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#400 - E ora, l'Apocalisse
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 Oggetto del messaggio: Re: #400 - E ora, l'Apocalisse
MessaggioInviato: dom dic 29, 2019 7:20 pm 
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Iscritto il: dom giu 02, 2019 10:39 am
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Considerato chiuso da rimatt il precedente discorso (meno male, replicare ogni due post a cose già evidenziate in precedenza stava diventando un'operazione noiosa) posso spendere due parole anche sui disegni.
In precedenza mi sono concentrato sulla storia - che non mi ha convinto - ma sarebbe bene anche aprire una piccola parentesi sulle meravigliose tavole di Stano: la storia è solo una parte dell'albo in questione, e, considerando che in questo caso l'esercizio del guardare dona maggiore gioia rispetto al "leggere"... apriamo questa parentesi sulla parte grafica.

Niente da dire in negativo. Ogni disegno, ogni singola parte, regala un piacere immenso.
Gli autoritratti di Stano sono eccellenti: il Maestro si ritrae più attempato rispetto ad altre storie "meta" in cui ha fatto la sua comparsa. Il tempo è passato anche per lui. Anche in quella dimensione in cui sta elaborando le sue vignette, che potrebbe essere la stessa di Dylan Dog (non dovrebbe: in realtà sarebbe la nostra, ma tutto è rappresentato disfatto, fatiscente, dunque vengono dubbi che la dimensione di DD e quella di Stano siano le stesse) o la nostra, in decadenza esattamente come la Londra di Dylan (e se è così è normale che il tempo sia trascorso anche per lui).
Le varie vignette sono elaborate con una certa minuzia, pur non rinunciando il Maestro a tratteggiare il tutto con uno stile vagamente à la Schiele (forse un pizzico meno che in passato ma che quello sia il retaggio ancora si nota). Semplicemente stupenda la "Mega-Morgana", che mi ha riportato alla mente Manara e la sua Gulliveriana. La cosa potrebbe essere voluta, ma credo che in realtà sia solo la mia fantasia a portarmi a certi paragoni.
Anche certe splash pages, pur non aggiungendo niente alla storia (l'ho già detto, la trama è ridotta all'osso e vive di orpelli) regalano ottime illustrazioni: si prenda quella presente nelle pagine 10/11 (Dylan di fronte al galeone) o quella a pagina 64 (ancora un bello spaccato del galeone) o il paesaggio fluviale a pagina 71.
Insomma, visivamente c'è tanta roba. Se proprio ci devono essere le famose miniserie, spero che Stano sia ampiamente coinvolto.
In una storia come questa, che mi ha dato veramente poco e niente, Stano da solo è stato capace di tirare fuori il meglio di se.
E appunto, l'albo - parere personale - andrebbe goduto solo per Stano e i colori della Niro.

P.s.
Doveroso Off Topic

Walecs ha scritto:
Quella di Nima era un'iperbole

Grazie Walecs. Si, effettivamente è così, e sono contento che la cosa sia stata recepita.
Anche quel "la puntata più brutta" (in realtà conferivo il titolo al numero 399) che faceva parte di una mia precedente uscita...
1) se uno tenta di vedere la cosa in maniera oggettiva (e c'è una certa difficoltà a parlare di "oggettivo") era un'uscita "inflazionata" oltremodo, dato che oggettivamente (?) ci sono molte puntate ampiamente discutibili (e non uso "brutte" apposta, dato che ho già detto che "brutto" e "bello" sono considerazioni che vanno sul soggettivo).
2) se uno tenta di vedere la cosa evidenziandone il carattere soggettivo... insomma, si rende conto che sono io, soggetto che sto dicendo una simile cosa, allora la cosa può essere considerata vera/verosimile: io, soggetto, la penso così. Oggettivamente non può essere la verità, soggettivamente si.
Doverosa nota, così chiudiamo per sempre questo capitolo (si spera. Ma la nota finale potrebbe essere sempre cancellata da un moderatore perché in realtà l'argomento era chiuso).

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 Oggetto del messaggio: Re: #400 - E ora, l'Apocalisse
MessaggioInviato: dom dic 29, 2019 9:33 pm 
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 Oggetto del messaggio: Re: #400 - E ora, l'Apocalisse
MessaggioInviato: dom dic 29, 2019 9:35 pm 
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Horror Post è un covo di ritardo mai visto, ma un tipo di ritardo differente da quello che generalmente intrattiene lo spettatore dotato di raziocinio, vorresti proprio prenderli a bastonate.


