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#402 - Il tramonto rosso
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 Oggetto del messaggio: Re: #402 - Il tramonto rosso
MessaggioInviato: dom mar 01, 2020 12:45 pm 
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E alla fine ci siamo, sono riuscito a buttare giù un paio di righe. È chiaro che molte cose potranno essere riviste con il tempo, dato che per me esprimere giudizi ponderati dopo un paio di letture è difficile (di solito cerco di "metabolizzare" dopo diverse letture).
Comunque quanto segue è frutto di un giudizio "a caldo".

Spoiler!
Dunque: della prima parte stile pubblicità progresso ho già parlato in precedenza. Quanto viene immediatamente dopo non è di maggior pregio considerando che alla "campagna di informazione sociale" succede una parte, per fortuna breve, stile telenovela: "tu sei stata sposata con", "tu difendi tizio perché eri sua moglie", "tizio è figlio di caio". Bello avere Tempesta D'Amore tra le pagine dell'Indagatore. In una pagina e qualcosa ci sorbiamo le gelosie deleterie del nerboruto ispettore e la genealogia posticcia del nuovo Dylan Dog. Dopo la rivelazione-conferma di un qualcosa che molti avevano bene interpretato (Dylan Dog è il figliastro di Bloch: quindi quella della precedente puntata non era una battuta né un modo di dire), l'indagatore parla a Sybil del suo passato riferendole che è stato adottato da Bloch, che ha fatto parte di una banda punk (era tassativo dare seguito a quella perla de "Gli Anni Selvaggi", eccerto), e che si drogava. Lol, questa mi mancava: dopo fumo e alcool si scoprono nuovi tasselli nella vita dell'indagatore, aggiungerei fondamentali (mapperpiacere). Ancora due pagine di blabblare in cui il nostro accenna al suo rapporto con Lillie e sottolinea che suonare il clarinetto serve solo per attirare gnocca. Quindi cinema: l'inossidabile trio (DD, Sybil e Gnaghi) va a vedere La Casa (The Evil Dead) di Raimi, e l'indagatore se ne esce a sproposito con le solite frasette onaniste insipide "nerd-oriented" (citazioni a casaccio di Big Bang Theory, Stranger Things e "tutti qui film di supereroi"; considerazioni sulla realtà, "sopravvalutata e con pochi effetti speciali") che a parere di chi scrive sono davvero disgustose e parte integrante di un nuovo Dylan Dog ottuso, che sembra la copia hipster dell'Uomo Fumetto sui Simpson. Passi tutto il resto, dunque i siparietti educativi evinti nella primissima parte, gli intrecci tipo telenovela à la Colmenares, il passato orgiastico di DD... ma avere a che fare con un nerd barbone che non perde occasione per mostrare quante pippe si fa di fronte alla televisione risulta davvero molto, molto irritante. Scopriremo più avanti che DD è abbonato a Netflix? magari si. E magari anche a Dazn, per intrattenersi con qualche simpatica partitella.
Ma sto divagando. Dove eravamo rimasti? Ah, si. Finita la pellicola si sugella il tutto con un bel po' di sesso sfrenato.
Pagina 21, seconda vignetta: l'indagatore se ne esce con una battuta degna di Alfredo Borghi ("Sing Sing", Sergio Corbucci. Nell'episodio in questione, il secondo, il tenente di polizia Borghi interpretato da Celentano lamenta il fatto di non riuscire ad iniziare a fumare).
Flashback (disegnato con una certa originalità espressiva da Dossena) in cui si ricostruisce una parte del passato del "nuovo" DD. Ci si focalizza sul suo periodo da becchino. Molto dellamortiano.
Dopo il flashback e qualche chiacchiera aggiuntiva si parte in treno per Undead (orrida battuta sulla pala a pagina 31). Riferimento inutile alle fake news (oh, ma per quanto deve andare avanti 'sta cosa di far vedere quanto è "contemporaneo" il nuovo Dylan Dog?) piazzato in un dialogo tra lui e Sybil in cui questo palesa il suo amore per la buona vecchia carta stampata. Ancora un flashback vergato da Dossena, con l'apparizione televisiva di un certo baffone che manca alla stragrande maggioranza dei lettori dylaniati. Una sua boiata causa una fragorosa risata dell'indagatore (e un magone in chi legge). Sempre nel flashback abbiamo uno scambio di battute tra Dylan e la morte personificata/monumento cimiteriale.
