Gordon Pym ha scritto:
Nima83 ha scritto:
Il Rrobe non riesumerà di certo l'horror (da curatore ha avuto anni per farlo), salvo non risvegliare dai loro loculi due zombi (vedasi gli spoiler del nuovo ciclo) che se rimanevano a dormire a questo punto era meglio; o un po' di splatter gratuito (perfetto per un nuovo andamento
paventato in stile Steven Seagal);
Ma va bene così: se piace... pace. Il mondo è bello perchè vario, quindi sono ugualmente felice di sentire pareri completamente diversi dal mio.
Visto che condividiamo l'essere bacucchi ti dirò apertamente quello che ne penso
Non mi ritengo un appassionato di prodotti apertamente d'azione, anzi spesso li rifuggo come la peste, non mi ritengo nemmeno un gran conoscitore di fumetti, sebbene mi piacciano molto e nel mio piccolo cerco di recuperare le testate che mi consigliano. A volte leggo anche roba fuori dai miei canoni. E' successo con John Doe, Detective Dante, Battaglia ma anche con il Batman di Frank Miller (io non amo la produzione superoistica classica). E queto cambia parecchio la prospettiva. Fondamentalmente dunque non sono nella posizione di dirti che non sono d'accordo con te nè posso invitarti a passare dal "dark side"
Tu dici che Recchioni è eccessivo, pacchiano, americaneggiante, citazionista all'estremo (pescando non nel cesto della cultura alta come faceva a fasi alterne Sclavi , ma spesso di quella bassa- pop- pulp-nerd e dunque non si sposa con Dylan Dog (in senso metaforico, meglio specificarlo di questi tempi). Leggo quello che dici e penso , cavolo ma è quello che penso anch'io, ma poi penso che anche Tarantino è spesso pacchiano , eccessivo e citazionista, che anche Elmore Leonard ha scritto romanzi infarciti di frasi fatte da film noir-hard boiled-pulp, e che DeLillo o Robert Ford alternano cultura bassa e alta. E mi dico ehi leggo tanto altro ma in fondo anche io amo Tarantino, Leonard , De Lillo e e Ford.
Morale della favola condivido le perplessità di molti utenti del forum, anzi mi piace anche essere critico valutando il singolo albo, ma in generale io tendo a non chiudermi in posizioni ermetiche. Che Recchioni possa piacere o meno ci sta tutto, chi non ha nelle corde un certo tipo di produzione cinematografica-musicale-letteraria probabilmente non andrà giù, ma questo vale per qualsiasi autore. Questo però non toglie nulla alla sua bravura. Il suo modo di fare fumetto è solamente qualcosa di diverso da quello al quale erano abituati alcuni lettori di Dylan, ma non necessariamente qualcosa di negativo se non per gusti assolutamente personali. E la sua carriera dice che è una persona competente, se non tra le più competenti nell'industria del fumetto italiano, checchè se ne dica e di questo ne era convinto anche Sclavi che lo ha accolto con soddisfazione al timone di Dylan. Torno a ripetere che per me la gestione Recchioni complessivamente non è stata pessima, ci si aspettava di più questo si, ci sono stati albi mediocri, altri pessimi, altri buoni, ma non sono stati toccati i punti bassi e soporiferi della gestione Gualdoni quindi comprendo parzialmente i toni apocalittici di alcuni lettori che gridano alla fine di Dylan Dog, alla distruzione del personaggio e al de profundis della filosofia sclaviana. O si decide di sprofondare nel pessimismo cosmico e nel disfattismo distruttivo che boccia tutto a prescindere (e questo è un atteggiamento che vedo spesso e non fa piacere leggere soprattutto in un sito di appassionati) oppure ci si imbarca nell'avventura di un nuovo inizio e si valutano i risultati senza pregiudizi . E' la fine di un certo tipo di Dylan dog che abbiamo imparato ad amare. Non tornerà più, non lo sa scrivere quasi nessuno (gli old boy ci rgegalano qualche perla di classicità ma sono parecchio altalenanti lo vediamo), non lo sa scrivere la Barbato, Chiaverotti, Bilotta o Recchioni. Secondo me non lo sa scrivere più neanche Sclavi perchè non è la stessa persona che si cimentò con il personaggio decadi fa. Quindi ora chi è stufo del personaggio o non ama la direzione che è stata presa o non si riconosce in questa testata è giusto che decida di non andare avanti, anche perchè alla fine leggere un fumetto deve essere un piacere. Chi continua però forse deve provare a vedere le cose in modo diverso. Opinione personale e opinabilissima, ci mancherebbe, di uno che legge fumetti senza alcuna velleità di chissà quale competenza.