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 Oggetto del messaggio: Re: #400 - E ora, l'Apocalisse
MessaggioInviato: dom dic 29, 2019 9:49 pm 
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V.M. ha scritto:
Anche quello dei "compari di nerdate" che si scambiano strizzatine d'occhio è un pubblico. Certo, è una nicchia e non un pubblico generalista, ma esiste e spende. E sta proprio lì il problema che cercavo di porre: Dylan, da fumetto d'autore E popolare, sembra avviarsi a diventare un fumetto SOLO d'autore e non più anche popolare.
Questa mutazione genetica è accelerata dalla graduale migrazione dalle edicole alle librerie e dal (conseguente) aumento drastico dei prezzi.

Si tratta di una scelta concordata dall'editore, dal curatore e dallo stesso Sclavi, frutto di indagini di mercato senz'altro più approfondite di quelle che possiamo fare noi.
Pensare che le "belle storie" bastino da sole a garantire la sopravvivenza di una serie è quanto meno ingenuo. A parte che sulla definizione di "bella storia" potremmo litigare per mesi, le "belle storie" non hanno salvato dalla chiusura testate di altissimo livello come Napoleone o Mercurio Loi.



Questo discorso è fuorviante e parte da premesse piuttosto arbitrarie :? .
La cloaca di citazionismo ficcato di straforo per colmare l'assenza di sostanza - o l'incapacità di prenderne spunto, con gradito plagio à la Sclavi - è prevalentemente un fenomeno di saturazione mentale negli autori impegnati in opera di autoreferenzialità narcisistica. Se la cantano e suonano da soli in pratica, agitando invano il loro gingillo compiaciuti (v. ripiego onanista ed anti-creativo) con un pubblico virtuale - i supposti (fa)nerd da social o gli intenditori da salotto - che di fatto non esiste, o almeno non tra gli acquirenti del prodotto finale.

La distinzione classista tra fumetto popolare e d'autore è un retaggio snobbesco senza contatto con la realtà, come i fighetti radical chic del PD. Ormai tutto il fumetto, anche quello da edicola, è non-generalista per definizione in quanto forma d'intrattenimento GIA' DI NICCHIA, per un pubblico selettivo ed esigente in partenza. Un pubblico che vuole leggere STORIE, e che conosce anche gli altri media per procurarsi altro, nel caso. Disposto anche a sganciare più $$$ di prima, e più solleticabile verso le novità date le tonnellate d'informazioni che circolano in rete .
Le indagini "sociali" di mercato sono alla fine delle semi-panzane, perché almeno per ciò che riguarda Dylan, chi va a raspare le librerie non è un nuovo acquirente di una (fantomatica) nuova frangia di pubblico altolocato con minimo due lauree e tre conti un banca, ma fa congenitamente parte del pubblico "generalista" più radicale, che per manie di completismo non riesce a tenersi lontano da ogni cosa venga pubblicata col marchio DD. E anche se Mercurio Loi fosse uscito direttamente il libreria senza passare per l'edicola, come prodotto di alta qualità per elevati palati, sarebbe stato un semi-flop, perché non dispone di un retroterra popolare tale da vivere di riflesso fuori dalla distribuzione generalista che funge (ancora) da starter. Nessun lettore si avvicina al fumetto da libreria senza esser passato da quello da edicola; nessun avventore gironzolante per gli scaffali della Feltrinelli si avvicina ai fumetti bonelliani senza prima averli conosciuti a prezzi inferiori in fumetteria/edicola. Sono solo surplus deluxe da collezione per (presunti) già intenditori o per neo-hipster che si vogliono far belli dicendo "ti ho regalato questo capolavoro di Gipi al posto di un altro frullatore" :lol: .

Tornando alla citazioni: se tu pensi che sia etichettatile come preziosismo "d'autore" appiccicare per farsi bellodemamma una traduzione (discutibile, e comunque non assimilabile in italiano dialogato del 2000) da La Tempesta (p. 17):
Spoiler!
atto I scena ii :
    Sembra che l’aria voglia rovesciare fetida pece,
    Ma che il mare, alzandosi fino al volto del cielo,
    ne attenui il fuoco
... capirai che basta poco per far sembrare quella citazione di una goffaggine oltre i limiti dell'inopportuno e tronfia di leziosa autoreferenzialità che stona con la dialettica del fumetto stesso, nel senso di vignetta messa in bocca in modo coatto ad un personaggio, trasformando Dylan in un pupazzo da ventriloquo per ogni cosa passi in mente ai suoi burattinai onde compiacersi delle loro ammiccate.
Se io voglio (ri)conoscere Shakespeare me lo vado a vedere a teatro o su youtube. Non vado a riesumarlo in modo appiccicaticcio in libreria da un fumetto da 20€ o più, come tu vorresti far pensare per l'élite dei consumatori in cerca di ansiose conferme ai loro esborsi di ricercato culturalismo dabbene. E soprattutto NON HO BISOGNO che Dylan mi ricordi che anche il Rrobe&co abbiano letto Shakespeare, pensando di stringermi la mano, mentre si stanno strizzando altro :? .