Pagina 44: siamo nel presente e i nostri proseguono verso Undead in bicicletta (pessima uscita di Dylan nella seconda vignetta di cui si è già parlato nel forum). Un po' meglio la sparata di Dylan poche pagine dopo ("in giro non c'è anima viva... o morta") maggiormente adiacente al contesto e non piazzata a casaccio come altre cose evinte in precedenza.
La situazione si anima: l'incontro con il ragioniere Donald Bennel ci pone di fronte al primo morto vivente della cittadina, e la scena si trasforma per gradi in un assalto zombesco. SuperGnaghi interviene distruggendo zombi... a palate. :D
Esplorazione nei sotterranei di una vecchia casa che sembra presa pari pari dal film di It (quello di Muschietti, dato che il "vecchio It" era una miniserie televisiva).
Da qui abbiamo in successione il galeone e Nessuno (il primo ha stufato; il secondo è comunque piacevole da rivedere, sepolto com'era dalle pieghe del tempo. Contentino per i vecchi aficionados). Nessuno traghetta i nostri in barca sino al Galeone, pieno sino al midollo di zombi-pirati.
Si arriva dunque a Xabaras, dapprima accennato allo spettatore tramite un dettaglio del volto (solo bocca e barba), quindi messo in campo in tutto il suo luciferino fulgore, tanto preso dal suo armeggiare con provette e matracci da non guardare l'indagatore negli occhi mentre si presenta non senza un pizzico di spocchia (io sono LA LEGGENDA). Riferimento agli "infiniti universi" (e non sia mai che un giorno ritorneremo al "vecchio universo". Magari.). Successivamente, dopo un breve dialogo, abbiamo il famoso bacione tra Xabaras e Nessuno (deleterio: a che pro? Evidenziare come taluni possano avere diversi orientamenti? O è un bacio della morte tipo quello tra Michael Corleone e Fredo? Non ho capito se stiamo citando il Padrino o Il Vizietto). Pagina 68: terribile! Ancora pippe definibili come riflessioni sulla nostra società odierna: i veri zombi sono quelli attaccati ai telefonini (gente, che filosofo! Ammazza!) e quelli impegnati a sbraitare tra loro cercando nuove scuse per odiarsi.
Durante lo scambio di battute tra i due il nostro Dylan esplica anche il suo "pensiero" diciamo politico, male tra l'altro dato che sembra di sentir parlare un professorino o una persona processata durante il maccartismo che sta facendo la sua arringa difensiva ("Sono un anarchico e sostengo l'individualità e la libertà personale, contrapposta a ogni forma di potere costituito, compreso lo stato..." e ci mancava qualcosa tipo "mi rifiuto di rispondere vostro onore, mi appello al quinto emendamento!"). Poteva rispondere qualcosa tipo "sono un anarchico, tutto questo è distante dal mio pensiero" o roba simile. Più stringato, meno "enciclopedia treccani", più "umano". Insomma, chi di voi - per assurdo - trovandosi in una situazione simile, tirerebbe fuori una frase imparata a memoria tipo pappagallo? Mi sembra la scena de Gli Intoccabili con lo scambio di battute tra Connery e Garcia ("per proteggere la proprietà..."). Non ci siamo. Prosieguo (duello) non particolarmente stonato, se non per certe battute (citazione di James Bond di Xabaras ["ogni volta lei mi sconfigge con un trucco puerile degno di James Bond"] e Dylan Dog sottolinea che non esistono brutti film di James Bond). Buon monologo di Nessuno ed esplosione del clarinetto bomba che mette fine a tutta la vicenda. Non prima di un ulteriore flashback disegnato sempre da Dossena. Parte finale che funge da prologo alla nuova puntata (disegni di Mari. Come sempre da me molto graditi).


