il tutto si poteva fare forse in 4 -5 albi eliminando alcune cose, qualche splash page in meno e dando importanza ad altre.
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Mater Morbi: Come ho già detto in questi numeri Recchioni ha un po' svilito il forte personaggio di Mater Morbi. Personaggio che ho molto amato nella sua prima apparizione e che ho anche apprezzato anche in Mater Dolorosa come antagonista della madre che cerca di difendere il figlio dal dolore della vita. Nel 404 ma soprattutto nel 406 ho avuto l’impressione di un inserimento forzato che ne fa perdere e non di poco la potenza e la sua forza. Peccato!
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Citazionismo a Gogo: Il continuo citare/copiare pezzi di battute o tragedie di altri è una delle cifre stilistiche che non sopporto. L’ho già detto mille volte quindi lo ripeterò un’altra volta. La citazione è bella, per me, se assume un valore all’interno dell’albo. Come ad esempio la citazione de “La Casa” nel 406 o la citazione di apertura del 400. Citi, lo dici e questa crea un qualcosa di nuovo per la citazione e non dà l’impressione di posticcio. La citazione invece non è bella quando viene messa in bocca ad un personaggio che non potrebbe mai ne citarla ne dirla in quel modo nella vita reale (sempre il 406 la citazione di Romeo e Giulietta). La citazione invece diventa quasi un furto quando viene inserita senza dire la fonte(battuta di Woody Allen sempre nel 406).
Spero quindi che questo continuo citazionismo o dialoghi referenziali siano presenti in tono minore all’interno dei prossimi numeri.
Finisco con alcune parole generali.
Prima cosa: Zak non ti fa onore pubblicare uno che brucia libri. A mio parere non c’è ironia che tenga, bruciare un libro è sempre sinonimo di dittature e di tentativo di zittire il diritto di parola. Indipendentemente dai libri.
Seconda cosa: Recchioni sa scrivere ragazzi!! Non ci piacerà il modo in cui scrive (anche a me non sempre piace) ma se uno fa quel mestiere da 20 e passa anni e arriva ad essere il curatore della seconda testata più venduta in Italia non è possibile dire che non sa scrivere. Non piace e questo è legittimo ci mancherebbe.
Terza Cosa: AHAHAHAHHA Keanu ti ho fregato per bene!!! Da ora in poi non mi fermerò più qui ma ti farò parlare sempre a citazioni
Quarta Cosa: Un grazie a tutti coloro che in un modo o nell’altro hanno letto e perso del tempo a rispondere alle mie domande permettendomi di comprendere meglio alcuni albi e in certi casi anche a cambiare idea.
Quinta e ultima cosa: Come chiederebbe Cremonini, cosa mi attendo dal domani??? Ora mi aspetto storie che spiazzino, storie che usino i nuovi elementi introdotti e non gialletti incolori. Ergo Recchioni la nuova sfida per te mi sa che comincia ora!!!!
Sesta e veramente ultima cosa: Alla fine ho scelto di dare 7 a questo ciclo soppesando tutti gli elementi positivi e negatici e soppesando soprattutto l’elemento totalmente emozionale di fiducia e curiosità che ho nei prossimi numeri e in ciò che mi aspetta. Finalmente ho riassaporato il piacere di leggere il Dylan Dog e non è poco.
Cacca pupu!!!!!! (inserito solo per vedere quanti di voi sono arrivati fino alla fine)