Siccome a differenza di Dylan Hipsterdoe, con tutto questo tempo libero il sabato sera, non mi garba di sbevazzare da solo, né mi aggrada (di sognare) di picchiare la mia compagna se non mi fornisce escort all'altezza per distrarmi... mi perderò su alcuni dettagli che non meriterebbero ulteriore considerazione
Anche se la tentazione di aprire l'ultima Tennent's piuttosto che ripensare a questo albo è tanta...
V.M. ha scritto:
Ti potrei indicare dozzine di vignette o sequenze degli ultimi quattro albi nelle quali Dylan fa battute ironiche o autoironiche. I siparietti con Gnaghi sono quasi tutti ironici.
Adesso non mi va di scongelare tutte le precedente scenette comiche dal 401 al 403, perché di fessaggini ce ne sono anche troppe - non ultime le sboronate in serie con Sybil o i battibecchi triangolati con Rania e Carpenter stile
Casa Vianello - perché mi basta attenermi all'ultimo albo come esempio ed alle interazioni con Gnaghi a livello di ironia, giusto per vedere il tipo di vena (recisa?) umoristica di cui dispone lo spassosissimo Rrobertino senza far interagire Dylan con Groucho.
p.6]
Dylan rimprovera Gnaghi di non ascoltarlo, anche se vede chiaramente che ha le cuffieQui più che altro l'ironia è involontaria da parte dell'autore che non si accorge di un passaggio a vuoto che presume a sua volta o la cecità del lettore rispetto al contesto, o che il protagonista sia talmente idiota da non sapere a cosa servono delle cuffie.
p.7-8 ]
Dylan compatisce Gnaghi per la visione dei film romantici... e poi gli ricorda che ci sono tante altre (allegre?) ragazze morte di cui innamorarsi Potrebbe essere anche un pezzo di umorismo nero alla F.Dellamorte, ma quello struscio languido sulla poltrona e quel sorrisetto per rincuorare l'amico rendono la scenetta più empatica verso lo sdolcinato che
cinicamente dissacrante come i cimiteri di Boffalora e dintorni insegnano.
p.8 ]
Dylan parla dell'età anagrafica di Gnaghi e la sua mente da 15enne Anche qui ci vedo un'ironia involontaria di riflesso, da parte del lettore, che intravede un 15enne monosillofono molto più maturo del protagonista chiacchierone, che non capisce l'irritazione del suo compare davanti a questioni delicate, e l'attribuisce a capricci adolescenziali.
p.15-17]
Doppio risveglio dall'incubo. Qui Dylan semplicemente racconta cosa ha sognato. L'unica battuta se la spara (allupato) da solo per la solita citazione cinematografica, e l'ennesima ironia involontaria è in Gnaghi che irrompe in camera per prendere a badilate gli incubi... e ci può stare, se sono in formato pipistrello.
p.18]
Il dott. Gnaghi con tanto di occhialetto e libro impegnato, rimbrotta a Dylan (indirettamente) di non esser proprio onesto con se stesso e con le sue serate passate nello studio Mi sembra più un passaggio confidenziale di coppia che uno scambio ironico. E tra l'altro anticipa il tema drammatizzato della consapevolezza (parziale o piena) di fronte al vizio dell'ubriacatura solitaria.
p.19]
Dylan si lamenta delle carenze di un assistente non pagato Questa è vecchia, per quanto riuscita. E fa parte del repertorio sclaviano dalla notte dei tempi, per cui tanto contributo del Sommo qui non ci vedo.
[...]
Tutto questo per dire che non solo l'ironia di Mr Mumps quando non si tratta di spacconate, bisticci da sitcom, o meta-occhiolini citazionisti, stenta a farsi largo, ma rinunciare in partenza anche alle interazioni con Groucho è come darsi da soli una zappa (cimiteriale?) sui piedi piatti... molto piatti, per la noja. Non ci vuole certo Totò o Buster Keaton per capire che col baffone nell'arco di sono molte più le possibilità di sfrecciare frecciate taglienti.
Forse sarà il caso di ripassarsi i siparietti di Castelli tra Martin e Java per fare passi in avanti nel sempreverde mondo dell'ilarità monosillabica?
ALOHA MHGNA