In ordine:
@Leo: si, bocciato ma "con riserva". Diciamo che, dopo diverse letture la mia non si può considerare una stroncatura netta (fondamentalmente non lo era neanche al primo commento) ma vi sono cose che pesano parecchio sulla mia considerazione generale.
La mancata costruzione del personaggio Anna ad inizio lettura (è un incubo, e vabbè, si trasforma in MM e vabbè, ma ciò non toglie che prima di qualsiasi colpo di scena da mettere in atto sarebbe stato più logico dare spessore ad Anna/Incubo/MM; la scena muta poteva risolversi in molte meno pagine, e non avrebbe inficiato sulla cosiddetta "poesia" riscontrata da taluni: le pagine sottratte potevano essere dedicate ad un preambolo più solido.
Sono comunque fiducioso per il futuro: se ancora compro è chiaro che aspetto un numero capace veramente di colpire.
@Bertuccia: a questo punto è chiaro che ha molto senso ripescare uno degli assunti di Keanu, ossia che la cognizione dell'ironia varia da individuo ad individuo. Dove io (o altri) vedono "citazioni", una persona con disabilità mentale che semplicemente legge materiale forbito etc, tu (o altri) potete vederci un qualcosa di sottilmente ironico.
Sulla percezione individuale è quasi inutile discutere.
@Raffa: come sopra. Quella dell'investigatore è un'uscita interessante. Se uno mi dice che in un simile passaggio ci intravede un gusto "ironico" gli posso anche credere. Purtroppo l'ironia è in generale un fattore poco preponderante in questo nuovo Dylan, in cui sembra prevalere boria e presunzione. Può piacere, eh, non lo metto in dubbio. Magari il Dylan impettito, che si fa scudo dietro alle sue conoscenze può garbare una cifra. Ma non lo vedo un tipo "naturale". C'è un qualcosa di tremendamente artefatto dietro il suo modo di comportarsi, di rispondere, e anche mettergli in bocca una frase come quella da te - giustamente - riportata, sembra un tentativo posticcio di "farlo scendere dal suo piedistallo" per donargli un'umanità, una freschezza che nei primi numeri gli sono stati ben alla larga. Ma è apprezzabile. Si preferisce sentirgli dire una cosa simile piuttosto che esibirsi teatralmente in lunghe citazioni di Shyamalan.
Per inciso, neanche a me interessa molto chi scrive sulla testata: basta che mi si offrano buone storie, costruite nel migliore dei modi, con personaggi non bidimensionali né legnosi.