Arrivo molto in ritardo con la rece-lettura di questo albo in quanto questo coronavirus ha un pò cambiato le mie abitudini, lo ammetto. Difatti chissà quando riuscirò ad avere il magazine e il 403 (e a questo punto anche i numeri successivi). Vorrà dire che leggerò gli albi tutti in fila.
Cominciamo con la recensione di questo numero partendo dalla
COPERTINA: Boh mi sembra di ripetermi sempre ma le copertine di Cavenago sono belle, quasi sempre. Questa è quella che forse attira meno l'attenzione ma si vede che c'è sotto un disegno di alta, altissima qualità.
Da qui in poi SPOILER
Pag 5-8: Dialogo forse un pò banale ma che serve per far capire che tipo di personaggi abbiamo davanti. Carpenter, il poliziotto tutto d'un pezzo con una morale tutta sua (un pò fascio-leghista - un pò tipica della classica caratterizzazione di un poliziotto duro) e RAnia invece più morbida che probabilmente sotto sotto vuole ancora bene a Dylan nonostante l'essere stata abbandonata dopo due settimane dal fatidico sì.
Pag 9-12: Dylan racconta il suo passato come si addice ad un nuovo personaggio di una nuova serie (in effetti questo si può considerare oggi Dylan Dog). Bello lo scambio di battute tra Dylan e Sybil nelle pagne 11 e 12 che riprende quello del numero precedente (come modalità vignette 3*3). Questo è il REcchioni che mi piace di più, in realtà. Dialoghi asciutti, veritieri e dove dietro a quelle parole c'è un mondo. Non di certo i dialoghi alla Indiana Jones o da spaccone.
Pag 13-20: PIppone dylandoghiano (o recchioniano?) sui film e sulla realtà. Per fortuna arriva Gnaghi e lo fa finire
. Serata che prosegue in un modo mooooolto migliore per il buon vecchio Dylan. Sarà pure diverso ma certe passioni, per fortuna, gli sono restate. Ed ora vediamo di addentrarci nel losco passato di Dylan.
Pag 21-28: Dylan da giovane era praticamente Francesco Dellamorte. Piccolo excursus... Qual'è l'obiettivo di questo ciclo? Verso quale tipo di clientela è indirizzato? Sicuramente verso coloro che amano Tiziano Sclavi riprendendo i primi numeri e parte della sua produzione letteraria. Ma siamo sicuri che questo possa interessare le giovani leve, se è questo l'obiettivo? Probabilmente le giovani leve dovrebbero essere maggiormente interessate non dal cosa ma dal come. PErchè rispetto ai primi numeri di Dylan Dog si nota una velocità tipicamente moderna e presente anche in molte moderne serie Netflix. PRobabilmente questo è l'obiettivo, Con il cosa tenersi i vecchi lettori e con il come farsene di nuovi. Senza contare che i nuovi possono interessarsi agli originali delle storie che il Rrobe va raccontando e quindi può portare clienti che comprano albi vecchi che non sarebbe una male... se trovi oggi un ragazzo che apprezza questi numeri e poi ricerca gli altri... sari quanti soldini per la Bonelli? Fine Excursus. Non potendo giudicare il COSA dato che è praticamente Dellamorte Dellamore giudico il COME. Belle le didascalie dove Recchioni racconta in breve la storia di Dylan usando secondo me le parole giuste. Quelle essenziali. Intravedo anche una citazione da Morire per delle idee di De Andre....
PAg 29-30: E vai che si cominica con la gita a Undead.
Pag 31-33: Tre pagine un pò di riempitivo che a nulla servono per la storia se non far vedere i personaggi che scambiano 4 chiacchiere ed è un modo dell'autore di dire ciò che pensa su certi temi mediante Dylan Dog. Nulla di male però se ci si dilunga per me diventa noioso. Secondo Flashback du Francesco Dell.... ehm no di Dylan Dog.
Pag 34-41: Belle le prime due vignette dove viene mostrato Groucho e il suo effetto benefico su Dylan che comunque "continua" nonostante la sua scomparsa (anche se credo che tornerà sotto qualche altro ruolo). Interessante anche questa sorta di "investitura" da parte della Morte che probabilmente "indovina" il futurodi Dylan (o uno dei tanti futuri, chi lo sa?)