Ciao @Gordon Pym e grazie dell'appunto.
Chiaramente molte delle cose che dici rispecchiano il vero: il Rrobe ha sicuramente delle capacità, e il suo retaggio "pulp-popular" non è cosa nuova in ambiti culturali. Tutto ciò mi porta a dire che il suo supporto a Dylan Dog potrebbe essere una buona cosa (Sono uno di quelli che non ha mai osteggiato a prescindere uno sceneggiatore o un creativo in generale, e certo non mi sento di farlo gratuitamente con il curatore/sceneggiatore di cui sopra). Qualcuno dirà addirittura "una ventata di aria fresca". Ma l'importante per chi come me è abituato a un certo tipo di testata, con un suo specifico mood, è che tale
ventata non divenga
bufera.
Mi spiego. Se il supporto del Rrobe si fosse limitato alla messa in campo di determinate storie in cui si palesano tutti i suoi modelli stilistici, culturali eccetera poteva andare tranquillamente bene: considerato che tale fumetto è nato e si è sviluppato in una certa maniera, il suo lavoro, coadiuvato da quello di altre ottime firme, poteva avere una sua precisa raison d'etre.
Tutto questo, chiaramente, all'interno di una testata non rivoltata come un calzino. Perché purtroppo il problema principale non è il modo di gestire le singole storie, ma di gestire la testata in sé. Il supporto del Rrobe, o il suo intervento dall'alto, poteva funzionare benissimo senza stravolgere tutto: non c'era bisogno ne di una meteora che distrugge il mondo intero (ed è una scelta metaforica, perché che mi si dia ragione o torto, tale scelta coincide con la distruzione del DD che conoscevamo), né della morte di Groucho, uno dei personaggi più importanti della serie (potrà essere amato alla follia da molti; osteggiato da qualcuno [si, c'è anche chi lo odia: una minoranza per fortuna]
ma è e rimane uno dei personaggi cardine della testata), né di ricominciare da un mondo - che dovrebbe essere il mondo del Dylan Dog di Recchioni - "nuovo" con una spalla come Gnaghi, personaggio sicuramente simpatico ma che era stato sepolto dalle pieghe del tempo e non c'era manco bisogno di riesumarlo (in tal senso è facile evincere che questa
operazione è fatta per il problema di copyright di Groucho, inutilizzabile per la serie tv, cosa che ci porta a riflettere sullo "spessore artistico" di tale operazione. Magari dopo cinquanta numeri Groucho sarà anche riesumato, ma sulla serie tv potranno mettere Dylan e Gnaghi dicendo tranquillamente che "Dylan ha avuto anche questa di spalla". I fruitori meno intransigenti saranno contenti - Gnaghi non è Marcus - e tutto si risolverà alla grande). Così come non c'era bisogno di altre scelte, alcune fatte in tempi non sospetti (sostituzione di Bloch con due pupazzi), altre più recenti (volontà di inserire una continuity in una testata che non ne aveva bisogno).
Gli eccessivi cambiamenti in una testata refrattaria a certe trasformazioni non possono non prestare il fianco a critiche.Hai tirato giustamente fuori alcuni esempi della cultura popolare (Tarantino etc), ma il mio paragone va sempre ad una serie come i
Simpson. Tra l'altro, a parte essere un dylandoghiano convinto, sono anche un simpsoniano convinto.
