Cravenroad7

Non intendo assolutamente nè giustificarmi, nè fare un passo indietro, ma eventualmente solo chiarire: sul contesto mi pare ci sia poco da dire, anche perchè contesto non ce n'era: il post della Barbato è stato il primo su questo albo, dopodichè ho cercato di leggere le altre pagine e non mi è sembrato di aver trovato altre tracce di post dell'autrice, e solo dopo essermene accertato ho scritto il post. Sul contesto ha scritto tutto la Barbato stessa spiegando mi sembra nel migliore dei modi il casus belli con Marcheselli. Per quanto riguarda l'averla presa troppo sul serio, mi pare di capire dal post della Barbato che è lei ad averla presa sul serio, visto che ha considerato lesivo della sua dignità di autrice il qui pro quo creatosi con il curatore dell'epoca. Lei ha fatto una dichiarazione programmatica, addirittura una smentita, quindi, secondo me, una cosa abbastanza seria, a cui non mi sembra fuori luogo rispondere in maniera altrettanto seria. Per quanto riguarda la stranezza di rispondere a un post di 15 anni fa, è presto detto: la mia non è una risposta all'autrice, anche se lo può sembrare. Invece è semplicemente la mia opinione su questa presa di posizione dell'autrice, non pensavo certo che si rifacesse viva apposta per rispondere a me. Mi sono riferito a lei come mi riferisco all'attuale curatore della testata, cioè senza pensare che arriverà una risposta. Se dovesse arrivare, certo non mi tirerò indietro.
Per quanto riguarda gli "attacchi" più personali, non ho detto niente che non si arguisse dalle stesse parole della Barbato: le ho dato implicitamente della pennivendola (scrivendo "da quale pulpito"), perchè lei stessa ammette, e non solo in questo post, che "si deve lavorare per vivere", e mica c'è niente di male, ma almeno non critichi il più grande scrittore italiano se di mestiere si scrive "Medusa" (che lei stessa ammette farle schifo!), e dai!
L'altra parola forte che ho usato è "imbarazzante", e anche qui mi sembra che non ci sia altro modo per definire una SCRITTRICE con una certa fama che (SE, e dico SE, l'interpretazione corretta è la seconda) porta avanti lo stereotipo dei Promessi sposi come romanzo palloso. E allora, via, l'Inferno di Dante è divertente, invece il Paradiso è noiosissimo, D'annunzio si è fatto togliere due costole, Leopardi è uno sfigato, e via di seguito con i bignami dei bignami.
Infine, l'ho scritto proprio nella prima riga: è stato impossibile per me non commentare, un impulso irrefrenabile contro (delle due l'una) questo umorismo becero e banale degno di JAX, oppure una dichiarazione infelice (e dannosa, visto che immagino tantissimi studenti visitano questo forum) contro uno dei più grandi (secondo me il più grande) scrittori italiani.
A parte questo, inserirò la parola necroflaming, che non avevo mai sentito, nella mia lista di parole negative ma fighissime e, così come non avevo scritto mai niente su questo tono finora, sono quasi sicuro che non ne scriverò più in futuro perchè non è mia abitudine.
De hoc satis.
Va da sè che, come dico da sempre, ogni critica è sempre ben accetta.
Confermo che non ho un parere su questo albo, anzi sono molto curioso di leggerlo, anche perchè ogni anno con i miei alunni faccio sempre una panoramica sulle pestilenze nella letteratura, e utilizzo Dylan sempre con grande piacere.
E invito tutti a rileggere i Promessi Sposi, che è un libro semplicemente incredibile. Per dare un'utilità a questo post, vi aggiungo un'altra citazione del sommo, una delle mie preferite, ahimè adattissima al momento che stiamo vivendo:
"Ma noi uomini siamo in generale fatti così: ci rivoltiamo sdegnati e furiosi contro i mali mezzani, e ci curviamo in silenzio contro gli estremi: sopportiamo, non rassegnati, ma stupidi, il colmo di ciò che da principio avevamo chiamato insopportabile".
Ecco, di queste perle nel libro ce ne sono duemila, tutte da scoprire.

