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# 54 Delirium
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 Oggetto del messaggio: Re: # 54 Delirium
MessaggioInviato: sab giu 06, 2020 2:17 pm 
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Lo stratagemma di scrivere direttamente sequenze "false", invece di inserirle come sub-racconto di una situazione statica (es. studio di Dylan), facendole narrare da un personaggio ad un altro, funziona alla grande all'interno di un fumetto. Si veda ad esempio quanto più fluida risulta la lettura di un albo come "Il buio", rispetto al citato "Una voce dal nulla", di una pesantezza allucinante. Inutile poi buttarla sul piano etico/morale; semplicemente questa cosa in un film non funzionerebbe a dovere, ma il concetto alla base è sempre la menzogna.
Detto questo; Delirium non avrà vinto l'oscar però il bugiardo è evidentemente Brenda Morgan / Carrie Dreyton, mica Chiaverotti.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 54 Delirium
MessaggioInviato: dom giu 07, 2020 12:02 pm 
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Chiedo scusa, la discussione si è spostata leggermente e nel precedente commento ho commesso un errore, che rettifico subito: nell'albo di cui stiamo discutendo NON si verifica quello di cui dicevo sopra, cioè la presentazione di sequenze "oggettive" che poi si rivelano false.

A parte questo, confermo ciò che ho scritto in risposta al primo commento di outcast, anche se a dire il vero mi sarebbe bastato scrivere che la differenza fondamentale è che in "I soliti sospetti" il racconto di Verbal viene inequivocabilmente rivelato come menzognero (e, incidentalmente, si noti che, proprio alla luce di quanto scopriamo alla fine, è ovvio che Verbal abbia ogni interesse a mentire).
In "Delirium" questo non accade: non c'è nulla, da nessuna parte, che ci dica o ci lasci intendere che Carrie stia mentendo a Dylan, o che le dia un buon motivo per farlo... a parte l'ultima tavola, che però ci impone di credere a qualcosa che, con tutta la buona volontà, io non sono disposto a credere (e cioè che rivedere Brenda per cinque secondi sia più traumatico che essere rapite e tenute in ostaggio per giorni da un assassino deforme e delirante).

outcast ha scritto:
Lo stratagemma di scrivere direttamente sequenze "false", invece di inserirle come sub-racconto di una situazione statica (es. studio di Dylan), facendole narrare da un personaggio ad un altro, funziona alla grande all'interno di un fumetto. Si veda ad esempio quanto più fluida risulta la lettura di un albo come "Il buio", rispetto al citato "Una voce dal nulla", di una pesantezza allucinante. Inutile poi buttarla sul piano etico/morale; semplicemente questa cosa in un film non funzionerebbe a dovere, ma il concetto alla base è sempre la menzogna.


Lasciamo perdere l'ultima frase, che farebbe svenire un dipartimento di narratologi... :D
Il confronto tra i due albi mi interessa solo limitatamente all'incipit, e tra l'altro ho scoperto di aver commesso un altro errore -anzi, lo abbiamo commesso tutti e due, perché ho appena notato che entrambi adottano lo stesso stratagemma "virtuoso" di cui scrivevo: nella prima vignetta dopo la sequenza iniziale de "Il buio" leggiamo le parole di Kelly ("... poi non ricordo più niente"), che permettono di inquadrare le pagine precedenti come un suo racconto.