E ambedue le serie hanno avuto una parabola molto simile: entrambe entrate di botto nel cuore dei fruitori (lettori da una parte, telespettatori da un altra), sono diventate fenomeno di costume, hanno avuto una loro golden age, quindi sono calate di botto (a picco, a precipizio, in caduta libera) data la mancanza di storie credibili e la volontà degli autori di manipolare un mood che funzionava.
La deriva politicamente corretta dei Simpson, il fatto di puntare tanto sulla grafica (a un certo punto hanno adottato un look grafico più figo e rileccato, oltre a una nuovo stacchetto di apertura sulla falsariga del vecchio, ma ancora una volta più figo e rileccato) e poco sul contenuto... ha fatto storcere pesantemente il naso a pubblico e critica. In tutto questo ci può essere qualche binomio con la gestione Gualdoni di cui parlavi.
Ora, se la serie di cui sopra - a seguito del calo di ascolti, delle critiche a pioggia, del malcontento comune - affidasse la gestione della serie a tale Robert Reek (nome puramente di fantasia), che per risollevarla decidesse di far cadere un asteroide su Springfield e circondario, distruggendo tutto, con Marge, Homer e pargoli che si salverebbero finendo in un buco temporale...Ci ritroveremmo i Simpson immemori in un mondo molto più serioso, senza Telespalla Bob, Winchester, Krusty, Patti e Selma, Abraham... e avremmo un Homer che spaccia droga di nascosto, tenendo segreta a Marge la sua sottile dipendenza dalle metanfetamine; una Marge burbera, che di notte dà la caccia ai criminali (la sua salute mentale, in seguito ad una violenza sessuale subita, è divenuta precaria); Bart, Lisa e Maggie cresciuti (ah, qui Maggie parla), che si trovano a contatto con storie "più adulte" (Bart, ora con brufoli e baffetti, quando prova a fare sesso con la sua ragazza fa cilecca ed è costretto ad andare da un medico per i suoi precoci problemi di erezione; Lisa è ormai una teppista che ha appeso il sax al chiodo e si diverte a tormentare anche pesantemente le secchione e le sue compagne di bevute; Maggie... beh, ci sarebbe da divertirsi...).
Dunque: si obietterebbe che la serie è nata come serie abbastanza adulta, e lo stravolgimento sarebbe solo fittizio. Sarebbe solo far tornare la serie in questione "ficcante", incisiva, corrosiva e adulta, lontana dalle derive annacquate degli ultimi periodi in cui i Simpson erano ridotti alla caricatura di loro stessi. Che si parlerebbe molto di più di temi sociali (droga, violenza sessuale, problemi relativi alla pubertà, alcolismo e dipendenze varie nei giovani, bullismo, criminalità) in una serie nata per criticare lo stereotipo di famiglia americana, e in cui faceva capolino in qua e la una critica alla società in cui viviamo.
Molti fruitori dei Simpson accoglieranno la "rinascita" come una boccata di aria fresca. Altri diranno semplicemente che i Simpson non sono più i Simpson, che è finita.
Che quello che volevano era solo un Homer sempliciotto e beone, una Marge bigotta e pedante, i pargoli uguali, identici a come sono stati creati, senza stravolgimenti di sorta. Ciò che cercano in molti sono certezze: la certezza di accendere la tv e guardarsi una nuova puntata dei Simpson in cui i
Simpson sono i Simpson. E magari la certezza di andare a fine mese in edicola e comprare una testata in cui
Dylan Dog è Dylan Dog.
Detto questo, e ribadendo di non essere un "anti-recchioniano" (ma ci mancherebbe), sottolineo che un Dylan Dog "standard" con la firma di Recchioni andava bene uguale. Poi voleva firmare cento numeri consecutivi? Mavabbbene, e chi dice di no. Ma cento numeri di un Dylan Dog non stravolto.