Cravenroad7

Un esercizio di stile. Questo è l'albo, niente di più. Va valutato solo sui disegni perchè non c'è veramente altro.

Non ho amato molto quelli di Dall'Agnol, che in passato invece erano tra i miei preferiti; si sono evoluti troppo negli anni in una direzione che non mi piace più. Sicuramente hanno un certo stile, ma li vedo meglio come singole illustrazioni piuttosto che vignette a comporre una storia già di difficilissima comprensione per mancanza di trama e dialoghi. Li salva il colore, perchè se fossero stati in bianco e nero non si sarebbe capito un accidenti.
Pessimi a mio gusto quelli di Yang Yi, che allungano una storia che in effetti poteva essere benissimo riassunta in due pagine. L'avrò sfogliata in meno di un minuto sperando che arrivasse presto la fine.
Gradevoli quelli di Baggi; se non altro molto chiari e puliti. La caratterizzazione è una cosa che si può sempre migliorare nel tempo, come avviene molto spesso nei manga che iniziano con un tratto che migliora albo dopo albo. Purtroppo anche qui c'è ben poco da illustrare se non una bozza di trama molto contorta.
Bella la copertina. Speriamo di vedere in futuro la disegnatrice all'opera su una storia che si possa chiamare veramente così.

Non amo i buchi in collana, altrimenti sarebbe rimasto bene in edicola con buona pace dei 5.5€ che non avrei sprecato. Decisamente bocciato.

Sono d'accordo. In questo caso abbiamo trovato un Baggi leggermente migliore di quello de "In Fondo Al Male": le espressioni rimangono spesso la sua croce e qualche volta ha delle pecche nella rappresentazione dell'investigatore, ma fa piacere vederlo "più in tiro" rispetto alla sua prova nel 351 (dove erano riscontrabili enormi lacune nella rappresentazione di gran parte dei personaggi). Alcune illustrazioni sono ben fatte (nella splash page a pagina 77 con il Dylan a capo reclinato ci ha preso alla grande; idem in quella a pagina 82... espressione dell'investigatore decisamente credibile; quello a pagina 83, seconda vignetta, è proprio Dylan Dog [sulla base di come viene normalmente rappresentato] e non Colin Morgan, etc.). Magari affidandogli più storie sui Color Fest avrà modo di farsi per bene le ossa...

i volti del dylan di baggi, soprattutto nei primi piani, sono cangianti proprio perchè si avvale pesantemente dell'apporto di foto per farli. non aspettatevi miglioramenti in questo senso.

Effettivamente è vero, come abbiamo visto in precedenza. Almeno ci si potrebbe aspettare qualche miglioramento in tutte quelle vignette che non sono né splash pages né primi piani (varie vignette piccole a piano medio, piano americano etc)... in quelle immagino che il disegnatore vada a ruota libera (e infatti sono spesso gestite alla "come viene viene"). Si spera che disegnando altre storie ci faccia la mano. Stessa storia per i visi degli altri personaggi (a pagina 88, seconda vignetta, la tizia viene rappresentata mezza guercia... perché????).

la discontinuità qualitativa fa parte dell'arte di baggi.

Eheh vedo, vedo

pesciazzi e mostrazzi per tutti.

Lo so che la domanda è retorica, però oggi nelle anteprime ho fatto un complimento alla tavola, e quindi debbo riequilibrare: la risposta è perché nessuno controlla come si deve, a nessun livello, perché finché ai disegnatori si dice negli edittoriali (sic) che sono dei in terra che bevono assenzio con Micheluzzi e trasformano l'ucronia in entropia, non avranno nessun motivo per migliorarsi, perché le lamentele di chi legge vengono snobbare regolarmente, perché l'alibi intellettuale del disegnatore/artistoide fa passare in secondo piano tutte le magagne, perché quando noi lettori, io per primo, incontriamo alle fiere gli autori, invece di andarci con un portfolio delle loro magagne, ci andiamo con le nostre copie cartonate a fare un chilometro di fila per avere la firma e se dio vuole lo sketch. Eccetera