Il problema rimane per il momento confinato a "Il mistero del Tamigi", quindi ho il sospetto che l'inserimento di sequenze false non funzioni così "alla grande", come stratagemma -siamo ai livelli di "era tutto un sogno!": in pratica lo sceneggiatore può mostrare qualunque cosa senza alcuna responsabilità in fatto di coerenza e logica interna, perché alla fine può sempre cavarsela con un "ma guardate che quello che avete visto non era mica reale...". Se non ti piace il termine disonesto, allora dirò che mi sembra una soluzione pigra, sciatta, dozzinale -e d'altra parte, se lo stesso Chiaverotti vi ha fatto ricorso così poche volte, forse non è poi vero che funziona così "alla grande"...


wolkoff ha scritto:
Primo errore: il testo, in questi ambiti, può contenere anche ciò che non contiene. Non deve permettere di visionare ogni dettaglio di cosa viene descritto (o lasciato intendere), né farlo passare necessariamente per veritiero. Parliamo di horror, alla fine, dove suggestioni e paranoje si mescolano a quello che accade sul (presunto)piano del reale. Prendere alla lettera ciò che dicono i personaggi o ciò che rappresentano graficamente le vignette è un approccio controproduttivo o sviante. Non permette di calarsi nel "mood", e Chiaverotti necessita di questomood più di altri autori, perché viveva di ambientazioni "di genere": non per nulla ho citato Fulci.

Secondo errore: il finale da chiusura del cerchio, dove tutto collima e combacia nella mente del lettore - ricostruzioni comprese - HA UN IMPATTO RASSICURANTE, rilascia un senso di accomodamento/sollievo dove ogni cosa riconduce ad un suo ordine prestabilito e ricostruibile. Che è un principio contrario all'incubo/horror in senso lato, che invece dovrebbe lasciare margini d'in-definizione e suggestionabilità per creare effetto anche a narrazione conclusa. Intendevo quello per "saperla più lunga dell'autore", che ha pieni poteri (nonché diritto) di far crollare miseramente queste nostre certezze, e mandare il lettore a quel paese... di nuove interpretazioni possibili, ballando sul banco che salta e saltella con gusto. Non si tratta di pretendere collaborazione, ma di aprirsi alla suggestione. L'autore in questi casi è un incantatore, non un addetto dell'ACI che ti trascina col carro attrezzi da A a B, dove B sarebbe pagina 98 presso cui raggiungere la quadra del cerchio ideale di fatti&misfatti.


Sul piano teorico sono d'accordo su tutto, o quasi. In pratica... :mrgreen:

Lascio nel campo della soggettività la questione del "mood" di questa storia -tu la trovi onirica, per me al contrario è una delle più razionali di Chiaverotti (se è Fulci, insomma, è quello di "Murderock", non quello di "L'aldilà").
Il problema è che, ribadisco, questo NON è un finale aperto. È un finale che vuol fare proprio quello che dici tu, ossia chiudere il cerchio: il mostro viene sconfitto definitivamente. Più rassicurante di così...
Parli di "nuove interpretazioni possibili", ma io temo di non vederle, nell'ultima tavola: l'unica interpretazione possibile di quelle immagini e quei dialoghi è che Carrie elimina Brenda, che lei stessa ha creato, con i poteri della sua mente. Ora, anche a prenderla per buona (e io, per i motivi riscritti sopra, non ci riesco): dove ci porta, questa scena? Quali ulteriori suggestioni dovrebbe regalarmi? Che effetto dovrebbe fare? Per quanto mi riguarda, non mi hai (non tu, eh: lo sceneggiatore) instradato su nuovi e inquietanti percorsi dell'incubo, ma su un nastro (asfaltato, e anche male) di Moebius: poiché non mi hai mai fatto (più precisamente: voluto far) credere veramente che Brenda avesse "creato" Carrie, scoprire che in realtà è il contrario non produce nessuna particolare sorpresa (ed è sicuramente meno sorprendente rispetto alla scoperta dell'identità del mostro). Confusione, semmai, non certo una qualche forma di turbamento.

Per capirci, non è il "rilancio" soprannaturale che contraddistingueva i finali di "Il buio" o "Il mistero del Tamigi" o "La clessidra di pietra" -rilancio che in quei casi funzionava, proprio perché tutta la storia, o almeno una parte significativa, era immersa in quelle atmosfere oniriche/allucinate che qui non ritrovo, se non in pochissimi e isolati casi. Lì il soprannaturale (o comunque l'irrazionale, lo strano -"La clessidra di pietra" docet) era un elemento portante delle sceneggiature: qui no, tant'è che viene introdotto tardissimo (e solo come ipotesi, oltretutto formulata dal personaggio meno attendibile), salvo poi ricomparire di punto in bianco nell'ultima pagina.

