non saprei da dove cominciare.... sembra la versione amatoriale de il numero 1.
SPOILERS. Sybil antipaticissima, non gliene frega niente del marito morto, va bene, questo anche nell'originale, però non gliene frega niente neanche dell'invasione dei morti viventi. Si presume che in questa Londra non esistano gli zombie ma sia Sybil che Dylan che le due macchiette di poliziotti che Bloch, la prendono come una barzelletta. Vi ricordate quel "Oh, mio dio" dell'originale Sybil nel bel mezzo della battaglia contro gli zombi? Non credeva a quello che le stava succedendo.... Porca miseria, metteva i sudori freddi al lettore.... qui invece si bada solo a mettere per iscritto l'ennesima battutina "cool". A proposito, qui non c'è NESSUNA battaglia contro gli zombie, che nell'originale prendeva una buona parte dell'albo. C'è rimasta solo una scena: i nostri vengono circondati e... basta. Ad un tratto Xabaras... anzi, Nessuno, li porta da Xabaras. Xabaras che, di punto in bianco, solo perché ogni minuto gli autori ci devono ricordare di essere perfettamente in linea con il politicamente corretto, pena l'esclusione da eventuali interviste propagandistiche su Repubblica, si slinguazza il succitato Nessuno. Vedere per credere. Ogni commento è superfluo. Il galeone come laboratorio... questa è una delle pochissime idee buone, insieme a quella dei morti viventi pirati... però, ovviamente, bisogna conoscere la storia pregressa e in particolare il numero 100. Il Dylan con il passato di Dellamorte... anche questa non sarebbe una brutta idea ma è sviluppata con tale pressapochismo e frettolosità (Sybil che dice "Undead? Hai fatto il becchino ammazza-zombi proprio ad Undead? Ma è esattamente il posto da dove veniva mio marito! E io non credo alle coincidenze" e basta così) che sarebbe stata meglio evitarla. Poi, l'ironia. Qui non c'è ironia. Non è Dylan, il solo saccente. Sono tutti un po' cinici, indifferenti gli uni agli altri, indifferenti alla vita, alla morte, alle passioni... c'è solo il gusto della battutina, dello sfotto', del giochettino, appunto, alla citazione, colonna portante dei film di hollywood degli ultimi 30 anni. Non c'è ironia, non c'è poesia, non c'è dolore... e su questa nota negativa batte anche il pessimo Roi che, come ho scritto da qualche altra parte, ha perso le atmosfere del b/n gotico alla Dino Battaglia per abbracciare un bianco e nero fastidiosamente estetizzante (leggi: pulito, troppo pulito) alla Dolce&Gabbana. La mancanza di ironia, poesia e dolore si sentono fortissime anche nell'ultima scena. Sì, quella che tutti conosciamo. Sybil è stata contagiata, cerca di mordere/infettare Dylan ma... è tutto un sogno. In questo reboot, non è un sogno... e fino a qui, va bene. Bisognava pur cambiare qualcosa. Ma, di nuovo, non c'è dolore, non c'è PAURA (guardate bene i volti, le espressioni...), non c'è passione e non c'è nemmeno l'ironia. Dylan la uccide freddamente e aggiunge una delle solite battutacce. Il finale (disegnato da Mari) rimanda al prossimo numero in cui Dylan se la vedrà con Jack lo squartatore, i lupi mannari e... qualche altro diavolo di mostro. Ultime considerazioni: non si può protrarre per anni una evoluzione/rivoluzione che non c'è mai stata e non ci sarà mai. Aspettate qualche mese e vedrete il nuovo Dylan... no, adesso c'è la meteora, ma poi ci sarà il nuovo Dylan... e poi la saga dei 6 mesi e ci sarà il nuovo Dylan... insomma, la redazione continua a rimandare all'infinito la vera evoluzione di Dylan continuando, a mio parere, a prendere per i fondelli i suoi lettori. La vera mutazione/innovazione di Dylan non ci sarà mai. Continuerà questo guazzabuglio di rimandi e citazioni senz'anima fino a che un numero sufficiente di consumatori continuerà ad acquistare questo prodotto. E pensare che bastavano solo due cose per rimettere in sesto la testata:
buone storie e un calcio in culo al politicamente corretto (il più efficace e pericoloso assassino di tutte le opere d'arte e del sacrosanto diritto di esercitare la propria, anche se inaccettabile, individualità).
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