No ma figurati, non c'è niente da giustificare, qui ognuno dice la sua, non si fanno processi, al più emettiamo direttamente sentenze.
Chiarisco anch'io due punti: necroflaming l'ho inventato al momento, è una macedonia tra necroposting e flame, parole di uso comune nei forum. Necroposting è rispondere a un vecchio post di un utente che non scrive più, il flame è il litigio, la polemica e in effetti il tuo era molto più necro che flame.
Sul contesto, intendevo non il contesto all'interno del forum ma il contesto all'interno del mondo. Mi spiego: oggi, nel 2020, con l'esposizione mediatica a cui praticamente tutti siamo sottoposti, tutti i contenuti possono diventare virali, essere visti ovunque e da chiunque; nel 2005 era appena nato facebook in un college in Usa, era appena nato YouTube, nonostante parliamo solo di 15 anni fa, era un mondo completamente diverso! Non esistevano video, interviste con gli autori, podcast, dirette live. In questo contesto, la frase della Barbato è poco più di una battuta al bar con gli amici. Io non ci leggo paraculismo o ignoranza, ci leggo ingenuità. Banalità? Sicuramente, ma chi non ha mai detto banalità al bar con gli amici? Sicuramente anche tu ne avrai dette, prof!
Era un modo ironico di spiegare a un gruppo di appassionati come erano andate le cose in redazione, correggendo quanto indicato nella presentazione ufficiale dell'albo. Stop. Nessuna lesa maestà al Manzoni, nessuna offesa alla letteratura italiana. Almeno io la vedo così.

Credo sia anche la struttura di questo forum a causare situazioni di questo tipo. Un solo topic per albo, dove ognuno viene a distanza di secoli a scrivere la propria opinione o commentare su quella di un altro.
Avrei sempre voluto creare un forum su Dylan Dog organizzato in modo diverso ma ovviamente non l'ho mai fatto.

Beh, in genere il necroposting è sconsigliato in qualunque forum. Conta anche che anni fa il forum cambiò piattaforma (puoi notare la diversa sintassi nei post molto vecchi) e si persero parti o anche interi topic, il che rende di difficile consultazione alcuni topic molto vecchi.

Me lo potevi dire prima che necroflaming te l'eri inventata! Ho passato un'ora a cercarla su internet, mi sono sentito troppo scemo a non trovarla!
Il tuo punto di vista è iper legittimo, e fondamentalmente rappresenta la mia opzione numero uno, cioè la battuta di spirito, che per me ha l'unico pesante difetto semplicemente di essere (non) divertente (e un tantinello diseducativa), tutto qua. L'opzione peggiore era la seconda!
Per quanto riguarda le banalità, io di banalità mi nutro, ovviamente, come tutti quanti. Trovo però che parlare di banalità nel PROPRIO campo sia leggermente peggio. Nel senso che se io fossi una persona che di mestiere scrive, le banalità sugli scrittori le eviterei. Io di mestiere faccio l'insegnante, che figura ci farei se entrassi in classe dicendo "certo che Leopardi era proprio uno sfigato?". Questo tipo di umorismo è proprio l'ultima spiaggia. Una mia collega un giorno disse, durante un cineforum, "se non vi comportate bene per punizione andiamo in classe a fare matematica!". Che messaggi sono questi??? Allo stesso modo la battuta di Recchioni sugli insegnanti di sostegno, ovvio che detta in un bar fa ridere, ma vederla scritta nero su bianco e ad eterna (virtuale) memoria c'è da rifletterci un po' su...
Insomma, Paola poteva scegliere se essere l'ennesima a continuare su questa storia del Manzoni palloso, o essere la prima a smettere, e ha fatto la sua scelta! E di sicuro anch'io potevo impostare il mio messaggio in un modo molto più neutro... Che poi io di "etichetta" da forum non ci capisca niente, è tragicamente dimostrato, quindi ogni appunto in tal senso lo accetto volentieri.