E pensare che non ci sarebbe voluto poi molto, per ottenere il risultato di cui parli: bastava creare qualche sospetto sulla reale esistenza/identità di Carrie, magari facendo dire/scoprire a Bloch che all'ambasciata americana non risultava nessuna turista con il suo nome -cosa che, per ricollegarmi a quanto scritto sopra, le avrebbe fornito anche una buona ragione per non dire (tutta) la verità a Dylan...

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 Oggetto del messaggio: Re: # 54 Delirium
MessaggioInviato: dom giu 07, 2020 12:39 pm 
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Stavros ha scritto:
In "Delirium" questo non accade: non c'è nulla, da nessuna parte, che ci dica o ci lasci intendere che Carrie stia mentendo a Dylan, o che le dia un buon motivo per farlo... a parte l'ultima tavola, che però ci impone di credere a qualcosa che, con tutta la buona volontà, io non sono disposto a credere (e cioè che rivedere Brenda per cinque secondi sia più traumatico che essere rapite e tenute in ostaggio per giorni da un assassino deforme e delirante).

Ma è proprio qui che nasce tutto l'equivoco; non è che devi essere o non essere disposto a crederci, questo finale rivela che Carrie aveva mentito, punto e basta. Il motivo? Forse che Carrie non voleva raccontare una storia così incredibile in cui erano coinvolti elementi soprannaturali alla polizia, di conseguenza si è inventata una spiegazione "razionale" dei fatti per tenere tutti buoni e andarsene senza che nessuno le facesse ulteriori domande? E poi, in generale, un narratore mica è tenuto a spiegarti tutto per filo e per segno, eh. Altrimenti rischi pure di fare la fine di certi albi della Barbato, di una noia micidiale.

Stavros ha scritto:
Lasciamo perdere l'ultima frase, che farebbe svenire un dipartimento di narratologi... :D

Ma certo, quello di cui sei contemporaneamente l'unico socio onorario, responsabile delle nuove reclute, direttore generale, presidente, e donna delle pulizie, presumo

Stavros ha scritto:
Il confronto tra i due albi mi interessa solo limitatamente all'incipit, e tra l'altro ho scoperto di aver commesso un altro errore -anzi, lo abbiamo commesso tutti e due, perché ho appena notato che entrambi adottano lo stesso stratagemma "virtuoso" di cui scrivevo: nella prima vignetta dopo la sequenza iniziale de "Il buio" leggiamo le parole di Kelly ("... poi non ricordo più niente"), che permettono di inquadrare le pagine precedenti come un suo racconto.

Ecco vedi, lo dicevo io. Tutto 'sto casino per niente.

Stavros ha scritto:
Il problema rimane per il momento confinato a "Il mistero del Tamigi", quindi ho il sospetto che l'inserimento di sequenze false non funzioni così "alla grande", come stratagemma -siamo ai livelli di "era tutto un sogno!": in pratica lo sceneggiatore può mostrare qualunque cosa senza alcuna responsabilità in fatto di coerenza e logica interna, perché alla fine può sempre cavarsela con un "ma guardate che quello che avete visto non era mica reale...". Se non ti piace il termine disonesto, allora dirò che mi sembra una soluzione pigra, sciatta, dozzinale -e d'altra parte, se lo stesso Chiaverotti vi ha fatto ricorso così poche volte, forse non è poi vero che funziona così "alla grande"...