Senza contare che c'è un criterio non solo nel selezionare/inserire le citazioni, ma anche nel farle proprie.
Perché se mi traduci i Doors dicendo "Questa è la fine, mio unico amico", non hai capito una semi-mazza dei testi della canzone, perché l'ambiguità del riferimento giocava sul fatto che l'amica potesse esser anche la Fine stessa, la tanto corteggiata auto-distruzione da Morrison&co.
Evabbeh che l'inglese non sessualizza le cose, ed abbiamo chiuso il numero scorso con un finto matrimonio gay... ma a questo punto a livello multigender mi chiedo quando Ambrosini rappresenterà i suoi angeli con le tette...visto che in teoria non hanno sesso, a differenza di quanto pensa un certo Hagiwara :D .

UN ALOHA BASTARD(o)!!

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 Oggetto del messaggio: Re: #400 - E ora, l'Apocalisse
MessaggioInviato: dom dic 29, 2019 10:20 pm 
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Buongiorno a tutti, faccio capolino su queste pagineper scrivervi che ho comprato l'albo nella versione di Roi, bellissima. Sulla storia e sull'andazzo di Dylan Dog preferisco non esprimermi più di tanto, essendo ormai tecnicamente un ex lettore. Capisco le scelte della direzione, ma non mi sento di condividerle più di tanto. Comunque oramai l'interesse per Dylan Dog è svanito ben prima della meteora e sul nuovo corso non ho troppa curiosità, leggerò quando potrò in biblioteca. Un caro saluto agli amici di CR7.

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 Oggetto del messaggio: Re: #400 - E ora, l'Apocalisse
MessaggioInviato: dom dic 29, 2019 10:48 pm 
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Bentornato Survivor!

Quotone a wolk.
Non è che il metafumetto a vagonate e le citazioni prese da aforismi.it siano frutto di un' accurata analisi di mercato ma fanno parte della scarna cifra stilistica dell'autore. Che fra l'altro è da almeno vent'anni che scrive le stesse quattro cose, alla faccia della novità tanto sbandierata.


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 Oggetto del messaggio: Re: #400 - E ora, l'Apocalisse
MessaggioInviato: dom dic 29, 2019 11:15 pm 
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wolkoff ha scritto:
La distinzione classista tra fumetto popolare e d'autore è un retaggio snobbesco senza contatto con la realtà, come i fighetti radical chic del PD. Ormai tutto il fumetto, anche quello da edicola, è non-generalista per definizione in quanto forma d'intrattenimento GIA' DI NICCHIA, per un pubblico selettivo ed esigente in partenza. Un pubblico che vuole leggere STORIE, e che conosce anche gli altri media per procurarsi altro, nel caso. Disposto anche a sganciare più $$$ di prima, e più solleticabile verso le novità date le tonnellate d'informazioni che circolano in rete .
Le indagini "sociali" di mercato sono alla fine delle semi-panzane, perché almeno per ciò che riguarda Dylan, chi va a raspare le librerie non è un nuovo acquirente di una (fantomatica) nuova frangia di pubblico altolocato con minimo due lauree e tre conti un banca, ma fa congenitamente parte del pubblico "generalista" più radicale, che per manie di completismo non riesce a tenersi lontano da ogni cosa venga pubblicata col marchio DD. E anche se Mercurio Loi fosse uscito direttamente il libreria senza passare per l'edicola, come prodotto di alta qualità per elevati palati, sarebbe stato un semi-flop, perché non dispone di un retroterra popolare tale da vivere di riflesso fuori dalla distribuzione generalista che funge (ancora) da starter. Nessun lettore si avvicina al fumetto da libreria senza esser passato da quello da edicola; nessun avventore gironzolante per gli scaffali della Feltrinelli si avvicina ai fumetti bonelliani senza prima averli conosciuti a prezzi inferiori in fumetteria/edicola. Sono solo surplus deluxe da collezione per (presunti) già intenditori o per neo-hipster che si vogliono far belli dicendo "ti ho regalato questo capolavoro di Gipi al posto di un altro frullatore" :lol: .

