Completata la terza serie con il
#6.
Che dire? Di sicuro questa stagione è stata più avvincente della seconda, con personaggi ben più in palla - rispetto alla monotona fuga di Wallendream - e molti più spunti a disposizione
.
Nello specifico questo albo "conclusivo" (si fa per dire) è un filo sotto il precedente per una serie di cose che comunque non lo condizionano al negativo. Tanto per dire: non mi sono piaciuti i ricorrenti faccioni in primo piano statico/frontale della
Romeo - ma forse erano indicati in sceneggiatura - che spesso creano un effetto "nanesco" sul resto della fisionomia corporea, proporzioni comprese.
Ad esser sincero, dopo l'impennata di azione e casini del numero scorso, mi aspettavo una mega res(s)a dei conti tra cacciatori, killer, e Sezione 5, invece l'albo stranamente vira su un tono più pacato - per quanto possa esserlo il Chiave
- e intimistico, lasciando perdere quel clima da Smackdown per concentrarsi sulla caccia al broker Krieger o sulla memoria perduta di Greta
in love.
Beni i dialoghi senza peli sulla lingua... tranne quelli pubici
Molto bene il clou dell'albo che verte sul gioco delle parti inconscio e trans-figurato nelle personalità di
Krieger, che pur non essendo un assassino, presenta comunque dei disturbi notevoli e finalmente viene sviluppato come personaggio. Dal suo ritorno al passato nel grembo materno si passa alla futura paternità di Morgan che, al pari della precedente serie, prenota due biglietti d'aereo per chiudere i conti col passato verso l'Europa.
E' stato dato meno spazio ai maniaci, tranne
Didier che di punto in bianco spodesta il Direttore Generale ereditando le azioni dello zio magnate transalpino, morto in circostanze quantomeno sospette. Ecco, proprio
l'accelerata delle ultime 10 pagine pesa parecchio nell'equilibrio dell'albo perché i colpi di scena sono gestiti in modo troppo repentino e clamoroso, da risultare quasi posticci. Qui si intuisce la difficoltà di Chiaverotti di circoscrivere tutte le linee narrative in 60 paginette, senza contare che in base alle dichiarazioni iniziali
la serie doveva durare una decina di numeri, e pertanto molte cose sono state rabberciate o castrate sacrificando l'equilibrio armonico di base nella distribuzione degli eventi.
In questo senso, oltre a Didier nuovo boss delle burocrazia criminogena - certi passaggi ricordano il mondo di
Gotham City - anche la svalvolata di
Jay sembra eccessiva per come messa in atto all'improvviso, con tanto di brindisi neuro-intossicante a catena, per ragioni quantomeno arbitrarie. Senza contare che a parte Igraine e Jack, nessuno dei cacciatori è stato mai approfondito come personaggio - v. solito discorso della mancanza di tempo/spazio - e qui di punto in bianco uno di loro decide per tutti (fottendoli) sulla base di motivazioni personali imponendo un decorso particolare alla storia, sviluppi futuri compresi.
Nonostante questo, tanto di cappello a Claudione che comunque è riuscito ad esprimersi con ottimi risultati entro una continuity davvero serrata ed intrigante, a differenza di certe cialtronate viste altrove -
Dylan Dog vi dice qualcosa?
E l'interesse per la quarta stagione che esordirà in autunno viene senza dubbio galvanizzato da una non-conclusione sul filo del TBC.
ALOHA FINO ALLE PROSSIME SEXY NEWS