Quale problema, il tuo? Quella sequenza è "falsa" nel senso che quello che stiamo vedendo è una falsa versione dei fatti che un pazzo si è fatto nella sua testa e ha di conseguenza raccontato alla polizia a posteriori. Uguale a Kelly. Ma scusa, tanto per capire che ti serve per stare tranquillo, la vignetta alla stazione di polizia con la frasetta "... ed ecco come sono andate le cose", tipo come nel buio? No perché io non avevo capito inizialmente che il punto fosse solo questo.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 54 Delirium
MessaggioInviato: dom giu 07, 2020 4:46 pm 
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outcast ha scritto:
Stavros ha scritto:
In "Delirium" questo non accade: non c'è nulla, da nessuna parte, che ci dica o ci lasci intendere che Carrie stia mentendo a Dylan, o che le dia un buon motivo per farlo... a parte l'ultima tavola, che però ci impone di credere a qualcosa che, con tutta la buona volontà, io non sono disposto a credere (e cioè che rivedere Brenda per cinque secondi sia più traumatico che essere rapite e tenute in ostaggio per giorni da un assassino deforme e delirante).

Ma è proprio qui che nasce tutto l'equivoco; non è che devi essere o non essere disposto a crederci, questo finale rivela che Carrie aveva mentito, punto e basta. Il motivo? Forse che Carrie non voleva raccontare una storia così incredibile in cui erano coinvolti elementi soprannaturali alla polizia, di conseguenza si è inventata una spiegazione "razionale" dei fatti per tenere tutti buoni e andarsene senza che nessuno le facesse ulteriori domande? E poi, in generale, un narratore mica è tenuto a spiegarti tutto per filo e per segno, eh. Altrimenti rischi pure di fare la fine di certi albi della Barbato, di una noia micidiale.


Vedi la risposta a Wolkoff: certo che devo essere disposto a crederci (all'interno del contesto), altrimenti non mi fa alcun effetto. E la "presa di coscienza" di Carrie, per come viene presentata, e per i motivi che ho già scritto, non mi fa alcun effetto.
Mi sono scusato per aver incrociato i discorsi, ma la questione della menzogna l'hai tirata fuori tu, e a rileggere non capisco davvero perché: io avevo semplicemente scritto che per dare un senso a quel controfinale il lettore è chiamato a una decodifica complicatissima, in risposta a wolkoff che mi diceva che le analisi sovra-razionali non permettono di godere del prodotto in quanto tale.

Stavros ha scritto:
Lasciamo perdere l'ultima frase, che farebbe svenire un dipartimento di narratologi... :D

outcast ha scritto:
Ma certo, quello di cui sei contemporaneamente l'unico socio onorario, responsabile delle nuove reclute, direttore generale, presidente, e donna delle pulizie, presumo


La faccina che ride, ai miei tempi, significava "ho appena detto una battuta". Credo che abbia ancora quel significato, e sono certo che tu lo sappia, il che mi rende difficile capire perché hai deciso di rispondere in maniera così stizzita e sarcastica. Pace. :)

Stavros ha scritto:
Il problema rimane per il momento confinato a "Il mistero del Tamigi", quindi ho il sospetto che l'inserimento di sequenze false non funzioni così "alla grande", come stratagemma -siamo ai livelli di "era tutto un sogno!": in pratica lo sceneggiatore può mostrare qualunque cosa senza alcuna responsabilità in fatto di coerenza e logica interna, perché alla fine può sempre cavarsela con un "ma guardate che quello che avete visto non era mica reale...". Se non ti piace il termine disonesto, allora dirò che mi sembra una soluzione pigra, sciatta, dozzinale -e d'altra parte, se lo stesso Chiaverotti vi ha fatto ricorso così poche volte, forse non è poi vero che funziona così "alla grande"...

outcast ha scritto:
Quale problema, il tuo? Quella sequenza è "falsa" nel senso che quello che stiamo vedendo è una falsa versione dei fatti che un pazzo si è fatto nella sua testa e ha di conseguenza raccontato alla polizia a posteriori. Uguale a Kelly. Ma scusa, tanto per capire che ti serve per stare tranquillo, la vignetta alla stazione di polizia con la frasetta "... ed ecco come sono andate le cose", tipo come nel buio? No perché io non avevo capito inizialmente che il punto fosse solo questo.