Dunque, a conti fatti abbiamo una seconda puntata un pizzico migliore della prima. Si insiste meno sul citazionismo a casaccio (che comunque non manca). La storia ha un po' più di ritmo, di consistenza, di "storia". Purtroppo alcune volte quando Dylan apre bocca è terrificante. Verrebbe voglia di dargli un manrovescio (quando al cinema dice che "la realtà è sopravvalutata e ha pessimi effetti speciali" la tentazione sarebbe quella di sputargli in un occhio. Se Recchioni inserisse una scena del genere in una delle sue prossime puntate potrei anche votare dieci, perché... Dylan Dog certe volte è veramente insopportabile. Parla come un nerd onanista, un saputello, un personaggio proprio di Big Bang Theory. E molte cose potrebbero funzionare se non fosse proprio per Dylan Dog e le sue uscite tristi). Interessante la suddivisione a due-barra-tre disegnatori ma non indispensabile. Per inciso anche i flashback poteva disegnarli Roi. E allungando un po' più il brodo non c'era bisogno di piazzare Mari e l'intro della nuova storia a fine albo. A Dossena si poteva dare completamente un albo intero, lasciando a Roi il compito di disegnare totalmente questo "Tramonto Rosso". Dunque simpatica l'iniziativa, innegabilmente un piacere per gli occhi, ma fondamentalmente inutile. Tra l'altro ottime le prove di tutti e tre i disegnatori.
Atmosfera generale leggermente più cupa, umbratile, senza comunque divenire claustrofobica. Questo può essere un punto positivo o negativo a seconda della prospettiva. Personalmente preferirei che il tutto sia avvolto da quel vecchio "sottile umorismo" che sulla testata manca da un po'. E comunque, se si volessero ottenere storie cupe, soffocanti, sulla linea di un horror "totale" gli sforzi profusi sono ancora blandi. Magari può far piacere leggere un albo che sia asfissiante e iper-pessimista come "Il Signore Del Male" di Carpenter o "Il Giorno Degli Zombi" di Romero, ma la via non è questa. Qui si sta ancora abbozzando il background di un indagatore che ancora subodora di posticcio.
Comunque ogni singolo pensiero espresso sino ad ora è vergato "a caldo", dunque per un giudizio più obiettivo non mi resta che metabolizzare ulteriormente questo albo.

Cavenago interessante. Non la sua copertina migliore dato che negli albi pre-400 ci aveva già abituati molto bene, ma comunque una buona cover.

Mi prendo del tempo per chiarirmi le idee su quale sia il voto più appropriato.

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Ultima modifica di Nima83 il dom mar 01, 2020 4:37 pm, modificato 6 volte in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: #402 - Il tramonto rosso
MessaggioInviato: dom mar 01, 2020 1:16 pm 
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OT
Non ho ancora letto l'albo quindi non mi pronuncio, però ho dato un'occhiata all'Horror Post di Recchioni su FB e mi sono spaccato dalle risate: sembra popolato dai cloni di Rrobecop! è in pratica tutto un "Grande rrobeeeee, avanti cosììììììì" :-D :-D :-D

