alemans123 ha scritto:
Io sono assente da un pò ma proprio perchè non ho gli albi. A partire dalla prossima settimana sicuramente ricaverò il 403 e il 404 e farò anche io le mie belle recensioni.
@alemans benone! Leggo sempre con interesse le tue disamine
Dunque, mi sembra ora il caso di spendere qualche parola sul personaggio femminile in evidenza questo mese. Anna Never.
Il focus qui sotto è dedicato proprio alla nostra simpatica amica "svampita".
Ho già parlato di Anna nell'ultimo post (coperto da spoiler), ma mi preme ritornarci in maniera un pizzico approfondita, e senza spoilers vari, tanto non c'è il rischio di spifferare niente che possa rovinare qualsiasi sorpresa.
Il personaggio in questione ci viene presentato per la prima volta su "Il Fantasma Di Anna Never" (#04) e destinato a qualche sparuta ricomparsa (si veda l'ottimo #77). Nei due casi citati tale personaggio viene sempre ben definito. Nonostante il 77 non si concentri sulla sua figura ma su altro, non mancano i momenti in cui si cerca di caratterizzare tale figura presentandola per ciò che è, ossia svampita e maldestra. Non ho intenzione di dilungarmi sul numero 4 dato che è proprio lì che il personaggio viene tratteggiato in una certa maniera. Dunque altrove è palese una certa attenzione, una maggiore minuzia...
In questo numero si manca di "definire" il personaggio: le sue caratteristiche vengono appena tratteggiate in poche scene iniziali.
Ci si aspetta [forse] che i lettori conoscano già Anna (eh, allora è chiaro che l'albo è rivolto a noi, lettori storici). Nessuna introspezione. Abbiamo solo un'idea approssimativa di come è, di come non è, di come dovrebbe essere. Il tutto dovrebbe essere suggerito da uno "scivolone", ma non credo basti.
Anna era diafana e divertente allo stesso tempo. Qui queste componenti sono ridotte al minimo.
Concentrare più pagine sulla definizione del personaggio non avrebbe fatto male, dato che di pagine da usare ce n'erano.
E il problema di Anna è lo stesso di molti personaggi.
Mancanza di tridimensionalità.
Sono fumetti che vanno fieri di essere fumetti, personaggi in tutti i sensi a due dimensioni. Che non sono stronzi, o stupidi, o accomodanti (Bloch) o altro perché tentano di rispecchiare il reale, ma solo perché li disegnano così. E tra un po' li sentiremo anche citare questa solfa, fieri del loro status di "illustrazioni" (mi aspetto che prima o poi si lamentino di quei fastidiosi balloon sempre piantati sopra la loro zucca, con tutte quelle parole dentro).