Non lo avevi capito perché inizialmente il punto -parlando di "Delirium"- non era infatti questo. Ci si è arrivati perché tu hai spostato il discorso su "storie basate sulla menzogna", e io ti ho seguito -errore che ho già ammesso e per il quale mi sono già scusato.
Io non so se quello delle sequenze "oggettive" false sia solo un mio problema, ma so che accade pochissime volte in Dylan Dog, ed è strano, perché sarebbe uno stratagemma utilissimo per uno sceneggiatore. Forse, se accade pochissime volte, anche se per te e magari molti altri "funziona alla grande", è perché viene effettivamente considerato un trucco poco dignitoso... e perché sì, per evitarlo è sufficiente rivelare in un modo o nell'altro, al termine della sequenza, che si è trattato di un racconto. Basta una semplice vignetta di raccordo: che ne "Il buio" (o "Una voce dal nulla", o tanti altri casi) c'è, ne "Il mistero del Tamigi" no.

In sintesi: a un narratore interno consento di mentire, ma al narratore esterno non posso accordare questo privilegio, perché ha già tutti i vantaggi possibili sul lettore -deve solo essere bravo a usarli.

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 Oggetto del messaggio: Re: # 54 Delirium
MessaggioInviato: dom giu 07, 2020 5:33 pm 
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Stavros ha scritto:
Vedi la risposta a Wolkoff: certo che devo essere disposto a crederci (all'interno del contesto), altrimenti non mi fa alcun effetto. E la "presa di coscienza" di Carrie, per come viene presentata, e per i motivi che ho già scritto, non mi fa alcun effetto.
Mi sono scusato per aver incrociato i discorsi, ma la questione della menzogna l'hai tirata fuori tu, e a rileggere non capisco davvero perché: io avevo semplicemente scritto che per dare un senso a quel controfinale il lettore è chiamato a una decodifica complicatissima, in risposta a wolkoff che mi diceva che le analisi sovra-razionali non permettono di godere del prodotto in quanto tale.

Ho tirato fuori il discorso della menzogna perché tu parlavi di implausibilità, invece basta accettare il fatto che Carrie menta, e i conti tornano. Sai che decodifica complicatissima...

Stavros ha scritto:
La faccina che ride, ai miei tempi, significava "ho appena detto una battuta". Credo che abbia ancora quel significato, e sono certo che tu lo sappia, il che mi rende difficile capire perché hai deciso di rispondere in maniera così stizzita e sarcastica. Pace. :)

Ma certo figurati, anche ai miei. Ovviamente anche la mia era una battuta di spirito

Stavros ha scritto:
Io non so se quello delle sequenze "oggettive" false sia solo un mio problema, ma so che accade pochissime volte in Dylan Dog, ed è strano, perché sarebbe uno stratagemma utilissimo per uno sceneggiatore. Forse, se accade pochissime volte, anche se per te e magari molti altri "funziona alla grande", è perché viene effettivamente considerato un trucco poco dignitoso... e perché sì, per evitarlo è sufficiente rivelare in un modo o nell'altro, al termine della sequenza, che si è trattato di un racconto. Basta una semplice vignetta di raccordo: che ne "Il buio" (o "Una voce dal nulla", o tanti altri casi) c'è, ne "Il mistero del Tamigi" no.
In sintesi: a un narratore interno consento di mentire, ma al narratore esterno non posso accordare questo privilegio, perché ha già tutti i vantaggi possibili sul lettore -deve solo essere bravo a usarli.

