Buongiorno a tutti voi! Per la prima volta ho deciso di scrivere su un forum, quindi mi perdonerete se ancora non padroneggio bene il mezzo. Mi presento: sono un insegnante di lettere di 38 anni (e disegnatore ultradilettante), ho letto il mio primo dyd, se non ricordo male, nel 1993 (il primo Dylan Dog gigante) e nonostante tutte le vissicitudini delle recenti gestiOni sono rimasto comunque molto legato a questo personaggio. come prima cosa mi preme ringraziarvi, perchè vi seguo da circa due anni, e grazie a voi ho potuto continuare a informarmi su questo fumetto che non compro ormai più dal numero 160 circa. Nelle discussioni di questo forum ho sempre trovato, checchè ne dica qualcuno, imparzialità, opinioni sempre circostanziate, zero pregiudizi, ma soprattutto una conoscenza invidiabile del personaggio e delle sue dinamiche, che per me si arresta, ahimè, ai primi 150 numeri circa. Grazie a tutti voi dunque per avermi permesso di tenermi aggiornato sulle avventure di Dylan, sulle vicissitudini editoriali, sulle anteprime e sulle novità: mi avete fatto ridere un sacco (alcuni vostri scambi per me sono diventati veri e propri classici da leggere e rileggere), riflettere, avere un'opinione coscienziosa su Dylan anche se non lo compro da vent'anni, e ultimo ma non ultimo mi avete tenuto anche compagnia. Devo ringraziare, non me ne vogliano gli altri, specialmente Gianluca e Piccettino per le sue recensioni, che mi hanno permesso di dare anche uno sguardo a qualche pagina qua e là, cosa di cui sono particolarmente contento, dato che tengo ai disegni tanto quanto alle storie, come tutti voi. Mi piacerebbe anche condividere con voi qualche mia impressione sull'ultima gestione, e affrontare in ultimo un argomento che, probabilmente perchè non ho letto proprio tutti tutti tutti i vostri post, mi sembra non aver trovato tra le vostre pagine, ma in nessun caso pretendo di avere la verità in tasca o essere cattedratico: mi piacerebbe solo, dopo aver a lungo goduto silenziosamente dei vostri interventi, contribuire alla discussione. Se invece, come dice il sommo, fossimo riusciti ad annoiarvi, credete che non s'è fatto apposta. Problema uno: quando ero ragazzino, ero affascinato dall'idea che il creatore di Dylan Dog non si facesse vedere mai; l'alone di mistero che lo circondava era parte integrante del fascino del fumetto. Mi ricordo che l'unica immagine, o quasi, che avevamo a disposizione era quel ritratto meraviglioso di Stano, e quello ci doveva bastare. E a me, personalmente, bastava. Adesso invece abbiamo un curatore onnipresente che ha su di me lo stesso effetto straniante che ha avuto l'aver visto in faccia la Gialappa's per la prima volta: detto in maniera neutra, semplicemente una cosa di cui non sentivo il bisogno. Questo aspetto ha contribuito notevolmente a far abbassare il mio interesse verso la testata. Se a questo aggiungiamo che ogni intervento del curatore odierno per me è quasi illeggibile (dalle recensioni di film, vi suggerisco quella su dirty dancing, ai post su facebook, agli sciagiurati "editoriali" su dyd, fino ad arrivare alle sue sceneggiature) penso di avervi dato il quadro completo. Come si dice dalle mie parti, io e lui semplicemente non facciamo pane. Avevo dimenticato di fare una premessa importante, per evitare equivoci: per me CHIUNQUE lavori nel campo del fumetto, sia scrittore o disegnatore, COMUNQUE scriva o disegni, gode ugualmente del mio più grande rispetto. problema due: dalla lettura dei pochi numeri che mi sono passati tra le mani, e dalle immagini che grazie ai vostri post e video sono riuscito a rubacchiare, mi sono accorto di una cosa che mi è dispiaciuta in modo particolare: ho sempre difeso a spada tratta lo stile Bonelli, specialmente dal punto di vista dei disegni, e specialmente su Dyd, che annovera secondo me alcuni dei più grandi talenti del mondo del fumetto, ma ultimamente ho cominciato a notare un declino sia degli autori storici sia degli autori più nuovi. Ripeto, detto da un dilettante, chiunque faccia di mestiere il disegnatore per me è un grande, questo però non significa che sia esente da critiche. Abbiamo avuto tra le mani numeri disegnati da due autori diversissimi uno dall'altro (e non mi riferisco a fumetti come graphic horror novel, o cronodramma, che sono stati fatti così in modo programmatico), ma ad esempio a numeri come Hyppolita, in cui Dall'Agnol era affiancato in maniera distorta da un altro pur bravo disegnatore, oppure al 399, disegnato mi pare da quattro autori, o anche al 400 (anzi, #400: ma come è possibile chiamare un numero così?), con il contributo finale