Sono arrivato in ritardo per il sondaggio, al quale in ogni caso non avrei partecipato perché delle storie fuori serie, a parte lo Speciale, non ho conservato nessun albo e pressoché nessun ricordo, pur avendole lette tutte (il che, in effetti, non depone a loro favore).
Per mettere un punto a quest'annata dylaniana, però (e per celebrare modestamente il mio centesimo post), provo ugualmente a fare qualche segnalazione, in versione ridotta -tre titoli invece di cinque.
Sul mio podio, un tris barbatiano:
- Eterne stagioni [#394]
- Il Primordio [#392]
- Chi muore si rivede [#398]
La prima, per me, è un capolavoro -e non nel senso "visti i tempi che corrono...", ma in assoluto: una storia angosciante e disperata, che nel finale è arrivata addirittura a darmi i brividi. A confronto, quasi tutte le grandi storie d'amore di Dylan Dog sembrano uscite da un romanzo di Moccia...
La seconda è quel tipo di storia sregolata, divertente,
eccessiva, visionaria e originale nel suo rimescolamento di citazioni ("Inception" vs. Lovecraft continua a sembrarmi un'idea geniale, un accostamento tanto folle quanto plausibile), supportata oltretutto da disegni spettacolari, che sulle pagine della testata mi sembra non si leggesse da moltissimo tempo.
La terza l'ho apprezzata per il potente spunto di partenza, e per una sceneggiatura che riesce a comprimere una folla di personaggi e situazioni in novantaquattro pagine senza far venire l'affanno, approfittando del clima da fine del mondo incombente per regolare i conti con alcuni vecchi amici/nemici. Anche in questo caso, il ritmo del racconto e la potenza delle immagini (c'è pure parecchio splatter, e alcune parentesi nerissime) mi hanno riconciliato con il piacere di leggere di Dylan Dog.
Considerando che due delle mie tre storie preferite dell'anno sono quelle con i voti medi più bassi, inizio a sospettare che i miei gusti non siano molto allineati con quelli degli altri forumisti...
il che ovviamente non è un problema, anche se a guardare i risultati del sondaggio confesso di avere molta difficoltà a capire che tipo di storia, oggi, il lettore medio -per come è rappresentato/incarnato dagli utenti di questo forum- vorrebbe incontrare.
Per quanto riguarda i flop, dipende dalla definizione del termine.
Se parliamo di storie
deludenti, partiamo dal presupposto che qualcosa -i nomi degli autori, in particolare, o anche lo spunto di partenza- avesse contribuito a creare in me aspettative che poi la lettura non ha soddisfatto, o almeno non completamente.
In questo senso, mi toccherebbe segnalare proprio le due storie più e meglio votate dal forum, vale a dire lo Speciale "Saluti da Undead" e "Del tempo e di altre illusioni" [#395], albi a tratti suggestivi ma nei quali ho visto affiorare un bel po' di manierismo, per giunta con ritmi fin troppo compassati (soprattutto nel caso dello Speciale), come se gli autori non avessero voluto investire troppo nella storia che stavano raccontando. E insieme a queste metterei "La caduta degli Dei", assai promettente e decisamente stimolante per le tematiche messe in campo, ma alla resa dei conti troppo confusionaria e affrettata (forse perché la Meteora vi è stata inserita successivamente, forse perché avrebbe avuto bisogno di più pagine).
Se invece parliamo delle storie che ho gradito di meno, la situazione cambia.
In questo caso, scelgo "La sopravvissuta" [#389], "Il sangue della terra" [#391], e "Casca il mondo" [#393]: che sono, casualmente, i tre albi nei quali la presenza e il peso narrativo della Meteora sono più inconsistenti. I due albi della Baraldi sono storie classiche senza praticamente nulla di originale o memorabile, mentre l'albo della Barbato ha almeno uno spunto notevole (il milionario nello spazio che assume Dylan), ma al contrario di "La caduta degli Dei" (e anche di "Esercizio numero 6") dà l'idea che per arrivare alla lunghezza canonica abbia dovuto subire un bel po' di stiracchiamenti -e sospetto che Dell'Edera non fosse il disegnatore più adatto per questo genere di storia: leggendo "Le voci dell'acqua" l'ho rivalutato, ma quello (appunto) era tutt'altro tipo di storia.