In verità io aborro gli inglesismi e l'uso sempre più diffuso di parole inglesi --anche quando corrette-- nel linguaggio parlato, in televisione e non. Però, se decidi di usarle...

Figurati; anzi io ne limiterei l'uso al solo scopo didattico, ad esempio di termini quali "blowjob" o "creampie"

la peste
questa storia sembra anticipare la gestione recchioni: anna per sempre, il morbo m, la (post)verità, la barbato che vira sulla commedia, gli esperimenti con la continuity, roi
la parodia dei promessi sposi è riuscita e rispettosa del personaggio e di un certo filone, però non mi piace molto, allora la vedevo come un'anomalia barbatiana
nello speciale precedente la scena con amber e murray era un palcoscenico ideale per uno stallo dylaniano, non mi sono fatto tante domande sul perchè si trovassero lì
nel momento in cui deve costruirci sopra un'intera storia, l'autrice rovina i suoi personaggi, è tutto molto macchiettistico: il razzismo, la televisione, xabaras prezzemolino
poi i disegni mi piacciono ancora meno, murray stravolto, con un labbrone ridicolo, da segnalare solo il primo bacio saffico della serie, credo
copertina normale

voto 6

Che narratrice si dimostra la Barbato, adesso che le file davanti alla farmacia, l'avere gli occhiali rotti quando gli ottici erano stati chiusi durante il lockdown, la camionette militari piene di cadaveri (per fare qualche esempio, ma è tutta l'atmosfera del racconto di 18 anni fa che mi ha colpito) le abbiamo vissute dobbiamo plaudire Paola Barbato di aver saputo raccontare momenti di vita normale, pensieri e sentimenti che ci hanno accompagnato durante la pandemia ... scrivendo di fiction ha raccontato magistralmente ciò che sarebbe potuto succedere ... una grande narratrice, non c'è che dire. Le ho scritto una mail dal suo sito per complimentarmi per aver raccontato così bene la "peste!

Buonasera,
ho avuto il piacere di rileggerlo e ho cambiato idea più volte nel corso della rilettura; il mio bilancio è il seguente.
Aspetti positivi.
1.L'autrice ha saputo intrecciare le vicende di diversi personaggi: Murray, Amber, Anna e, soprattutto, il grande Xabaras.
2.Xabaras è stato utilizzato con maestria: ci viene mostrato uno spaccato della sua vita, in cui emerge come non siano solo i ritornanti i suoi interlocutori, ma ha addirittura una sette di adepte che, è verosimile pensare, sappiano tutelare la segretezza del Nostro con ogni mezzo. Naturalmente è lo Xabaras dell'autrice, che fa sempre emergere l'ambivalenza dei suoi sentimenti verso suo figlio Dylan. Particolarmente abile qui l'autrice perché riesce a mantenere in bilico Xabaras: è ancora un folle torturatore in nome nella Scienza, ma dimostra aspetti paterni... questa situazione di equilibrio si romperò purtroppo nei due numeri "xabaras" e "In nome del Padre" dove della mente criminale resterà ben poco.
3.La vicenda scorre bene, Murray e Amber però non sono troppo ben inseriti.
4.Bella la conclusione sulla Verità.
Aspetti negativi.
1.Anna Never è eccessivamente ingenua, e si vede da subito, visto che fugge con Amber e in seguito non si accorge nemmeno che Xabaras è un terribile pericolo per la sua vita.
2.Le citazioni tratte da Manzoni non aggiungono molto alla vicenda.
3.Come già detto, Murray e Amber sembravano avere un ruolo da protagonisti e invece dopo un po' scompaiono, per riapparire alla fine.

Nel complesso Buono