Cravenroad7

Mi sembra più probabile il bisturi. Contro decine di narcotrafficanti sarebbero finiti in una concimaia in 30 secondi netti.

Non ho detto realistica, ma simpatica. Lì era evidente la voglia di Berardi di giocare un po' col genere d'azione. Ci ho visto dell'ironia. Invece la scena del New Dylan era chiaramente d'azione e si prendeva sul serio.

Si sì chiaro, sono io che non riesco a considerare Julia un fumetto non ancorato alla realtà. Sarà perché lei stessa si prende così sul serio.

Julia si prende troppo sul serio, è uno dei motivi per cui il personaggio ispira una certa freddezza.
Gli intermezzi umoristici sono di solito affidati ad Emily, ma ripetitivi. Baxter ha una certa ironia, Webb talvolta è sarcastico.

Che tu sappia, Julia è già stata a Roma? Se sì me lo sono perso, altrimenti sarà forse la sua prossima meta italiana.

Letto ieri l'albo di febbraio: davvero ottimo, nonostante (o forse anche per merito di) un finale anticlimatico. Però il modo in cui si costruisce la tensione, si aggiungono tasselli alla trama e si delineano le psicologie dei personaggi è qualcosa di notevolissimo, ennesima dimostrazione della maestria di Berardi & co. Certo, il modo in cui Julia arriva alla soluzione è (come quasi sempre) inverosimile - neanche fosse telepatica! - ma lì per lì, durante la lettura, ci si crede, e questa è un'altra nota di merito per la sceneggiatura. Gran lettura.

Sai che non ricordo se è stata a Roma? Direi di no, comunque.

Giustizia privata è molto bello, nonostante i mille arzigogoli attraverso i quali si arriva alla trama principale.
Bello ma doloroso, molto reale. A dirla tutta è un autentico pugno nello stomaco.
A margine mi viene da dire che se Emily fosse ritratta in modo un po' meno orrendo, sarebbe un passo avanti, non capisco perché renderla così caricaturale e grottesca, sembra un gorilla.

Tigre 19: ottimo albo fino alla scampagnata in Messico. Poi si esagera, sembra stiano andando ad un picnic.
Giustizia privata: concordo sulla buona lettura in generale. L'apporto di Julia, al di là che arrivino in ritardo, risulta però sfilacciato rispetto alla trama principale. Forse il racconto doveva partire dal momento del suicidio per poi recuperare con dei flashback lasciando più spazio all'interazione fra Julia ed i vari personaggi e sfoltendo un po' la parte della mia omonima.

L'angelo vendicatore mi è piaciuto tantissimo

Tutti gli ingredienti mescolati alla perfezione, senza che assolutamente nulla risultasse fuori posto, eccessivo o fastidioso.

Considerazioni SPOILEROSE

La trama si svolge ottimamente, seminando indizi che potrebbero indurre in errore e pregiudizi.
Il pregiudizio però, viene trattato con sufficiente leggerezza, senza comportare le solite reprimenda o lezioncine pedagogiche.
Julia ha il suo ruolo, svolto nei binari della professionalità e FINALMENTE Webb ha il suo e lo interpreta come una tigre del bengala... esaltante!
Ottimo lavoro di squadra, con Ben in funzione di calmieratore.
La parte dedicata a Emily e Tony è fantastica, molto umana ed emotiva; anche qui nessun siparietto molesto, il tono caricaturale è tenuto a bada e rientra nei canoni, senza scadere a livello di "Bagaglino".
Albo strabello, in my humble opinion

P.s. il pugno di Alan per difendere Julia

Concordo che L'angelo vendicatore sia una bella lettura (buon periodo di Julia secondo me).
Ero persino un po' in ansia per Toni, uno dei personaggi più empatici della serie
Se devo trovare un paio di pecche: lo spazio dedicato al veterinario-personaggio mi è sembrato eccessivo (uno anonimo andava bene ugualmente e non avrebbe generato i siparietti con Emily) e
Voto 7,5

La vicenda di Toni è molto tenera, mi sono sentita davvero coinvolta.
Invece la scorsa volta, con la nonna, non sentivo la minima preoccupazione Non sono minimamente gattara o animalista nella peggiore accezione delle categorie suddette, è semplicemente che tutte le manfrine di contorno erano stuchevolissime e infarcite di piagnistei esistenziali.
In questo caso invece, umana paura e preoccupazione.
Il veterinario non mi ha dato affatto noia, anzi, Emily non c'è andata giù a testa bassa, come è solita fare, un po' stoltamente.
Ha fiutato subito che il dottorino si faceva un po' troppo invadente e,una delle mie enormi soddisfazioni, è stata anche quella della adamantina fedeltà di Julia. Non gli ha concesso un passo in più del dovuto

Penso di essere animalista (senza esagerare), ma non penso sia per questo che trovo Toni mooolto più empatica che la noiosonna.
Le videochat con Ettore sono spesso degli abusati riempitivi, ma questa relazione è buona per il fumetto, così si evita che Julia scopicchi in giro come in certi numeri del passato (scene quasi sempre tediose).

E poi Ettore la rende più umana e meno bacchettona. A onor del vero in questo numero non lo è stata per niente e la lettura ne ha giovato.

L'albo di questo mese, del quale ho già dimenticato il titolo, mi ha un pochino annoiata. La storia di per sè è bella e interessante (la trasferta australiana per intenderci), ma i passaggi relativi alle leggende indigene, oltre che che pedanti, non hanno risvegliato in me alcun interesse.
Anche il trattamento di scortesia ingiustificata, prima di Norma, poi del suo boyfriend, mi hanno abbastanza indispettita.
Non tanto perché fossero ingiusti nei confronti di Julia, quanto perché totalmente illogici, giusto per creare una tensione immotivata nei suoi confronti (prendersela con una persona che fa 13 ore di volo immediatamente, per aiutare, boh che senso ha?). Scialba anche la presenza di Norma, impalpabile. Inspiegabile quando torna indietro lasciando Julia sola e quasi senza benzina, in mezzo al nulla, perché "io torno indietro, devo stare là"

Alla fine della lettura de "L'angelo Vendicatore" ho avuto un'epifania: la serie si chiama Julia: Le Avventure di una Criminologa, non Julia: Le INDAGINI di Una Criminologa: la serie è un dramma poliziesco, non un giallo.
E' un pò un uovo di Colombo, lo so, ma almeno così posso smettere di mugugnare se qualche mese Julia risolve tutto senza indagare più di tanto (vedi questa storia).

Il Paradiso Può Uccidere: risolvere la sfida - millenaria? - tra due "sette" aborigene con tanto di predestinato con Julia che fa loro il predicozzo è un colpo di genio di Berardi. E Su Uluru, nientemeno! Comunque una storia con belle atmosfere per lunghi tratti e il finale è, secondo me, un anticlimax voluto, come già detto.