fine OT


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 Oggetto del messaggio: Re: #402 - Il tramonto rosso
MessaggioInviato: dom mar 01, 2020 2:15 pm 
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Ultima modifica di Walecs il lun ago 03, 2020 7:10 pm, modificato 2 volte in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: #402 - Il tramonto rosso
MessaggioInviato: dom mar 01, 2020 2:24 pm 
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 Oggetto del messaggio: Re: #402 - Il tramonto rosso
MessaggioInviato: dom mar 01, 2020 2:51 pm 
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 Oggetto del messaggio: Re: #402 - Il tramonto rosso
MessaggioInviato: dom mar 01, 2020 3:08 pm 
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Giudizio complicato: rispetto al 387 e al 399 e rispetto pure al 401 sarebbe da valutare come "capolavoro", però a conti fatti è un gran miscuglio di vari elementi, non particolarmente ben amalgamati ma anche stuzzicanti. Alla fine l'albo in più per il remake del numero 1 si risolve in un gran riassunto di Dellamorte Dellamore a Sybil, con dialoghi spesso mal scritti e pagine con eccedenze testuali, però la storia funziona, il personaggio dell'assistente di Xabaras è stato una piacevole sorpresa come un certo baffone in tv. Lo sceneggiatore sembra divertirsi di più a ingannare i lettori critici con false piste e poesiole dalla metrica ballerina, per poi rimediare alla pagina successiva, si nota quantomeno un'attenzione maggiore rispetto ad albi invero imbarazzanti come il 387. Una cosa che mi piace molto è iniziare una nuova storia e lasciarla a metà o all'esordio, anche se temo un gran pasticcio dalla commistione del numero 2 e del 3 che la prossima copertina sembrerebbe suggerire. Se fosse un nuovo personaggio, continuerei a prenderlo dopo questi due albi? Francamente non lo so, li ho trovati pesantucci e non tutto scorre come dovrebbe, anche se i disegni di Roi riescono sempre a soddisfarmi pure quando non sono al suo zenith. Mi fa ridere un po' l'idea di rilanciare il personaggio con la grammatica narrativa attuale, per poi mettergli in bocca battute quali "Donald, come stai, vecchio filibustiere?" che reputo tra gli orrori dozzinali della ripetitività dopo il "Come stai, campione?" detto dal padre al figlio adolescente imitando una postura da boxeur. Fastidiosissimi pure i continui rimandi degli stereotipi da film horror calati nella vita moderna, come l'aria esistenzialista-dannata del giovane Dylan. Non vedo l'ora si esca da questo universo parallelo, ammesso lo sia, e provo ad andare avanti. Per sceneggiature SERIE mi dedico al Castelli primi anni '80 su Mister No, o al Nolitta dello Zagor golden age, lasciando stare paragoni improponibili col ciccione dall'esplosione della cui testa sarebbe nato tutto ciò, sufficienza d'incoraggiamento perché non compare John Ghost, non molto di più.


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MessaggioInviato: dom mar 01, 2020 3:17 pm 
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Walecs ha scritto:
Nima83 ha scritto:
Siparietto iniziale con
Spoiler!
Carpenter che dà a Gnaghi del menomato mentale; Rania che dà a Carpenter del negro facendogli riflettere quanto sia brutto usare certe parole. Inizio "sociale" tipo pubblicità progresso.


Il Rrobe come al solito confonde la compassione, che sempre stata tipica di Dylan, con il buonismo, che è solo un'ipocrita facciata. Tutto regolare. :roll:


Assolutamente d'accordo Walecs!

Machen ha scritto:
Giudizio complicato: rispetto al 387 e al 399 e rispetto pure al 401 sarebbe da valutare come "capolavoro"

Verissimo. Per chi scrive, ed è un parere soggettivo, anche rispetto al 400.

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MessaggioInviato: dom mar 01, 2020 10:59 pm 
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Keanu Coen ha scritto:
Aleksandr ha scritto:
Visto in edicola, manco sfogliato. L'effetto, era già stato detto, è il logo Dylan Dog arancio fluo. Su internet avevo letto tempo fa ipotizzare che fosse con sfondo fluttuante, penso sarebbe stato più carino.

Cosa intendeva dire allora Egli con" il logo è colorato con un quinto colore fluo"?


Domanda di interesse relativissimo: ma non è solo il logo a essere fluo, oppure ho visto male?