PAg 41-52: In questa sequenza mi sono piaciute: la scelta della bici (Dylan era ed è sempre uno squattrinato), Gnaghi che prende a palate gli zombies (mi ha strappato una risata il modo in cui Dylan lo lancia nella mischia come fosse un Pokemon) e la battuta di Sybil che rimprovera Dylan di essere un genio della tattica perchè li ha portati in un cimitero. Non mi è piaciuto invece il dialogo in bici (mi sembra un mero riempitivo) e in generale la sensazione di lasciare molto al disegnatore e di riempire pagine con disegni (belli per carità) ma che non mi comunicano la tensione adatta alla situazione e che mi sembrano riempitivi (non è la prima volta che ho questa sensazione-l'avevo avuta anche nel 401).
Pag 53-58: Bella scena di ricerca da parte dei nostri tre eroi. Nulla di particolare da segnalare se non il meraviglioso galeone di pagina 58. In generale le atmosfere di Roi, che solitamente mi piacciono, in questo albo non mi entusiasmano. Non riesco ad avvertire la tensione, forse per colpa dei disegni troppo eterei, fumanti.
PAg 59-63: Da segnalare solo il simpatico siparietto tra Gnaghi e Dylan su chi soffra o meno il mal di mare. In generale queste ultime 20 pagine mi hanno dato l'impressione di un brodo allungato.
Pag 64-73: Sequenza che mi è in generale piaciuta e interessante il fatto che Xabaras abbia un obiettivo di migliorare il mondo con il suo siero (il discorso che fa sulle persone è perfettamente Sclaviano e mi trova anche d'accordo). Quello che non mi è piaciuto e che mi ha smontato tutta la sequenza è la frase di Dylan: "Sono un anarchico e sostengo l'individualità e la libertà personale, contrapposte a ogni forma di potere costituito, compreso lo Stato..." In questo momento non mi interessa capire se il vecchio Dylan avrebbe potuto pensarla così (per me sì), non è questo il punto. Il problema è che sembra che in una situazione di pericolo il buon DD mi stia citando la Treccani e questo smorza la tensione. E' un problema dello stile di REcchioni incontrato spesso anche in Mater Dolorosa, e cioè la sua tendenza a far parlare le persone come un libro stampato. In certe occasione è piacevole o funzionale (nello sconto Morgana - MAter Morbi ad esempio loro due erano personaggi che rappresentavano delle entità o delle idee - la madre e la sofferenza dell'affrontare la vita - e quindi posso sopportare e credere l'idea che parlino per "frasi fatte") ma qui no. Dylan è un uomo e in questa situazione di pericolo non può rimanersene così tranquillo e citare così la Treccani. Mi piacciono i dialoghi veritieri e un pò sporcati come sarebbero nella realtà. Bello invece Xabaras ceh cerca di difendersi dal trucco del clarinetto.
Pag 74-78: Mmhhhh la situazione alla fine si risolve sempre con il clarinetto aperto ma stavolta viene aperto dal signor nessuno che si ribella al proposito di Xabaras... bella l'idea ok ma la tensione dove è? Si risolve tutto in 5 pagine....
Pag 79-83: Molto bello invece questo finale dove Dylan vive gli ultimi attimi con la fantomatica terrorista da lui tanto amata. Molto Sclaviano e Dellamortiano nel far fare l'amore a Dylan con una morta. Ma in fondo, Sclavi ci insegna, che amore e morte possono essere la stessa cosa.
Pag 84-88: Qui si da una continuazione al finale del mitico numero 1 dove DD uccide la ritornante Sybil e la mette dentro una bara. Probabilmente questo sarà l'ultimo morto che seppellisce e segnerà l'inizio del suo nuovo lavoro e la fine della sua vecchia vita.
Pag 89-98: Finito il remake del numero 1 ci si prepara al remake del numero 2 con il cambio di disegnatore e con l'arrivo di Jack lo squatatore. Molto belli e inquietanti i disegni di Mari, non c'è che dire e finalmetne un pò di splatter vecchia maniera.
Finito l'albo, lo chiudo con un senso di mancato appagamento. Non mi ha convinto del tutto e per questo morivo non posso che dargli 6 ma più per merito dei disegni che della storia/sceneggiatura in se.
Alcune cose buone e alcune cose negative. Ma queste sono più importanti delle altre soprattutto perchè non mi hanno lasciato prendere parte a pieno alla storia che è fondamentale quando si legge qualcosa. Per questo motivo dò a quest'albo voto 5.
I disegni beh voto 7 perchè nonostante un Roi che non ha impressionato egli è pur sempre un bel vedere. Dossena è criptico. Alcune tavole mi sono piaciute altre meno. Non è vicino allo stile di disegno che preferisco però non ha fatto gridare al capolavoro. Mari... beh Mari è Mari... mi piace e quindi sono di parte.
In globale do un 6. Ma un 6- perchè la storia deve essere un pò più importante dei disegni.