Cravenroad7

trapela l'indiscrezione sul perchè tante pagine senza baloon. nel periodo in cui scriveva la storia non gli funzionava internet.

Dear, non cambiamo le carte in tavola: si parlava dell'ironia del personaggio-Dylan, non dell'ironia delle storie nel loro complesso.
Fra l'altro, per Sclavi maturo intendevo quello post-2006 di storie come Marty, L'assassino è tra noi, Dopo un lungo silenzio o Nel Mistero.

Bravissimo, Wolk, mamma mia, che immaginario banale... "La critica della ragion pura" come paradigma colto/complesso. Qualcosa di complicato, qualcosa di complicato... La fisica quantistica, ovvio! Non si fa il minimo sforzo. Praticamente la prima cosa che viene in mente viene scritta. Shakespeare per fortuna me lo sono perso.
Poi uno apre un Napoleone a caso e il protagonista sta leggendo Emanuele Severino, il cui libro ovviamente, ben lungi dall'essere solo una spocchiosa esibizione di cultura, è PARTE INTEGRANTE della trama.
Continua così, Rribe. Per citare i TARM, "la vita lontana da ogni clichè/ cercala è dentro di te".

La brillantezza del protagonista è sempre stata cardine della vena ironica delle storie di Dylan Dog. Almeno del Dylan Dog sclaviano che finisce con Per Un Pugno di Sterline.
Ma al di là dei paragoni non capisco proprio come si possa definire ironico/simpatico il Dylan di Recchioni.

Dylan Doe simpatico come la sabbia nelle mutande.

Io detesto persino la sabbia fra i piedi in spiaggia, altro che mutande. Non capirò mai come fanno le nudiste a rotolarcisi con disinvoltura: sozzone!
Scoglio a vita.

[...]




Ambé non era niente di che, una menzione "a" Shakespeare, e non "da"... a livello di locus amoenus.

E comunque Mr Mumps, se vuoi spremerti un pochetto di più sulle taverne elisabettiane pro-citazione, c'era da omaggiare una certa Mermaid Tavern dove davvero Mister William Shakespeare, insieme a tutta la sua combriccola, compresi Chris Marlowe, Ben Jonson, John Donne (ricordi, le frasi di Mater Morbi?), andavano ad ubriacarsi senza poi picchiare le attricette pasticcione di nome Anna .

ALOHA ANACRONISMO ALCOOL-FRIENDLY

Ti potrei indicare dozzine di vignette o sequenze degli ultimi quattro albi nelle quali Dylan fa battute ironiche o autoironiche. I siparietti con Gnaghi sono quasi tutti ironici.
Chiaramente è un'ironia diversa da quella di Sclavi. E ci può anche stare che l'ironia di Recchioni non piaccia e la si trovi poco divertente o irritante.
Però non si può negare che si tratti di ironia.

io nego eccome.

Molto diversa, in effetti. Nel senso che proprio non lo è.

Siccome a differenza di Dylan Hipsterdoe, con tutto questo tempo libero il sabato sera, non mi garba di sbevazzare da solo, né mi aggrada (di sognare) di picchiare la mia compagna se non mi fornisce escort all'altezza per distrarmi... mi perderò su alcuni dettagli che non meriterebbero ulteriore considerazione
Anche se la tentazione di aprire l'ultima Tennent's piuttosto che ripensare a questo albo è tanta...



Adesso non mi va di scongelare tutte le precedente scenette comiche dal 401 al 403, perché di fessaggini ce ne sono anche troppe - non ultime le sboronate in serie con Sybil o i battibecchi triangolati con Rania e Carpenter stile Casa Vianello - perché mi basta attenermi all'ultimo albo come esempio ed alle interazioni con Gnaghi a livello di ironia, giusto per vedere il tipo di vena (recisa?) umoristica di cui dispone lo spassosissimo Rrobertino senza far interagire Dylan con Groucho.

1)

p.6] Dylan rimprovera Gnaghi di non ascoltarlo, anche se vede chiaramente che ha le cuffie

Qui più che altro l'ironia è involontaria da parte dell'autore che non si accorge di un passaggio a vuoto che presume a sua volta o la cecità del lettore rispetto al contesto, o che il protagonista sia talmente idiota da non sapere a cosa servono delle cuffie.