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 Oggetto del messaggio: Re: #402 - Il tramonto rosso
MessaggioInviato: lun mar 02, 2020 12:36 am 
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Iscritto il: dom dic 29, 2019 12:06 pm
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Mi accingo a leggere l'albo, e spero di essere esaustivo come gli altri che hanno commentato, ma in questo momento tutta la mia attenzione ce l'ha "il soprintendente Bloch, che scopriamo essere il padre Nel (sic!) nostro protagonista".
Già sogno.
Edit: la prima (video) lettura è andata, sempre grazie all'ottimo Dario Pensabene. La notte porterà consiglio.

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MessaggioInviato: lun mar 02, 2020 9:46 am 
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preso ma non ancora letto, alla fine la copertina non ha nulla di speciale come invece pensavo, giusto il logo arancione fluo...

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Regola numero uno: I commenti non rispecchiano l'andamento dei voti.
Regola numero due: Il 6 è un voto contemporaneamente positivo, negativo e neutro.


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 Oggetto del messaggio: Re: #402 - Il tramonto rosso
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Iscritto il: ven mar 18, 2005 12:15 pm
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Nima83 ha scritto:
per me esprimere giudizi ponderati dopo un paio di letture è difficile (di solito cerco di "metabolizzare" dopo diverse letture).


OT: ma quante volte leggi un singolo albo? :o La mia mole di acquisti fumettistici/librari è così elevata (e ho così poco tempo libero) che riservo una rilettura solo ai capolavori conclamati, e in genere avviene a anni di distanza dalla prima lettura. Del resto, sono convinto che un buon fumetto debba saper conquistare alla prima occasione, se non proprio alla prima pagina; se occorre una seconda (o addirittura una terza) lettura per farlo apprezzare, c'è qualcosa che non va.

E aggiungo: con tanta bella roba che esce, chi me lo fa fare di leggere due volte un fumetto che alla prima lettura non mi ha conquistato?

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È la mia opinione, e la condivido.

Ciao,
Teo


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rimatt ha scritto:
Nima83 ha scritto:
per me esprimere giudizi ponderati dopo un paio di letture è difficile (di solito cerco di "metabolizzare" dopo diverse letture).


OT: ma quante volte leggi un singolo albo? :o La mia mole di acquisti fumettistici/librari è così elevata (e ho così poco tempo libero) che riservo una rilettura solo ai capolavori conclamati, e in genere avviene a anni di distanza dalla prima lettura. Del resto, sono convinto che un buon fumetto debba saper conquistare alla prima occasione, se non proprio alla prima pagina; se occorre una seconda (o addirittura una terza) lettura per farlo apprezzare, c'è qualcosa che non va.

E aggiungo: con tanta bella roba che esce, chi me lo fa fare di leggere due volte un fumetto che alla prima lettura non mi ha conquistato?


Quello che dici è giustissimo, però se si parla di dover dare (anche solo a noi stessi) un giudizio, un'impressione e poi anche un voto è necessario (seppure a volte turandosi il naso) rileggere. In questo caso specifico, poi, si parla di dieci, quindici minuti massimo di lettura...

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Keanu Coen ha scritto:
rimatt ha scritto:
Nima83 ha scritto:
per me esprimere giudizi ponderati dopo un paio di letture è difficile (di solito cerco di "metabolizzare" dopo diverse letture).


OT: ma quante volte leggi un singolo albo? :o La mia mole di acquisti fumettistici/librari è così elevata (e ho così poco tempo libero) che riservo una rilettura solo ai capolavori conclamati, e in genere avviene a anni di distanza dalla prima lettura. Del resto, sono convinto che un buon fumetto debba saper conquistare alla prima occasione, se non proprio alla prima pagina; se occorre una seconda (o addirittura una terza) lettura per farlo apprezzare, c'è qualcosa che non va.

