Pearl ha scritto:
Mi sono andata a rileggere gli interventi sul forum CR7 di Recchioni... incapacità di accettare qualsivoglia critica anche quando espressa in modo argomentato e costruttivo, risposte arroganti e maleducate al limite dell'insulto, disprezzo totale delle opinioni altrui (ovvero dei suoi lettori, che fino a prova contraria sono coloro grazie ai quali il suo lavoro alla Bonelli viene pagato)... Sulla sua pagina di FB evidentemente ogni voce critica è stata "convinta" (o si è convinta da sola) a tacere visto che leggo solo commenti entusiasti quando sulla pagina della Bonelli la maggioranza esprime numerosi pareri negativi sul nuovo corso voluto dal Sommo Curatore... Abbiamo l'ennesimo Vate che dispensa saggezza alla folla di adepti additando ad eretici tutti gli altri, bene così.
Dylan Dog è (anzi, era) un fumetto che faceva dell'ironia e dell'autoironia uno dei suoi tratti caratteristici: esattamente quello che manca totalmente a Recchioni, che si prende sempre (troppo) sul serio e che infatti anche in questo senso ha snaturato il personaggio di DYD trasformandolo in una sorta di parodia di se stesso, incattivita e moralizzatrice. Per non parlare ovviamente delle sue personalissime idee politiche e sociali che ha voluto inserire a forza rendendoli assi costanti e portanti del fumetto, anche a scapito della loro opportunità ed efficacia ai fini della narrazione e dello spirito originario di DYD (basti pensare ai cartonati Rania e Carpenter o alla pagliacciata del matrimonio con Groucho), con annessa propaganda ideologica a colpi di interviste e riferimenti ad avversari politici del momento. Niente a che vedere con la capacità che aveva Sclavi di affrontare anche tematiche sociali, sì, ma sapendole bene inserire nell'universo di DYD senza forzature o snaturamenti, trattando certi temi anche critici con delicatezza e profondità, e soprattutto badando sempre e prima di tutto alla riuscita della storia e non certo a fare propaganda.
Recchioni ha reso Dylan una sorta di clone di se stesso, peccato che in gran parte questo non si adatti affatto a ciò che è sempre stato Dylan Dog e che lo ha reso il fumetto cult che è (era). Sinceramente da lettrice non è quello che avrei mai auspicato visto che non ho interesse a spendere i miei soldi e il mio tempo per alimentare il super ego di un curatore. Sarei stata ben felice (e lo sarei tuttora) di vedere come sarebbe stato gestito DYD nell'era post-Sclavi da autori storici come Chiaverotti o Ambrosini, che hanno dimostrato di essere in grado di scrivere Dylan a volte come e meglio dello stesso Sclavi, per lo meno mantenendosi sempre fedeli allo spirito originario del fumetto seppur rielaborandolo a loro modo. Ma tant'è...
Sorvolo per carità di patria sull'annesso giro di copertine variant a go go, spoiler sui giornali e anteprime in libreria al triplo del prezzo del fumetto in edicola, e altre amene trovate per alimentare il circo mediatico e fare cassa al netto della qualità effettiva delle storie.
Ho smesso ormai da tempo di acquistare gli albi della serie regolare tranne rarissime eccezioni, dal 400 in poi non ci saranno nemmeno più queste eccezioni almeno finché il fumetto continuerà ad essere gestito in questo modo. Valuterò anche in base alle recensioni che leggerò sul forum se acquistare a spot qualche uscita extra in libreria o della serie Old Boy, per il resto preferisco rileggermi per la centesima volta capolavori come Memorie dall'Invisibile o Il Lungo Addio piuttosto che irritarmi ogni volta per leggere un qualcosa che di Dylan Dog ormai ha solo il nome.
Visto che l'unico linguaggio che comprende la Bonelli è quello dei $$$, non ho altro modo per sperare (probabilmente invano) in un cambio di rotta.
Parole sante. Sottoscrivo ogni cosa.
skeletor ha scritto:
chissà come andranno le vendite dal 407 in poi, questa volta non può più fare come l'ultima volta di sommare le ristampe viste che non escono più.
Dipende da quanto i lettori storici rimasti -
tutti quelli che non hanno ancora abbandonato una nave che affonda - si sentiranno traditi. Perchè da un
eventuale calo di consensi e vendite in tempi recenti (comunque da dimostrare: sta di fatto che di persone che dicono "ho smesso quattro numeri fa, otto numeri fa, un anno fa" se ne sentono) se ne potrebbe registrare uno ulteriore da parte di chi ci ha voluto credere fino all'ultimo, ha visto che "si sta sprofondando sempre più in basso", e ha dunque deciso di dire basta. E dipende da quanti
nuovi lettori si saranno accumulati nel mentre (nuovi lettori? Una pia illusione).
Poi fanno sempre in tempo a mettere in piedi una "quarta ristampa" con... squillino le trombe... le riedizioni dei famigerati numeri che a noi piacciono e per i quali siamo additati come "primocentisti" o "primoduecentisti" o baggianate simili