Cravenroad7

Grandi tavole di Stano, al meglio nel suo lugubre bianco nero. Una storia chandleriana che ben si adatta all'universo Dylan Dog. Groucho in gran forma e Faraci ottimo nello sposare l'indagatore dell'incubo con contesti non puramente horror po "sclaviani". Faraci contestato da molti è un autore che ha lasciato il segno, perché ha avuto il coraggio di dare una sua linea a Dylan Dog (come fecero anche Barbato, Medda e Ruju). "Il grande sonno" è uno degli albi che rileggo sempre con piacere. Vero fumo di Londra con ottimi comprimari tra noir e horror in un sobborgo alla Tim Burton (per quanto londinese).

Storia noiosa e banale. Niente di particolarmente originale se non lo stile di narrazione, ma non basta questo da solo a salvare una storia davvero vuota e con uno svolgimento lineare e senza sorprese.
Il mostro che compare alla fine non centra praticamente nulla.
Insufficiente

Lo stesso Stano, sempre fantastico, qui mi è piaciuto meno del solito. Rimane comunque un fuoriclasse assoluto. Forse il miglior disegnatore in forza alla Bonelli

il grande sonno
storia sopravvalutata come capita spesso con faraci... presentata come un omaggio a chandler, ma è una faraciata irritante
prima parte quasi riuscita nella sua parodia del noir, quasi sclaviana... quasi... non si sa se troppo furba o troppo scema..... il finale toglie definitivamente il dubbio per quanto è ridicolo, anche qui mi ricorda "sinfonia mortale"... con la scusa che è una parodia e quindi si possono mescolare i generi "come viene viene"
con la sgradevole sensazione che, dietro il mestiere, dietro l'apparenza, non ci si impegni più di tanto oppure che si stia smarrendo la via o entrambe le cose
disegni di stano buoni ma non così eccezionali, si dice che la dolce georgine sia ispirata a paola barbato... ma dove? ma quando?
copertina normale

voto 5/6

La copertina di Stano spicca, se non per la bellezza, quantomeno per la cura dei dettagli. Apprezzabile lo sforzo di far vedere le ossa degli scheletri all'interno dell'armatura. Anche all'interno dell'albo il nostro Angelo è ispirato e riesce a regalarci delle belle tavole.

Voto 6: Un Faraci che si merita la sufficienza grazie a qualche escamotage narrativo. La storia difatti si dipana abbastanza bene grazie all'inserimento delle vicende dei personaggi secondari, che, anche grazie a dei siparietti comici, ricordano un certo approccio di Sclavi, pur rimanendo molto lontano dal grottesco a cui si vuole ispirare. L'incipit ricorda l'inizio del fumetto breve "L'orrore": anche qui c'è da chiedersi se sia un omaggio voluto o se è stato dettato dal caso. La parte finale rimane indigesta per come è stata trattata e non si può fare a meno di pensare che Tito abbia una certa passione per i gruppi armati che sconfiggono demoni e affini. Titolo alternativo: Il sonno della ragione genera inchiostri

Storia Folle ma che si ricorda
Non male
Poco senso
Personaggi gradevoli
Voto 7+