Cravenroad7

Ci vorrebbe, per una volta, una versione socialmente accettabile del rRrrRobbe, che ci venisse a spiegare cosa intende lui per ironia.
Io, per esempio, la vedo ovunque e forse mi sto RrRReoobbetizzando. Gnaghi che legge in testo di quantistica cos'è? A me fa ridere (cioè intendiamoci non è che mi rotolo sul pavimento). Dylan che fa il supersaiyan della situazione, non è autoironico, visto che poco dopo fa una figura barbina?

Ho trovato un nuovo impiego per la fase 2

La situazione voti al momento:
outcast: "Un albo improponibile"
Valla: 4.5
Bob cooper: insufficiente
ramingo: 4
kolok: insufficiente
Nima: negativo (se ho inteso bene, non avendo letto spoiler)
Keanu Coen: negativo (pur non avendolo letto tutto, capisco bene?)
wolkoff: 5-

gojohnny: "piaciuto tantissimo"
Goblin: soddisfatto
Rkc: un bel numero
Bertuccia: ottimo
toro seduto: un bel numero
block a dieta dal 56: "a me è piaciuto"
machen: ottimo
dyd_23: 7
raffa: "un bell'albo"

Ma Gnaghi che legge il testo di quantistica non è ironia. Gnaghi lo sta leggendo seriamente il testo, non fa finta. Al limite è una scena poco credibile. Anche Dylan quando fa il duro lo fa sul serio. C'è una scena in cui persino lo dichiara apertamente nel penultimo numero: "Non sono mai stato così serio". Più anti-ironico di così!
Se volete un esempio di ironia andate a leggervi il dialogo tra Justine Singer e Dylan all'inizio del signore del silenzio, di come lui la prende in giro e ironizza anche su sé stesso dicendo che il più grande quesito nella vita è quello di come pagare il mutuo.

Leonearmato, confermo, non mancano le cose positive, ma quelle negative vincono. Parlo ovviamente solo di ciò che ho avuto modo di vedere. Il termine "gnagheggiare" è quasi da codice penale.

Scusate voglio partecipare a questo gioco al massacro. Premesso che:
- ogni autore ha un suo stile e sicuramente Recchioni è tra i più antisclaviani;
- questo è il primo DYD 666 che leggo, quindi forse sono meglio disposto perché non ho potuto notare le contraddizioni coi precedenti che denunciate;
ad esempio a pagina 18, Dylan dice "Come sarebbe a dire che dovrei smetterla di raccontarmi bugie? Sono perfettamente consapevole di quello che faccio! ...a parte quando non lo sono..." . Ecco, questo è perfettamente Dylan, no? Il Dylan che si contraddice, che si prende in giro. Non c'è ironia dylaniana in queste vignette?

A mio parere, Raffa, questo è Dylan come se fosse stato sceneggiato dall'intelligenza artificiale Dylaniator 3000, un software che viene caricato con tutte le informazioni e partorisce in automatico una sceneggiatura. È tipico, quando uno sceneggiatore conosce a memoria ogni numero di Dylan. Un po' mi ricorda Irishman, scritto con analogo software.

Ok per me quel software scrive bene.
Fatemi un esempio di scambio dylaniato a cui non si possa dire che è "fuori personaggio" o al contrario "già visto".

Edit: dico, a me non piacciono molti dei DD che ho letto di recchioni, perchè non mi piacciono le citazioni sfiancanti, le spacconate ecc ma questo è forse l'albo più equilibrato che ha scritto sotto questo punto di vista, certe critiche non me le spiego proprio

Non lo metto in dubbio in nessun modo, anzi ne sono felicissimo.
Edit anch'io: anche per me questo albo rappresenta il migliore finora del 666, ma siamo ancora lontani dalla sufficienza.

Come mai?

Ma io credo fermamente che Gnaghi lo stia leggendo! È una situazione paradossale, un disabile che legge un testo estremamente complesso. A parte il fatto, ovviamente, che non conosciamo la diagnosi funzionale di Gnaghi, sappiamo "grazie" alla frase cinica di Carpenter, che è un "mongoloide".
A parte il fatto che moltissime persone identificano tutti gli insufficienti mentali con i Down, ci sono svariate tipologie di disabilità che ti consentono di leggere e comprendere un testo di quantistica e di non saper raggruppare 12 palline per colore.
A me sembra una situazione "simpatica", così come quella del superfigo che finisce a gambe all'aria alla vista di un ragno, dopo aver sterminato una squadra swat.

