Nora ha scritto:
Se Recchioni non distruggerà la collana in modo definitivo, cosa che purtroppo è invece probabile, da parte mia l'auspicio è proprio quello di un "abbiamo scherzato": via gli incompetenti e gli scopiazzatori, ritorno al DYD che abbiamo conosciuto per quasi trent'anni ma curato da una persona capace di fare quel lavoro e scritto da autori con idee possibilmente originali, non clonate in modo pecoreccio dalle serie tv.
Perfettamente d'accordo.
Sulla difficoltà a star dietro a tutto: concordo! Troppa roba. Noi ci lamentavamo che la massa di storie uscite annualmente abbassavano il livello della serie. E tale regola non è cambiata: il rapporto inversamente proporzionale persiste. E se oggi sono aumentate le uscite ancor di più... insomma... avete il risultato dell'attuale qualità della serie.
Sullo spin-off di Daryl Zed: allora, se Recchioni&Co. non sanno scrivere Dylan Dog (ormai è un dato di fatto dato che ne stanno cambiando completamente i connotati forse per riuscire a mettere insieme tre tavole sensate in una singola storia) mi chiedo perché fare una miniserie su un ulteriore personaggio sempre di Sclavi. Sarà una cafonata ancora più americaneggiante di quanto già è diventato Dylan Dog. Il mio interesse rasenta lo zero verso quest'ennesima uscita.
Su Gnaghi: se è veramente lui il vero assistente di Dylan post 400, vale il medesimo discorso di Daryl Zed: altro personaggio di Sclavi utilizzato (dopo decenni) per creare un'alternativa. Da qua si evince una semplice questione: non hanno capacità di creare adeguati personaggi da affiancare a Dylan. Vuoi perché riciclano gli sclaviani (e ci sta se la serie fosse ancora "sclaviana", ma non lo è purtroppo!), vuoi perché inventano cartonati come l'allegra coppia di Scotland Yard. Degli autori in piena attività su Dylan, solo la Barbato ha saputo creare qualche interessante personaggio che nemico, o amico, è degno di essere riproposto nella serie (ma non mi riferisco a Nora e Gus, per carità di Dio!) ma uno dei più intriganti - Gorman - l'hanno completamente rovinato già alla sua seconda apparizione.
Sull'incontro con Batman: no comment.
Sull'uscita anticipata del 399 e 400 per Lucca*: no comment. Anzi, si. Comment: è la dimostrazione pratica di ciò che dissi tempo fa, facendo il parallelismo col cinema. Recchioni e la casa editrice hanno superato la sottile linea del confine che separa l'ambito dell'arte fumettistica come mezzo espressivo, e quindi i conseguenziali guadagni che sono la risposta alla qualità proposta al lettore, con l'ambito del "vogliamo far soldi con qualsiasi cosa abbia la scritta Dylan Dog, ora, subito e a sangue di papa: stacce" (ovviamente l'arte, in questo caso, veleggia nella cloaca maxima alla ricerca di acque migliori delle attuali).
Sull'universo bonelliano: qua mi sono un po' perso e non ho capito che intenzioni hanno. Ma in mano a certi autori può essere interessante: penso in particolare a Carlo Recagno che secondo me ha fatto un ottimo lavoro con l'ultimo incontro tra Dylan e Martin Mystere ne "L'abisso del male", rispettando le storie dei personaggi e, soprattutto, lo spirito bonelliano. Viceversa temo che la cosa vada in mano a certi autori "fan-american-series" e il logico risultato sono tamarrissime avengeriate in salsa rancida bonelliana con scambi di battuta che manco in una caricatura della Marvel.
Sull'assenza di Groucho: no comment perché se no mi bannano o rischio querele. Quindi evito.
Sulla miniserie 401-406: zero hype. Anzi: ma sarà sempre Dylan Dog la testata o dopo il crollo dovuto alla meteora, diventerà direttamente "Dylan Doe"? Perché onestamente non ha una mazza di Dylan Dog.
