Cravenroad7

magari è un personaggio proveniente da qualche altro fumetto Bonelli

Magari la sposa è una rediviva Marina (avrebbe più senso che il matrimonio con Groucho, questo è poco ma sicuro).

ma quello a sinistra è mercurio loi ?

forse ha ragione black è qualcuna di un fumetto bonelli ?
diana lombard

Ma invece della trashata con sagoma grigia e punto interrogativo non sarebbe bastato disegnare una sposa con velo in modo che non si vedesse il volto? Non credo sia così difficile.

Ci sono praticamente tutti.

Ma credo questa sia solo un'anteprima anti spoiler. Poi sveleranno il disegno non camuffato.

+1

Non credo ai miei occhi quando leggo delle affermazioni così disinformate e qualunquiste sul fumetto made in USA. Probabilmente, ritengo non sia neanche ben chiara la differenza tra DC comics e Marvel, per dirne una. Ma soprattutto non riesco a capire quale siano le fonti che parlino di fumetti in crisi negli states. Inoltre, ignorare così tanto la bibliografia fumettistica da ritenere che i film mantengano in vita le rimpatriate tra universi differenti? Ma sul serio? L'universo cinematografico Marvel esiste dagli anni 2000, mentre un concetto simile è stato elaborato dalla DC con meno pellicole e con meno tempo e qualità. Sapete da quando esistono i concetti di multiverso ed universi paralleli nei fumetti USA? Da quanto tempo si incontrano e scontrano personaggi appartenenti a universi differenti? Quanto e come operano Avengers, X Men, Justice League, Suicide Squad? Avete mai solo sfogliato un fumetto di queste case editrici negli ultimi 30 anni? Penso proprio di no. E ve lo dice uno che attualmente compra: Venom, Immortal Hulk, Daredevil, Captain America, Superman, Batman, Eroi in Crisi, Doomsday Clock, Guardiani della galassia di Donny Cates (a proposito, se non conoscete lui, Tom King, Hickman, Bendis o Aaron, credo sia meglio che parliate solo di Tex), La guerra dei Regni, Batman Last night on earth. Solo per citare quelli in corso. Pertanto dire che la Bonelli scimmiotta il fumetto USA è una prima assurdità. La seconda, è dire che questo fumetto sia in crisi e che vivacchia artisticamente ed economicamente solo grazie ai film. Terzo, se veramente conosceste l'argomento, potevate criticare questo matrimonio di Dylan, citando un famoso (non) matrimonio avvenuto in pompa magna per un personaggio dei comics. Ed ora, forza con google per cercare di chi si tratta!

Non c'entro con questa discussione e poco m'interessa se i fumetti di supereroi made in USA hanno subìto cali di vendite o meno (sono passati anni da quando leggevo fumetti Marvel, e all'epoca erano sicuramente fatti meglio. Molto meglio di quando li ho lasciati), comunque:

https://www.forbes.com/sites/robsalkowitz/2019/10/08/surprising-new-data-shows-comic-readers-are-leaving-superheroes-behind/
e ancora
https://screenrant.com/marvel-dc-comics-sales-failing/
e ancora
https://www.mangaforever.net/390989/la-marvel-e-in-crisi-parola-delle-fumetterie-americane

A quanto pare esiste una qualche crisi...

Non ho avuto bisogno di google rent, in quanto avevo già beccato la citazione della copertina... Il mitico matrimonio — ritratto anche spledidamente da alex ross sul cult Marvels — tra reed richards/ mr fantastic e Sue Storm/donna invisibile dei fantastici 4. Sulle prime, pensa, credevo pure di aver visto un nick fury infiltrato in questa copertina. Cmq anche io ho altri dati, ben piu positivi, sulle vendite dei comics USA.. E mi vien da pensare: magari quei numeri li riuscisse a fare pure dyd. Ma, a quanto pare, tutti i conigli tirati fuori dal cilindro di mister R, non riusciranno — forse — a salvare lintera baracca del perduto indagatore...

anche perché con le vendite attuali dylan dog ha poco a chiudere

Comunque, per essere più precisi...

Di fumetti americani non ci capisco nulla, ma spero tu abbia dove ripararti, perché vedo un blast bello grosso in arrivo.

Ma certo che l'originalità è proprio il punto forte dell'attuale redazione dylandoghiana...

Maqquale originalità! Questi nerd poeracci cercano proprio il riferimento e se ne compiacciono, in perfetta armonia onanista. Come siamo ridotti male...

