Cravenroad7

Volendo imputargli un paio di difetti, dico che non è quasi per niente incastrato nella continuity ed il soggetto non è certamente originalissimo. Tuttavia, i colpi di scena finali, un Groucho pressoché perfetto e pochi fronzoli, uniti a dei disegni che davvero mi mancavano molto dai tempi de L'Orrenda invasione, lo rendono un episodio gustoso ben oltre la sufficienza

Ero preparato al peggio temendo che l'albo fosse di un certo sceneggiatore, quindi scoprire il nome Eccher già mi ha risollevato un po' la partenza. Avrebbero potuto evitare di usare il buon Frank Black per il massacro iniziale, però la prendo come citazione da un cult quale Millennium e mi pare molto più sensata di altre di un noto citazionista (azionista di una multinazionale di scimmie o manipolatore di una di esse). La storia in sé non è neanche male, i disegni sporchi mi sono piaciuti, tutto un po' virato più sul noir che sull'horror ma almeno non annoia. Ancora troppi refusi per le tanto conclamate 4 correzioni di bozze, forse ciclopiche. Mi aspettavo un po' più di coraggio e strizzata d'occhio lovecraftiana per le rovine nel deserto, ma forse è meglio così. Una bella sghignazzata me la son fatta per il riciclaggio della classica grouchata su ascia e accetta. All'apparire incubotico o febbrile di John Ghost mi son trasformato in Greta appena intravede il signore con la polenta rovesciata sulla testa che propina hamburger nelle mense, ma per fortuna è durato poco. Risultato: per me un buon albo, da 7. Breve riassunto che non vuole essere polemico, tanto non credo qualcuno mi legga ma per eventuali futuri metereopatici: checché se ne dica, a parte l'orrido 387 io tutti gli altri li ho trovati leggibili con un paio di ottimi episodi e qualche sufficienza, ma nulla da rivoltare lo stomaco. Come ciclo non vale finora nulla, come singoli albi tolte le paginette di cornice sì, me li avessero presentati in un'annata come storie a loro stanti avrei detto che si trattava di una delle migliori degli ultimi anni, non che ci volesse molto. Ora puntiamo al Morbo.

Sulla carta, sembrava un azzardo: affidare un albo che si incastona nel bel mezzo del Ciclo della Meteora, e che inoltre rivela un'importante parte del passato di uno dei personaggi centrali della serie (che poi sia stato utilizzato poco e male, negli anni, è tutt'altro discorso), a uno sceneggiatore praticamente al suo esordio sulla testata (è solo la seconda prova di Eccher in serie regolare) e a un disegnatore che ritorna sulle pagine di Dylan Dog dopo qualcosa come ventiquattro anni (manco i My Bloody Valentine si sono fatti aspettare così a lungo! ).

Se è stata una scommessa, la darei per vinta: "Il suo nome era guerra" parte alla vecchia maniera, con un ottimo incipit, senza fronzoli e con un gran ritmo, e da lì in poi procede senza cadute di tono e di stile, con il giusto grado di cattiveria e di sporcizia anche nei disegni di Siniscalchi, che nel corso del tempo mi pare abbia modificato il suo tratto Brindisino intorbidendo le sue chine con un po' di eau de Piccattò (l'ultimo, intendo).

Un albo incalzante, secco, crudo, che regala un'ottima backstory a Carpenter, giostra bene i personaggi (ben ritrovato, Lord Wells!), e si inserisce a mio parere perfettamente nel Ciclo, dipingendo la Meteora come catalizzatore o amplificatore non solo del soprannaturale (come nota, giustamente, l'utente votarxy), ma più precisamente dell'innata pulsione dell'essere umano alla violenza, in particolar modo tribale, verso gli "esterni" (il passato bellico di Carpenter in Medio Oriente, gli omicidi razziali).

il suo nome era guerra
altra storia di difficile valutazione per quanto mi riguarda, storia sgangherata anche in considerazione del tema trattato: mi aspettavo un'altra storia strappa lacrime
invece è un rozzo incrocio tra "gli uccisori", "sulla pelle" e ghostbusters, intanto abbiamo i puntuali scontri razziali, ma stavolta anche i neri fanno la loro parte: stuprano una poliziotta, subiscono e ricambiano con attentati e linciaggi... poi carpenter ormai è diventato un personaggio grottesco, un criminale di guerra con la sindrome del golfo, ora anche menomato
insomma, eccher meglio che nell'orrida tripofobia, ma dove finisce la storia volontariamente grottesca e dove inizia la storia brutta, venuta male, di cattivo gusto? come interpretare il tatuaggio che aggiungendo un cerchio diventa il simbolo della pace? oppure la battutaccia di groucho a pagina 72 sui tetraplegici? titolo alternativo: "cascano le braccia"
sento odore di chiaverottata... e non mi stupisco dei tanti commenti positivi.......
a me i disegni di siniscalchi sono piaciuti, irriconoscibile, dallagnolizzato
la copertina invece non mi ha colpito particolarmente

voto 5