di Roi. Questo problema porta con sè un corollario: sono abbastanza stufo di leggere nell'editoriale il curatore che elogia con lodi sperticate il disegnatore di turno con parole che profumano di aria fritta, e poi aprire l'albo e trovare, insieme a disegni che effettivamente meritano, veri e propri orrori come primi piani deformi di Dylan, fisionomie che cambiano da una vignetta all'altra, e amenità simili. Mi sembra che non si misurino correttamente le parole. Sto pensando per esempio all'albo "In fondo al male", disegnato da Baggi, in cui più di una volta Dylan è diciamo non esattamente disegnato bene. Chiariamo: per me ognuno può disegnare come vuole, però oggettivamente non si può chiamare maestro un tenore che ogni mezz'ora stecca. Questa cosa devo dire che mi dà abbastanza fastidio: sono l'unico? È il corrispettivo grafico delle famose bombe termonucleari che si trasformano in miccette. problema tre: qui entra in gioco il professore che è in me. Ho visto che qualcuno di voi ha postato il link alla sceneggiatura del numero 400. Premetto che la lettura di una sceneggiatura è sempre qualcosa di "illuminante" (cit.), in quanto svela dei retroscena di cui i non addetti ai lavori non sempre sono a conoscenza. Quindi ammetto di averla letta con grande interesse (purtroppo non avevo a disposizione il'albo in questione, ma per fortuna c'erano a corredo alcune tavole nella versione in bianco e nero). Avete notato quanti refusi e veri e propri errori ci sono in quella sceneggiatura? Ovviamente ho controllato e nella versione stampata sono stati aggiustati, ma nella versione che il curatore ha mandato a Stano questi errori ci sono ancora tutti, e non sarebbe nemmeno tanto un problema se resta tra Oni2 e Stano, ma il problema è che qualcuno deve aver chiamato Oni2 per chiedergli se poteva avere la sceneggiatura per postarla online, oppure lo stesso Oni2 ha contattato quel sito per farsela pubblicare, questo non lo so: in ogni caso una sceneggiatura di un numero storicissimo, con vari errori grossolani, è stata pubblicata online. Ora: se qualcuno mi chiede di pubblicare una cosa che ho scritto io online, io quantomeno mi pongo il problema di aggiustarla un po' prima di spedirla, no? Che è quello che faccio quando compilo qualsiasi documento per la scuola, a differenza di molti miei colleghi. Ovviamente questo mio post sarà pieno zeppo di errori e refusi, anche se lo sto riguardando mille volte, però nessuno mi sta pagando per scriverlo, e soprattutto non rappresento nessun altro se non me stesso. Io credo, dunque, che parte del problema stia anche in questa superficialità, di cui voi avete parlato spesso, ma che credo in questo caso sia particolarmente efferata. In sintesi stiamo parlando di una persona che praticamente non rivede o quasi quello che scrive, o che quantomeno non sempre si pone il problema. Problema quattro: qui entriamo in un vero e proprio campo minato, e soprattutto entriamo nel vivo del numero #400. Qui il vostro parere mi interessa in maniera particolare. Ho letto ovunque, compreso in questo forum, l'opinione che i disegni di Stano siano molto belli, e che la storia invece sia debole, infarcita di citazioni ridicola, eccetera, si legge di tutto, ma l'opinione sui disegni di Stano mi sembra unanime. Io vorrei porre ad esempio alla vostra attenzione la prima tavola del #400, specialmente nella versione in b/n: come da indicazioni di sceneggiatura del curatore, trattasi di tre vignette identiche (la stessa vignetta è poi ripresa alla tavola 3), modificate digitalmente, ma è sempre la stessa immagine ripetuta a questo punto quattro volte. Recchioni si premura di fornire il link come reference per la vignetta, e Stano, che io reputo un disegnatore eccezionale, si limita a modificare digitalmente la foto fornita da Recchioni, e lo fa per ben quattro volte, cambiando di volta in volta alcuni elementi. Intendiamoci: io non lo saprei fare, ovviamente, non sto dicendo che sia una cosa facile. Sto dicendo soltanto che mi sembra veramente assurdo che un numero così tanto anticipato, di cui si è parlato così tanto, inizi con una tavola così, specialmente considerando che lavoro gigante ha fatto ad esempio nella doppia splash page delle tavole 6 e 7. Io apro il Dylan Dog numero 400, e la prima tavola che trovo è questa? Mi sembra, come al solito, di tornare al problema numero tre: "Stano come al solito si è superato nella sua maestria" e poi il biglietto da visita è questo. Tra parentesi, non so quanti di voi hanno avuto il piacere di leggerla, c'è una storia disegnata da Stano e scritta dalla Barbato che si chiama Videokiller