Sequenze "oggettive"? Ma di che parli, ti stai perdendo. Vedi, allora avevo ragione prima, il nocciolo della questione è solo una "vignettina di raccordo" che spiega quello che una mente normale è capace di capire da sola leggendo il resto della storia. E' un po' come la battute senza la faccina, se ci pensi: del resto le faccine esistono, ma mica nessuno ti obbliga ad usarle.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 54 Delirium
MessaggioInviato: dom giu 07, 2020 6:18 pm 
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Iscritto il: mer mag 13, 2020 12:29 pm
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outcast ha scritto:
Stavros ha scritto:
Vedi la risposta a Wolkoff: certo che devo essere disposto a crederci (all'interno del contesto), altrimenti non mi fa alcun effetto. E la "presa di coscienza" di Carrie, per come viene presentata, e per i motivi che ho già scritto, non mi fa alcun effetto.
Mi sono scusato per aver incrociato i discorsi, ma la questione della menzogna l'hai tirata fuori tu, e a rileggere non capisco davvero perché: io avevo semplicemente scritto che per dare un senso a quel controfinale il lettore è chiamato a una decodifica complicatissima, in risposta a wolkoff che mi diceva che le analisi sovra-razionali non permettono di godere del prodotto in quanto tale.

Ho tirato fuori il discorso della menzogna perché tu parlavi di implausibilità, invece basta accettare il fatto che Carrie menta, e i conti tornano. Sai che decodifica complicatissima...


Non mi sono spiegato: io accetto il fatto che Carrie menta, ma anche così i conti non mi tornano comunque -almeno, non se prendo in considerazione la ricostruzione che qualcuno ha effettuato nelle pagine precedenti, che è tutto tranne che semplice: e finché nessuno ne propone un'altra, io rimango della mia opinione. A me pare che il tuo concetto di "i conti tornano" sia "ok, basta ignorare questo, questo, e quest'altro, e tutto ridà". Certo, così è facile, ma a me non interessa (non dà piacere, intendo) leggere una storia in questo modo.

outcast ha scritto:
Sequenze "oggettive"? Ma di che parli, ti stai perdendo. Vedi, allora avevo ragione prima, il nocciolo della questione è solo una "vignettina di raccordo" che spiega quello che una mente normale è capace di capire da sola leggendo il resto della storia. E' un po' come la battute senza la faccina, se ci pensi: del resto le faccine esistono, ma mica nessuno ti obbliga ad usarle.


Sto parlando di sequenze presentate come "oggettive", cioè non frutto o traduzione visiva del racconto di un personaggio, e che poi si rivelano false.
Sto parlando della distinzione tra narratore onnisciente e narratore interno, del diverso grado di fiducia che il lettore accorda a queste voci, della differenza che c'è tra un personaggio che mente e un narratore che mente, e della ragione per cui l'uso del narratore onnisciente inattendibile è così sporadico (rispetto alla strategia di un narratore interno inattendibile).

Io magari capisco poco, eh, però ad alcune cose ci arrivo. Ad esempio, capisco che mi hai appena detto che non ho una mente normale. E quindi capisco che è il momento di interrompere questa conversazione.

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 Oggetto del messaggio: Re: # 54 Delirium
MessaggioInviato: dom giu 07, 2020 8:41 pm 
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Iscritto il: gio ago 20, 2009 12:26 pm
Messaggi: 6992
Località: Inverary 2.0
Questa discussione sta assumendo connotati sub-reali, come da titolo... nel delirium più (ex)tremens.
Chiaverotti potrebbe trarne spunto per l'Accademia Holden di Zombo&Birba, che a breve apriranno in qualche bosco della Pennsylvania per illustrare le sottigliezze della narrazione (a suon di mannaja) agli alunni promettenti come una certa Brenda M 8-) .

Sento già le ipofisi che si contorcono elettrizzate... perché non hanno detto alla lettera quello che pensavano alla tiroide che era distratta dal lobo frontale di spalle che mentiva spudoratamente all'ipotalamo senza dichiararlo a neuroni unificati.