Quello che non dovrebbe mai mancare è un filino di rigore. Questo sia in chi disegna (normalmente non sono prodigo di critiche in tal senso perché, almeno nello staff di Dylan Dog, abbiamo dei bravi illustratori), ma anche in chi scrive e in "chi cura". Perché questi sono prodotti dati in pasto ad un pubblico pagante e non distribuiti gratuitamente in qualche fiera parrocchiale. E, se nel caso di Baggi mi auspico che vari miglioramenti possano avvenire con il tempo (sempre parlando delle illustrazioni "che non prendono spunto da foto"), mi preoccupa la faciloneria con cui sono state gestite storie/saghe "tirate via" frettolosamente (almeno questa è l'apparenza) e magari anche con visibili errori. Per chi si preoccupa di mettere in piedi il prodotto una delle prerogative sarebbe quella di tirare fuori "un buon prodotto". Non siamo in mezzo a boscaioli per cui se un albero è tagliato cinquanta centimetri più su o più giù allora stikatzi. Stiamo parlando della Bonelli, una delle istituzioni del fumetto italiano. Si pretende almeno quel certosino rigore di cui parlavo sopra...

ripeto baggi è così, non è un giovanotto alle prime armi, è un disegnatore fatto e finito. quelli che tu chiami miglioramenti scordateli.

Alla fine il mio è più ottimismo che altro. Me ne farò una ragione

In realtà la situazione non sarebbe tanto irrecuperabile, perché Baggi, proprio perché è un disegnatore con tantissima esperienza, sarebbe perfettamente in grado di lavorare su alcuni suoi punti critici. Basterebbe che da parte della casa editrice arrivasse un segnale del tipo "Baggi, va benissimo tutto, ma siccome dylan in teoria sarebbe un figone, potresti modificare quella vignetta dove sembra Sloth dei Goonies?".

guardate che non è che disegna i volti così perchè va di fretta. avete mai visto su dampyr le sue tavole action? zono imbarazzanti. i suoi disegni vivono di atmosfera, pesci, insetti e mostri.

Ma proprio qui sta il problema: le sue criticità sono avallate al pari dei suoi punti di forza. Tra l'altro a me non piace affatto. Io mi ricordo tavole di Alessandrini con note a margine di Castelli con scritto "modifica qua, cambia là" e i segni tangibili dei cambiamenti (anche massicci) fatti da Alessandrini. Questa cosa si fa ancora? Io faccio sempre una distinzione fra quello che è lo stile di un autore, che è insindacabile, e quelli che sono, altrettanto insindacabilmente, degli svarioni. Io non voglio che Baggi, o chi per lui, cambi stile, io chiedo che dylan abbia la stessa faccia in due vignette consecutive, che è un'altra cosa, oppure che non sembri elephant man in altre. E questo può succedere solo se viene sapientemente guidato verso questo obiettivo. Se invece la politica è "una tavola splendida, una così così e siamo tutti contenti" la situazione sarà sempre questa. Non è baggi che non può "migliorare", è chi lo paga che gli sta bene così.

Mah, è anche difficile stabilire fino a che punto sia giusto intervenire, però. Penso al Texone di Enrique Breccia, con diversi lettori incazzati che invocavano presunte mancanze di rispetto perché Tex aveva il naso aquilino e i basettoni. Bisognava chiedere a Breccia di rifare i visi di Tex? Fargli piegare il suo stile? Certo che no. Allo stesso modo, se prendi Baggi, che è un autore esperto e affermato, e lo metti a lavorare su Dylan, non è giusto permettergli di disegnare come sa e come gli riesce meglio? Ovvio che è giusto chiedergli di prestare attenzione al volto del personaggio, ma d'altronde si sapeva fin da prima che il suo modo di disegnare è quello, pregi e difetti, quindi mi sembrerebbe sbagliato e forse anche un tantinello ipocrita dirgli: "Baggi, non fare il Baggi!".