2)

p.7-8 ] Dylan compatisce Gnaghi per la visione dei film romantici... e poi gli ricorda che ci sono tante altre (allegre?) ragazze morte di cui innamorarsi

Potrebbe essere anche un pezzo di umorismo nero alla F.Dellamorte, ma quello struscio languido sulla poltrona e quel sorrisetto per rincuorare l'amico rendono la scenetta più empatica verso lo sdolcinato che
cinicamente dissacrante come i cimiteri di Boffalora e dintorni insegnano.

3)

p.8 ] Dylan parla dell'età anagrafica di Gnaghi e la sua mente da 15enne

Anche qui ci vedo un'ironia involontaria di riflesso, da parte del lettore, che intravede un 15enne monosillofono molto più maturo del protagonista chiacchierone, che non capisce l'irritazione del suo compare davanti a questioni delicate, e l'attribuisce a capricci adolescenziali.

4)

p.15-17] Doppio risveglio dall'incubo.

Qui Dylan semplicemente racconta cosa ha sognato. L'unica battuta se la spara (allupato) da solo per la solita citazione cinematografica, e l'ennesima ironia involontaria è in Gnaghi che irrompe in camera per prendere a badilate gli incubi... e ci può stare, se sono in formato pipistrello.

5)

p.18] Il dott. Gnaghi con tanto di occhialetto e libro impegnato, rimbrotta a Dylan (indirettamente) di non esser proprio onesto con se stesso e con le sue serate passate nello studio

Mi sembra più un passaggio confidenziale di coppia che uno scambio ironico. E tra l'altro anticipa il tema drammatizzato della consapevolezza (parziale o piena) di fronte al vizio dell'ubriacatura solitaria.

6)

p.19] Dylan si lamenta delle carenze di un assistente non pagato

Questa è vecchia, per quanto riuscita. E fa parte del repertorio sclaviano dalla notte dei tempi, per cui tanto contributo del Sommo qui non ci vedo.


[...]

Tutto questo per dire che non solo l'ironia di Mr Mumps quando non si tratta di spacconate, bisticci da sitcom, o meta-occhiolini citazionisti, stenta a farsi largo, ma rinunciare in partenza anche alle interazioni con Groucho è come darsi da soli una zappa (cimiteriale?) sui piedi piatti... molto piatti, per la noja. Non ci vuole certo Totò o Buster Keaton per capire che col baffone nell'arco di sono molte più le possibilità di sfrecciare frecciate taglienti.

Forse sarà il caso di ripassarsi i siparietti di Castelli tra Martin e Java per fare passi in avanti nel sempreverde mondo dell'ilarità monosillabica?

ALOHA MHGNA

Ecco, il tuo post conferma quello che dicevo - cioè che di ironia negli ultimi albi ce n'è parecchia - e smentisce quanto sostenuto da Dear Boy, skeletor e outcast.
Che poi quell'ironia tu l'abbia trovata noiosa e poco riuscita, è un altro discorso.

Beh, ad esser sinceri io ho detto che in 3 casi su 6 l'ironia nelle interazioni con Gnaghi è involontaria... cioè è l'autore che fa ridere di sé per come dispone le cose. Nelle restanti situazioni, in un caso slabbra nel melenso annullando l'effetto ironico, in un altro la si butta sul drammone a venire, e nell'ultimo si ricicla una topica di Sclavi.

Che non sarà proprio quello che dicono Skel o Dear, ma lo rasenta più della tua opinione.
Se poi loro non vogliono farsi sfiorare dal sottoscritto, li posso capire

ALOHA ANCHE COL DYLAN MASCHERINA
MANTENIAMO LE DISTANZE

fermi. del 666 ho letto solo il primo e mi è bastato. gli altri li ho solo sfogliati per i disegni. ormai conosco oni2. non mi serve altro...e questo non è semplicemente dylan dog. per me quella non è ironia e non dico cosa è perchè mi bannerebbero.

Caro V.M. il fatto che Recchioni ce la metta tutta per scrivere sceneggiature (e post) brillanti è evidente a tutti da sempre. E questo non solo è irrilevante per valutarne l’inefficacia ma è addirittura un’aggravante. La Barbato almeno neanche ci provava conoscendo i propri limiti (ma compensava con storie complesse e strutturate). Rrobertino invece si considera una sagoma arguta.

Ma quella non è ironia. Sono sequenze perlopiù drammatiche, tra l'altro condite da personaggi che pronunciano battute poco credibili per quella situazione.
Esempio: "I posteri lo ricorderanno certamente per la sua famosa propensione all'ironia. Soprattutto l'auto-ironia!"
Ecco questa, è ironia. E adesso però postacele te le "dozzine" di scene ironiche degli ultimi numeri, così magari ci facciamo due risate.