A proposito di compiacenze stellestrisce: (ringraziando Nima per i link , facendo comprendere chi viene qui a sbandierare beotate per il suo spadatrattismo integralista di maniera)



Maqquale blast beat o riff di Stratocaster... non mi sembra molto il caso di discorrere con chi reagisce tipo Sheldon di Big Bang Theory se gli toccano i suoi pupazzetti impigiamati.

Ripeto solo che il trend mmmerigano non c'entra una sorca morta con la Bonelli, e mal gliene incoglierà se provano ad esportare certi stilemi quaggiù sul cartaceo. Senza Marvel, DC, PSI, FI che tenga.
E per la cronaca torno a ribadire che i comics IN PROPORZIONE non vendono una mazza per tiratura in patria, se paragonati a delle uscite di "successo" nostrane da edicola - non oso fare il paragone con un manga medio in Giappone perché sarebbe impietoso .

Cos'è la proporzione? Basta vedere il bacino d'utenza: negli States ci sono circa 330mln di abitanti, se ci aggiungi i 30 del Canada, arrivi ad un totale di 360mln, che sono grossomodo il sestuplo di quanto in Italia. Da noi un fumetto di successo conclamato venderebbe intorno alle 100.000 copie. In proporzione al di là dell'Oceano dovrebbe vender 600.000 copie.
In realtà laggiù nel migliore dei casi un best-seller supereroista - che in tutto non arriveranno a 6 o 7 - si aggira intorno alle 100.000 al mese, e non parliamo di periodicità stabile a livello di pubblicazioni, perché chiuso un ciclo ci si mette in attesa... non è che escono per anni di seguito come Dylan o Nathan, tanto per dire. Tutte le altre testate di media si accomodano (e di parecchio) sotto le 50.000 copie mensili. Ergo, sempre in proporzione, non sono nulla di che... al pari di una nostra uscita con tirature di libreria o anche meno, specialmente se si tiene presente il bacino d'utenza. Spifferi.
Se soltanto uno vendesse intorno alle 600.000 copie, il mese dopo noleggerebbero uno shuttle per distribuirli in orbita con champagne e caviale .

Io ci ho vissuto per un semestre negli States e assicuro che, a differenza di Francia e Giappone, non esiste affatto una cultura dei fumetti diffusa - nerd a parte, o leggera revampata d'interesse passando dal cinema - neanche in ambito liceale/universitario, che non ci sono edicole, e che le fumetterie sono rarissime dove rifornirsi, sempre in proporzione agli abitanti.
Contano sulla quantità del venduto, proprio perché il singolo soggetto interessato, da buon multi-fan geek, quando fa la capatina mensile si rifornisce come se non ci fosse un domani con dozzine di spillatini sottiletta... e campa felice per altri 30 giorni.

Ettantobasti perché il discorso per me non merita ulteriore attenzione, e m'interessa sapere da quando esistono i multiversi stellestrisce quanto me ne cale di conoscer da adesso chi sarà il prossimo ospite notturno di Marzullo .

É sempre un piacere @wolk
Purtroppo alcuni utenti non comprendono che entrare in una discussione "in questa maniera" (non propendendo per il dialogo ma per il monologo saccente) non è un modo brillante per far valere le proprie idee. Possibilmente mostrando documentazioni, articoli sul web, interviste poste ad avvalorare una certa tesi, ed evitando un preambolo "tranchant" come quello esibito, si poteva dare luogo ad uno scambio costruttivo di punti di vista. Che magari l'amico Rent ha altre fonti per sostenere quanto precedentemente detto, quindi sarebbe bastato introdurre il tutto in modo più parco, con la messa in campo delle varie fonti, e una nota ad aggiungere che "questi sono i dati da lui carpiti" in giro per il web o altrove. Io ho tirato fuori, tra l'altro, il Forbes, che non è un giornalino parrocchiale né la versione povera de il "Lercio", quindi mi sembra che carta (in questo caso virtuale) canta. Se Rent vuol tirar fuori le sue di fonti va benissimo: al massimo se si vuol sprecare altro tempo dietro questa questione se ne potrà dibattere (che se le varie fonti - quelle precedentemente pubblicate e le altre eventuali che verranno poste in "antitesi" - hanno opinioni discordi al massimo si potrà parlare di poca chiarezza nei mezzi d'informazione).