E aggiungo: con tanta bella roba che esce, chi me lo fa fare di leggere due volte un fumetto che alla prima lettura non mi ha conquistato?


Quello che dici è giustissimo, però se si parla di dover dare (anche solo a noi stessi) un giudizio, un'impressione e poi anche un voto è necessario (seppure a volte turandosi il naso) rileggere. In questo caso specifico, poi, si parla di dieci, quindici minuti massimo di lettura...


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Valla, ti posso confessare che è una delle mie battute preferite? La uso sempre!

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Keanu Coen ha scritto:
rimatt ha scritto:
Nima83 ha scritto:
per me esprimere giudizi ponderati dopo un paio di letture è difficile (di solito cerco di "metabolizzare" dopo diverse letture).


OT: ma quante volte leggi un singolo albo? :o La mia mole di acquisti fumettistici/librari è così elevata (e ho così poco tempo libero) che riservo una rilettura solo ai capolavori conclamati, e in genere avviene a anni di distanza dalla prima lettura. Del resto, sono convinto che un buon fumetto debba saper conquistare alla prima occasione, se non proprio alla prima pagina; se occorre una seconda (o addirittura una terza) lettura per farlo apprezzare, c'è qualcosa che non va.

E aggiungo: con tanta bella roba che esce, chi me lo fa fare di leggere due volte un fumetto che alla prima lettura non mi ha conquistato?


Quello che dici è giustissimo, però se si parla di dover dare (anche solo a noi stessi) un giudizio, un'impressione e poi anche un voto è necessario (seppure a volte turandosi il naso) rileggere. In questo caso specifico, poi, si parla di dieci, quindici minuti massimo di lettura...


@rimatt di solito un albo lo leggo parecchie volte. Per me la cosa è più semplice, perché dopo anni passati a comprare fumetti di ogni genere (iniziando da Topolino, quando ero piccolo, passando quindi a Dylan Dog, poi i fumetti Marvel e quindi i Manga, robe italiane d'autore, in primis Pazienza e alcuni volumi di Moebius) poi mi sono limitato ad acquistare solo Dylan Dog, lasciato per un qualche periodo e quindi ripreso alcuni anni fa. Quindi non devo dedicare tempo aggiunto ad altre letture fumettistiche, salvo non rispolverare albi della mia vecchia collezione. Una lettura non porta via tanto tempo (15 minuti al massimo, come ribadito da Keanu), ma comunque la prima lettura preliminare, come da (mia) tradizione, è sempre fatta nel tragitto tra l'edicola e casa. Una lettura velocissima, di massimo 5 minuti, in cui metto a fuoco gli aspetti salienti dell'albo. Quindi l'albo lo leggo "seriamente" una prima volta e successivamente lo rileggo per più ragioni: in generale per vedere se mi è sfuggito qualcosa; se mi è piaciuto per gustarmelo di nuovo; se non mi è piaciuto per farmi un'idea più completa, anche su cosa non funziona; se non sono riuscito a farmi un'idea completa e definita, per afferrare eventuali cose che mi sfuggono e dare un giudizio effettivo sull'albo in questione (può capitare di arrivare a fine lettura e non aver ben compreso se l'albo mi è piaciuto o meno). Poi, dovendo spendere qualche parola, per avere a fuoco tutti i caratteri salienti dell'albo, è sempre il caso di rileggerlo una nuova volta.
Tra l'altro è una tradizione inaugurata con Dylan Dog quando ero poco più di un pischello: all'epoca i Dylan Dog freschi di acquisto mi piacevano tutti... sarà per il fascino che sprigionava la testata, sarà per la capacità dei vecchi numeri di impressionare, ma mi piacevano da morire, e spesso la prima lettura (quella del tragitto edicola-casa) era già completa. Li rileggevo più e più volte perché mi emozionavano. Insomma, c'era una specie di fanatismo dylandoghiano, mettiamola così. :D

P.s. @Keanu: è solo il logo ad essere fluo. :)

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