in cui gli orrori digitali di Stano sono veramente, lo dico senza tema di smentita, almeno in questo caso, indegni, e ovviamente chi presenta il numero scrive "scritta da Paola Barbato e disegnata MAGISTRALMENTE da Stano". Per gli autolesionisti, la trovate su You Tube, oppure sul numero di agosto 2008 di XL. L'argomento di cui voglio parlare, quindi, è l'abuso di vignette copincollate di cui trovo tracce sempre piuà frequenti negli ultimi numeri, e mi accorgo anche che per molte persone non è un problema, ed ecco perchè vorrei una vostra opinione su questo, perchè a volte acquista sfumature veramente grottesche: per esempio nel numero 399, quello che io credo essere il momento più importante dell'albo, di cui si è parlato in tutte le salse e sui cui non mi esprimo, voi pensate che sia normale che la reazione di Groucho alla proposta di matrimonio di Dylan sia gestita così da Stano, vale a dire con due primi piani di Groucho identici tra loro, cioè per meglio dire UNO STESSO DISEGNO leggermente modificato per creare due vignette differenti? Un momento così "epocale" gestito così? In modo così, con tutto il rispetto, pigro? E la stessa cosa succede, stavolta coi disegni di Nizzoli, quando ci sono tutti i personaggi con la villa e la luna sullo sfondo: lo sfondo rimane uguale in due vignette consecutive, e cambiano "solo" i personaggi. Prevengo una facile critica, di chi dice che sono esigenze di sceneggiatura, inquadratura fissa e quant'altro. Più di una volta disegnatori molto famosi a cui ho chiesto motivi di questa scelta di copia e incolla mi hanno risposto, testuali parole, ve lo giuro, ad esempio "mica potevo perdere tempo a ridisegnare la stessa cosa", oppure "nessun motivo, no, ho fotocopiato la vignetta e l'ho riutilizzata". A mia memoria, questa è una pratica che prima non esisteva, o comunque era usata con estrema parsimonia (ce n'è traccia, per quello che mi posso ricordare, nel sempre fenomenale numero 1, vignette 4 e 6 dell'ottava tavola, ma ora come ora non ne ricordo altre nei primi numeri). Ora, per me disegnare è una cosa importantissima, è il mio hobby, la mia passione, la mia valvola di sfogo, la mia psicanalisi personale (recentemente ho iniziato a fare dei filmati di quando disegno ed ho imparato, guardandomi disegnare, cose su di me che non avrei mai immaginato): non posso accettare che cose come questa passino non dico impunite, ma quanto meno inosservate. Faccio un altro esempio che ho appreso guardando la videorecensione di Gianluca su "il sangue della terra": Gianluca, vedendo una tavola di Dell'edera (che non mi fa impazzire come disegnatore, ma lode e gloria a lui per il mestiere che fa), dice, cito a braccio, "mi piace molto questa tavola", e la tavola in questione non è altro che tre vignette con lo sfondo copincollato e dylan che si sposta da sinistra a destra (se non ricordo male). Gianluca, non me ne volere, è solo che la mia fonte principale di informazioni e immagini sei stato tu! Io non definirei bella una tavola fatta così: definirei ovviamente bella la singola vignetta, che ovviamente ha il suo perchè, ma direi che la tavola non è adatta a stare in un Dylan Dog, specialmente in uno della serie della meteora sui cui abbiamo avuto gli occhi puntati a più non posso. Non riesco a credere che qualcuni (non mi ricordo chi), puntualizzi che i fichi d'india non erano ancora arrivati a Lipari nel 500 a. C (vedere "del tempo e di altre illusioni", pagina 12) e che nessuno invece si lamenti che Piccatto (non mi ricordo dove, ma credo nella calligrafia del dolore) ha preso una foto di repertorio di un ospedale, l'ha ritoccata malissimo al computer e l'ha usata in una sua vignetta. Ecco, su questo mi piacerebbe avere un vostro parere, anche perchè ritengo che siate persone attentissime e soprattutto competenti sull'argomento. Credo che oggi vincerò il premio offtopic del secolo, però ripeto, non so bene come muovermi all'interno di questo forum. Mi premeva scrivere altre due, brevissime cose: volevo dire che secondo me Wolkoff scrive da Dio, e volevo fare i complimenti ad alemans 123 per la sua citazione di Bergonzoni, che io ritengo un genio assoluto. A questo proposito, volevo proporre di utilizzare la definizione bergonzoniana di "tarzaniano" per il nostro Oni 2, dato che ultimamente cita, cita, cita... Queste erano le mie opinioni, sono apertissimo, anzi spero di essere smentito. Ho un paio di cose da dire anche su Daryl Zed, spero di riuscire a trovare il posto adatto per farlo.
_________________ "You should be ashamed of yourself". "I am. 24/7".
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