ALOHA BOBBY GAMBALUNGA
LA SA PIU' LUNGA

Spoiler!
e comunque essendo pure io parte della sub-realtà, potrebbe anche venirmi la voglia di metter una volta per tutte per iscritto la mia personale interpretazione DETTAGLIATA del controfinale - beffardismi chiaverottiani a parte - giusto per mettere in pace un po' di anime ed ipofisi (sdoppiate?) a basso voltaggio... :roll:

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Io no capito, io no capito

(anta baka?! [...] kimochi warui)


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 Oggetto del messaggio: Re: # 54 Delirium
MessaggioInviato: dom giu 07, 2020 11:12 pm 
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Iscritto il: dom nov 06, 2016 1:29 pm
Messaggi: 336
Stavros ha scritto:
Io magari capisco poco, eh, però ad alcune cose ci arrivo. Ad esempio, capisco che mi hai appena detto che non ho una mente normale. E quindi capisco che è il momento di interrompere questa conversazione.

Ma no dai, non intendevo certo offendere. Se ho esagerato con le battute ti chiedo scusa. Comprendo la logica del tuo punto di vista su questa sorta di "etica della narrazione" ma non lo condivido; anzi lo considero un dettaglio insignificante, un puntiglio inutile. Tutto qui.
P.S.
Visto che ti piace il cinema, la prossima volta magari facciamo due chiacchiere su "Inland Empire" (faccina)


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 Oggetto del messaggio: Re: # 54 Delirium
MessaggioInviato: mar ago 04, 2020 10:58 am 
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Iscritto il: dom ago 02, 2020 9:14 pm
Messaggi: 6
io sono per Debbie/Brenda stessa persona con sdoppiamento di personalità.

Solo una cosa non tornerebbe.......Dylan chi ha ucciso?

Ci sarebbe anche sdoppiamento "fisico"?

questa cosa dell'omicidio,non mi torna.........

opinioni????


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 Oggetto del messaggio: Re: # 54 Delirium
MessaggioInviato: lun apr 19, 2021 3:03 pm 
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Iscritto il: gio mar 04, 2021 10:21 am
Messaggi: 282
Dopo il brutto passo falso del mese precedente, Claudio Chiaverotti si redime con una gradevole storia, con il villain (villain donna, as usual :mrgreen:) più spaventoso di sempre.
Ammetto che non sia un capolavoro, ha anche delle ingenuità significative, ma penso sia un po' un mio dirty pleasure.
Copertina più orrorifica di sempre, insieme a Grand Guignol.

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 Oggetto del messaggio: Re: # 54 Delirium
MessaggioInviato: dom mag 08, 2022 4:58 pm 
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Iscritto il: gio set 08, 2005 12:39 pm
Messaggi: 79
Storia che mi è piaciuta, in miglioramento rispetto ai precedenti 3 albi.
Ho trovato però troppi dialoghi (lunghi) rispetto ai disegni (ottimi), che hanno appesantito la lettura.
Voto 7.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 54 Delirium
MessaggioInviato: dom mag 08, 2022 5:03 pm 
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Iscritto il: gio set 08, 2005 12:39 pm
Messaggi: 79
aeroasis82 ha scritto:
io sono per Debbie/Brenda stessa persona con sdoppiamento di personalità.

Solo una cosa non tornerebbe.......Dylan chi ha ucciso?

Ci sarebbe anche sdoppiamento "fisico"?

questa cosa dell'omicidio,non mi torna.........

opinioni????


La mia opinione è che non è così importante. Forse non ha neppure un vero senso a parte spiazzare il lettore. :)


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 Oggetto del messaggio: Re: # 54 Delirium
MessaggioInviato: gio giu 30, 2022 7:46 pm 
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Iscritto il: ven giu 17, 2022 12:37 pm
Messaggi: 1
L'ho trovato un episodio mediocre. Il finale poi, la ciliegina sulla torta!


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