Boh.
Se fosse come dici, e non lo posso escludere, Dylan Dog chiuderebbe nel giro di pochi anni, perché la nuova direzione presa dalla serie regolare sembra fatta apposta per respingere il vecchio lettore generalista da te descritto [poi sì, ci sono i collezionisti che comprano tutto sempre e comunque, ma sono pochi e non fanno testo].
Preferisco credere che la Bonelli abbia individuato una nuova fetta di pubblico (più giovane e/o più nerd di quello generalista) e stia cercando in qualche modo di intercettarla.

wolkoff ha scritto:
Tornando alla citazioni: se tu pensi che sia etichettatile come preziosismo "d'autore" appiccicare per farsi bellodemamma una traduzione (discutibile, e comunque non assimilabile in italiano dialogato del 2000) da La Tempesta (p. 17):
Spoiler!
atto I scena ii :
    Sembra che l’aria voglia rovesciare fetida pece,
    Ma che il mare, alzandosi fino al volto del cielo,
    ne attenui il fuoco
... capirai che basta poco per far sembrare quella citazione di una goffaggine oltre i limiti dell'inopportuno e tronfia di leziosa autoreferenzialità che stona con la dialettica del fumetto stesso, nel senso di vignetta messa in bocca in modo coatto ad un personaggio, trasformando Dylan in un pupazzo da ventriloquo per ogni cosa passi in mente ai suoi burattinai onde compiacersi delle loro ammiccate.

Ma è un brutto preziosismo d'autore. Lo dicevo in termini negativi.
Nel senso che quell'eccesso di citazioni, a mio avviso, diventa respingente per il lettore che non riesce a coglierle tutte.
Inoltre, l'intenzione di rendere Dylan meno popolare e più autoriale la descrivevo come dato di fatto, NON come un merito (anzi).


Ultima modifica di V.M. il dom dic 29, 2019 11:36 pm, modificato 2 volte in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: #400 - E ora, l'Apocalisse
MessaggioInviato: dom dic 29, 2019 11:28 pm 
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Guarda che è anche PEGGIO per chi riesce a coglierle, come ti ho detto nel primo post e riprendendo gli esempi di Shakespeare ed i Doors, dal punto di vista di chi li ha (ri)conosciuti in ben altra salsa. Mai sarebbe più beata ignoranza... :roll:
Epperpiacere finiamola con questa etichetta del "postmoderno" che ormai è un'etichetta arrugginita che serve da alibi per gli incapaci con poco o nulla da dire... male, per giunta.

Per il resto, non sono così pessimista sulla chiusura a breve.
Ma ti assicuro che la Bonelli è in balia delle (s)manie di Airoldi ( :? ) e Recchioni non per aver intercettato fette di mercato differenti, ma solo perché NON HANNO TROVATO DI MEGLIO e sono nel panico assoluto da Gualdoni in poi nel gestire la testata-palla-al-piede, che deve per forza andare avanti altrimenti sbaracca tutta la SBE, eccetto Tex... forse. Lo specchietto per allocchi della larga auge del Rrobe sui media ha funzionato, come fumo di rosmarino negli occhi dei dirigenti, al pari delle trovate da markettaro all'ultima piazza rionale; il resto lo diranno i (sempre meno) lettori, compreso il tentativo patetico di sconfinare nell'ammeriganaggine dei formati/stagioni :lol:

Non possono pensare di campare sulle tirature da libreria perché anche se mi spari una media di 16 euroni a volume, non potrai mai stamparne uno al mese a quel prezzo pensando di arrivare ad (almeno) un quarto (3,9€ x4 grossomodo) dell'attuale tiratura da edicola. La serializzazione è un'altra cosa. Gli unici che in libreria sussistono di quella sono i "nomi" di richiamo (destinati ad eclissarsi, prima o poi) e che comunque se pubblicano due volumi all'anno è già tanto. Come un libro narrativo atteso in modalità saga, v. Game of Thrones o qualche nuova sfumatura di grigiotopafrigida... distanti anni luce numericamente da un fumetto da libreria come copie vendute, e comunque molto rari come casi, a differenza della serialità offerta OGNI MESE come incasso semi-sicuro da edicola, sulle circa 70/80.000 copie per DD.

Senza contare che proprio i fumetti mmerigani da simil-libreria non vendono una mazza già in patria, che il fumetto francobelga non vive di serializzazione per offrire varietà, che in Giappone i tankobon di grido costano poco più del doppio di un bonellide da edicola e comunque non vanno oltre due uscite all'anno, e che la Bonelli stessa torna puntualmente a racimolare spicci con le collaborazioni su altre testate da edicola tipo questa.