Su chi sfotte e dice "quelli dei primi cento numeri" (o cose così) a chi OSA sollevare critiche sull'attuale operato del curatore vorrei mandarli sonoramente affanculo per dei semplici motivi:
1 - Dylan Dog come personaggio inventato e scritto da Sclavi - e quindi il suo mondo, nonché le sue caratteristiche - è in quell'arco di numeri;
2 - Dylan Dog supervisionato da Sclavi e quindi coerente ai canoni della serie anche se scritto da altri è in quell'arco di numeri;
3 - Dylan Dog da 1.000.000 di copie vendute (tra inedito, prima e seconda ristampa) diventando fenomeno di costume è in quell'arco di numeri;
4 - Dylan Dog osannato dalla critica, oggetto di tesi di laurea e decantato da Umberto Eco è in quell'arco di numeri;
5 - Dylan Dog oggetto di ristampe in tutte le salse, tutt'oggi in libreria e in edicola, è in quell'arco di numeri;
E ci aggiungo a parte che se verranno ripercorse determinate avventure in salsa nuova, senza Groucho e senza maggiolino (sapete com'è... c'è una serie TV da girare) è proprio perché le più mitiche sono sempre in quell'arco di numeri. Quindi, rivolgendomi soprattutto ai lecchioni, fate meno gli sboroni perché se il vostro vate lavora e la Repubblica se lo fila un po', è giusto perché fa il curatore in una serie mitica proprio per quell'arco di numeri.
Dimenticavo: solo dei perfetti idioti possono pensare che chi critica negativamente prendendo come esempio i "primi cento numeri" sia esclusivamente un aficionado dei primi 8 anni e 4 mesi di vita dell'Indagatore dell'Incubo (per chi ha problemi di matematica, è sempre l'arco di numeri da 1 a 100) denigrando ciò che è stato pubblicato successivamente, perché proprio il forum di Craven Road 7 ne è testimone da più di tre lustri, dato che si sono decantate storie ben oltre i "primi cento numeri" compreso proprio quelle di Recchioni. Ergo è uno sfottò che non sta né in cielo e né in terra (e quindi poteva essere concepito solo da perfetti idioti) proprio perché non siamo partiti mai prevenuti nei confronti di qualsiasi autore o periodo editoriale che ha attraversato il nostro Dylan. Anzi, ribadisco che proprio la cacciata di Gualdoni e la chiamata di Recchioni vennero accolti che quasi manco fosse stato Sclavi in persona a prendere di nuovo in mano la serie. Quindi, per favore, detto in modo un po' più distinto e meno volgare: andate a quel paese!
Sulle anticipazioni (per essere in topic) che cosa si dovrebbe commentare? Il 410? Il 420? Ah no! Scusate... il tempo che sto scrivendo 'sto papello già su Facebook ci sono novità del 432. Magari farò un post extra (qua sembrerò si nostalgico: ma che bello quando il massimo che la Bonelli ci concedeva era il titolo**, la copertina e, quando andava bene, tre scene del numero successivo: ti metteva un'attesa snervante solo per capire che cavolo sarebbe successo un mese dopo)
E con questo per ora credo di aver terminato il mio personale sfogo.
* Mi preme ricordare alla Bonelli - e in particolare a Recchioni che tanto punta sulla splendida città toscana - che l'Italia è un filino più grande dell'area che va dalla Pianura Padana a Roma e organizzarsi per partecipare a un simile evento ricco di tutte queste particolari uscite, è un filino complicato sia dal punto di vista territoriale (non è che Lucca è caput mundi con infrastrutture e strutture ricettive a gogo), sia dal punto di vista temporale (per chi lavora, fare lunghi spostamenti ad ottobre è un pochetto difficile), sia dal punto di vista economico (non siamo proprio nella regione più conveniente d'Italia e oltretutto per chi sta sotto Roma - escluso Napoli - ogni spostamento costa più del doppio, sia di soldi che di tempo). Quindi, per favore, fate di Lucca un bell'evento con anticipazioni verbali ma non il posto da raggiungere assolutamente perché onestamente è un comportamento da perfetti stronzi menefreghisti dei propri lettori (e quest'anno l'ho visto più accentuato questo atteggiamento).
** Mi preme sottolineare che gli attuali titoli di Dylan Dog sono peggiorati rispetto all'era Gualdoni... e credo che sia più offensivo di qualsiasi parolaccia che uno può dire: cioè se si legge un semplice elenco dei titoli, come si faceva una volta con la colonna "Arretrati", non ce n'è uno che oggi attirerebbe l'attenzione comprando il numero a scatola chiusa. Al di fuori della qualità: una volta leggevi "Scritto con il sangue" e oggi "Casca il mondo", prima "La scogliera degli spettri" e oggi "Il giorno della famiglia", prima "Il tagliagole" e oggi "Dormire, forse sognare..." e così via. Cioé i titoli delle storie più "nere" di Topolino risultano maggiormente suggestivi. Per non parlare dei concept delle copertine: bravo Cavenago ma mai una copertina veramente "forte", sempre sospensione della realtà, oniricità o scopiazzature di idee altrui. Mah...