Torno un attimo al discorso di Alek e Leone...
AD AVERCENE di numeri sulla media del
post#88 !
Io sono chiaverofilo di primo pelo fino al midollo - riferito a quel periodo, adesso avrei più riserve
- e garantisco che allora, come adesso, non c'era bisogno di sfornare capolavori del fumetto mondialo per vedere un Dylan coi controca**i... prodotto con mestiere ed una sua dignità narrativa anche da chi sostituiva il Mastro Tiz fuori per una fisiologica pausa, caricandosi sulle spalle un bel pezzo di una testata di colossale portata - oltre mezzo milione di copie vendute mensilmente, urca - a meno di 30 anni sulla carta d'identità
.
In 15 mesi di assenza di Sclavi sulla regolare, che comunque revisionava i testi altrui, sono usciti un fantasy più che dignitoso (
I Cavalieri del tempo); un apologo sul doppio riuscito (
Metaformosi); un'icona di Roi da incorniciare (
Il Mosaico dell'Orrore), un buon thriller onirico (
Presenze...); una rimpatriata splatter di dylangnocche
(La donna che uccide il passato, molto meglio di roba come
Amori perduti); un Manfredi esordiente di buone speranze (
I giorni dell'incubo); un top albo di Ambrosini senza appello (
Dietro il Sipario); un incubo classico chiaverottiano con Dall'Agnol a pallettoni (
Lo sguardo di Satana); un Manfredi confermato in crescendo (
La porta dell'inferno); un Chiave che più sclaviano non si può (
I Demoni); e un poetico La Neve delirante il giusto (
Notte senza fine).
E tra l'altro uno dei numeri peggiori del periodo, assieme a
Sinfonia Mortale e
Fratelli di un altro tempo, è proprio quella grande zappa sui coglioni che si è data la serie con
#100, di Sclavi stesso... e da lui profondamente odiato, guardacaso
15 mesi di fila simili te li puoi sognare da qui alla prossima eternità, compresi i periodi rujani o marchesellici, caro Leo... Quello significava SAPER SCRIVERE Dylan Dog nei tempi giusti, senza grandi pretese da capolavoro, anche con la mano grezza, ma con il taglio intimo del personaggio/testata. Ed è una cosa che si è persa sempre più col tempo, perché se adesso (meteore barbatiane a parte) in 15 mesi mi devo aspettare appioppati di fila la
Baraldi, Simeoni, Eccher, Secchi, Ratigher, la Contu, Uzzeo e altri imbucati dell'ultim'ora... capirete benissimo che qualora si salvassero 2 storie è già tanto. Succo di rape, ma poco sangue, da dei tuberi conclamati.
I nomi contano, altro che il pre-100 o il post-234,3333 periodico a livello di numerazioni
.
Le storie buone sono uscite anche dopo il 200 tanto per dire, ma sono sempre più mosche bianche per frequenza perché manca il contributo di CHI sa unire la qualità alla declinazione del verbo dylnaiato, e spesso chi possedeva questo dono, come Paola, s'è un po' perso/a strada facendo per carenza d'ispirazione o per soggiacere a determinate direttive.
Mettimi Il Conte, Il Chiave, Il Sardo, il Mercuriale e ottimi alfieri di qualità come Enna, Cavaletto ed Accatino per un anno di fila sull'inedito,
liberi da rebootanate radical-revanchic e altri paletti imposti dal Sommo termocuratore , e probabilmente... pur non raggiungendo i fasti di chissaquando nostalgizzanti, la media delle storie s'innalza per inerzia, un'erezione spontanea, da cui magari pure una Paola rinsavita potrebbe trarre piacevole ispirazione
AL(OHA)VIAGRANDINOVITA'