ALOHA ME LA TIRO
SULLA TIRATURA

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Ultima modifica di wolkoff il lun dic 30, 2019 12:52 am, modificato 3 volte in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: #400 - E ora, l'Apocalisse
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I collezionisti sono pochi e non fanno testo?...ma se sono rimasti solo loro. Tutto il mondo del fumetto oggi sopravvive grazie al collezionista.

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 Oggetto del messaggio: Re: #400 - E ora, l'Apocalisse
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certo che quando "terminerà" la vecchia generazione texana per la bonelli sarà veramente dura...

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 Oggetto del messaggio: Re: #400 - E ora, l'Apocalisse
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Bah, non son convinto che sia una questione anagrafica. La "vecchia generazione" di Tex in senso stretto è in buona parte già in una cassa di mogano.
I "vecchi lettori" di oggi ha cominciato nel periodo del boom fumettistico di 20-30-40 anni fa e oggi hanno i loro anni sul groppone.
Ma finché resta tutto uguale, Tex cattura. Ho amici che non sanno cosa sia il fumetto se non per Tex. E guai a togliergli quei 4-5 albi l'anno.
Ho amici che leggono fumetti americani/giapponesi e di italiano solo Tex, saltuariamente, ma solo Tex. Ho amiche che leggono fumetti giapponesi per ragazze, ma i Tex del padre li leggono senza problemi.
Questo non accade per Dylan Dog, né per alcuna altra testata.

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Zak ha scritto:
certo che quando "terminerà" la vecchia generazione texana per la bonelli sarà veramente dura...

il futuro della bonelli non lo decideranno i fumetti ma i film e le serie tv che sta producendo.

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leonearmato ha scritto:
I "vecchi lettori" di oggi ha cominciato nel periodo del boom fumettistico di 20-30-40 anni fa e oggi hanno i loro anni sul groppone.
Ma finché resta tutto uguale, Tex cattura. Ho amici che non sanno cosa sia il fumetto se non per Tex. E guai a togliergli quei 4-5 albi l'anno.
Ho amici che leggono fumetti americani/giapponesi e di italiano solo Tex, saltuariamente, ma solo Tex. Ho amiche che leggono fumetti giapponesi per ragazze, ma i Tex del padre li leggono senza problemi.
Questo non accade per Dylan Dog, né per alcuna altra testata.


Sulle ragazze ricordo negli anni '90 quando Dylan andava di moda che ce n'erano moltissime che lo leggevano. Se ne stupiva l'edicolante dove andavo sempre allora e se ne stupiva anche Sergio Bonelli.
Tex nel fumetto italiano è un po' un discorso a parte, l'ho sempre notato fin da ragazzo. Ci sono i lettori di fumetti, di fumetti Bonelli e ci sono i lettori solo di Tex, che leggono esclusivamente lui, magari solo la serie regolare con pochi extra, ma per tanti texiani è come se gli altri fumetti italiani, di qualunque genere, nemmeno esistessero. E vogliono che Tex rimanga sempre lo stesso. Non so se si tratti di una leggenda circolata sul web, ma si narra che Boselli si sia (lode a lui nel caso) opposto ad un tentativo di reboot di Tex ventilato da Airoldi.


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 Oggetto del messaggio: Re: #400 - E ora, l'Apocalisse
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skeletor ha scritto:
Zak ha scritto:
certo che quando "terminerà" la vecchia generazione texana per la bonelli sarà veramente dura...

il futuro della bonelli non lo decideranno i fumetti ma i film e le serie tv che sta producendo.

Su questo concordo...il sacrificio di :g: sta li a testimoniarlo. :wink:

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Infine ho ceduto alla tentazione e l'ho comprato, e letto. Beh, devo dire che le aspettative erano basse, invece ho tutto sommato apprezzato. Ho un problema con l'eccesso di metafumetto e citazionismo quando ci viene somministrato ad ogni numero della serie regolare, ma in un numero celebrativo ci può stare. Certo, fa male notare l'involuzione di Recchioni, che sembra ormai incapace di scrivere un dialogo che non sia...gli inglesi direbbero: cringeworthy--- fuori posto, un po' imbarazzante, per lui e per noi che leggiamo. D'altro canto, mi é piaciuto il passaggio sulla genesi di Dylan Dog dalla sofferenza di Sclavi, con tanto di cameo di Mater Morbi: per chi conosce un po' la parabola artistica dell'autore, le parole che trova Recchioni per una volta suonano toccanti, adeguate. Guarda caso, si tratta di uno dei pochi monologhi che non é preso da altre fonti (a meno che mi sia sfuggita la citazione).

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