Semplicemente, sono contento che Dylan continui a piacere ai suoi lettori, nella fattispecie a te e ai forumisti che hanno dato parere favorevole. Non condivido, ma mi fa molto piacere.

Complimenti per il buon cuore, sembri davvero sincero.
Però trai conclusioni affrettate. Ho detto anche prima che non ho per niente gradito buona parte della fase due e soprattutto il ciclo della meteora, purtroppo.
Quello di cui sono contento io, invece, è di essermi riuscito a godere un albo di Dylan senza pensare troppo a chi lo ha scritto, durante la lettura.

In ordine:
@Leo: si, bocciato ma "con riserva". Diciamo che, dopo diverse letture la mia non si può considerare una stroncatura netta (fondamentalmente non lo era neanche al primo commento) ma vi sono cose che pesano parecchio sulla mia considerazione generale.
La mancata costruzione del personaggio Anna ad inizio lettura (è un incubo, e vabbè, si trasforma in MM e vabbè, ma ciò non toglie che prima di qualsiasi colpo di scena da mettere in atto sarebbe stato più logico dare spessore ad Anna/Incubo/MM; la scena muta poteva risolversi in molte meno pagine, e non avrebbe inficiato sulla cosiddetta "poesia" riscontrata da taluni: le pagine sottratte potevano essere dedicate ad un preambolo più solido.
Sono comunque fiducioso per il futuro: se ancora compro è chiaro che aspetto un numero capace veramente di colpire.

@Bertuccia: a questo punto è chiaro che ha molto senso ripescare uno degli assunti di Keanu, ossia che la cognizione dell'ironia varia da individuo ad individuo. Dove io (o altri) vedono "citazioni", una persona con disabilità mentale che semplicemente legge materiale forbito etc, tu (o altri) potete vederci un qualcosa di sottilmente ironico.
Sulla percezione individuale è quasi inutile discutere.

@Raffa: come sopra. Quella dell'investigatore è un'uscita interessante. Se uno mi dice che in un simile passaggio ci intravede un gusto "ironico" gli posso anche credere. Purtroppo l'ironia è in generale un fattore poco preponderante in questo nuovo Dylan, in cui sembra prevalere boria e presunzione. Può piacere, eh, non lo metto in dubbio. Magari il Dylan impettito, che si fa scudo dietro alle sue conoscenze può garbare una cifra. Ma non lo vedo un tipo "naturale". C'è un qualcosa di tremendamente artefatto dietro il suo modo di comportarsi, di rispondere, e anche mettergli in bocca una frase come quella da te - giustamente - riportata, sembra un tentativo posticcio di "farlo scendere dal suo piedistallo" per donargli un'umanità, una freschezza che nei primi numeri gli sono stati ben alla larga. Ma è apprezzabile. Si preferisce sentirgli dire una cosa simile piuttosto che esibirsi teatralmente in lunghe citazioni di Shyamalan.
Per inciso, neanche a me interessa molto chi scrive sulla testata: basta che mi si offrano buone storie, costruite nel migliore dei modi, con personaggi non bidimensionali né legnosi.

Non c'è nessun paradosso nella scena in sé. Perché mai uno che ha problemi nell'articolazione verbale/fonetica non dovrebbe leggere manuali di fisica quantistica o nemmeno Kant Dove sta il contrasto da cui nasce l'ironia di contesto

So io dove sta: nel fatto che SINO AD OGGI non solo avevano tratteggiato Gnaghi come un tizio incapace di spiccicare una sillaba, ma anche come un ritardato piuttosto balordo armato vanga, prigioniero oltre che delle disabilità anche di un cervello semplicerrimo da bambino (non sviluppato, mica un piccolo genio autistico ). L'ironia (involontaria, nel senso che si ritorce in derisione) è nella cialtronaggine con cui vengono tratteggiati i personaggi e poi si pretende il colpo "a sensazione" per renderceli di punto in bianco più simpatici su una vignetta uscita dal cilindro sfonnato dai coniglietti .

[...]

Comunque, tornando al discorso di Leone e Zak, e leggendo qualche commento su Youtube (non oso avvicinarmi a fb ) , in generale questo albo ha diviso più di altri recenti. Quelli che l'hanno apprezzato parlano estasiati (e pucciosi ) della sequenza muta , che in effetti è una delle (poche) cose che non mi è dispiaciuta nell'albo, anche se alla fine la lovestory in foto-romanza è solo un pretesto per la metafora della dipendenza dall'alcool, e altre menate barbose poco divertenti in sé.

ALOHA (VERA) IRONIA SULLE SOSTANZE PSICOTROPE